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Curiosità

SAI CHE… Un Buco Nero Piccolissimo è stato “visto” a 5000 anni luce da noi?

Un recente studio ha rivelato la possibile esistenza di un buco nero di dimensioni sorprendenti, il più piccolo mai osservato finora. Situato a circa 5.825 anni luce dalla Terra, il misterioso oggetto è stato identificato grazie all’osservazione di una stella gigante rossa, la quale presenta un’orbita peculiare che sembra suggerire l’influenza di un compagno invisibile.

Ciò che rende questo scoperta particolarmente affascinante è il fatto che dalla posizione del buco nero non proviene alcuna luce. Gli scienziati hanno calcolato che l’oggetto potrebbe avere una massa di soli 3,6 volte quella del Sole, un valore che sfida le teorie correnti sulla formazione dei buchi neri. Tradizionalmente, buchi neri di massa così ridotta non dovrebbero esistere, creando un’interessante discrepanza nota come “lower mass gap”.

Pubblicato sulla rivista Nature, lo studio sottolinea che il buco nero, denominato G3425, potrebbe fornire importanti indizi sulla comprensione dei buchi neri di piccola massa e sul loro ruolo nell’universo. Il regolare movimento della stella attorno a G3425 indica che il sistema potrebbe essere rimasto stabile per un lungo periodo, a differenza di quanto si verifica normalmente dopo un’esplosione di supernova.

Utilizzando i dati forniti dalla missione Gaia dell’Agenzia Spaziale Europea, che traccia in 3D il movimento delle stelle nella nostra galassia, gli astronomi sono stati in grado di mappare questa interessante coppia celeste. L’individuazione di ulteriori buchi neri di massa ridotta potrebbe rivelare nuove informazioni fondamentali sul processo di formazione e sull’evoluzione dei buchi neri binari, ampliando così la nostra comprensione dell’universo.

Curiosità

SAI CHE… Da chi provengono i Misteriosi Suoni della Fossa delle Marianne?

Dopo anni di incertezze, gli scienziati hanno finalmente chiarito l’origine di alcuni strani rumori provenienti dalla Fossa delle Marianne, il punto più profondo degli oceani. Questi suoni, noti come “biotwang”, erano stati registrati per la prima volta nel 2014 e avevano suscitato grande curiosità, essendo stati paragonati ai suoni di astronavi dei film di fantascienza.

Recentemente, l’analisi di oltre 200.000 ore di registrazioni acustiche tramite strumenti di intelligenza artificiale ha rivelato che i misteriosi rumori non sono altro che le chiamate delle balene di Bryde, cetacei che possono raggiungere i 17 metri di lunghezza. La scoperta è stata confermata dopo che diversi esemplari di questa specie sono stati osservati mentre emettevano il caratteristico suono.

Nonostante la fonte sia stata identificata, rimane ancora da chiarire il motivo per cui queste balene producono tali suoni peculiari. I ricercatori ipotizzano che il “biotwang” possa fungere da richiamo per permettere agli esemplari di localizzarsi tra loro, simile a un gioco di “Marco Polo” sottomarino. Inoltre, è emerso un picco di registrazioni nel 2016, coincidente con un incremento della popolazione di balene nella zona, probabilmente legato agli effetti dell’El Niño.

Questa scoperta non solo arricchisce la nostra comprensione della vita marina, ma offre anche nuove prospettive sulla comunicazione tra le diverse specie di cetacei e il loro adattamento agli ambienti oceanici.

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Curiosità

SAI CHE… In Germania c’è la Tomba di un Uomo Sepolto per Impedirne la “Risurrezione”?

In un sito archeologico vicino a Quedlinburg, nella regione della Sassonia-Anhalt in Germania, è stata recentemente scoperta una tomba che solleva interrogativi inquietanti sul pensiero e le pratiche funerarie dell’epoca. Gli archeologi hanno trovato un uomo sepolto con pesanti pietre sul petto, una misura adottata per prevenire il suo ritorno tra i vivi, un fenomeno temuto durante i secoli XVI e XVII in Europa.

Questa scoperta è avvenuta in un antico sito del XVII secolo, noto come “galgenberg” o “collina del patibolo”, dove sono state rinvenute almeno 16 tombe e due fosse d’ossa, utilizzate per ospitare resti disturbati da sepolture successive. Il ritrovamento si inserisce in un contesto culturale in cui le credenze sui “revenant” – anime di defunti che, per varie ragioni, si pensava potessero tornare in vita – erano diffuse. La presenza delle pietre sul corpo di quest’uomo suggerisce che la comunità temesse fortemente la sua possibile risurrezione.

Mentre alcuni scheletri rinvenuti nel sito mostrano segni di esecuzioni brutali, il corpo dell’uomo sepolto con le pietre non presenta evidenti tracce di violenza, lasciando aperta la questione sulle circostanze della sua morte. A differenza di lui, un altro defunto trovato in una bara di legno sembra aver ricevuto un trattamento più rispettoso, suggerendo che potesse trattarsi di una persona che si è tolta la vita. In quel periodo, i suicidi venivano frequentemente sepolti in luoghi di esecuzione, considerati al di fuori della comunità cristiana.

Questa scoperta non solo illumina pratiche funerarie antiche, ma riflette anche le paure e le credenze di una società che cercava di affrontare l’ignoto della morte e dell’aldilà. Gli archeologi continueranno a studiare il sito per raccogliere ulteriori informazioni sulla vita e la morte di coloro che vi sono stati sepolti.

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Curiosità

SAI CHE… Nel Pacifico esiste Una Megastruttura Antica?

Un gruppo di scienziati ha fatto una scoperta che potrebbe cambiare la nostra comprensione della geologia terrestre. Nelle profondità dell’Oceano Pacifico, sotto la Placca di Nazca, è emersa un’anomalia intrigante che sfida le attuali teorie sulla dinamica del mantello terrestre.

Questa struttura, identificata a una notevole profondità, si distingue per il suo movimento più lento rispetto alle zone circostanti. Secondo gli esperti, potrebbe essere composta da resti di antiche placche oceaniche, intrappolate nel mantello terrestre per milioni di anni. La sua formazione risalirebbe a circa 250 milioni di anni fa, durante il Triassico, un periodo cruciale nell’evoluzione dei dinosauri.

Le implicazioni di questa scoperta sono significative: i blocchi antichi presentano una densità e una temperatura inferiori rispetto al materiale circostante e contribuiscono alla formazione di enormi strutture, noti come “super pennacchi”. Questi fenomeni hanno un impatto diretto sui processi tettonici e vulcanici in superficie, evidenti in aree come le Isole di Pasqua, che si trovano sopra uno di questi super pennacchi.

L’analisi di questi “fossili” del mantello potrebbe rivelare indizi preziosi sulla storia geologica del nostro pianeta, aiutando a ricostruire l’evoluzione di continenti e oceani. Questo studio non solo amplia la nostra comprensione delle ere geologiche passate, ma potrebbe anche migliorare la previsione di eventi geologici futuri, come terremoti ed eruzioni vulcaniche, aumentando la nostra capacità di gestire e mitigare i rischi associati a tali fenomeni.

La scoperta di questa megastruttura non è solo un passo avanti nella geologia, ma un importante segnale della complessità e della storia intricata del nostro pianeta.

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