Cronaca
Enna | Confiscati beni e denaro per un valore complessivo di oltre 600.000 euro – VIDEO
Nei giorni scorsi, la Guardia di Finanza di Enna ha concluso un’importante operazione con la confisca di beni appartenenti a un imprenditore di Regalbuto, già coinvolto in un processo antimafia e sottoposto a misure di prevenzione. Questa confisca è stata disposta a seguito di una condanna definitiva a un anno e sei mesi di reclusione, insieme a una multa di 9.000 euro, per inosservanza delle normative antimafia.
L’operazione ha portato al sequestro di 13 immobili, che comprendono otto appartamenti, tre autorimesse e due edifici ad uso produttivo, situati nelle province di Enna e Catania. Inoltre, è stato confiscato un terreno di 105 ettari e circa 51.000 euro in contante, depositati su un conto corrente bancario.
La condanna e la conseguente confisca sono il risultato di un lungo processo investigativo che ha visto le Fiamme Gialle lavorare con attenzione per garantire l’applicazione delle leggi antimafia. Nel 2019, l’imprenditore era stato denunciato dalle autorità per non aver rispettato l’obbligo di comunicare variazioni patrimoniali significative, un requisito imposto a chi è sottoposto a misure di prevenzione personali. In particolare, l’imprenditore aveva effettuato operazioni immobiliari per un valore di circa 630.000 euro a favore di un familiare, senza informare la Guardia di Finanza entro i termini stabiliti.
Questa operazione non solo segna la conclusione di una lunga serie di indagini e controlli, ma rappresenta anche un’importante vittoria nella lotta contro l’infiltrazione mafiosa e il riciclaggio di denaro. I beni confiscati ora entreranno a far parte del patrimonio dello Stato, che potrà destinarli a progetti di riutilizzo sociale. Questo intervento dimostra l’impegno continuo della Guardia di Finanza nel monitoraggio e nella repressione delle attività illecite, con l’obiettivo di mantenere l’integrità dell’economia legale e proteggere le imprese e i cittadini onesti.
Campania
Infiltrazioni della ‘Ndrangheta nelle Tifoserie: Gratteri Rinnova l’Allerta su Inter e Milan
Il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, ha rilasciato dichiarazioni significative riguardo alle infiltrazioni della ‘ndrangheta all’interno delle tifoserie di Inter e Milan. Durante una conferenza stampa a Napoli, Gratteri ha sottolineato che tali collegamenti non rappresentano una novità, evidenziando come, già qualche anno fa, avesse inviato intercettazioni alla Procura di Milano che attestavano questa situazione.
Le sue affermazioni giungono a seguito di un’importante operazione antidroga condotta dai carabinieri, che ha portato all’arresto di 50 individui, un’azione che il procuratore ha definito come una conferma delle informazioni raccolte durante le sue indagini in Calabria. Queste dichiarazioni mettono in luce la necessità di una vigilanza costante per contrastare le infiltrazioni mafiose nel mondo del calcio, sottolineando l’urgenza di affrontare un problema che potrebbe avere ripercussioni significative sulla sicurezza e sull’integrità dello sport.
Cronaca
Scandalo nel carcere di Rebibbia: 41 indagati per traffico di droga e corruzione
Un’inchiesta condotta dalla Procura della Repubblica ha svelato un ampio giro di traffico di beni illeciti all’interno del carcere di Rebibbia, a Roma. Le indagini, dirette dal pubblico ministero Carlo Villani, hanno portato all’identificazione di 41 indagati, tra cui agenti delle forze dell’ordine e un medico, accusati di associazione a delinquere finalizzata allo spaccio di droga e di corruzione.
Le rivelazioni emerse durante le indagini sono inquietanti: cellulari, sostanze stupefacenti, pizze e birre sono stati recapitati ai detenuti. In particolare, si segnala un episodio risalente a ottobre 2020, in cui un detenuto ha ricevuto un pacco contenente una pizza e una birra, per il quale è stata pagata una somma di 30 euro. I “regali” venivano nascosti in codici come “sigarette” e trasmessi attraverso complici all’interno della struttura.
Non solo alimenti e bevande, ma anche strumenti tecnologici come pennette USB e pizzini venivano introdotti in carcere, evidenziando una rete di collusioni allarmante. Tra le accuse rivolte, figura anche quella di omessa denuncia a carico di un medico di guardia, che non avrebbe informato l’autorità giudiziaria riguardo all’uso illecito di un cellulare da parte di un detenuto.
Le autorità penitenziarie e i poliziotti del commissariato di Tivoli hanno svolto un lavoro investigativo approfondito per svelare questa rete di corruzione e traffico illecito, mettendo in luce le criticità che affliggono il sistema carcerario. L’inchiesta continua a fare luce su una situazione preoccupante, che solleva interrogativi sulla sicurezza e sulla gestione delle istituzioni penitenziarie.
Cronaca
Ferrara | Misure di Sicurezza Potenziate per Contrastare la Violenza negli Eventi Sportivi
La Questura di Ferrara ha lanciato una serie di misure preventive per affrontare il problema della violenza nelle strutture sportive della provincia. Attraverso la Divisione Anticrimine, sono stati emessi provvedimenti di divieto di accesso, noti come “D.A.Spo.”, per limitare l’ingresso negli stadi e negli impianti sportivi a individui ritenuti potenzialmente responsabili di atti criminosi.
Queste azioni si fondano su un quadro normativo in continua evoluzione, che consente al Questore di intervenire con tempestività e decisione contro comportamenti violenti associati ad eventi sportivi. Recentemente, sono stati adottati due provvedimenti di D.A.Spo. nei confronti di due residenti a Ferrara, coinvolti in un episodio di rapina aggravata avvenuto nell’agosto 2023.
I due soggetti, riconosciuti colpevoli per il loro comportamento violento, non potranno accedere a manifestazioni sportive per sei anni, estendendo il divieto a tutti gli eventi organizzati da enti calcistici nazionali e internazionali. Inoltre, saranno obbligati a presentarsi presso la Questura durante le partite della squadra locale, la “SPAL”.
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