Connect with us

Scienza e Salute

Comete oscure: una nuova minaccia o una risorsa preziosa per la Terra?

Le comete oscure, oggetti celesti misteriosi che orbitano vicino al Sole, potrebbero nascondere al loro interno una grande quantità di ghiaccio. Questo è quanto emerge da un recente studio condotto da un team di astronomi dell’Università del Michigan, che ha stimato che fino al 60% dei piccoli corpi celesti che vagano vicino alla Terra (Neo) potrebbero essere di questo tipo.

Cosa sono le comete oscure?

Le comete oscure si distinguono dalle comete classiche per la mancanza della chioma, la caratteristica nube di gas e polveri che circonda questi corpi celesti e che diventa visibile quando si avvicinano al Sole. Tuttavia, le comete oscure mostrano accelerazioni non gravitazionali che suggeriscono la presenza di ghiaccio sotto la loro superficie.

Un’importante riserva d’acqua?

Se confermato, questo dato potrebbe avere un impatto significativo sulla nostra comprensione del Sistema Solare e sulla sua storia. Infatti, le comete oscure potrebbero rappresentare una riserva d’acqua preziosa, non solo per la Terra ma anche per future missioni spaziali.

Origine e provenienza

Secondo gli studiosi, le comete oscure potrebbero provenire dalla fascia degli asteroidi situata tra Giove e Marte. Un’ipotesi è che siano il risultato della collisione e frammentazione di oggetti più grandi all’interno di questa fascia.

Un nuovo capitolo per l’astronomia

La scoperta di queste comete oscure apre nuove strade per la ricerca astronomica. Ulteriori studi saranno necessari per comprenderne meglio la natura, l’origine e la distribuzione nel Sistema Solare. Queste affascinanti rocce spaziali potrebbero rivelarsi una chiave per svelare i misteri del nostro passato e del nostro futuro.

Oltre alle implicazioni scientifiche, la scoperta delle comete oscure solleva anche importanti questioni etiche.

L’estrazione di risorse da questi oggetti celesti potrebbe infatti avere un impatto significativo sull’ambiente spaziale. Sarà necessario sviluppare un quadro normativo internazionale per garantire che l’esplorazione e lo sfruttamento di queste risorse avvengano in modo responsabile e sostenibile.

Scienza e Salute

Disturbi psichici, sempre più giovani ne soffrono

Il 20% degli italiani soffre di almeno un disturbo psichico, in particolare ansia e depressione: è una percentuale superiore a quella della media europea. A fotografare la situazione del nostro paese è lo studio del 2023 “Headway – Mental health index 2.0”, realizzato da The European House – Ambrosetti. Secondo questa indagine, concorrono al malessere italiano fattori contingenti e comuni al resto dell’Europa, quali le conseguenze della pandemia di Covid-19, la guerra in Ucraina e i flussi migratori.

La situazione italiana è però resa più critica da specifici aspetti della nostra società, come le condizioni abitative precarie per un quinto circa della popolazione, la crisi economica e la mancanza di spazi verdi nelle grandi città. Allarmanti anche i dati relativi ai giovani entro i 19 anni raccolti dall’Unicef. In base a un recente studio, il suicidio è la seconda causa di morte dopo gli incidenti stradali e il 13% di chi ha meno di 19 anni soffre di un problema di salute mentale. Sono questi alcuni dei temi trattati da Cristina Colombo, primario dell’unità Disturbi dell’umore dell’IRCCS – Ospedale San Raffaele di Milano e professore ordinario di psichiatria dell’Università Vita-Salute San Raffaele, dove dirige la scuola di specializzazione di psichiatria e ha fondato il master in psicopatologia forense e criminologia clinica, intervistata da Marco Klinger, per Medicina Top, format tv dell’agenzia di stampa Italpress.

“E’ un problema che sta dilagando, si è decisamente abbassata l’età media di chi è colpito da disturbi mentali e questo dipende da tantissimi fattori – ha esordito – Una spiegazione non l’ha nessuno, è multifattoriale. E’ legata alla diffusione delle sostanze che i giovani considerano innocue e che non lo sono, all’alterazione dei ritmi biologici e poi c’è la componente familiare e genetica della malattia che esiste”.
Il principale disturbo dell’umore è la tanto temuta depressione, di cui però spesso si hanno nozioni incomplete e fuorvianti: “I disturbi dell’umore indicano la categoria di cui fa parte la depressione, una patologia caratterizzata da una ricorrenza di malattia – ha spiegato Colombo – Le persone hanno episodi di malattia che terminano, sono episodi più o meno frequenti nell’arco della vita. E c’è poi il disturbo bipolare, quando alle fasi di depressione si alterna una fase di euforia, e altri disturbi meno rappresentati”.

“La depressione è un cambiamento radicale: non è la tristezza, chi ne è colpito non piange, piuttosto si congela e non ha più emozioni – ha sottolineato la professoressa – La testa non riesce a fare neanche le cose più piacevoli, è molto paralizzante. Non si riesce più a vedere gli amici, a uscire, a studiare ecc… Tutti gli studi che si occupano di depressione sono molto interessanti, il cervello in alcuni momenti è nel ‘lago ghiacciatò e non funziona, poi torna a funzionare. Una patologia di solito ce l’hai e basta, nella depressione spesso dei circuiti che dovrebbero funzionare bene non funzionano più – ha ribadito – Il circuito si impalla, il paziente continua ad andare da un’informazione all’altra e torna indietro, per esempio scegliere cosa indossare la mattina quando ci si veste, ecco, questa per il depresso è una decisione insuperabile”. E su come si arriva a una diagnosi di depressione: “Per molti la depressione è una fragilità e tutto sommato ci si abitua, in realtà a volte non è affatto vero”.
“Le depressioni più gravi spesso sono in persone molto forti – ha confermato Colombo – Noi siamo medici, raccogliamo dei sintomi e sentiamo la storia del paziente, sulla base delle informazioni cliniche si arriva a una diagnosi. Consiglio pertanto di non sottovalutare nulla, specie nei più giovani. Quando da genitori si assiste a un cambiamento sulle cose piacevoli, non uscire con gli amici per esempio, l’isolamento e quant’altro, sono dei campanelli d’allarme. Non è necessariamente detto che sia depressione – ha ammesso – Ma si può già parlare con il medico di base che può capire di cosa si tratta e in caso indirizzare da uno specialista”. Sulla psicoterapia: “Noi diciamo al paziente che deve scegliere, la psicoterapia va benissimo per chi è fragile o ha delle problematiche, non cura ma serve a sostenere il paziente. Questo intervento è essenziale per la gestione della malattia”.

Infine, sulla prevenzione e sull’esordio di alcuni sintomi negli anziani: “Bisogna adottare condotte di buon senso: non devono esserci eventi stressanti, un brutto divorzio spesso è un trauma che si inserisce in un percorso che pian piano può portare a queste situazioni – ha ricordato la professoressa – E poi non si deve aver paura di affrontare questa cosa, il problema vero è la sottovalutazione, ti esplode in mano e diventa pericoloso. La depressione che esordisce in un anziano è invece qualcosa di maggiormente legato alla solitudine – ha concluso – Questa società adesso perdona di meno”.

– foto tratta da video Medicina Top –

Continua a leggere

Attualità

L’Aifa autorizza 8 vaccini contro l’influenza per campagna 2024-2025

Sono otto i vaccini autorizzati dall’Aifa e dall’Agenzia Europea per i Medicinali (Ema) per l’immunizzazione contro l’influenza stagionale per la campagna 2024-205. Come ogni anno, i ceppi virali sono stati aggiornati secondo le raccomandazioni dell’Organizzazione Mondiale della Sanità, basate sulle caratteristiche antigeniche dei ceppi virali circolanti nell’ultima stagione. I vaccini autorizzati da Aifa con procedure di mutuo riconoscimento e decentrata sono: Efluelda Tetra (Sanofi Pasteur), sospensione iniettabile: indicato per l’immunizzazione attiva degli adulti di età pari o superiore a 60 anni.

Fluarix Tetra (Glaxosmithkline Biologicals), sospensione iniettabile: indicato per l’immunizzazione attiva degli adulti e dei bambini a partire dai 6 mesi di età.
Influvac S (Viatris Healthcare Limited), sospensione iniettabile: indicato per l’immunizzazione attiva degli adulti e dei bambini a partire dai 6 mesi di età.
Influvac S Tetra (Viatris Healthcare Limited), sospensione iniettabile: indicato per l’immunizzazione attiva degli adulti e dei bambini a partire dai 6 mesi di età.

Vaxigrip Tetra (Sanofi Pasteur Eeurope), sospensione iniettabile: indicato per l’immunizzazione attiva degli adulti, comprese le donne in gravidanza, e dei bambini dai 6 mesi di età. La vaccinazione materna delle donne in gravidanza estende la protezione ai lattanti a partire dalla nascita e fino ai 6 mesi di età (protezione passiva).
I vaccini autorizzati con procedura centralizzata (coordinata dall’Ema) sono: Fluad Tetra (Seqirus Netherlands), adiuvato, sospensione iniettabile: indicato per l’immunizzazione attiva degli adulti (di età pari o superiore a 50 anni).

Flucelvax Tetra (Seqirus Netherlands B.V.), sospensione iniettabile: indicato per l’immunizzazione attiva degli adulti e dei bambini da 24 mesi di età.
Fluenz (Astrazeneca AB) spray nasale: indicato per l’immunizzazione attiva in bambini e adolescenti di età compresa tra 24 mesi e 18 anni. Non tutti i vaccini autorizzati per l’uso sono necessariamente disponibili sul mercato. Le Regioni infatti decidono annualmente, tramite gare per la fornitura di vaccini, tra i prodotti disponibili in commercio, quelli che verranno utilizzati durante le campagne vaccinali. Il ministero della Salute ha raccomandato di condurre le campagne di vaccinazione antinfluenzale regionali a partire dall’inizio di ottobre.

-Foto: Agenzia Fotogramma-

Continua a leggere

Attualità

Disturbi psichici, sempre più giovani ne soffrono

Il 20% degli italiani soffre di almeno un disturbo psichico, in particolare ansia e depressione: è una percentuale superiore a quella della media europea. A fotografare la situazione del nostro paese è lo studio del 2023 “Headway – Mental health index 2.0”, realizzato da The European House – Ambrosetti. Secondo questa indagine, concorrono al malessere italiano fattori contingenti e comuni al resto dell’Europa, quali le conseguenze della pandemia di Covid-19, la guerra in Ucraina e i flussi migratori. La situazione italiana è però resa più critica da specifici aspetti della nostra società, come le condizioni abitative precarie per un quinto circa della popolazione, la crisi economica e la mancanza di spazi verdi nelle grandi città. Allarmanti anche i dati relativi ai giovani entro i 19 anni raccolti dall’Unicef. In base a un recente studio, il suicidio è la seconda causa di morte dopo gli incidenti stradali e il 13% di chi ha meno di 19 anni soffre di un problema di salute mentale. Sono questi alcuni dei temi trattati da Cristina Colombo, primario dell’unità Disturbi dell’umore dell’IRCCS – Ospedale San Raffaele di Milano e professore ordinario di psichiatria dell’Università Vita-Salute San Raffaele, dove dirige la scuola di specializzazione di psichiatria e ha fondato il master in psicopatologia forense e criminologia clinica, intervistata da Marco Klinger, per Medicina Top, format tv dell’agenzia di stampa Italpress.

“E’ un problema che sta dilagando, si è decisamente abbassata l’età media di chi è colpito da disturbi mentali e questo dipende da tantissimi fattori – ha esordito – Una spiegazione non l’ha nessuno, è multifattoriale. E’ legata alla diffusione delle sostanze che i giovani considerano innocue e che non lo sono, all’alterazione dei ritmi biologici e poi c’è la componente familiare e genetica della malattia che esiste”.
Il principale disturbo dell’umore è la tanto temuta depressione, di cui però spesso si hanno nozioni incomplete e fuorvianti: “I disturbi dell’umore indicano la categoria di cui fa parte la depressione, una patologia caratterizzata da una ricorrenza di malattia – ha spiegato Colombo – Le persone hanno episodi di malattia che terminano, sono episodi più o meno frequenti nell’arco della vita. E c’è poi il disturbo bipolare, quando alle fasi di depressione si alterna una fase di euforia, e altri disturbi meno rappresentati”.

“La depressione è un cambiamento radicale: non è la tristezza, chi ne è colpito non piange, piuttosto si congela e non ha più emozioni – ha sottolineato la professoressa – La testa non riesce a fare neanche le cose più piacevoli, è molto paralizzante. Non si riesce più a vedere gli amici, a uscire, a studiare ecc… Tutti gli studi che si occupano di depressione sono molto interessanti, il cervello in alcuni momenti è nel ‘lago ghiacciatò e non funziona, poi torna a funzionare. Una patologia di solito ce l’hai e basta, nella depressione spesso dei circuiti che dovrebbero funzionare bene non funzionano più – ha ribadito – Il circuito si impalla, il paziente continua ad andare da un’informazione all’altra e torna indietro, per esempio scegliere cosa indossare la mattina quando ci si veste, ecco, questa per il depresso è una decisione insuperabile”. E su come si arriva a una diagnosi di depressione: “Per molti la depressione è una fragilità e tutto sommato ci si abitua, in realtà a volte non è affatto vero”.

“Le depressioni più gravi spesso sono in persone molto forti – ha confermato Colombo – Noi siamo medici, raccogliamo dei sintomi e sentiamo la storia del paziente, sulla base delle informazioni cliniche si arriva a una diagnosi. Consiglio pertanto di non sottovalutare nulla, specie nei più giovani. Quando da genitori si assiste a un cambiamento sulle cose piacevoli, non uscire con gli amici per esempio, l’isolamento e quant’altro, sono dei campanelli d’allarme. Non è necessariamente detto che sia depressione – ha ammesso – Ma si può già parlare con il medico di base che può capire di cosa si tratta e in caso indirizzare da uno specialista”. Sulla psicoterapia: “Noi diciamo al paziente che deve scegliere, la psicoterapia va benissimo per chi è fragile o ha delle problematiche, non cura ma serve a sostenere il paziente. Questo intervento è essenziale per la gestione della malattia”.

Infine, sulla prevenzione e sull’esordio di alcuni sintomi negli anziani: “Bisogna adottare condotte di buon senso: non devono esserci eventi stressanti, un brutto divorzio spesso è un trauma che si inserisce in un percorso che pian piano può portare a queste situazioni – ha ricordato la professoressa – E poi non si deve aver paura di affrontare questa cosa, il problema vero è la sottovalutazione, ti esplode in mano e diventa pericoloso. La depressione che esordisce in un anziano è invece qualcosa di maggiormente legato alla solitudine – ha concluso – Questa società adesso perdona di meno”.

– foto tratta da video Medicina Top –

Continua a leggere

TREND

Riproduzione Riservata - Copyright © Gruppo ADN Italia srl - P.Iva 02265930798 - redazione@adn24.it - PRIVACY