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Lombardia

Lecco | Atti persecutori nei confronti dell’ex fidanzata: arrestato

Nei giorni scorsi, la Polizia di Stato di Lecco, attraverso la Squadra Mobile, ha eseguito un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Lecco nei confronti di un cittadino italiano di 27 anni. L’uomo è accusato di atti persecutori e lesioni contro la sua ex fidanzata, una minorenne.

Le indagini, condotte con urgenza sotto la direzione della Procura della Repubblica di Lecco, hanno permesso di attribuire all’indagato una serie di atti di violenza fisica e morale nei confronti della giovane. Nonostante fosse già stato colpito da un ammonimento del Questore, l’uomo ha continuato a perseguitare la vittima.

L’attività investigativa ha rivelato che le condotte violente e minacciose si erano manifestate già durante la relazione sentimentale e si erano aggravate dopo la sua conclusione. La gravità della situazione ha costretto la giovane a cambiare le sue abitudini di vita, temendo per la propria incolumità. In alcuni casi, l’uomo avrebbe anche minacciato la vittima con un’ascia, aumentando ulteriormente il clima di paura.

Sulla base delle prove raccolte, l’Autorità Giudiziaria ha ritenuto necessario e urgente emettere la misura della custodia cautelare in carcere per il 27enne, che è stato successivamente trasferito presso la casa circondariale di Lecco. L’arresto rappresenta un passo importante per garantire la sicurezza della vittima e per prevenire ulteriori episodi di violenza.

Cronaca

Como | Rintracciato 24enne somalo che doveva scontare 5 mesi di reclusione

Questa mattina, la Polizia di Stato ha arrestato un cittadino somalo di 24 anni a Como, in ottemperanza a un ordine di esecuzione per la carcerazione. Il giovane, irregolare e senza fissa dimora, doveva scontare una pena residua di cinque mesi di reclusione per una condanna relativa a un episodio di danneggiamento avvenuto nel maggio 2020.

Gli agenti della Squadra Mobile di Como, appena ricevuto l’ordine di arresto dalla Procura della Repubblica di Como, hanno avviato le operazioni per rintracciare il 24enne. L’uomo è stato trovato in Largo Don Roberto Malgesini, dove stava bivaccando con altri connazionali.

Dopo essere stato portato in Questura, il somalo è stato identificato e, oltre all’ordine di arresto, è emerso che non aveva rispettato un ordine di lasciare il territorio, notificatogli dal Questore nel luglio 2024. Di conseguenza, è stato denunciato per la violazione di quest’ordine e arrestato per l’esecuzione della pena.

Il 24enne è stato trasferito presso la Casa Circondariale di Como, dopo aver informato il Pubblico Ministero di turno.

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Cronaca

Como | Disturba la Santa Messa e in questura aggredisce gli agenti, arrestato

Ieri sera, la Polizia di Stato ha arrestato un 23enne egiziano a Como, accusato di resistenza e violenza a pubblico ufficiale. Il giovane, già noto alle forze dell’ordine per precedenti reati e regolare sul soggiorno, è stato fermato dopo aver causato disordini all’interno del Duomo di Como.

Intorno alle 18.15, una volante della polizia è stata allertata per una segnalazione riguardante una persona molesta all’interno della chiesa. Gli agenti, giunti sul posto, hanno trovato il 23enne mentre ascoltava musica araba ad alto volume sul suo telefono, disturbando gravemente la funzione religiosa in corso.

Nonostante l’invito a lasciare il luogo, il giovane ha rifiutato di collaborare, costringendo gli agenti a intervenire. Durante l’operazione, il 23enne ha tentato di fuggire dalla Questura, aggredendo fisicamente gli agenti con diversi pugni prima di essere bloccato e arrestato.

Identificato e controllato, il giovane è stato trovato in possesso di precedenti penali e di un alias. È stato arrestato per resistenza e violenza a pubblico ufficiale e denunciato per turbamento di funzione religiosa.

Il Pubblico Ministero di turno ha disposto la detenzione del 23enne nelle camere di sicurezza della Questura di Como, in attesa del processo per direttissima, previsto per questa mattina. Nel frattempo, l’ufficio immigrazione della Questura sta effettuando verifiche aggiuntive sulla sua permanenza in Italia.

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Cronaca

Varese | Maxi sequestro da 23 milioni per contrabbando di orologi di lusso

La Guardia di Finanza di Varese ha eseguito un sequestro preventivo del valore di 23 milioni di euro, disposto dal Tribunale di Busto Arsizio, nei confronti di tre persone fisiche e due società di spedizioni, tutte coinvolte in un vasto sistema di contrabbando aggravato. Il provvedimento segue un precedente sequestro di un milione di euro eseguito lo scorso novembre.

Le indagini, coordinate dalla Procura di Busto Arsizio e avviate grazie alla denuncia di un dipendente di una delle società coinvolte, hanno permesso di smascherare un complesso sistema di contrabbando presso l’aeroporto di Milano-Malpensa. L’inchiesta, condotta dal Nucleo di polizia economico-finanziaria di Varese in collaborazione con l’Ufficio delle Dogane di Malpensa, ha portato all’identificazione di un meccanismo illecito che ha consentito, tra il 2020 e il 2022, l’importazione di 64.000 orologi di lusso (tra cui Rolex, Bulgari, Chopard, Cartier, IWC e Panerai) per un valore complessivo di 103 milioni di euro.

Gli orologi, provenienti da Hong Kong, venivano accompagnati da false fatture e formalmente destinati a una base militare americana, esente da dazi e IVA. In realtà, la base militare non era a conoscenza delle spedizioni e la merce non vi è mai giunta. Gli orologi venivano così importati illegalmente in Italia, eludendo il pagamento di dazi doganali e IVA per poi essere rivenduti “in nero” a prezzi inferiori, alterando la concorrenza leale e danneggiando gli imprenditori onesti del settore.

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Le modalità di importazione, ricostruite dalla Guardia di Finanza, hanno rivelato la doppia frode: da un lato la falsa dichiarazione del valore della merce, dall’altro l’indicazione fraudolenta del destinatario finale. Il totale dei diritti di confine evasi ammonta a circa 23 milioni di euro, di cui 22,9 milioni di IVA e 50.000 euro di dazi doganali.

Il Giudice per le indagini preliminari ha disposto il sequestro preventivo per equivalente delle somme corrispondenti ai diritti evasi, colpendo non solo i conti personali degli indagati ma anche quelli delle società di spedizioni coinvolte.

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