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Curiosità

Perchè si dice che…pestare la cacca porta fortuna?

Gli escrementi, che oggi consideriamo principalmente come un rifiuto da evitare, hanno svolto un ruolo sorprendentemente importante nelle società antiche e continuano a essere valorizzati in alcune culture moderne. Sebbene spesso associati a impurità e disgusto, in passato e in diverse parti del mondo, essi erano (e sono) considerati risorse preziose e, in alcuni casi, dotati di virtù terapeutiche.

Un Tesoro per le Società Contadine

Nelle società contadine, gli escrementi degli animali hanno rappresentato una risorsa fondamentale. Utilizzati principalmente come concime, sono stati cruciali per mantenere la fertilità dei terreni e garantire raccolti abbondanti. Ma il loro utilizzo non si fermava qui: in antiche civiltà come quella egizia, gli escrementi e l’urina erano impiegati nella medicina tradizionale per curare varie malattie, dimostrando come ogni parte del ciclo naturale avesse un valore riconosciuto.

Dall’Antico Egitto all’Europa del XVIII Secolo

Nell’antico Egitto, si attribuivano agli escrementi virtù terapeutiche, tanto che venivano inclusi nei rimedi medici dell’epoca. Questa pratica non era limitata alle culture orientali; persino nell’Europa del XVIII secolo, la medicina ufficiale considerava alcuni tipi di escrementi come parte della farmacopea, ovvero l’elenco dei farmaci efficaci. Questo rifletteva una visione del mondo in cui ogni elemento naturale poteva avere un potenziale uso benefico, una prospettiva che oggi appare lontana ma che era profondamente radicata nelle credenze di allora.

Uso e Simbolismo nell’Era Moderna

Ancora oggi, in alcune regioni del mondo, gli escrementi mantengono il loro valore. In India, ad esempio, le feci essiccate vengono utilizzate non solo come fertilizzante, ma anche come materiale da costruzione e combustibile. Questo dimostra come, in contesti rurali e agricoli, nulla venga sprecato, e ogni risorsa sia ottimizzata per diversi scopi.

Parallelamente, però, esiste una percezione ambivalente degli escrementi. Da un lato, essi sono considerati un elemento disgustoso, un rifiuto corporeo da cui allontanarsi. Dall’altro, in molte culture, vi è la credenza che pestare accidentalmente degli escrementi, come quelli di cane nelle città o di mucca nei contesti rurali, possa portare fortuna. Questo simbolismo positivo riflette un riconoscimento inconscio del valore nascosto in ciò che altrimenti sarebbe visto solo come impurità.

Un Riflessione Finale

La dualità nella percezione degli escrementi, visti sia come risorsa preziosa sia come qualcosa di impuro, sottolinea la complessità del rapporto umano con la natura e i suoi cicli. Le antiche pratiche e le credenze moderne ci ricordano che spesso ciò che consideriamo rifiuto ha un valore intrinseco, sia materiale che simbolico, e che l’equilibrio tra l’utile e il sacro è una costante nelle diverse culture del mondo.

Curiosità

E’ vero che si invecchia tra i 44 e 60 Anni?

Se vi avvicinate a spegnere le candeline a 44 o 60 anni, potreste sentirvi disturbati dalle recenti ricerche che evidenziano come l’invecchiamento sembri accelerare in questi periodi della vita. Ma cosa determina questi “salti” e come sono stati identificati?

La Ricerca di Nature Aging

Uno studio pubblicato su Nature Aging ha esaminato la variazione di migliaia di molecole in 108 partecipanti statunitensi di età compresa tra 25 e 75 anni. I volontari sono stati seguiti nel tempo e hanno fornito campioni di sangue, feci e tamponi da diverse parti del corpo per periodi da 1 a 7 anni. L’analisi ha messo in evidenza un brusco declino di certi marcatori a due punti specifici: attorno ai 44 e ai 60 anni.

I Cambiamenti Biologici

Il team di scienziati, guidato dal genetista Michael Snyder dell’Università di Stanford, ha analizzato oltre 135.000 molecole e microrganismi, scoprendo che le fluttuazioni più significative avvengono nei decenni dei 40 e 60 anni. I risultati mostrano che il cambiamento non è graduale, ma si manifesta in modo repentino, il che potrebbe spiegare l’insorgenza simultanea di malattie legate all’invecchiamento, come problemi cardiovascolari e muscolo-scheletrici, e un aumento del rischio di mortalità.

Età e Fattori di Rischio

Inizialmente, i ricercatori hanno collegato il brusco cambiamento attorno ai 44 anni alla perimenopausa, ipotizzando che la fine dell’età fertile potesse contribuire all’invecchiamento nelle donne. Tuttavia, analizzando i dati, si è notato che anche gli uomini sperimentano cambiamenti simili, suggerendo l’esistenza di fattori biologici più universali che influenzano entrambi i sessi.

Marcatori di Invecchiamento

Nello specifico, la prima fase di invecchiamento (44 anni) è stata associata a marcatori legati alle malattie cardiovascolari e al metabolismo di alcol e lipidi. La seconda fase (60 anni), invece, ha mostrato cambiamenti significativi in molecole collegate alla regolazione immunitaria, al metabolismo dei carboidrati e alla funzionalità renale. Entrambe le età comportano anche alterazioni nelle molecole associate alla salute della pelle e dei muscoli.

Rischi e Stile di Vita

Le scoperte potrebbero spiegare perché il rischio di sviluppare malattie come l’Alzheimer aumenti in modo esponenziale dopo i 60 anni. Alcuni cambiamenti potrebbero essere influenzati dallo stile di vita; ad esempio, un metabolismo più difficile dell’alcol potrebbe derivare da un aumento del consumo di alcol negli anni precedenti.

Un’analisi più approfondita delle molecole coinvolte in questi cambiamenti può offrire spunti preziosi per comprendere i meccanismi dell’invecchiamento e sviluppare strategie per affrontarlo, mantenendo una buona salute. La ricerca potrebbe quindi non solo aiutarci a capire meglio come invecchiamo, ma anche come possiamo farlo in modo più sano.

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Curiosità

Sai qual è l’orario di Massima Depressione Giornaliera

Secondo uno studio condotto dai ricercatori dell’Università del Michigan e di Dartmouth Health, le cinque del mattino rappresentano il momento di maggiore disagio emotivo nella giornata. La ricerca ha coinvolto oltre 2.600 medici in formazione, analizzando i loro stati d’animo e le dinamiche giornaliere.

Monitoraggio dell’Umore

Per comprendere meglio come si sviluppano i cicli dell’umore, gli scienziati hanno utilizzato dispositivi indossabili per raccogliere informazioni su vari parametri, tra cui attività fisica, frequenza cardiaca e qualità del sonno. I dati, ottenuti nell’arco di due anni, hanno rivelato che, indipendentemente dall’orario di risveglio, il picco di tristezza si verifica intorno alle cinque del mattino, mentre l’umore tende a migliorare nel tardo pomeriggio.

L’Influenza della Privazione del Sonno

Ulteriori scoperte hanno mostrato che la mancanza di sonno intensifica le fluttuazioni emotive, rendendo il risveglio ancora più difficile per coloro che rimangono svegli fino all’alba. I ricercatori hanno osservato che il nostro umore è influenzato dal ritmo circadiano, e questa influenza diventa più marcata quando si resta attivi per periodi prolungati.

Riflessioni Finali

Questi risultati evidenziano l’importanza di un sonno regolare e di uno stile di vita equilibrato per il benessere emotivo, sottolineando come i momenti di difficoltà possano essere gestiti meglio con una buona igiene del sonno e la consapevolezza dei propri ritmi biologici.

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Amici Animali

Fomo: Ecco perchè i gatti odiano le porte chiuse

Perché i Gatti Odiano le Porte Chiuse: Una Questione di FOMO

Se avete un gatto, saprete bene che uno dei loro comportamenti più comuni e frustranti è l’odio per le porte chiuse. I felini si trovano a fronteggiare queste barriere in modo decisamente energico, graffiando e miagolando per tentare di entrare o uscire. Ma qual è la spiegazione dietro a questa reazione apparentemente inspiegabile?

La Paura di Perdere Qualcosa

Secondo esperti di comportamento felino intervistati da Live Science, il comportamento dei gatti può essere compreso attraverso il concetto di FOMO, ovvero “fear of missing out”, che tradotto significa “paura di perdere un’opportunità”. Sebbene questo termine sia comunemente usato per descrivere gli esseri umani, si applica anche ai nostri amici a quattro zampe. I gatti temono di perdersi eventi importanti o interessanti che accadono al di là della porta.

I Tre Fattori Chiave: Controllo, Scelta e Cambiamento

Jane Ehrlich, una comportamentista felina, sottolinea che i gatti odiano tre elementi fondamentali che iniziano con la lettera C: scelta, controllo e cambiamento. Quando una porta è chiusa, i gatti si sentono privati della possibilità di decidere di entrare o uscire, perdendo quindi il controllo sul loro ambiente. Inoltre, una porta chiusa rappresenta un cambiamento rispetto alla situazione precedente, in cui la porta era aperta e il gatto poteva muoversi liberamente.

L’importanza del Controllo Territoriale

Ingrid Johnson, un’altra esperta, spiega che i gatti desiderano avere il controllo sull’accesso al loro territorio. Essendo sia predatori che prede, necessitano di libertà di movimento per cacciare, ma al contempo vogliono sentirsi al sicuro. Chiudere una porta significa limitare il loro accesso a una parte del territorio, creando stress e frustrazione.

Consigli per i Proprietari di Gatti

Per mantenere i gatti sereni, è consigliabile permettere loro di avere accesso a tutte le aree della casa. Se ciò non è possibile, è utile essere coerenti: se si desidera tenere una porta chiusa, questa dovrebbe rimanere tale in modo costante. In questo modo, il gatto impara a comprendere che quella stanza non fa parte del suo territorio e può gestire meglio la presenza di porte chiuse.

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