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Cronaca

L’Innovazione auto in Italia negli anni ’80: Un decennio di cambiamenti e avanguardie

Gli anni ’80 sono stati un periodo di trasformazione significativa per il settore automobilistico in Italia. In un decennio caratterizzato da innovazioni tecnologiche, cambiamenti nel design e un’industria sempre più orientata verso l’efficienza e la sicurezza, le case automobilistiche italiane hanno giocato un ruolo cruciale nell’evoluzione del panorama automobilistico globale.

**1. *L’Avvento delle Microcar e delle Piccole Utilitarie*

Il decennio degli anni ’80 ha visto un notevole sviluppo nel segmento delle microcar e delle piccole utilitarie in Italia. In risposta alle esigenze di mobilità urbana e alla crescente domanda di veicoli economici, molte case automobilistiche italiane hanno introdotto modelli compatti, economici e dal design innovativo.

Fiat Panda: Lanciata nel 1980, la Fiat Panda è diventata un simbolo della praticità e dell’innovazione nel design. Con un aspetto squadrato e una struttura semplice, la Panda era progettata per offrire una grande funzionalità a un prezzo contenuto. La Panda ha rappresentato un vero e proprio successo commerciale e ha influenzato il design di molti veicoli futuri.

Yugo 45: Anche se non italiana, la Yugo 45 è stata un’importante concorrente nel mercato delle piccole utilitarie, importata in Italia e guadagnando popolarità grazie al suo prezzo competitivo e alla sua praticità.

**2. *L’Evoluzione della Sicurezza e della Tecnologia*

Gli anni ’80 hanno visto un’introduzione progressiva di tecnologie avanzate e di sistemi di sicurezza nei veicoli. Questi sviluppi hanno avuto un impatto significativo sulla sicurezza stradale e sull’affidabilità dei veicoli.

Sistema ABS: Sebbene il sistema di antibloccaggio dei freni (ABS) fosse stato introdotto negli anni ’70, è stato durante gli anni ’80 che è diventato sempre più comune nei veicoli di produzione. Questo sistema ha rivoluzionato la sicurezza automobilistica, migliorando la stabilità e il controllo durante la frenata.

Airbag e Sistemi di Sicurezza: L’introduzione degli airbag e di altre tecnologie di sicurezza attiva è iniziata a fare la sua comparsa sui veicoli italiani durante questo decennio, sebbene la loro diffusione fosse ancora limitata.

**3. *Il Design e la Cultura Automobilistica*

Il design automobilistico italiano ha continuato a brillare negli anni ’80, con un’enfasi sullo stile e sull’innovazione. Il decennio ha visto il consolidamento di marchi e modelli che sono diventati iconici per il loro design distintivo e la loro qualità.

Alfa Romeo: L’Alfa Romeo ha continuato a produrre veicoli che combinavano prestazioni e design eleganti. Modelli come l’Alfa Romeo 75, lanciato nel 1985, hanno rappresentato un equilibrio tra tecnologia avanzata e design sportivo.

Ferrari e Lamborghini: Le case automobilistiche di lusso italiane hanno continuato a produrre auto sportive di alta gamma, con modelli come la Ferrari Testarossa e la Lamborghini Countach che hanno definito il lusso e le prestazioni automobilistiche.

**4. *Il Mercato e le Sfide Economiche*

Negli anni ’80, l’industria automobilistica italiana ha dovuto affrontare sfide economiche e cambiamenti nel mercato. La crisi petrolifera degli anni ’70 aveva già influenzato la domanda di veicoli, e negli anni ’80 l’industria ha dovuto adattarsi a una nuova realtà economica.

Fiat: Fiat ha cercato di rispondere a queste sfide con una serie di nuove strategie e modelli. L’azienda ha introdotto veicoli più efficienti e ha investito in innovazioni tecnologiche per mantenere la competitività.

Esportazione: Le case automobilistiche italiane hanno continuato a puntare sull’esportazione come una strategia chiave per crescere e competere a livello globale. I veicoli italiani hanno trovato un mercato importante all’estero, contribuendo a mantenere l’influenza del design e della tecnologia italiana nel panorama automobilistico mondiale.

**5. *L’Impatto sul Futuro*

L’innovazione degli anni ’80 ha avuto un impatto duraturo sull’industria automobilistica italiana. Le scelte tecnologiche e di design di questo decennio hanno contribuito a plasmare le tendenze future e hanno influenzato le generazioni successive di veicoli. La combinazione di praticità, sicurezza e design distintivo ha permesso all’industria automobilistica italiana di mantenere una posizione di rilievo nel panorama globale.

In conclusione, gli anni ’80 sono stati un periodo di grande dinamismo e innovazione per il settore automobilistico in Italia. Con l’introduzione di nuovi modelli, tecnologie avanzate e un design all’avanguardia, l’industria automobilistica italiana ha continuato a essere un punto di riferimento per la qualità e l’innovazione nel mondo delle automobili.

Attualità

Corleone | App commemorativa per vittime di mafia diventa installazione interattiva

Dare valore alla responsabilità di memoria è l’obiettivo dell’installazione interattiva e immersiva realizzata da “Plesh”, realtà specializzata nel settore della “Live Communication & Entertainment” e nello sviluppo di app e software per eventi interattivi e partecipativi – nel centro di Corleone (Palermo), luogo simbolico per la lotta alla mafia. Il tema della memoria rappresenta il fil rouge del progetto che si ispira e sviluppa a travel app “NOma – Luoghi e storie NOmafia”, ideata dall’associazione “Sulle Nostre Gambe” per mantenere vivo il ricordo di chi ha dato la vita lottando contro l’omertà.

L’installazione realizzata da “Plesh”, inaugurata a Corleone, nella Casa del Popolo, in via Bernardino Verro – il primo sindaco socialista di Corleone assassinato dalla mafia nel 1915 per la sua attività di ridistribuzione equa del latifondo, che proprio in questo immobile fondò la cooperativa “Unione Agricola” -, è l’evoluzione interattiva dell’app NOma: una raccolta di storie e testimonianze sulle stragi di mafia che hanno coinvolto innocenti, bambini, sopravvissuti e le famiglie delle vittime. Presenti Maurizio Murciato, ceo e founder di Plesh. Tiziano Di Cara (tra i fondatori dell’associazione ‘Sulle nostre gambe’, insieme con Pif, Emanuela Giuliano, figlia di Boris, e Roberta Iannì, figlia di Carmelo), Lucenzo Tambuzzo, ideatore e direttore artistico e generale del progetto iArt Fivas e direttore di iWorld, Pif e Walter Rà, sindaco di Corleone.

L’obiettivo del progetto è duplice: da un lato mira a riportare alla memoria i caduti con l’uso di tecnologie avanzate e innovative in grado di raggiungere anche le generazioni più giovani di Corleone, dall’altro a riappropriarsi del territorio affermando la presenza di una comunità solida e di una realtà antimafia decisa a opporsi ai comportamenti subdoli della criminalità organizzata.
L’opera permanente rappresenta un valore aggiunto per l’universo narrativo dell’applicazione “NOma – Luoghi e storie NOmafia”, originariamente sviluppata sui punti nodali del territorio palermitano: è la concretizzazione immersiva dell’app in una grande stanza buia.
Appena vi si accede, si è circondati da tre grandi pareti interattive su cui vengono proiettati i volti, i luoghi e le vicende delle storie di mafia, selezionati attraverso uno schermo touch da 32 pollici dai visitatori che possono così interagire direttamente con l’opera.

All’interno di quella che era la sede della cooperativa fondata da Verro, Plesh e NOma hanno creato anche una sala museale dedicata ai “Picciriddi”. Qui sono esposte sia un’opera in loro memoria firmata dall’artista Domenico Pellegrino, sia una galleria di 18 illustrazioni originali realizzate dall’artista Martina Ponente e accompagnate dai testi del giornalista Bruno Palermo – tratti dal suo libro “Al Posto Sbagliato” ed. Rubbettino – che narrano le storie dei bambini uccisi dalla mafia.
Dal 14 settembre, per 3 week end consecutivi, sarà possibile visitare NOma nell’ambito delle Vie dei Tesori. È una delle novità della seconda edizione del festival a Corleone, che l’anno scorso ha fatto registrare oltre 2000 visitatori.

“Per tenere vivo il ricordo delle vittime – dice Maurizio Murciato, ceo e founder di Plesh – abbiamo scelto di dar vita a un’esperienza immersiva e interattiva capace di trasmettere a ciascun utente emozioni ingaggianti e toccanti che vanno a risvegliare la ‘Responsabilità di Memoria’. Portare la nostra tecnologia avanzata e complessa a Corleone – aggiunge – è stata un’opportunità per incontrare e coinvolgere i cittadini più giovani”.
“Grazie a contributi audio, video, fumetti e ad un sistema di animazioni digitali – spiega l’architetto e creativo Tiziano Di Cara, tra i fondatori dell’associazione ‘Sulle nostre gambe’, insieme con Pif, Emanuela Giuliano, figlia di Boris, e Roberta Iannì, figlia di Carmelo, imprenditore alberghiero ucciso da Cosa nostra per aver collaborato con la polizia a far arrestare fiancheggiatori e boss mafiosi – gli utenti, ovunque si trovino, possono informarsi e consultare le vicende biografiche delle vittime”.

“Un modo non convenzionale per conoscere e diffondere lo straordinario esempio di coloro che hanno sacrificato la propria vita nella lotta alla mafia – sottolinea -. Alla luce dell’enorme successo dell’app, abbiamo voluto realizzare la “videoinstallazione” immersiva, interattiva e multimediale affinché possa essere consultata, ma anche vissuta dai visitatori stessi, in modo diretto e partecipato”.
“iArt NOma rappresenta un momento davvero importante del progetto iART Fivas, perché pone l’accento sulla memoria e sulla necessità di legalità come momenti fondanti di un processo di rigenerazione urbana, sociale, economica e culturale dell’intero territorio di Ficuzza e della Valle del Sosio”, dice Lucenzo Tambuzzo, di iWorld, ideatore e direttore artistico e generale del progetto iArt Fivas.

“L’installazione multimediale immersiva e interattiva di Plesh – sottolinea – capitalizza il grande lavoro svolto nel corso degli anni dall’Associazione “Sulle Nostre Gambe”, anche grazie all’app Noma, e ci coinvolge attivamente ed emotivamente in una nuova narrazione di fatti, suggerendoci il bisogno di maturare una nuova consapevolezza collettiva. iART Fivas punta a contribuire alla definizione di nuovi percorsi di rigenerazione, identificando, scoprendo e rivelando, con l’arte e la cultura, nuove risorse e possibilità di un territorio ricchissimo di storie, ma anche di luoghi e personaggi, alcuni dei quali hanno segnato la storia del cinema internazionale. Su questo tema sono stati creati molti dei 32 murales realizzati da artisti provenienti dall’Europa e da altre parti del mondo. Da qui potrebbe partire una nuova narrazione di questo territorio, già noto in tutto il mondo”, conclude.

“Per troppo tempo il nome di Corleone è stato associato alla mafia, con un’accezione negativa che ha segnato in modo indelebile l’immagine di questa città. Uno dei nostri doveri, come amministratori e come cittadini, è quello di cercare di cancellare questo stereotipo così ingiusto. Questo però non significa non parlare di mafia. Paolo Borsellino diceva che bisogna parlarne, sempre e con qualsiasi mezzo”, osserva Walter Rà, sindaco di Corleone. “L’arte unita alla tecnologia – continua – diventa un mezzo potentissimo. L’installazione ‘iArt NOma – Luoghi e storie NOmafia’ che abbiamo appena inaugurato alla Casa del Popolo va esattamente in questa direzione perché consente di fare luce, ancora una volta e in modo innovativo, moderno ed efficace, sulle storie di chi ha perso la vita per mano mafiosa, dei loro familiari e di chi l’ha combattuta ogni giorno. La memoria è una grandissima responsabilità, che noi ci assumiamo per dare un nuovo volto e nuova fama alla nostra Corleone”.

L’iniziativa dell’installazione ‘iArt NOma – Luoghi e storie NOmafia’ si inserisce, come detto, nell’ambito del grande progetto iArt Fivas che ha coinvolto tra maggio e giugno scorsi 32 artisti muralisti, tra i più interessanti del panorama internazionale della street art, provenienti da 9 Paesi, tra cui: Italia, Uruguay, Portogallo, Argentina, Serbia, Spagna, Canada, Germania e Stati Uniti. Insieme hanno dato vita all’intervento centrale del progetto ‘iArt: il polo diffuso per la riqualificazione urbana delle periferie dei comuni dell’area interna di Ficuzza e della valle del Sosio”.

Foto ufficio stampa iART Fivas, da sinistra Tommaso Di Giorgio, Lucenzo Tambuzzo, Pif, Walter Rà, Tiziano Di Cara e Maurizio Murciato –

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Cronaca

Ancona | Denuncia e sequestro armi a due guardie giurate in servizio all’aeroporto di Falconara

Questa mattina, la Divisione Polizia Amministrativa e di Sicurezza, insieme alla Squadra Mobile di Ancona, ha effettuato il sequestro delle armi in dotazione a due guardie giurate di 37 e 50 anni, entrambe italiane, che prestavano servizio presso l’Aeroporto di Falconara. L’operazione si è resa necessaria a seguito di una querela presentata da una collega, che ha accusato una delle due guardie di minacce gravi, incluse minacce di morte.

Le indagini condotte nei giorni scorsi dalla Squadra Amministrativa e di Sicurezza della Questura di Ancona hanno confermato la situazione di tensione e il clima di lavoro insostenibile che si era venuto a creare presso l’aeroporto. Le altre guardie giurate, ascoltate dagli inquirenti, hanno confermato le minacce proferite dalla collega denunciata.

Durante l’ispezione di questa mattina, la Polizia ha rinvenuto nella disponibilità di una delle due guardie giurate tre coltelli vietati, di cui due nascosti in una sorta di chiave e uno camuffato come una scheda telefonica. Per questo motivo, oltre al sequestro della pistola d’ordinanza e del titolo di servizio, la guardia è stata denunciata per violazione dell’articolo 4 della legge 110/75, poiché portava con sé armi bianche il cui possesso è vietato fuori dall’abitazione.

L’altra guardia giurata è stata invece deferita all’Autorità Giudiziaria per la mancata denuncia di detenzione, obbligatoria secondo l’articolo 38 del TULPS, poiché la sua arma è stata rinvenuta non presso il suo domicilio, ma nell’abitazione della collega con cui conviveva. Anche in questo caso, le forze dell’ordine hanno proceduto al sequestro dell’arma di servizio e alla revoca del titolo abilitante la qualifica di Guardia Particolare Giurata.

Ora sarà la Prefettura di Roma, in coordinamento con quella di Ancona, a decidere se imporre alle due guardie giurate il divieto di detenzione di armi e munizioni, visto che l’istituto di vigilanza per cui lavorano è titolato con licenza prefettizia ex art. 134 TULPS, rilasciata nella capitale.

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Attualità

Ricordato a Palermo padre Pino Puglisi, ucciso dalla mafia 31 anni fa

Ricordato a Palermo, nel 31esimo anniversario della morte, padre Pino Puglisi, ucciso da Cosa nostra il 15 settembre 1993 nel capoluogo siciliano.
Parroco presso la Chiesa di San Gaetano nel quartiere palermitano di Brancaccio, Don Pino Puglisi, oggi Beato, venne assassinato la sera del 15 settembre 1993, giorno del suo 56esimo compleanno, dal killer di Cosa nostra Salvatore Grigoli che nel 1997, dopo il suo arresto, confessò 46 omicidi, tra cui quello del parroco.
La causa di beatificazione di don Puglisi venne introdotta nel 1999 dall’allora arcivescovo di Palermo il Cardinale Salvatore De Giorgi. Il 28 giugno 2012 Papa Benedetto XVI promulgò il decreto di beatificazione “Super martyrio in odium fidei”. Il 25 maggio del 2013 don Pino Puglisi è stato proclamato Beato.
Le spoglie del Beato Puglisi riposano in un monumento funebre che ricorda una spiga di grano ai piedi dell’altare della cappella dell’Immacolata Concezione nella Chiesa Cattedrale di Palermo.

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