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Curiosità

Ecco le 10 cose più rubate nel mondo

Nel mondo moderno, il furto è un problema comune che colpisce individui e aziende di ogni settore. Mentre i ladri cercano di appropriarsi di oggetti di valore, ci sono alcuni articoli che vengono rubati più frequentemente rispetto ad altri.

Ecco una lista delle 10 cose più comunemente rubate nel mondo:

  1. Smartphone: I dispositivi di alta gamma come iPhone e Samsung Galaxy sono particolarmente presi di mira per il loro alto valore e la facilità di rivendita.
  2. Laptop e tablet: Sono soggetti al furto soprattutto per il loro valore e la portabilità, rendendoli vulnerabili in luoghi pubblici come caffetterie e aeroporti.
  3. Automobili e parti di automobili: Le auto e parti specifiche come pneumatici e sistemi audio sono spesso rubate e rivendute separatamente per ottenere profitti considerevoli.
  4. Abbigliamento e accessori di moda: Gli articoli di marca sono molto ricercati e rubati nei negozi al dettaglio per il loro alto valore di rivendita.
  5. Alcolici: Bevande di alta qualità come whisky e champagne sono oggetto di furto nei negozi e possono essere facilmente rivendute.
  6. Cosmetici e prodotti per la cura della persona: Profumi e trucchi sono rubati nei negozi per il loro valore elevato e la facilità di rivendita.
  7. Cibo e bevande: Alimenti costosi come carne e formaggio sono rubati nei supermercati e possono essere consumati o rivenduti.
  8. Gioielli e orologi: Gli oggetti di lusso sono un obiettivo primario per i ladri a causa del loro alto valore di rivendita.
  9. Attrezzature elettroniche: Fotocamere, console di gioco e altri gadget sono soggetti al furto per il loro valore e la facilità di nasconderli e trasportarli.
  10. Carte di credito e documenti d’identità: Le informazioni personali e finanziarie sono rubate per frode e furto d’identità, con conseguenze devastanti per le vittime.

Curiosità

SAI CHE…se lasci la pasta al dente ne mangi di meno?

Se ami la pasta ma stai cercando di seguire una dieta equilibrata, c’è una soluzione che ti permetterà di continuare a gustare il tuo piatto preferito senza compromettere i tuoi obiettivi di salute. Secondo uno studio condotto dalla Wageningen University & Research nei Paesi Bassi, cucinare la pasta al dente potrebbe essere la chiave per limitare l’assunzione di calorie.

La ricerca ha coinvolto un gruppo di volontari a cui sono stati serviti diversi tipi di piatti di pasta per tre giorni consecutivi. I partecipanti hanno assaggiato penne cucinate sia al dente (per 7 minuti) sia molto cotte (per 20 minuti), insieme a carote preparate con tempi di cottura simili (20 minuti o 2 minuti). I risultati hanno mostrato che i piatti preparati con ingredienti ben cotti e quindi più morbidi sono stati consumati il 45% più velocemente rispetto a quelli cucinati al dente.

Consumare il cibo più velocemente può portare a un’assunzione maggiore di calorie, poiché non si dà al corpo il tempo necessario per riconoscere il senso di sazietà. Infatti, il segnale di pienezza al cervello, attivato dagli ormoni, impiega dai 15 ai 20 minuti per manifestarsi. Mangiare lentamente, masticando bene ogni boccone, può quindi aiutare a ridurre l’apporto calorico complessivo. Studi precedenti hanno infatti rilevato che chi consuma il cibo rapidamente ha una probabilità tre volte maggiore di essere in sovrappeso. Inoltre, masticare ogni boccone circa 40 volte può ridurre l’assunzione di calorie del 10%, rispetto a masticare solo 15 volte.

Oltre a questi benefici, consumare la pasta al dente ha un altro vantaggio: aiuta a mantenere un livello di zuccheri nel sangue più stabile, riducendo il rischio di un picco glicemico che può contribuire all’aumento di peso. In conclusione, per chi cerca di seguire una dieta senza rinunciare al piacere della pasta, cuocerla al dente può essere un trucco utile per mangiare meno e mantenere un’alimentazione più sana.

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Curiosità

Longevità in aumento: vita media fino a 130 anni

La questione della longevità è da sempre al centro dell’attenzione scientifica e filosofica: è possibile superare i confini della vita umana, e se sì, fino a che punto? Un recente studio pubblicato su Demographic Research esplora questa tematica, cercando di capire se il record attuale di 122 anni di età possa essere superato entro la fine del secolo.

Attualmente, circa mezzo milione di persone nel mondo ha raggiunto i 100 anni. Il record assoluto per la longevità umana è detenuto da Jeanne Calment, una donna francese che è morta nel 1997 all’età di 122 anni e 164 giorni. Al momento, la persona più longeva ancora vivente è Kane Tanaka, un’ultracentenaria giapponese che festeggerà i 119 anni il prossimo gennaio.

Previsioni Future: Superare i Limiti Attuali

Secondo Michael Pearce, capo dello studio, e Adrian Raftery, i record di longevità potrebbero essere battuti nei prossimi decenni. Analizzando i dati dell’International Database on Longevity relativi agli ultracentenari di diversi Paesi, i ricercatori hanno utilizzato un approccio bayesiano per stimare i possibili futuri limiti di vita tra il 2020 e il 2100.

Le loro stime indicano che è altamente probabile (99%) che il record attuale di 122 anni venga superato e che potrebbe essere raggiunto un’età di 124 anni. È meno certo, ma comunque possibile (68%), che qualcuno possa arrivare a 127 anni, mentre un traguardo di 130 anni è considerato improbabile (13%). I 135 anni sono, per ora, considerati praticamente fuori portata per questo secolo.

La Stabilità delle Probabilità di Vita

Gli esperti sottolineano che, una volta superati i 110 anni, le probabilità di morte non aumentano ulteriormente ma si stabilizzano. Una persona di 115 o 120 anni ha circa il 50% di probabilità di morire nello stesso tempo di una persona di 110 anni.

In sintesi, sebbene il superamento degli attuali record di longevità sembri possibile, la ricerca continua a esplorare i limiti biologici e le condizioni necessarie per prolungare ulteriormente la vita umana.

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Curiosità

SAI CHE…Si può avere paura del Burro di Arachidi?

Nel vasto panorama delle fobie, molte sono ben conosciute e comprese, come la claustrofobia o l’acrofobia. Tuttavia, esistono paure più insolite e meno comuni che possono sembrare bizzarre a chi non le vive. Una di queste è l’arachibutirofobia, una condizione rara che riguarda la paura intensa e irrazionale del burro di arachidi. Ma cosa sappiamo esattamente di questa fobia e come può influire sulla vita di chi ne soffre?

Cos’è l’Arachibutirofobia?

L’arachibutirofobia è il termine tecnico usato per descrivere la paura persistente e sproporzionata del burro di arachidi, un alimento comune a base di arachidi macinate e spesso utilizzato in sandwich, dessert e snack. Sebbene il termine possa sembrare insolito, la fobia è reale e può avere un impatto significativo sulla vita quotidiana di chi ne è affetto.

Sintomi e Impatti

Come altre fobie, l’arachibutirofobia può manifestarsi attraverso una serie di sintomi fisici e psicologici. Questi possono includere:

  • Ansia intensa: L’idea di entrare in contatto con il burro di arachidi, o anche solo vederlo, può scatenare attacchi di panico o ansia severa.
  • Reazioni fisiche: Questi possono variare da sudorazione e tremori a palpitazioni e difficoltà respiratorie.
  • Evitamento: Le persone con questa fobia possono evitare luoghi o situazioni in cui è probabile che si trovino a contatto con il burro di arachidi, come determinati tipi di ristoranti o eventi sociali.

Cause e Origini

Le fobie spesso hanno radici psicologiche complesse che possono includere esperienze traumatiche, associazioni negative o predisposizioni genetiche. Anche se non esistono studi specifici sull’arachibutirofobia, è possibile che le cause possano essere legate a esperienze personali negative o a un trauma legato al cibo in generale. Alcuni potrebbero aver avuto un’esperienza spiacevole con il burro di arachidi, come un’aspettativa di allergia, che potrebbe aver contribuito allo sviluppo della fobia.

Trattamenti e Terapie

Fortunatamente, l’arachibutirofobia, come molte altre fobie, può essere trattata con successo attraverso diverse modalità terapeutiche. Le opzioni comuni includono:

  • Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT): Questo tipo di terapia aiuta i pazienti a identificare e modificare i pensieri negativi associati alla loro fobia e a sviluppare strategie di coping.
  • Esposizione Graduale: Tecniche di esposizione graduale possono aiutare a desensibilizzare il paziente al burro di arachidi, iniziando con esposizioni minime e aumentando gradualmente la tolleranza.
  • Terapie di Rilassamento e Mindfulness: Tecniche come la meditazione e la respirazione profonda possono aiutare a gestire l’ansia associata alla fobia.

L’arachibutirofobia, pur essendo una delle fobie meno comuni e più specifiche, può avere un impatto reale e significativo sulla vita di chi ne soffre. Con la giusta comprensione e il trattamento adeguato, le persone affette possono lavorare per superare questa paura e migliorare la loro qualità di vita. Se tu o qualcuno che conosci sta lottando con questa o qualsiasi altra fobia, consultare un professionista della salute mentale può essere il primo passo verso una vita più serena e libera da paure irrazionali.

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