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Calabria

Cosenza | Operazione antidroga “Lockdown”, anche una mamma “costretta” a comprare droga al figlio

Un’enorme quantità di cocaina, eroina, marijuana e hashish è stata sequestrata nell’ambito dell’operazione antidroga “Lockdown”, condotta dai carabinieri di Cosenza. Questa operazione ha smantellato una vasta rete di spaccio che operava non solo a Cosenza, ma anche in altre città della provincia, con l’aiuto di stranieri stabilmente presenti sul territorio da anni.

Sono stati documentati oltre 400 episodi di cessione di droga. Tra i casi emersi, c’è quello di una donna (attualmente agli arresti domiciliari) che, in più occasioni, ha fornito droga al figlio, impossibilitato a procurarsela personalmente a causa di una misura cautelare in un altro procedimento penale.

Durante l’operazione “Lockdown”, dieci persone sono state arrestate in flagranza di reato, e sono stati sequestrati diversi quantitativi di cocaina, eroina, hashish e marijuana. L’inchiesta ha rivelato che il traffico di droga era particolarmente attivo anche durante l’emergenza Covid. I carabinieri hanno utilizzato numerose intercettazioni ambientali e telefoniche e hanno ascoltato circa 300 consumatori di droga che hanno fornito dettagli sugli acquisti. Inoltre, è emerso che alcuni degli indagati, grazie alla disponibilità di armi da fuoco, avrebbero organizzato atti intimidatori contro i loro clienti per costringerli a pagare per la droga.

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Calabria | Stasi assolta dall’accusa di associazione a delinquere per traffico illecito di rifiuti

L’ex presidente facente funzioni della Regione Calabria, Antonella Stasi, ha ottenuto l’assoluzione dalle accuse di associazione a delinquere legate al traffico illecito di rifiuti. La decisione è stata presa dal giudice dell’udienza preliminare di Catanzaro al termine di un processo che ha coinvolto anche altri otto co-imputati.

Le accuse, originariamente mosse dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro nel marzo 2021, facevano riferimento a un presunto schema illecito connesso alla società Verdi Praterie, appartenente al gruppo Marrelli di Crotone. L’inchiesta, coordinata dalla DDA e condotta dalla Guardia di Finanza, ha evidenziato irregolarità nel tentativo di ottenere incentivi pubblici per la produzione di energia da fonti rinnovabili, oltre a segnalare un traffico non autorizzato di rifiuti.

Durante le indagini, sono state emesse misure cautelari, tra cui divieti di dimora e interdizioni professionali per alcuni degli imputati. Tuttavia, con l’esito del processo, queste accuse sono state definitivamente smentite.

L’indagine ha messo in luce violazioni legate all’allestimento di un impianto di biogas, con la segnalazione che la società avrebbe ricevuto indebitamente oltre 14 milioni di euro in incentivi pubblici tra il 2011 e il 2018.

L’assoluzione di Antonella Stasi e degli altri imputati rappresenta un momento significativo per la politica calabrese, sollevando interrogativi sull’integrità delle pratiche aziendali nel settore energetico e sulla necessità di garantire una maggiore trasparenza nelle procedure di assegnazione degli incentivi pubblici. Questo caso rimane emblematico delle sfide che la Calabria deve affrontare nella lotta contro l’illegalità e nella promozione di un ambiente più sostenibile e conforme alle normative.

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Crotone | Processo per presunto traffico illecito di rifiuti: tutti assolti

Questa mattina, il Giudice per l’udienza preliminare, Sara Merlini, ha emesso una sentenza che segna un punto di svolta per gli imputati coinvolti nel processo legato all’inchiesta “Le Verdi Praterie”. Sono stati assolti da tutte le accuse i soci, manager e dipendenti della società, che si trovavano sotto inchiesta per presunti reati di traffico di rifiuti e truffa ai danni del Gestore dei Servizi Elettrici.

La decisione del gup non si è limitata all’assoluzione: è stata anche disposta la revoca del sequestro dei beni, compresi quelli immobiliari e mobili registrati, che torneranno agli aventi diritto. Questa notizia rappresenta un grande sollievo per Antonella Stasi Marrelli, presidente del Gruppo Marrelli, che ha descritto i difficili tre anni trascorsi dalla morte del marito e l’impatto devastante che l’inchiesta ha avuto sulla sua azienda.

In un toccante intervento, Stasi Marrelli ha raccontato delle sofferenze affrontate dalla sua azienda, costretta a chiudere l’impianto biogas e fermare il caseificio. L’accusa di traffico di rifiuti ha comportato la perdita di fiducia da parte di clienti e fornitori, portando a licenziamenti e a un grave indebitamento. Nonostante ciò, la resilienza del gruppo ha permesso di resistere alle avversità.

Oggi, con l’assoluzione, l’imprenditrice ha dichiarato di sentirsi finalmente sollevata, pronta a ripartire insieme ai suoi collaboratori e a rimettere in moto l’economia locale. Ha evidenziato, però, l’ingiustizia subita, che ha influito negativamente sullo sviluppo dell’azienda. La sentenza di oggi è vista come un segnale di speranza non solo per la sua famiglia e i dipendenti, ma anche per altri imprenditori calabresi che si trovano ad affrontare difficoltà simili.

Il futuro per “Le Verdi Praterie” appare ora più luminoso, con la volontà di ricostruire e rilanciare un’impresa che ha una lunga storia di successi e una forte connessione con il territorio.

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Vibo Valentia | Recapitata busta con 3 proiettili nell’ufficio del direttore del Distretto sanitario Raffaele Bava

Un grave episodio di intimidazione ha colpito il direttore del Distretto sanitario di Vibo Valentia, Raffaele Bava, 69 anni, che ha ricevuto una busta contenente tre proiettili. L’inquietante scoperta è avvenuta nel suo ufficio e il dottor Bava ha immediatamente allertato le autorità, recandosi dai carabinieri per denunciare l’accaduto.

Le forze dell’ordine hanno avviato un’indagine per fare luce su quanto accaduto e per valutare le diverse ipotesi sul possibile movente dietro a questo gesto intimidatorio. L’episodio assume un’importanza particolare in un contesto in cui l’Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia è al centro di preoccupazioni riguardanti infiltrazioni mafiose, tanto da essere oggetto di una possibile commissariamento da parte del Consiglio dei ministri.

La proposta di commissariamento è stata avanzata dal ministro dell’Interno e attualmente è in fase di valutazione, seguendo la relazione redatta dal prefetto di Vibo Valentia, che ha condotto ispezioni approfondite. Queste ispezioni sono state disposte in risposta alle risultanze dell’inchiesta antimafia condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro, nota come Maestrale-Carthago.

In seguito all’episodio, il deputato Giuseppe Mangialavori, presidente della Commissione Bilancio della Camera, ha espresso solidarietà a Bava, definendo l’episodio un messaggio intimidatorio inquietante e auspicando che le autorità facciano piena luce sulla vicenda. La vicinanza espressa dal politico sottolinea la gravità della situazione e la necessità di garantire la sicurezza degli operatori sanitari, spesso esposti a rischi in contesti ad alta tensione sociale.

Il caso di Raffaele Bava è solo l’ultimo di una serie di episodi che evidenziano le sfide che affrontano le istituzioni locali nella lotta contro le infiltrazioni mafiose e la criminalità organizzata. Le autorità continueranno a monitorare la situazione con attenzione, mentre si attende una risposta chiara e decisa da parte delle istituzioni competenti.

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