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Cronaca

Sassari | Assalto armato, è caccia a 20 banditi

Nel nord Sardegna e nella provincia di Nuoro prosegue la caccia da parte delle forze dell’ordine al commando armato che ieri sera ha attaccato il caveau dell’istituto di vigilanza Mondialpol a Caniga, nelle vicinanze di Sassari. Durante l’assalto, il commando ha aperto il fuoco contro un’auto dei carabinieri, che è stata pesantemente colpita, e contro una pattuglia della polizia stradale intervenuta sul posto.

Le indagini sono condotte dalla Squadra mobile della questura di Sassari, che sta cercando di ricostruire i movimenti della banda prima e dopo il raid. Si sa che il commando era composto da circa venti individui armati di kalashnikov, vestiti di nero e indossanti giubbini antiproiettile. Poco prima delle 20:30, hanno utilizzato un escavatore per avvicinarsi al muro di recinzione dell’edificio Mondialpol di Caniga, abbattendolo e sfondando la struttura.

Mentre due malviventi manovravano l’escavatore, almeno sei membri della banda hanno scavalcato la recinzione con una scala e sono entrati nell’edificio Mondialpol sparando per intimidire le guardie giurate. Sono stati esplosi diversi colpi contro la garitta di sorveglianza, ma l’agente all’interno è rimasto illeso grazie ai vetri antiproiettile.

I rapinatori hanno prelevato cinque o sei sacchi contenenti denaro, presumibilmente destinati al pagamento delle pensioni nei prossimi giorni; al momento non è stata quantificata l’entità del bottino. I sacchi sono stati trasportati fuori utilizzando l’escavatore e caricati su un furgone Fiat Ducato bianco, con cui la banda si è data alla fuga in direzione Cagliari.

Durante la rapina, una pattuglia dei carabinieri e una della polizia stradale hanno raggiunto il luogo dell’assalto da direzioni opposte. I banditi hanno risposto aprendo il fuoco contro le auto, mirando agli agenti a livello umano.

Altri membri del commando, almeno una decina, hanno bloccato le principali vie di accesso alla zona di Caniga, incendiando veicoli e sparseggiando chiodi sull’asfalto per ritardare l’arrivo delle forze dell’ordine e facilitare la loro fuga.

Cronaca

Comiso(RG) |Tragico incidente in un’azienda vinicola: Antonino Giompiccolo muore travolto da un tir

A Comiso, in provincia di Ragusa, Antonino Giompiccolo, un dipendente 53enne di un’azienda vinicola, è rimasto vittima di un tragico incidente sul lavoro. Giompiccolo era uscito sul piazzale dell’azienda per assistere un Tir nella manovra, ma è stato investito e travolto dalle ruote posteriori del mezzo pesante. Purtroppo, i soccorsi si sono rivelati inutili.

I carabinieri della stazione di Comiso e lo Spresal sono intervenuti sul posto per effettuare i rilievi e i controlli sulla sicurezza del lavoro. Sul piazzale dell’azienda non sono presenti telecamere di sorveglianza e non ci sono testimoni dell’incidente.

Funerali di Giompiccolo mercoledì mattina

Sono stati programmati per mercoledì mattina alle 10:30, nella chiesa di San Giuseppe, i funerali di Salvatore Giompiccolo (registrato all’anagrafe come Antonino). La salma, dopo le verifiche del caso, è stata consegnata dalla magistratura alla famiglia, permettendo così di organizzare il corteo funebre che partirà dalla casa della vittima in via Montebello.

La dinamica dell’incidente è ancora in fase di definizione, ma dalle prime ricostruzioni sembra che Giompiccolo sia stato schiacciato da un autocarro guidato da un autista campano, che stava manovrando nel piazzale dell’azienda Avide. Giompiccolo, dipendente della stessa azienda, sposato ma senza figli, stava fornendo indicazioni per facilitare la manovra quando è stato travolto.

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Cronaca

Roma | Professore a processo per Abusi su Alunne di 11 Anni

La Procura di Roma ha avanzato la richiesta di rinvio a giudizio per un professore di un istituto paritario nell’area nord della Capitale, accusato di violenza sessuale aggravata nei confronti di dieci alunne di soli 11 anni. Secondo quanto emerso dalle indagini, le presunte molestie avvenivano durante le ore di lezione, quando le giovani studentesse venivano chiamate alla cattedra per correggere compiti o essere interrogate.

Gli episodi contestati nel periodo dal dicembre 2022 al maggio 2023 hanno portato all’assegnazione degli arresti domiciliari al docente di 43 anni. Attualmente, è interdetto dall’esercizio della professione per un periodo di 12 mesi.

La vicenda ha suscitato grande scalpore e sarà ora la magistratura a decidere sul futuro del processo, in un caso che ha sollevato profonde preoccupazioni nella comunità educativa e oltre.

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Cronaca

Giacomo Bozzoli irreperibile dopo la conferma dell’ergastolo per l’omicidio dello Zio

I carabinieri si sono presentati a casa di Giacomo Bozzoli sul lago di Garda per eseguire l’ordine di carcerazione emesso dopo la sentenza della Cassazione che ha confermato l’ergastolo già deciso nei primi due gradi di giudizio per l’omicidio dello zio Mario. Tuttavia, il 40enne bresciano non è stato trovato. Secondo il padre Adelio, il figlio avrebbe dovuto trascorrere la giornata in quella residenza, in attesa della pronuncia della Suprema Corte. Ma di lui, al momento, non vi è traccia.

A poche ore dalla conferma della Cassazione, Giacomo Bozzoli risulta dunque irreperibile. Le sue responsabilità nell’omicidio erano state accertate dalla Corte d’Assise di Brescia e confermate dalla Corte d’Assise d’Appello, e ora anche dalla Cassazione. Gli uffici della Procura di Brescia hanno ricevuto l’estratto della sentenza della Cassazione, atto fondamentale per poter emettere l’ordine di carcerazione. Secondo i giudici della Suprema Corte, l’imprenditore Mario Bozzoli fu gettato nel forno della fonderia di famiglia la sera dell’8 ottobre 2015, a Marcheno (Brescia).

Giacomo Bozzoli, che in questi nove anni è sempre rimasto in libertà, non ha seguito l’udienza a Roma, dove invece era presente il padre Adelio. Quest’ultimo ha riferito che il figlio, ritenuto da lui innocente, si trovava nella sua abitazione sul lago di Garda. Resta ora da capire se il 40enne deciderà di costituirsi, poiché i carabinieri, recatisi alla sua abitazione per condurlo in carcere, non lo hanno trovato.

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