Cronaca

Palermo | Pesce imposto a ristoranti di Mondello e Sferracavallo, inizia processo per 14 imputati


Nell’ambito dell’inchiesta “Metus” condotta dai Carabinieri contro il clan di Partanna Mondello, è emerso che alcuni noti ristoranti di Mondello e Sferracavallo erano costretti ad accettare i servizi di vigilanza e a procurarsi il pesce e i frutti di mare da specifici fornitori.

Michele Micalizzi, genero dello storico capomafia Rosario Riccobono, considerato capo del clan dai investigatori, insieme ad altri 13 imputati, è stato portato davanti alla corte iniziando il processo. Durante l’udienza preliminare, oltre a Micalizzi, erano presenti suo figlio Giuseppe, Gianluca Spanu, Domenico Caviglia, Amedeo Romeo, Rosario Gennaro, Matteo Pandolfo, Gaetana Mulieddo, Vincenzo Garofalo, Carmelo Cusimano, Giuseppe Guida, Francesco Nappa, Ivan Meli e Gioacchino Randazzo.

L’inchiesta, condotta dal procuratore aggiunto Marzia Sabella e dai sostituti Giovanni Antoci e Felice De Benedittis, ha permesso di delineare l’organigramma del clan, che opera all’interno del mandamento di Tommaso Natale. Oltre alle richieste di estorsione, i Carabinieri hanno anche scoperto un tentato omicidio legato a dispute interne di potere: Cusimano, in particolare, avrebbe attaccato il fratello con tre coltellate. È stato anche documentato un pestaggio ai danni di un presunto ladro, attribuito a Gennaro. Il 14 marzo 2022, durante un’intercettazione, Gennaro è stato registrato mentre discuteva di un furto ai danni di un ristoratore che avrebbe pagato il pizzo per la sua “protezione”. Gennaro ha ammesso di occuparsi della sicurezza nei chioschi estivi e ha affermato chiaramente: “Qui noi comandiamo”.

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