Calabria

Calabria | Telefonini e droga nelle carceri di mezza italia, anche a Cosenza.

Un’organizzazione criminale ha operato con un vero e proprio listino prezzi per introdurre droga, telefoni cellulari e persino un’arma nelle carceri, come rivelato da un’indagine condotta dalla Dda di Napoli che ha portato all’esecuzione di 32 misure cautelari. Le attività illecite coinvolgono 19 istituti penitenziari italiani, dal Piemonte alla Sicilia.

Il rifornimento avveniva tramite droni manipolati da un tecnico per trasportare carichi oltre il consentito e perforare le zone di volo, inclusi i perimetri delle prigioni. La regia dell’operazione sembra essere stata della criminalità campana, con un flusso di denaro gestito attraverso un intricato sistema di transazioni. Il procuratore di Napoli, Nicola Gratteri, ha sottolineato che l’uso diffuso di telefoni cellulari nelle carceri potrebbe essere contrastato con l’installazione di disturbatori di frequenza, una soluzione relativamente economica.

Le guardie carcerarie coinvolte provengono da diverse sedi in Italia. Le indagini sono state avviate in seguito a una sparatoria avvenuta nel carcere di Frosinone nel settembre 2021 e al rinvenimento di cellulari nel carcere di Secondigliano nell’aprile dello stesso anno.

Il coinvolgimento di detenuti nel traffico e nell’uso di dispositivi illegali è emerso durante le indagini condotte dalla polizia e dai Carabinieri, iniziate nel marzo 2023 a seguito dell’omicidio di Francesco Pio Maimone a Napoli. Le interazioni tra detenuti e individui esterni avvenivano attraverso smartphone clandestini nelle carceri, con alcuni detenuti che impartivano direttive agli affiliati dall’interno.

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