Cronaca

Strage di Palermo, fermata anche la figlia superstite, avrebbe partecipato alle torture

La figlia del muratore di Altavilla Milicia, accusato insieme a due complici di aver ucciso la moglie e i due figli maschi durante un presunto esorcismo, è stata fermata il 14 febbraio per omicidio dalla Procura dei minori. La notizia è stata resa nota solo recentemente. La ragazza è sospettata di aver preso parte alla strage e il fermo è stato convalidato dal giudice per le indagini preliminari. A dirigere l’indagine è la procuratrice dei minori Claudia Caramanna.

Il procuratore di Termini Imerese, Ambrogio Cartosio, ha dichiarato durante una conferenza stampa che la figlia primogenita, unica superstite della famiglia, avrebbe partecipato alle torture e ai riti di purificazione che hanno portato alla morte di Alessandra Salamone e dei suoi due figli, Kevin ed Emanuel. Gli atti dell’indagine sono stati trasmessi alla procura per i minorenni, competente in materia.

Attualmente, sono in carcere Giovanni Barreca, il padre e marito delle vittime, insieme a una coppia di Palermo, Sabrina Fina e Massimo Carandente, accusati anch’essi di essere coinvolti nella strage.

Il procuratore ha definito l’accaduto una terribile tragedia, descrivendo l’orrore di trovarsi di fronte ai corpi delle vittime in condizioni così atroci. Ha sottolineato che il padre è da anni vittima di un delirio mistico caratterizzato da una religiosità estrema, che ha gravemente influenzato i suoi figli.

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