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Calabria

Gratteri, “la ‘ndrangheta ha cercato di uccidere i miei figli”

La recente rivelazione del procuratore Nicola Gratteri ha scosso profondamente l’opinione pubblica riguardo alla pericolosità della ‘ndrangheta e al rischio costante che coloro che combattono la criminalità organizzata devono affrontare. Durante un’intervista esclusiva con il giornalista Peter Gomez nella trasmissione “La Confessione” su Raitre, Gratteri ha svelato una serie di tentativi di attentato rivolti non solo contro di lui, ma anche contro i suoi familiari, inclusi i suoi figli.

Uno dei tentativi più scioccanti è stato il presunto finto incidente stradale orchestrato dalla ‘ndrangheta per uccidere il figlio minore di Gratteri. Secondo quanto riferito, un grosso fuoristrada avrebbe dovuto travolgere il giovane mentre viaggiava in motorino. L’ordine per questo atto di violenza sarebbe giunto addirittura dal carcere di Reggio Calabria, mettendo in luce la pervasività e la spietatezza dell’organizzazione criminale.

Questo non è stato l’unico episodio di minaccia alla vita dei familiari di Gratteri. Prima del suo matrimonio, qualcuno aveva aperto il fuoco contro la porta della casa di sua moglie, accompagnando l’atto con un messaggio intimidatorio. Anche il figlio maggiore è stato oggetto di un tentativo di aggressione, quando due uomini mascherati da poliziotti si sono introdotti nel palazzo dove viveva e solo per puro caso è riuscito a mettersi in salvo.

Fortunatamente, in entrambe le occasioni, la famiglia di Gratteri ha saputo del pericolo imminente in anticipo, permettendo loro di prendere precauzioni. Tuttavia, la costante minaccia alla vita dei suoi cari ha inevitabilmente creato una tensione palpabile all’interno della famiglia, evidenziando il coraggio e la determinazione necessari per affrontare la realtà quotidiana di coloro che si oppongono alla criminalità organizzata in Italia.

Calabria

Tentata Violenza a Montalto Uffugo (CS): Arrestato Pensionato di 74 Anni

Un pensionato di 74 anni è stato arrestato a Montalto Uffugo con l’accusa di aggressione e tentata violenza sessuale ai danni di una donna ucraina, rifugiata di guerra. L’arresto è avvenuto nella tarda serata di ieri grazie all’intervento dei carabinieri della stazione cittadina, guidati dal maresciallo Giuseppe Motta.

Le indagini sono state avviate in seguito alla denuncia della vittima, che ha fornito un racconto dettagliato degli eventi. Secondo quanto emerso dagli accertamenti investigativi, il 17 giugno scorso la donna sarebbe stata prima aggredita fisicamente e poi bloccata nel tentativo di abusare sessualmente di lei. Durante l’aggressione, l’uomo avrebbe provocato alla vittima ferite al collo e alla spalla, costringendola a subire atti sessuali.

L’uomo, identificato con le iniziali E. P., è stato posto agli arresti domiciliari con l’ausilio di un braccialetto elettronico. Le autorità continuano a indagare sul caso per confermare tutte le circostanze e assicurare che giustizia venga fatta.

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Attualità

Calabria | Piena e violenta attività dello Stromboli, allertati anche gli ospedali di Vibo Valentia e Reggio Calabria

Il sindaco di Lipari, Riccardo Gullo, ha emesso un’ordinanza che impone diversi divieti a causa dell’attività intensa e violenta dello Stromboli. È stato vietato scalare il vulcano e avvicinarsi alle spiagge durante le ore notturne. È stato anche proibito l’approdo delle imbarcazioni turistiche non di linea che effettuano escursioni giornaliere, così come la sosta e l’ancoraggio vicino alla costa.

Per precauzione, sono stati allertati i servizi sanitari e ospedalieri nella città metropolitana di Messina, così come i sindaci dei Comuni costieri e le prefetture di Palermo, Reggio Calabria, Vibo Valentia e Salerno. Attualmente, il Comitato operativo nazionale è riunito per monitorare gli sviluppi dell’emergenza. Sull’isola, la Guardia Costiera ha dispiegato motovedette, navi e mezzi aerei, mentre il numero dei vigili del fuoco è stato raddoppiato.

La Protezione Civile ha annunciato che sta verificando tutti i materiali, mezzi, risorse sanitarie, personale e basi logistiche, oltre a pianificare l’assistenza ai soggetti vulnerabili per garantire la piena prontezza operativa in caso di ulteriori sviluppi critici.

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Calabria

Lamezia Terme (CZ) | Omicidio avvocato Pagliuso, confermato ergastolo per Luciano Scalise

La Corte di Cassazione ha respinto i ricorsi presentati dai legali di Luciano Scalise, Pino Scalise, Vincenzo Maria Domanico e Andrea Scalzo riguardo alla sentenza di secondo grado relativa all’omicidio dell’avvocato Francesco Pagliuso. Al contrario, ha accolto parzialmente il ricorso presentato da Angelo Rotella. Di conseguenza, le pene inflitte lo scorso giugno dalla Corte d’Appello di Catanzaro sono diventate definitive per i primi quattro imputati: ergastolo per Luciano Scalise, 23 anni e 10 mesi di reclusione per Pino Scalise, 6 anni e 8 mesi per Domanico e 7 anni per Scalzo. Per quanto riguarda Rotella, la Corte Suprema ha annullato parzialmente la condanna di 8 anni e 4 mesi, rinviando il caso ai giudici di secondo grado di Catanzaro.

Nel corso del lungo processo derivato dall’omicidio dell’avvocato avvenuto nella notte tra il 9 e il 10 agosto 2016, che ha visto imputati padre e figlio Pino e Luciano Scalise, tra gli altri, hanno difeso gli avvocati: Canzoniere, Chiodo, Vianello Accorretti, Larussa, Galati, Nimpo, Gigliotti, Mendicino, Penna. Le parti civili sono state rappresentate dagli avvocati Ferraro, Zofrea, Galeota, Staiano, Candido, Pietro e Gianfranco Agapito, Raimondi. Recentemente è stata emessa la sentenza di secondo grado per Marco Gallo, riconosciuto come l’autore materiale dell’omicidio, confermando l’ergastolo e includendo l’aggravante mafiosa precedentemente esclusa nella sentenza di primo grado.

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