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Prova BMW M1000RR: l’homologation special al Mugello

In occasione della presentazione stampa italiana della nuova gamma BMW 4 cilindri, mi trovavo a una manciata di metri dal punto della pitlane del Mugello, con a disposizione un totale di una ventina di moto tra M1000R, S1000RR e M1000RR. A rovinare quel quadretto a metà tra l’idilliaco e il pornografico, purtroppo, è arrivata una perturbazione che ha obbligato i tecnici BMW a montare le gomme rain. Ad ogni modo sono comunque riuscito ad assaggiare il potenziale del nuovo tridente di mostri sputafuoco made in Monaco di Baviera, e infatti sul nostro canale YouTube trovate il resoconto di quella giornata

Tuttavia, sapendo che sarei tornato al Mugello per il primo weekend della SuperBike Italia Track School, come sempre ospitata nella cornice ideale delle prove libere organizzate da Promo Racing, ancor prima che si concludesse quell’umido evento nazionale, mi ero prenotato per accaparrarmi il primo esemplare di M1000RR Competition disponibile in Italia. Dunque eccomi di nuovo tra i cordoli, con il sole alto nel cielo e una feroce belva voluttuosamente ricoperta di fibra di carbonio che riposa sollevata sui cavalletti da officina nella tiepida ombra del box 3.

TERMOCOPERTE A TUTTA POTENZA

Mentre le termocoperte coccolano le Michelin Power Slick 2 che ho fatto montare per l’occasione, sono quasi imbarazzato dalle sensazioni che provo guardando quelle carene, quelle ali, quei copridischi… Sono eccitato, lo ammetto. E non vedo l’ora di metterle le mani addosso.

Sin dal momento in cui BMW ha diffuso le prime foto di questa fenomenale M-RR, ne sono stato attratto in maniera irresistibile. Dai, guardatela! Non è altro che un arrogante e cazzutissimo prototipo da corsa, inspiegabilmente dotato di fari e omologazione stradale, con delle ali sufficientemente spaziose da ospitare quattro persone a cena e una carenatura interamente realizzata in fibra di carbonio, dalle forme tanto abbondanti quanto minacciose.

E a dirla tutta, col pacchetto M Competition installato, pressoché qualsiasi altro dettaglio è caratterizzato dallo stesso intreccio nero del carbonio, mentre dove è necessario del metallo – come per le pedane e le leve – troviamo l’alluminio ricavato dal pieno. Per quanto mi riguarda, è difficile ammirarla per più di due secondi senza provare qualcosa di estremamente vicino alla pulsione sessuale, ma non è per questo che gli ingegneri di Monaco di Baviera si sono sciroppati un’infinità di ore in galleria del vento.

CARENE DA 10 CAVALLI

Il punto, semmai, era tirare fuori ulteriori performance dallo stesso pacchetto di ciclistica, motore ed elettronica della precedente M1000RR, la homologation special BMW per il mondiale SBK. Dunque ecco spiegata l’introduzione delle enormi appendici aerodinamiche, in grado di generare ben 22,6kg di deportanza a 300km/h – quasi il 40% più di prima. Da sole, però, avrebbero significato anche una minor velocità in rettilineo, a causa della maggior resistenza all’avanzamento, ed è qui che entrano in gioco il frontale più largo, alto e arrotondato, le carene laterali più ampie e avvolgenti, il parafango più esteso, con prese d’aria dei freni integrate, e gli spettacolari copridischi.

Secondo i dati dichiarati, il nuovo pacchetto aerodinamico, nel suo insieme, ha permesso di portare la velocità massima della M-RR da 306 a 314km/h. Per dare l’idea, per ottenere lo stesso risultato lavorando sul motore, sarebbe stato necessario intervenirvi in maniera piuttosto radicale, spremendo almeno altri 10cv da un quattro in linea a fasatura variabile con bielle in titanio già parecchio tirato. In definitiva, in BMW dovrebbero essere riusciti ad aumentare le prestazioni della M senza toccarla nella sostanza. Ma saranno anche riusciti a renderla una moto migliore nel suo insieme?

NIENTE SORPRESE

Le sensazioni all’inizio della Prova BMW M1000RR, a patto di restare impassibili di fronte all’effetto scenico dell’ampio cockpit incorniciato dalla fibra di carbonio, sono di totale continuità rispetto alla precedente M. D’altro canto meccanica ed elettronica sono le medesime, e così si viene accolti da una moto molto alta, con una strumentazione tanto facile da leggere quanto da gestire, con la classica “rotellona” BMW sul semimanubrio sinistro. Mi bastano non più di un paio di minuti per personalizzarmi le tre mappature Race Pro con livelli decrescenti di aiuti alla guida, per poi premere il tasto di accensione e sentire il quattro in linea che si risveglia fin troppo educatamente attraverso lo scarico completo Akrapovic in titanio omologato Euro 5. Qui ci vorrebbe un completo, maledizione.

Dentro in pista, prime curve, e le impressioni familiari proseguono, innanzitutto con quel senso di maggior leggerezza e minor inerzia e attrito che caratterizza il propulsore BMW in configurazione M, con bielle in titanio e pistoni a due segmenti. Ai bassi è forse un pelo meno vigoroso della S1000RR, ma i medi si equivalgono e agli alti allunga con ancora più cattiveria, il tutto con vibrazioni sensibilmente ridotte.

ORA SI FA SUL SERIO

Sto ancora togliendo la cera alle gomme, ma il senso di confidenza cresce con una rapiditàspropositata, quantomeno per un mezzo teoricamente senza compromessi e progettato con il solo scopo di staccare i migliori tempi sul giro del panorama delle moto di serie. Il segreto – oltre a una posizione di guida davvero azzeccata, con tanto spazio in sella e semimanubri larghi e aperti – sta probabilmente in quella stessa, eterea agilità che rende le cose molto gratificanti quando si tira col coltello tra i denti. Le tre esse “lente” del Mugello e le velocissime Biondetti sono perfette per evidenziare questa caratteristica, innata nella piattaforma RR attuale ed esaltata dalla scelta dei cerchi in carbonio, che qui sono di serie. La cosa realmente sbalorditiva, tuttavia, è che pur con una tale velocità a inserirsi in curva e a cambiare direzione, la BMW non sembra diventare mai nervosa.

La sensazione, a dirla tutta, è che rispetto a prima ci sia un accenno di progressività in più nei movimenti, con tutta probabilità dovuta al carico aerodinamico extra sull’anteriore. È veramente una sfumatura, e ci vorrebbe una controprova diretta per affermarlo con assoluta certezza, ma più spingo, più me ne convinco.

SOLO CONFERME?

Col passare dei giri e durante la Prova della BMW M1000RR, altre conferme arrivano dai freni e dall’elettronica. I primi non temono fatica né confronti con la migliore concorrenza in quanto a potenza, ma restano leggermente inferiori agli impianti Brembo top di gamma per quanto riguarda il puro e semplice feeling alla leva. Avete presente quella sensazione di avere tutto perfettamente sotto controllo attraverso i polpastrelli di indice e medio? Ecco, la pompa radiale Nissin, a mio parere non riesce ancora a pareggiare la confidenza delle controparti Brembo.

Il pacchetto di aiuti alla guida, invece, è un sistema di altissimo livello, con una gran possibilità di personalizzazione e un intervento del controllo di trazione che definirei “rassicurante”, oltre che preciso. Anche nei livelli più bassi (sono sceso fino a -6, in una scala che va da -7 a +7), il cervellone della BMW è sempre lì a darvi una mano, tagliando in maniera raffinata (resa evidente solo dalle indicazioni sulla strumentazione) quella potenza in più che a moto molto inclinata sarebbe inutile o comunque superflua. Il che forse, per i piloti più veloci – diciamo quelli che scendono facilmente sotto i 2’ qui al Mugello – potrebbe essere un piccolo limite, ma per me è uno sprone a continuare a provare ad aprire il gas prima e con più convinzione.

EFFETTI PIÙ CHE TANGIBILI

Ricapitolato tutto quanto di buono aveva e continua a offrire questo razzo bavarese, resta da affrontare il tema dell’aerodinamica, ovvero l’unica novità del modello 2023. E se pensate che sia una novità di dettaglio, sappiate che non potreste essere più lontani dalla realtà. Ho accennato prima a un pelo di sveltezza in meno nei cambi di direzione, e con questo direi che si concludono gli aspetti negativi.

Il primo elemento positivo, invece, lo ritrovo sul mitico scollinamento del rettilineo del Mugello appena prima della staccata della San Donato – ovvero il luogo al mondo dove è in assoluto più semplice percepire l’effetto delle ali su una maxi. E con oltre 20kg di carico sull’anteriore, prevedibilmente, la BMW tende a restare ben incollata a terra, anziché sollevarsi di avantreno.

Ma al di là di questo, ciò che più mi impressiona è la complessiva stabilità del pacchetto nell’affrontare questo passaggio critico a quasi 300km/h di GPS: certo, praticamente tutte le moderne SBK replica dotate di appendici aerodinamiche ormai riescono a scollinare in questo punto senza far sollevare l’anteriore; ma mai prima d’ora mi era capitato di provare una tale sensazione di controllo e… imperturbabilità. Mi sento quasi tranquillo, sereno, mentre mi preparo ad attaccarmi ai freni superando il suddetto dosso…

TOTALE RELAX

E a questa sensazione di sicuro contribuisce anche la fenomenale protezione aerodinamica fornita dalla nuova crenatura maggiorata. Se da un lato l’intero rettilineo diventa un momento di totale relax, visto che l’aria sembra non riuscire nemmeno a sfiorarmi il casco, dall’altro, nell’avvicinamento alla staccata, pure portare le dita sulla leva del freno sembra la cosa più facile e naturale del mondo, laddove su qualsiasi altra 1.000 ormai è diventato uno sforzo considerevole anche solo estendere le falangi di indice e medio contrastando la pressione dell’aria a 300 all’ora.

L’impressione generale è che la bolla di quiete che la BMW crea attorno al pilota sia talmente ampia ed efficace, da rendere meno faticoso l’intero giro, non solo il rettilineo, sia da un punto di vista fisico, sia da un punto di vista mentale. Personalmente ho provato una sensazione simile a quando indosso i tappi per le orecchie sotto al casco – trucco che i piloti usano per limitare gli stimoli esterni inutili e aumentare la concentrazione.

Anzi, lo ammetto: quando sul comunicato stampa ufficiale ho letto del minor affaticamento per il pilota garantito dal nuovo pacchetto aerodinamico, ho pensato fosse la solita sparata del marketing. E invece è probabilmente l’aspetto più eclatante dell’intera faccenda: ogni briciola di energia risparmiata, quando si deve domare un missile da circa 200cv alla ruota, è un valore aggiunto da non sottovalutare.

QUINDI LA PROVA DELLA BMW M1000RR, COM’È ANDATA?

Ammetto di essere andato al Mugello convinto che con la M1000RR avrei segnato la mia nuova top speed di sempre alla fotocellula, ma il forte vento contrario sul rettilineo ha rovinato i miei piani. Però, come riferimento, posso dire che in tutta la giornata non c’è stata una sola race replica, tra quelle rigorosamente preparate da pista con cui ho condiviso la pista, in grado di tenermi testa sul rettilineo. E sto parlando anche di mezzi come RSV4 Factory e Panigale V4S con scarichi aperti e tutto il resto…

Sexy come solo una moto da corsa sa essere, veloce in maniera impressionante e persino più facile da spremere tra i cordoli. BMW ha lavorato su una sola area per migliorare la sua SBK Replica, ma lo ha fatto buttando in pattumiera qualsiasi genere di compromesso e con un livello di raffinatezza elevatissimo, ottenendo così non uno, bensì una somma di risultati tangibili. L’essenza della BMW M1000RR durante l’intera prova è rimasta indubbiamente la stessa, ma ora è più veloce sul dritto, più stabile e persino meno faticosa, il tutto grazie alle sole sovrastrutture. Che poi siano anche interamente in fibra di carbonio, e per questo ancor più attraenti, è solo un piacevole corollario di tutta la faccenda.

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Moto Guzzi Open House, in 30 mila hanno invaso Il “Nido dell’Aquila”

Il popolo dei Guzzisti è tornato a Mandello del Lario. Come ogni anno a settembre, migliaia di Guzzisti sono tornati a visitare quel ramo incantevole del lago di Como dove la loro amata moto è nata. Perchè ogni Moto Guzzi deve tornare, prima o poi, là dove fu costruita, non importa se cento, o sessanta, o tre anni fa, o se solo da poche settimane è uscita dal mitico portone rosso di via Parodi. Quello al Nido dell’Aquila è un vero e proprio pellegrinaggio e come sempre, insieme al popolo degli amanti di Moto Guzzi, è arrivato un fiume di appassionati motociclisti, di gruppi di amici, di famiglie. Tutti per celebrare la festa di un marchio italiano che ha saputo farsi amare in tutto il mondo. Alla fine delle giornate di festa sono state trentamila le presenze e il solo Museo Moto Guzzi ha accolto oltre 22.000 visitatori, affascinati da una collezione di moto unica al mondo.
Lo scenario che i Guzzisti hanno trovato è stato ben diverso da quello consueto. Nello spazio di fabbrica che, nelle edizioni passate, ospitava il villaggio, tradizionale epicentro dei festeggiamenti, ora sta sorgendo l’impianto produttivo Moto Guzzi del futuro. Una costruzione totalmente nuova, che restituirà presto non solo una fabbrica di assoluta avanguardia nella quale nasceranno le prossime Moto Guzzi, ma anche un nuovo ambiente con spazi aperti e fruibili al pubblico, che sarà un centro di aggregazione della comunità e una meta per gli appassionati di tutto il mondo, grazie anche alla presenza del nuovo Museo Storico Moto Guzzi. Intanto il Museo, ancora nella sua sede tradizionale, continua a essere uno dei luoghi più visitati con le ventiduemila persone che lo hanno visitato durante Open House, attratte dalla preziosa collezione di oltre 150 esemplari unici.
Nell’area antistante il cancello rosso, da sempre simbolo dello stabilimento di Mandello, è stato allestito lo shop dell’Aquila che ha offerto agli ospiti l’opportunità di un ricco shopping col merchandising e con gli accessori firmati Moto Guzzi. Immancabile l’esposizione dell’intera gamma Moto Guzzi: dalla inimitabile V7 in tutti i suoi allestimenti, alla modernissima V100 Mandello, oltre alle ultime arrivate Stelvio e V85. Tutti i modelli sono stati offerti per i test ride gratuiti che hanno permesso a quasi 1.300 motociclisti di provare le Moto Guzzi lungo le incantevoli strade del Lario. L’edizione 2024 di Moto Guzzi Open House ha visto protagonista lo sport più nobile, quello che può fregiarsi dell’alloro olimpico. Alla storica sede della Canottieri Moto Guzzi, in una serata condotta da Ringo e Virgin Radio, è stato premiato Andrea Panizza, fresco vincitore della medaglia d’argento alle recenti Olimpiadi di Parigi nella specialità del quattro di coppia. Andrea, cresciuto nella Canottieri Moto Guzzi, è il continuatore della straordinaria tradizione del sodalizio sportivo di Mandello, che vanta nel suo palmares 17 medaglie olimpiche dal 1948 a oggi, oltre a una serie di 22 allori mondiali ed europei.

foto: ufficio stampa Piaggio Group

(ITALPRESS).

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Grande successo di pubblico per il Salone dell’Auto di Torino

Grande successo di pubblico nel secondo giorno di Salone Auto Torino, con migliaia di visitatori agli stand delle case automobilistiche, nelle aree motorsport e carrozzieri e ai test drive. La passione per il mondo automotive si rinnova a Torino, tra turisti e torinesi, che in questo sabato si sono dati appuntamento tra piazza Carlo Felice, via Roma, piazza San Carlo, piazzetta Reale complice il bel tempo e la voglia di vivere l’entusiasmo che si respira tra gli stand.
Pubblico delle grandi occasioni anche per gli eventi dinamici, che hanno visto la mattina sfilare nel circuito cittadino la parata di prototipi, one-off, limited edition di tutti i tempi, dai grandi carrozzieri fino ai modelli restomod dei giorni nostri. A seguire le regine del motorsport di tutti i tempi.
Nel pomeriggio è stato tempo di Gran Premio, con il convoglio di appassionati e collezionisti di Ferrari, Porsche e limited edition del Club Italia in arrivo dalla Reggia di Venaria e che hanno dato spettacolo schierandosi in via Roma.
Un sabato dinamico quello di Salone Auto Torino, anche grazie alla partecipazione dei club Special Stages, Fiat Coupè Club, Abarth Club Torino, Scuderie Reali e Hardcore Drivers, che hanno colorato piazza Vittorio Veneto e acceso di entusiasmo il pubblico. Andrea Levy, presidente Salone Auto Torino, sottolinea: “Un grande successo di pubblico, tante le persone che guardano le auto, ci entrano, le provano su strada. Questo è il risultato al quale volevamo arrivare e attorno a questo concetto abbiamo costruito un format innovativo come quello di Salone Auto Torino, un evento popolare in cui vengono raccontate tutte le sfumature della passione automobilistica e in cui si avvicinano le novità delle case alle persone, con tutte le differenti peculiarità di tecnologia e alimentazione”. Domani ultimo giorno del Salone, che continua con l’esposizione di novità commerciali e prototipi aperta dalle ore 9 alle 22 e i test drive attivi dalle 9 alle 19. Continua anche l’esposizione in piazza Arbarello della passione tutta italiana portata in mostra da Torino Heritage, oltre ai mezzi speciali di piazza Solferino.

-Foto: ufficio stampa-

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CX-80, sette posti secondo Mazda

La vettura più spaziosa presente sul mercato europeo, con un assetto che può arrivare, al massimo della sua estensione, fino a 7 posti: ecco la CX-80. La nuova proposta targata Mazda è stata presentata al Salone dell’Auto di Torino, all’interno del museo dedicato all’industria torinese, con la partecipazione dei vertici della casa giapponese. Si tratta della sorella maggiore della CX-60, anch’essa presente alla manifestazione. Le vendite partiranno dall’autunno, con un prezzo base sarà di 61.235 euro.
f19/abr/mrv

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