Connect with us

Attualità

Morte Vittorio Emanuele di Savoia, i funerali sabato 10 a Superga

Alle 7:05 di questa mattina, 3 febbraio 2024, Sua Altezza Reale Vittorio Emanuele, Duca di Savoia e Principe di Napoli, ha serenamente concluso il suo cammino terreno, circondato dall’affetto della sua famiglia nella città svizzera di Ginevra. Il luogo e la data delle esequie saranno comunicati tempestivamente, rispettando il riserbo e la dignità che caratterizzano le cerimonie di questo genere.

In un’ulteriore dichiarazione, il presidente dell’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon, Ugo D’Atri, ha condiviso il desiderio espresso dal figlio di Vittorio Emanuele, Emanuele Filiberto. Il defunto avrebbe voluto riposare eternamente a Superga. Di conseguenza, il funerale è programmato per sabato 10 alle 15 a Superga, dove sarà celebrato il rito funebre e dove Vittorio Emanuele troverà la sua ultima dimora.

Chi era Vittorio Emanuele di Savoia – Una uomo controverso

Vittorio Emanuele di Savoia, legato da matrimonio a Marina Doria e padre di Emanuele Filiberto, si distinse come pretendente al trono d’Italia, contrapponendosi per anni alla linea dinastica di Aimone di Savoia-Aosta. La sua vita fu caratterizzata da episodi controversi, tra cui il tragico evento dell’omicidio di Dirk Hamer sull’isola di Cavallo nel 1978, un fatto che avrebbe segnato per sempre il corso della sua esistenza. Il suo nome completo, Vittorio Emanuele Alberto Carlo Teodoro Umberto Bonifacio Amedeo Damiano Bernardino Gennaro Maria, fu acclamato fin dalla nascita come “il principe dell’Impero” da parte del regime fascista, che aveva da poco proclamato l’Impero.

Vittorio Emanuele ricevette i titoli di principe di Napoli e principe di Piemonte, ma il suo padre, Umberto II, aveva l’intenzione di abdicare per renderlo re. Tuttavia, il 2 giugno 1946, il referendum istituzionale pose fine a questa possibilità, contrariamente alle aspettative della famiglia Savoia, poiché gli italiani optarono per la repubblica anziché la monarchia.

L’esilio segnò un capitolo significativo nella vita di Vittorio Emanuele. Dal 1948, con l’entrata in vigore della Costituzione repubblicana, i discendenti maschi della famiglia Savoia furono costretti a vivere in esilio con il divieto di rientrare in Italia. Questa situazione perdurò fino al 2002, quando fu abolita la norma costituzionale imposta agli eredi maschi dei Savoia.

Nel 2002, da Ginevra, Vittorio Emanuele emise un comunicato ufficiale prendendo ufficialmente le distanze dalle leggi razziali, segnando una svolta nella storia della casa Savoia. Nello stesso anno, accettò la fine della monarchia, giurando fedeltà senza condizioni alla Costituzione repubblicana e al presidente della Repubblica, rinunciando esplicitamente a qualsiasi pretesa dinastica sullo Stato italiano, insieme a suo figlio.

Nel 2007, Vittorio Emanuele richiese un risarcimento allo Stato italiano di 260 milioni di euro per l’esilio e la restituzione dei beni confiscati nel 1948. Nel 2022, avanzò la richiesta di restituzione dei gioielli di famiglia, custoditi nella Banca d’Italia da lungo tempo. La vita di Vittorio Emanuele di Savoia fu così segnata da una serie di avvenimenti e decisioni che lo resero una figura dai contorni complessi e spesso dibattuti.

Attualità

“Inchiesta Gioventù Meloniana: Procura di Roma richiede girato integrale

La Procura di Roma ha richiesto integralmente il girato dell’inchiesta giornalistica “Gioventù Meloniana” realizzata da Fanpage.it, senza alcun taglio o oscuramento. L’inchiesta ha svelato comportamenti antisemiti, razzisti e nostalgici del Ventennio fascista all’interno dell’organizzazione giovanile di Fratelli d’Italia.

Una giornalista infiltrata ha documentato militanti di Gioventù Nazionale, alcuni vicini a figure politiche di rilievo, compiere il saluto romano, intonare cori in onore di Hitler e Mussolini, cantare inni fascisti e fare apologia del terrorismo nero. Inoltre, si è sollevato il sospetto di un uso illegittimo dei fondi del servizio civile per sostenere le attività del movimento giovanile, come testimoniato da Flaminia Pace, responsabile di uno dei circoli romani, nel girato dell’inchiesta.

Continua a leggere

Attualità

L’Arcivescovo Carlo Maria Viganò Scomunicato dopo gli attacchi a Papa Francesco

L’arcivescovo Carlo Maria Viganò è stato scomunicato dalla Congregazione per la Dottrina della Fede a seguito di ripetuti attacchi al Papa Francesco e al Concilio Vaticano II, dei quali ha rifiutato l’autorità. La Congregazione ha emesso una dichiarazione ufficiale in cui accusa Viganò di scisma, sottolineando le sue dichiarazioni pubbliche contrarie alla comunione con il Papa e alla legittimità dell’autorità ecclesiastica.

Carlo Maria Viganò, 83 anni, noto per le sue posizioni conservative, è stato nominato arcivescovo da Giovanni Paolo II nel 1992 e ha ricoperto incarichi importanti, tra cui nunzio apostolico in Nigeria e negli Stati Uniti. La sentenza di scomunica è stata emessa nonostante il suo rifiuto di comparire davanti alla Congregazione per rispondere alle accuse.

Le tensioni tra Viganò e Papa Francesco sono esplose pubblicamente, con l’arcivescovo che ha accusato il Papa di eresia e ha criticato apertamente le sue decisioni ecclesiastiche, inclusa la gestione degli abusi sessuali nella Chiesa e il documento sulla benedizione delle coppie omosessuali.

Viganò ha definito il Concilio Vaticano II come un “cancro ideologico” e ha descritto la Chiesa sotto Papa Francesco come una “metastasi”. La sua opposizione al Papa e alle riforme del Concilio Vaticano II ha portato alla sua condanna per scisma da parte della Santa Sede.

L’arcivescovo ha reagito alle accuse dichiarando che considera un onore essere processato per le sue convinzioni e ha criticato il processo canonico come “extragiudiziale”.

Continua a leggere

Attualità

Calabria | Piena e violenta attività dello Stromboli, allertati anche gli ospedali di Vibo Valentia e Reggio Calabria

Il sindaco di Lipari, Riccardo Gullo, ha emesso un’ordinanza che impone diversi divieti a causa dell’attività intensa e violenta dello Stromboli. È stato vietato scalare il vulcano e avvicinarsi alle spiagge durante le ore notturne. È stato anche proibito l’approdo delle imbarcazioni turistiche non di linea che effettuano escursioni giornaliere, così come la sosta e l’ancoraggio vicino alla costa.

Per precauzione, sono stati allertati i servizi sanitari e ospedalieri nella città metropolitana di Messina, così come i sindaci dei Comuni costieri e le prefetture di Palermo, Reggio Calabria, Vibo Valentia e Salerno. Attualmente, il Comitato operativo nazionale è riunito per monitorare gli sviluppi dell’emergenza. Sull’isola, la Guardia Costiera ha dispiegato motovedette, navi e mezzi aerei, mentre il numero dei vigili del fuoco è stato raddoppiato.

La Protezione Civile ha annunciato che sta verificando tutti i materiali, mezzi, risorse sanitarie, personale e basi logistiche, oltre a pianificare l’assistenza ai soggetti vulnerabili per garantire la piena prontezza operativa in caso di ulteriori sviluppi critici.

Continua a leggere

DI TENDENZA

Copyright © 2023 RADIO JUKEBOX