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Calabria

Cosenza | Medico azienda sanitaria provinciale lavorava in strutture private: indagato


Per diversi anni, il medico in questione ha esercitato la professione di geriatra in quattro strutture socio-sanitarie private accreditate dal Servizio Sanitario Nazionale (SSN), nonostante ciò fosse incompatibile con la sua posizione di dirigente medico presso l’Azienda Sanitaria Provinciale di Cosenza. Attualmente in pensione, il medico è oggetto di un’indagine per truffa e falso ideologico condotta dalla Procura di Cosenza. Le indagini, condotte dalla Guardia di Finanza, hanno portato al sequestro di immobili e liquidità per un valore superiore a 100.000 euro.

Gli inquirenti del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria si sono concentrati sull’accertamento dell’attività lavorativa svolta dal medico presso le strutture private, in violazione del vincolo di esclusività con l’Azienda di appartenenza. Tale vincolo comportava anche il pagamento di un’apposita indennità direttamente sulla busta paga del medico. Gli accertamenti hanno rivelato che il dipendente pubblico ha effettivamente lavorato come medico geriatra nelle strutture accreditate con il SSN. L’indagato, che aveva il compito di vigilare sulle strutture in cui lavorava “abusivamente”, è stato accusato di mascherare questo rapporto di lavoro. Secondo l’accusa, sia i responsabili delle strutture private che il dirigente avrebbero falsificato nel tempo la documentazione necessaria per mantenere l’accreditamento al SSN, ingannando così i vertici dell’Azienda Sanitaria e della Regione Calabria.

Il medico avrebbe attestato falsamente di non svolgere attività extraprofessionale nel corso del tempo e avrebbe ricevuto oltre 100.000 euro come “indennità di esclusività”, legata al vincolo di lavoro con l’Asp di Cosenza. La Procura ha richiesto un decreto di sequestro preventivo per la confisca equivalente, emesso dal Giudice per le Indagini Preliminari (GIP). La Guardia di Finanza ha segnalato anche i fatti alla Regione e ha notificato verbali di contestazione amministrativa per la violazione del Testo Unico sul Pubblico Impiego nei confronti delle quattro società che gestivano le strutture sanitarie.

Attualità

Calabria | Piena e violenta attività dello Stromboli, allertati anche gli ospedali di Vibo Valentia e Reggio Calabria

Il sindaco di Lipari, Riccardo Gullo, ha emesso un’ordinanza che impone diversi divieti a causa dell’attività intensa e violenta dello Stromboli. È stato vietato scalare il vulcano e avvicinarsi alle spiagge durante le ore notturne. È stato anche proibito l’approdo delle imbarcazioni turistiche non di linea che effettuano escursioni giornaliere, così come la sosta e l’ancoraggio vicino alla costa.

Per precauzione, sono stati allertati i servizi sanitari e ospedalieri nella città metropolitana di Messina, così come i sindaci dei Comuni costieri e le prefetture di Palermo, Reggio Calabria, Vibo Valentia e Salerno. Attualmente, il Comitato operativo nazionale è riunito per monitorare gli sviluppi dell’emergenza. Sull’isola, la Guardia Costiera ha dispiegato motovedette, navi e mezzi aerei, mentre il numero dei vigili del fuoco è stato raddoppiato.

La Protezione Civile ha annunciato che sta verificando tutti i materiali, mezzi, risorse sanitarie, personale e basi logistiche, oltre a pianificare l’assistenza ai soggetti vulnerabili per garantire la piena prontezza operativa in caso di ulteriori sviluppi critici.

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Calabria

Lamezia Terme (CZ) | Omicidio avvocato Pagliuso, confermato ergastolo per Luciano Scalise

La Corte di Cassazione ha respinto i ricorsi presentati dai legali di Luciano Scalise, Pino Scalise, Vincenzo Maria Domanico e Andrea Scalzo riguardo alla sentenza di secondo grado relativa all’omicidio dell’avvocato Francesco Pagliuso. Al contrario, ha accolto parzialmente il ricorso presentato da Angelo Rotella. Di conseguenza, le pene inflitte lo scorso giugno dalla Corte d’Appello di Catanzaro sono diventate definitive per i primi quattro imputati: ergastolo per Luciano Scalise, 23 anni e 10 mesi di reclusione per Pino Scalise, 6 anni e 8 mesi per Domanico e 7 anni per Scalzo. Per quanto riguarda Rotella, la Corte Suprema ha annullato parzialmente la condanna di 8 anni e 4 mesi, rinviando il caso ai giudici di secondo grado di Catanzaro.

Nel corso del lungo processo derivato dall’omicidio dell’avvocato avvenuto nella notte tra il 9 e il 10 agosto 2016, che ha visto imputati padre e figlio Pino e Luciano Scalise, tra gli altri, hanno difeso gli avvocati: Canzoniere, Chiodo, Vianello Accorretti, Larussa, Galati, Nimpo, Gigliotti, Mendicino, Penna. Le parti civili sono state rappresentate dagli avvocati Ferraro, Zofrea, Galeota, Staiano, Candido, Pietro e Gianfranco Agapito, Raimondi. Recentemente è stata emessa la sentenza di secondo grado per Marco Gallo, riconosciuto come l’autore materiale dell’omicidio, confermando l’ergastolo e includendo l’aggravante mafiosa precedentemente esclusa nella sentenza di primo grado.

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Calabria

Cutro (KR) | Strage migranti, condannato a 20 anni il presunto sesto scafista

Mohamed Abdessalem, il siriano di 26 anni accusato di essere il sesto scafista del caicco Summer Love, naufragato il 26 febbraio 2023 davanti alla spiaggia di Steccato di Cutro, è stato condannato oggi a venti anni di reclusione e a una multa di 3 milioni di euro. Nel tragico incidente hanno perso la vita 94 migranti, tra cui 35 minori, con altri dispersi di cui non si conosce il numero preciso. La sentenza è stata emessa poco dopo le 13 dal giudice per le udienze preliminari del Tribunale di Crotone, Assunta Palumbo, che ha accolto la richiesta di condanna avanzata dal pubblico ministero Pasquale Festa.

Abdessalem era accusato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, naufragio colposo e omicidio come conseguenza del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. Era stato arrestato nel dicembre 2023 nel carcere di Lecce, nel contesto dell’operazione “Astrolabio” condotta dalla DDA di Lecce. Secondo l’accusa rappresentata dal pm Festa, Abdessalem era uno dei timonieri del caicco e diversi superstiti hanno testimoniato che era lui a condurre la barca quando questa ha virato improvvisamente prima di schiantarsi sulla secca di Steccato di Cutro.

La condanna di venti anni di reclusione inflitta a Mohamed Abdessalem è la stessa comminata lo scorso febbraio, sempre con rito abbreviato, a Gun Ufuk, un turco di 29 anni. Attualmente, a processo con rito ordinario ci sono altri tre presunti scafisti: Sami Fuat, turco di 50 anni, accusato insieme a Khalid Arslan, 25 anni, e Ishaq Hassnan, 22 anni, entrambi pakistani. Un altro presunto scafista, Guler Bayram, siriano di 35 anni, è morto nel naufragio ed è stato indicato come uno degli organizzatori del viaggio e alternante al timone del Summer Love insieme ad Abdessalem.

Il giudice ha inoltre ordinato che Mohamed Abdessalem paghi un risarcimento danni a favore di alcuni superstiti del naufragio, nonché al ministero dell’Interno e alla Presidenza del Consiglio dei ministri. Gli interessi civili sono stati rappresentati dagli avvocati Salvatore Rossi, Barbara Ventura, Roberto Stricagnoli, Pietro Vitale, Nicola Colacino, Francesco Verri e Gianfranco D’Ettoris.

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