Connect with us

Cronaca

Saman Abbas | Ergastolo ai genitori per omicidio: 14 anni allo zio Danish, assolti i cugini.

I genitori di Saman Abbas sono stati condannati all’ergastolo per l’omicidio della loro figlia di 18 anni. Ahabbar Abbas, il padre presente in aula, e Nazia Shaheen, la madre latitante da 31 mesi, hanno ricevuto la massima pena. Lo zio, Danish Hasnain, è stato condannato a quattordici anni, mentre i cugini Ikram Ijaz e Nomanhulaq sono stati assolti, con l’immediata liberazione ordinata per loro. La Corte di assise di Reggio Emilia ha deliberato la sentenza dopo quasi cinque ore di camera di consiglio, escludendo la premeditazione per gli imputati.

I cugini di Saman, Nomanhulaq e Ikram Ijaz, hanno reagito alla loro assoluzione con lacrime, abbracciando i loro difensori. Shabbar Abbas, il padre condannato all’ergastolo, ha lasciato l’udienza senza parlare subito dopo la lettura del dispositivo.

La Procura reggiana aveva richiesto l’ergastolo per Shabbar Abbas e Nazia Shaheen, e 30 anni per gli altri imputati, con il giudice che alla fine ha confermato tali richieste, ma stabilendo che i cugini erano estranei ai fatti.

Nessun risarcimento è stato disposto per il fratello e il fidanzato di Saman, costituiti parte civile. La Corte di Assise ha, invece, concesso risarcimenti alle associazioni sulla violenza contro le donne, a quelle islamiche, all’Unione Comuni bassa reggiana e al Comune di Novellara.

Le aggravanti di premeditazione e motivi abietti sono cadute per tutti gli imputati, ad eccezione di quella del legame familiare contestata ai genitori. La coppia è stata assolta dalla soppressione di cadavere per non aver commesso il fatto. Lo zio è stato condannato per omicidio senza aggravanti e per soppressione di cadavere, con concessione di attenuanti generiche e ammissione al rito abbreviato. Tutti gli imputati sono stati assolti dall’accusa di sequestro di persona, perché il fatto non sussiste.

LE DICHIARAZIONE DEL PADRE IN AUTLA PRIMA DELLA CONDANNA

Le dichiarazioni in aula del padre prima della condanna rivelano la sua negazione categorica di aver ucciso la figlia. Shabbar Abbas, parlando in italiano stentato, ha respinto le accuse, negando di essere andato a casa del fidanzato di Saman, Saqib, per minacciarlo, e smentendo le voci secondo cui avrebbe organizzato un matrimonio combinato per la figlia scomparsa nel 2021 e trovata morta nel 2022.

Nelle sue dichiarazioni spontanee, l’uomo ha esclamato: “Non ho mai picchiato mia figlia. Non ho mai picchiato nessuno nella mia vita.” Ha continuato a ribadire la sua innocenza, smentendo le accuse di violenza fisica e minacce. Shabbar Abbas ha sottolineato il dolore per la perdita di sua figlia, descrivendola come il suo “cuore” e il suo “sangue”. Ha negato categoricamente di aver mai pensato di ucciderla, definendo tali pensieri inumani.

L’uomo ha anche respinto l’immagine di sé come persona ricca o mafiosa, negando l’accusa di aver commesso omicidio in Italia o in Pakistan. Ha insistito sul fatto che la figlia era contenta di sposare un cugino in Pakistan, smentendo l’accusa di matrimonio combinato.

Tuttavia, nonostante le sue difese, Shabbar Abbas è stato successivamente condannato all’ergastolo per l’omicidio di Saman, mentre la madre, ancora latitante, ha ricevuto la stessa condanna.

Calabria

Redditizio mercato di droga del cosentino, in particolare nei comuni di Paola e Cetraro

Negli ultimi mesi, l’Appennino paolano e le aree costiere della provincia di Cosenza hanno visto un aumento significativo del mercato della droga, con una particolare concentrazione tra i comuni di Paola e Cetraro. Le operazioni delle forze dell’ordine hanno rivelato un vasto traffico di sostanze stupefacenti e armi, scoperte in magazzini apparentemente abbandonati nel cuore del centro storico di Paola.

Le recenti operazioni condotte da Carabinieri e Polizia hanno portato alla luce una notevole quantità di droga, tra cui marijuana, cocaina, hashish e droghe sintetiche molto ricercate dai giovani, soprattutto per le serate di movida. Questo mercato in crescita si caratterizza per un’ampia offerta di sostanze, dalla tradizionale marijuana e cocaina, alle più recenti droghe sintetiche, che sono diventate sempre più popolari e spesso miscelate con alcol nei locali notturni.

Le forze dell’ordine hanno scoperto anche un notevole arsenale di pistole e fucili, dimostrando che il traffico di droga è accompagnato da una preoccupante disponibilità di armi. Nonostante il mercato della droga sia in continua evoluzione e sempre più sofisticato, le tradizionali modalità di approvvigionamento della ‘ndrangheta sembrano essere sfidate da nuove tendenze, come l’acquisto e la vendita online, che complicano il lavoro delle autorità nel monitorare e controllare il fenomeno.

L’emergere di queste nuove tendenze nel mercato della droga riflette un cambiamento nelle dinamiche dello spaccio, con una crescente richiesta di droghe sintetiche e una diversificazione delle modalità di vendita. Questo scenario richiede un’adeguata risposta delle forze dell’ordine per affrontare efficacemente la crescente complessità del traffico di stupefacenti e delle armi nella regione.

Continua a leggere

Calabria

Omicidio Bellocco | Per la famiglia l’omicidio non è legato a criminalità organizzata

La famiglia di Antonio Bellocco, l’ultras dell’Inter recentemente ucciso a Cernusco sul Naviglio, esprime un profondo dolore e amarezza per la continua attenzione mediatica che ha messo in risalto il legame di parentela della vittima con individui precedentemente condannati per associazione mafiosa. Attraverso una dichiarazione ufficiale diffusa dal loro avvocato, Giacomo Iaria, la famiglia di Bellocco, originaria di Rosarno, ha chiesto che la vicenda venga trattata con la dovuta considerazione del contesto attuale e degli sviluppi investigativi.

Nella nota, la famiglia sottolinea che Antonio Bellocco era un giovane padre di due figli, che aveva deciso di ricominciare una nuova vita a Milano dopo aver scontato la sua condanna e si trovava in regime di libertà vigilata. La famiglia rimarca che Bellocco, pur avendo un passato complesso, stava cercando di vivere nel rispetto delle norme e delle regole civili. La nota contesta l’idea che il suo omicidio possa essere legato a contesti di criminalità organizzata, e denuncia come i riferimenti ai suoi genitori, entrambi detenuti al 41 bis e uno dei quali deceduto in carcere, distolgano l’attenzione dalle reali circostanze dell’omicidio.

Aurora Spanò, madre di Antonio, e i suoi fratelli si affidano all’iter giudiziario per chiarire i motivi e la dinamica del delitto, confidando nel lavoro della magistratura e utilizzando tutti i mezzi legali a loro disposizione per difendere la memoria di Antonio. La famiglia lamenta che l’attenzione mediatica e la focalizzazione sui precedenti penali della vittima non riflettono adeguatamente il dolore e la tragedia del caso, e chiedono rispetto per la memoria di Antonio e per la sua nuova vita, interrotta prematuramente.

Continua a leggere

Calabria

Lorica | Donna morta in incidente il 25 agosto scorso, indagato 44enne in auto con lei

La Procura di Cosenza ha iscritto Mario Molinari, un uomo di 44 anni, nel registro degli indagati con l’accusa di omicidio stradale. Molinari era alla guida del veicolo il 25 agosto scorso quando si è verificato un tragico incidente stradale sulla statale 108 bis, nei pressi di Lorica, in Sila, che ha causato la morte di Ilaria Mirabelli, una donna di 39 anni originaria di Cosenza.

L’inchiesta sulla morte di Ilaria Mirabelli è attualmente coordinata dalla pubblica accusa, con i pm Donatella Donato e Mariangela Farro al timone. L’iscrizione di Molinari nel registro degli indagati è avvenuta in seguito a una querela presentata dall’avvocato Guido Siciliano, legale della famiglia della vittima. Siciliano aveva richiesto che fossero esaminate le ipotesi di reato di omicidio volontario e omicidio stradale, a causa delle numerose incongruenze e dubbi emersi riguardo alla dinamica dell’incidente.

L’iscrizione di Molinari nel registro degli indagati è anche una fase preliminare necessaria per condurre una serie di accertamenti tecnici non ripetibili, che sono fondamentali per chiarire le circostanze del sinistro.

Dopo la morte di Ilaria Mirabelli, sono stati numerosi gli appelli e le richieste da parte della società civile cosentina per fare piena luce sull’accaduto. Questi appelli riflettono il forte interesse e la preoccupazione della comunità riguardo all’incidente e al suo impatto. Le indagini continuano, e le autorità sono impegnate a chiarire tutti gli aspetti del caso per garantire giustizia alla vittima e alle sue famiglie.

Continua a leggere

TREND

Riproduzione Riservata - Copyright © Gruppo ADN Italia srl - P.Iva 02265930798 - redazione@adn24.it - PRIVACY