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Cronaca

Giulia Cecchettin accoltellata da Filippo Turetta già davanti a casa poi è morta dissanguata.

Filippo Turetta ha aggredito Giulia Cecchettin per la prima volta con un coltello mentre si trovava nel parcheggio di fronte alla sua abitazione alle 23:18 del sabato 11 novembre. Dopo averla immobilizzata, presumibilmente con nastro adesivo, l’ha spinta in auto e in pochi minuti ha raggiunto la zona industriale di Fossò, dove l’ha attaccata nuovamente mentre cercava di fuggire, causandone la morte. Questi dettagli emergono dalle carte del giudice istruttore di Venezia, che ha emesso lunedì una nuova ordinanza di custodia cautelare nei confronti di Filippo Turetta per omicidio volontario aggravato dalla relazione affettiva e dal sequestro di persona. La richiesta di estradizione è stata inviata in Germania, con la procura tedesca che prevede un processo accelerato.

Secondo la ricostruzione della Procura, Giulia e Filippo avevano trascorso del tempo al centro commerciale di Marghera e avevano cenato insieme. Turetta l’aveva riportata a casa, ma nel parcheggio vicino alla residenza di Giulia l’aveva attaccata per la prima volta, forse con un coltello, successivamente ritrovato senza manico dai carabinieri. Un residente della zona ha riferito di aver udito le grida di una ragazza dicendo “così mi fai male” e di aver visto una persona colpire un oggetto a terra.

Dopo aver spinto Giulia in auto, Turetta si è diretto alla zona industriale di Fossò, raggiungendola alle 23:29. Qui, la giovane è riuscita a scendere dall’auto e ha cercato probabilmente di fuggire. Turetta l’ha perseguitata, la ha raggiunta e l’ha brutalmente colpita, facendole sbattere la testa contro il marciapiede. Da quel momento, Giulia non si è più mossa. Turetta ha caricato il corpo della ragazza in macchina e alle 23:50 è ripartito. In soli 30 minuti, è avvenuto il tragico omicidio di Giulia, e sul luogo sono rimasti frammenti di nastro adesivo argentato.

Cronaca

Verona | Tragedia Vago di Lavagno: madre si suicida dopo aver sparato al figlio, 15enne in condizioni disperate

Un dramma familiare ha sconvolto la comunità di Vago di Lavagno, in provincia di Verona, dove venerdì scorso una donna di 58 anni avrebbe sparato al figlio 15enne un colpo di pistola alla testa, per poi togliersi la vita. Questa è l’ipotesi prevalente su cui sta indagando la Procura di Verona. Il ragazzo è stato soccorso ma versa in condizioni disperate, ricoverato nel reparto di neurorianimazione dell’ospedale di Borgo Trento.

I carabinieri, intervenuti sul luogo, hanno trovato la madre senza vita in cucina, con accanto il figlio gravemente ferito. Accanto ai corpi, è stata sequestrata una pistola, legalmente detenuta dal defunto padre della donna, sulla quale sono in corso accertamenti. Al momento, nessuno risulta indagato, e il marito della donna è stato ascoltato come testimone.

Il procuratore di Verona, Raffaele Tito, ha spiegato che l’ipotesi più accreditata è quella di un tentato omicidio da parte della madre, che poi si sarebbe suicidata. La donna soffriva da tempo di problemi di salute, un elemento che potrebbe aver influito tragicamente su quanto accaduto.

In un primo momento, si era pensato che la donna fosse stata uccisa, ma le indagini e le testimonianze raccolte hanno portato a questa nuova ricostruzione dei fatti. Oltre alle testimonianze, gli inquirenti stanno analizzando le immagini delle videocamere di sorveglianza della zona.

Le condizioni del 15enne restano estremamente critiche. Secondo una nota dei medici dell’ospedale di Borgo Trento, il ragazzo è sostenuto meccanicamente e farmacologicamente in tutte le funzioni vitali e la prognosi rimane riservata. Non ci sono state variazioni significative rispetto al momento del ricovero, quando il giovane è arrivato in condizioni già gravissime.

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Cronaca

Lucca | Coppia di escursionisti tedeschi soccorsa dai Vigili del Fuoco ai piedi del Monte Pisanino

Nel pomeriggio di oggi, attorno alle 15:00, i Vigili del Fuoco sono stati chiamati ad intervenire nel Comune di Minucciano (LU) per la ricerca di una coppia di escursionisti di nazionalità tedesca, partiti dal campeggio Val Serenaia. I due turisti avevano perso l’orientamento durante un’escursione nei pressi del Monte Pisanino, una zona montuosa impervia delle Alpi Apuane.

Grazie alla Sala Operativa dei Vigili del Fuoco, le coordinate della loro posizione sono state individuate rapidamente. L’elicottero Drago 60, appartenente al reparto volo di Cecina, si è subito alzato in volo e ha localizzato la coppia ai piedi del Monte Pisanino. Il personale di bordo, tramite verricello, si è calato sul posto per raggiungere i due escursionisti.

Supportati da due unità del Soccorso Alpino, i Vigili del Fuoco hanno recuperato i turisti, trasportandoli in sicurezza sull’elicottero. Successivamente, i due sono stati trasferiti al campo sportivo di Gramolazzo, dove una squadra di terra proveniente da Castelnuovo Garfagnana li attendeva. Dopo essere stati soccorsi e verificato il loro stato di salute, la coppia è stata riaccompagnata al campeggio Val Serenaia.

Le operazioni si sono concluse con successo intorno alle 19:30, senza segnalazioni di feriti. Ancora una volta, la rapidità e la coordinazione tra Vigili del Fuoco e Soccorso Alpino hanno garantito un intervento sicuro ed efficace in una situazione potenzialmente critica.

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Cronaca

Roma | Perquisizione e sequestro del materiale informatico di Maria Rosaria Boccia

A seguito di una denuncia presentata dall’ex ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, la Procura di Roma ha disposto una perquisizione domiciliare e il sequestro del telefono cellulare e altro materiale informatico appartenente all’imprenditrice Maria Rosaria Boccia. Le operazioni sono state condotte dai carabinieri del nucleo investigativo di Roma, che hanno perquisito l’abitazione della Boccia a Pompei.

Durante la perquisizione, gli inquirenti avrebbero rinvenuto anche un paio di occhiali smart, precedentemente utilizzati dalla Boccia per realizzare video, incluso all’interno della Camera dei Deputati.

Il materiale sequestrato sarà ora sottoposto ad un’analisi approfondita da parte dei carabinieri, su incarico dei pubblici ministeri di piazzale Clodio. Nel frattempo, Maria Rosaria Boccia è stata iscritta nel registro degli indagati, e le indagini sono ancora in corso per chiarire i dettagli della vicenda.

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