Cronaca
Messina | Maxi sequestro di 37 milioni: Medico raggirava i pazienti con la promessa del bonus edilizio, sei arresti NOMI
Una persona è stata incarcerata mentre altre cinque sono agli arresti domiciliari in relazione a un intricato schema fraudolento finalizzato a sfruttare i benefici fiscali del decreto Legge 34 del 2020, noto come decreto “Rilancio”. Questo schema è stato scoperto grazie alle indagini avviate dopo una segnalazione alle autorità fiscali da parte di un cittadino privato. La segnalazione è stata fatta in seguito a informazioni fornite da un dipendente dell’Agenzia delle Entrate, riguardanti l’inserimento nel sistema fiscale di crediti d’imposta per un valore di 1,3 milioni di euro, attribuiti a lavori edilizi mai effettuati.
Dalle prime indagini condotte dai Finanzieri del Gruppo della Guardia di Finanza di Messina è emerso che queste agevolazioni fiscali, legate al “SUPERBONUS 110%”, erano state trasferite tramite la piattaforma online “cessione crediti” dell’Agenzia delle Entrate a una società specializzata nella locazione di immobili. Tuttavia, questa società si è poi rivelata priva di personale e strutture adeguate per svolgere l’attività.
Arrestati
- Antonino Barbera, 72 anni (in carcere)
- Domenica Barbera, 69 anni (ai domiciliari)
- Nicola Barbera, 45 anni (ai domiciliari)
- Felicia De Salvo, 68 anni (ai domiciliari)
- Silvia Lo Giudice, 41 anni (ai domiciliari)
- Roberto Pisa, 62 anni (ai domiciliari)
Ulteriori approfondimenti investigativi, tra cui analisi tecniche, accertamenti bancari e perquisizioni sul territorio, hanno rivelato la presenza di ulteriori considerevoli crediti inseriti nei sistemi informatici da un singolo individuo e ceduti da privati alle stesse società precedentemente individuate, tutte riconducibili a membri di una stessa famiglia. Il fulcro di questa attività criminale sembra essere un medico generico di Messina di nome Antonino Barbera, che, sfruttando la fiducia dei suoi pazienti, offriva loro l’opportunità di ottenere i contributi statali “Ecobonus” e “Superbonus” per la ristrutturazione dei loro immobili. Per farlo, richiedeva loro di fornire le credenziali “SPID” e di concedergli accesso al loro cassetto fiscale, alle loro caselle di posta elettronica e di autorizzarlo a gestire i crediti d’imposta.
In sostanza, il medico, con l’assistenza di un commercialista di nome Roberto Pisa, operava a distanza sui cassetti fiscali dei pazienti ignari, completando la procedura istruttoria dell’Agenzia delle Entrate e trasferendo la cessione del credito d’imposta sulla piattaforma online “cessione crediti”. I crediti così ottenuti venivano successivamente ceduti ad altre entità, comprese quattro società legate al medico e ai suoi parenti, al fine di monetizzarli o compensarli con debiti fiscali effettivi.
Il giudice ha disposto il sequestro preventivo di oltre 37 milioni di euro, una parte dei quali è ancora presente sulla piattaforma telematica, rappresentando i profitti generati da questa attività criminale.
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