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Il Mito di Garibaldi e l’Obbedisco: Un Falso Storico Svelato

La figura di Giuseppe Garibaldi è da sempre avvolta da un’aura di leggenda, simbolo di unità e patriottismo italiano. Tra le frasi celebri che lo accompagnano, quella del lapidario “Obbedisco” è forse la più iconica. Tuttavia, l’origine e il contesto di questa affermazione sono ben lontani dal racconto popolare, e meritano di essere esaminati con attenzione.

Contrariamente a quanto si crede, Garibaldi non pronunciò mai la parola “obbedisco” durante il famoso incontro con il re Vittorio Emanuele II a Teano, avvenuto il 26 ottobre 1860. In realtà, questa espressione non fu nemmeno un dialogo diretto, ma un gesto di scrittura avvenuto anni dopo. La storicità di questo episodio viene chiarita quando si considera il contesto e la data in cui la frase è stata realmente messa su carta.

Il 9 agosto 1866, Garibaldi si trovava nel comune di Bezzecca, in Trentino, dove aveva recentemente ottenuto una vittoria contro le forze austriache durante la Terza guerra d’Indipendenza. Con le sue truppe, i “Cacciatori delle Alpi”, il generale era determinato a liberare Trento, che all’epoca faceva parte dell’Impero Austro-Ungarico. Tuttavia, la sua avanzata fu interrotta da una notizia inaspettata: l’armistizio tra Italia e Austria era imminente.

In seguito all’ordine ricevuto dal generale La Marmora di ritirarsi dal Trentino entro 24 ore, Garibaldi, deluso e frustrato, decise di scrivere una lettera. In questa comunicazione, utilizzò la famosa espressione “obbedisco” per esprimere il suo rifiuto di accettare l’ordine. Il tono della sua missiva rifletteva la determinazione e il senso di responsabilità che lo caratterizzavano, nonostante la situazione.

L’armistizio di Cormons, che sancì la cessazione delle ostilità il 12 agosto, portò alla firma della pace a Vienna il 3 ottobre dello stesso anno. Questo accordo si tradusse in una perdita per l’Italia, che non riuscì a liberare il Veneto e il Trentino in quel momento. Mentre il Veneto venne annesso al Regno d’Italia poco dopo, per il Trentino si dovette attendere ben 49 anni e la Prima guerra mondiale.

Il mito di Garibaldi e la frase “obbedisco” evidenziano come la storia possa essere distorta o semplificata nel corso del tempo. La realtà dei fatti è molto più complessa e affascinante rispetto alla narrazione tradizionale. Riscoprire il vero significato di questi eventi ci permette di comprendere meglio il contesto storico in cui Garibaldi operò e le sfide che affrontò nella sua lotta per l’unità d’Italia. La sua figura rimane, quindi, non solo un simbolo di resistenza, ma anche un riflesso delle dinamiche politiche e militari del suo tempo.

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