Connect with us

Liguria

Genova | Droga e cellulari in carcere, scatta l’allarme del Sappe

Ha prodotto importanti e significativi risultati la costante e continua opera di controllo e vigilanza del personale di Polizia Penitenziaria che presta servizio nel carcere di Marassi, a Genova. Ed è sorprendente quel che gli agenti hanno trovato, come spiega Vincenzo Tristaino, segretario regionale per la Liguria del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria: “Gli uomini della polizia penitenziaria, in due momenti distinti, hanno trovato un detenuto in possesso di una quarantina di droga, che aveva cercato di nascondere sul proprio corpo, e poi un telefonino, Grazie allo scrupolo ed alla professionalità del personale di polizia penitenziaria, che nonostante lavori sottorganico ed in uno dei carceri più affollato d’Italia  è riuscito per l’ennesima volta a concludere con successo un’importante operazione di vigilanza e controllo”.

Donato Capece, segretario generale del SAPPE, evidenzia che  “il primo e più rappresentativo Sindacato della Categoria, il Sappe, torna a richiamare l’attenzione dei vertici regionali e nazionali dell’amministrazione penitenziaria affinché vengano date risposte concrete, alla risoluzione delle problematiche in atto nel penitenziario di Marassi, a Genova, anche dotando le donne e gli uomini della Polizia Penitenziaria, da sempre in prima linea sul fronte dell’ingresso e possesso di droga in carcere, di adeguati strumenti tecnologici di controllo”. “Il problema dell’ingresso della droga in carcere – afferma il leader del SAPPE – è questione ormai sempre più frequente, a causa dei tanti tossicodipendenti ristretti nelle strutture italiane. Rispetto a tale problema bisognerebbe fare molto di più, seguendo l’esempio del carcere di Rimini, dove da tanti anni esiste un piccolo reparto, con 16 posti, dedicato a soggetti tossicodipendenti, i quali sottoscrivono con l’amministrazione un programma di recupero, impegnandosi a non assumere sostanze alternative, come il metadone, a frequentare corsi di formazione, a lavorare”.

Superato questo percorso iniziale – conclude Capece – vengono poi destinati alla comunità esterna e quasi tutti non fanno più ritorno in carcere, riducendo la recidiva quasi a zero. Peraltro, esiste una legislazione molto favorevole che consente a coloro che hanno superato, o abbiano in corso un programma di recupero, di uscire dal carcere. Questa è la strada da seguire per togliere dal carcere i tossicodipendenti e limitare sempre di più l’ingresso di sostanze stupefacenti, unito ovviamente a tutte le attività di prevenzione, come l’utilizzo delle unità cinofile, fondamentali nel contrasto dei tentativi illeciti e fraudolenti di ingresso e smercio di droghe in carcere”. 

trend

Riproduzione Riservata - Copyright © Gruppo ADN Italia srl - P.Iva 02265930798 - redazione@adn24.it - PRIVACY