Abruzzo

L’Aquila | Muore di mesotelioma a 54 anni: condanna per l’Inps

La Corte d’Appello dell’Aquila ha emesso una sentenza che obbliga l’Inps a riconoscere le maggiorazioni per l’esposizione all’amianto e a ricostruire la posizione contributiva di Luigi Vitullo, deceduto a causa di un mesotelioma pleurico epitelioide all’età di 54 anni, causato dall’esposizione professionale alla fibra di amianto.

Le perizie tecniche-ambientali del consulente tecnico d’ufficio (Ctu) hanno confermato che Luigi Vitullo, operaio chietino impiegato in diverse aziende della provincia di Chieti dal 1976 al 1987, è stato esposto direttamente e indirettamente a polveri e fibre di amianto durante il suo lavoro.

Assistita legalmente dalla famiglia di Vitullo, con il presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto (Ona), Ezio Bonanni, a guidare la causa, si è dimostrato che l’operaio manipolava lastre di cemento amianto soggette a usura e spesso abbandonate nei cantieri, nonostante il divieto di utilizzo introdotto dalla legge 257/92. Gli operai, non informati dei rischi per la salute e privi di strumenti di protezione adeguati, portavano involontariamente a casa abiti contaminati con polvere e fibre di amianto, esponendo anche i familiari.

La malattia di Vitullo è stata diagnosticata come mesotelioma pleurico nel maggio 2015, confermata il mese successivo e l’uomo è purtroppo deceduto ad Ancona un mese dopo.

La battaglia legale ha avuto inizio contro l’Inail, che nel 2019 ha riconosciuto il diritto in via amministrativa. Tuttavia, l’Inps ha continuato a negare l’esposizione all’amianto e i benefici spettanti alla vedova di Vitullo, Antonietta Cicchini. Questo ha portato a una nuova causa. Sebbene la domanda sia stata inizialmente respinta in primo grado, in appello il ricorso è stato accolto.

L’Inps è stato condannato a ricalcolare la pensione di indennità con un aumento di circa 5.000 euro all’anno e la vedova dovrà percepire circa 80.000 euro tra gli arretrati dell’Inps e quelli dell’Inail.

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