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Calabria

Manager e Boss hanno divorato oltre 1 miliardo di Euro destinati alla sanità Calabrese.

Un miliardo e 174 milioni di euro in passivo, una voragine finanziaria che ha devastato il settore sanitario. In Calabria, il quadro contabile sembra uscito da antichi registri oleosi di negozi di alimentari di un’epoca passata. Questo risultato è stato possibile grazie a dirigenti senza scrupoli che hanno collaborato con figure di spicco della criminalità organizzata, fornitori che hanno ottenuto appalti ingiustificati o pagamenti multipli, e altri che hanno dovuto aspettare 750 giorni o più per ricevere i propri soldi. Chiunque abbia manipolato i bilanci è stato o rimosso per motivi formali o è attualmente sotto processo.

Inoltre, alcune Aziende Sanitarie Provinciali (Asp) sono state commissariate a causa dei legami con la mafia e sono teoricamente in rosso di 500 milioni di euro. Nel 2020, nessuno aveva davvero contezza della situazione, come dichiarato dalla Corte dei Conti, che ha affermato: “La contabilità è basata su documenti non affidabili, e il deficit dichiarato è inattendibile e significativamente sottovalutato”. Alcuni debiti, in forma di titoli cartolarizzati, sono persino finiti sul mercato borsistico di Londra, noti come i “bond della ‘ndrangheta”, come li ha chiamati il Financial Times.

Il sistema sanitario calabrese è diventato un Far West, un terreno fertile per le ‘ndrine, che hanno perfino fatto laureare i loro discendenti in Medicina a Messina, con una pistola in mano mentre erano seduti in aula. Ricordiamo il caso del professor Matteo Bottari, assassinato di fronte all’Università più di 25 anni fa. La commissione Antimafia si occupò del caso all’epoca, ma da allora non se ne è più sentito parlare. Allo stesso modo, il consigliere regionale della Margherita, Francesco Fortugno, fu ucciso in un seggio durante le primarie del Partito Democratico a Locri nel 2005, un omicidio mafioso pianificato proprio nell’ospedale dove lavorava il politico che aspirava a diventare assessore alla Sanità.

L’azione di riforma avviata durante il governo di Mario Monti e continuata dagli esecutivi successivi non ha mai smesso di procedere. Molti ospedali territoriali sono stati chiusi o ridimensionati, a volte con criterio e altre volte in modo caotico, a scapito dei Livelli Essenziali di Assistenza (LEA), con liste d’attesa che potevano superare i 500 giorni per una semplice visita. Secondo la Corte dei Conti, nel 2022 la Calabria è riuscita a tornare in attivo. Tuttavia, la Commissione Europea ha definito questa trasformazione un esercizio di ingegneria finanziaria e ha aperto una procedura di infrazione, mettendo la regione in mora e bloccando le azioni esecutive fino al 31 dicembre di quest’anno. È importante notare che questa procedura è stata in parte attenuata in risposta alle obiezioni della Corte Costituzionale e agli sforzi del governatore Roberto Occhiuto.

Calabria

Tropea | Prodotti surgelati nocivi: sequestro di 108 kg tra prodotti ittici e ortofrutticoli

La polizia ha recentemente sequestrato un carico di 108 chili di prodotti ittici e ortofrutticoli surgelati, trasportati in violazione delle normative igienico-sanitarie. L’operazione è avvenuta a Tropea, una delle località turistiche più rinomate della Calabria, dove il carico era destinato ad alcune attività commerciali.

Il controllo è stato effettuato dagli agenti del Posto Fisso di Tropea, che hanno notato un veicolo con comportamenti sospetti. A supporto delle operazioni, è intervenuto personale specializzato dell’Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia, per valutare la situazione dal punto di vista alimentare.

Gli alimenti sono stati considerati non idonei al consumo umano e sono stati posti sotto sequestro, in attesa di un decreto di distruzione. Questa azione si inserisce in un più ampio impegno delle autorità locali per garantire la sicurezza alimentare e prevenire potenziali rischi sanitari per i consumatori. La polizia invita a mantenere alta l’attenzione riguardo alla provenienza e alla conservazione dei prodotti alimentari, soprattutto in aree turistiche dove la qualità è fondamentale.

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Calabria

Reggio Calabria | Bottiglia di benzina lasciata come messaggio intimidatorio all’ingresso di un esercizio commerciale

Una bottiglia di benzina è stata trovata all’ingresso di un ristorante nella zona di Spirito Santo a Reggio Calabria, in quello che sembra essere un atto intimidatorio. Il titolare dell’esercizio, Tommaso Marzullo, ha scoperto il messaggio minaccioso, che appare collegato a Davide Bilardi, un nuovo collaboratore di giustizia. La rosticceria, che si appresta ad aprire, si trova vicino agli uffici delle forze dell’ordine.

Gli agenti delle Volanti e della Scientifica sono intervenuti sul posto per raccogliere prove e hanno sequestrato la bottiglia. La squadra mobile ha già avviato indagini e ha informato la Direzione distrettuale antimafia, poiché l’area è controllata dalla cosca Libri, che sta vivendo momenti di tensione a seguito delle dichiarazioni di Bilardi.

Il collaboratore di giustizia ha già menzionato la rosticceria nei suoi verbali, sottolineando un episodio in cui un esponente della cosca si era presentato lamentando di non essere stato avvisato dell’apertura dell’attività commerciale. Questo potrebbe ora essere interpretato come un avvertimento o una ritorsione da parte della cosca nei confronti di Bilardi, che ha scelto di collaborare con le autorità. Le indagini continuano per chiarire la natura di questo gesto intimidatorio e il suo possibile significato per la comunità locale e per le dinamiche mafiose in atto.

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Calabria

Procura di Castrovillari | Bergamini, il calciatore del Cosenza morto nel 1989, chiesti 23 anni di reclusione per l’ex fidanzata

I pubblici ministeri della Procura di Castrovillari hanno chiesto una condanna a 23 anni di reclusione per Isabella Internò, l’ex fidanzata di Donato Denis Bergamini, il calciatore del Cosenza tragicamente scomparso il 18 novembre 1989 lungo la statale 106 a Roseto Capo Spulico. La donna è accusata di omicidio volontario in concorso con ignoti e il caso è attualmente sotto esame presso la Corte d’Assise di Cosenza.

La richiesta di condanna è stata presentata dal pm Luca Primicerio, supportato dal procuratore di Castrovillari, Alessandro D’Alessio, al termine di una requisitoria che ha avuto inizio ieri. È importante notare che Isabella Internò non era presente in aula durante la formulazione della richiesta. La vicenda, avvolta da un lungo mistero e controversie, continua a suscitare grande interesse e attenzione da parte dell’opinione pubblica e dei media.

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