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Calabria

Gela | Boss, armi e alleanze con la ‘ndrangheta calabrese di Polistena (RC)

Giuseppe Tasca, esponente di Cosa Nostra gelese appartenente alla famiglia dei Rinzivillo, è uscito dal carcere nel 2018 ed è stato identificato come il nuovo capo della criminalità organizzata nel territorio gelese, riprendendo il controllo dopo 16 anni di detenzione. L’operazione della polizia è stata denominata “Ianus”, un riferimento a una delle divinità più antiche, rappresentata con due volti.

Dalle indagini emerge un forte legame con la ‘ndrangheta calabrese, in particolare con la ‘ndrina Longo di Polistena, oltre che con esponenti di Catania dai quali i membri di Cosa Nostra gelese acquistavano armi. È stato rivelato che un kalashnikov può essere acquistato per 2.500 euro. Il procuratore di Caltanissetta De Luca ha commentato: “Questa operazione conferma la disponibilità di armi da parte di Cosa Nostra, dimostrando che non si tratta solo di affari, ma che esiste una riserva di violenza radicata nell’associazione, pronta a essere utilizzata se le normali attività economiche non fossero sufficienti. La riserva di violenza è sempre presente”.

Durante la conferenza stampa presso la questura di Caltanissetta, il direttore dello Sco Vincenzo Nicolì ha sottolineato che si tratta di un’indagine classica su Cosa Nostra, evidenziando la capacità di interagire con importanti consorterie mafiose siciliane ed esponenti di cosche calabresi. Il questore di Caltanissetta Pinuccia Albertina Agnello ha aggiunto che la criminalità organizzata è tornata in provincia dopo vent’anni, con particolare riferimento a Gela, definendo necessario un intervento sul territorio. Il dirigente della squadra mobile di Caltanissetta, Antonino Ciavola, ha inoltre rivelato che ogni settimana venivano smerciati due chili di cocaina e che si verificava uno scambio tra i membri di Cosa Nostra gelese, i catanesi e gli uomini di Canicattì.

Calabria

Cosenza | Controlli del territorio: un arresto e una denuncia per detenzione di sostanza stupefacente ai fini di spaccio

Nei recenti controlli anti-droga condotti a Cosenza, la Polizia di Stato ha effettuato un’importante operazione che ha portato all’arresto di un uomo accusato di traffico di sostanze stupefacenti. Le operazioni, coordinate dal Questore Giuseppe Cannizzaro e dalla Procura della Repubblica, si sono concentrate nel quartiere Serraspiga, un’area nota per attività illecite.

Durante i controlli, il fiuto del cane poliziotto “Digos” ha indirizzato gli agenti verso un appartamento sospetto. Quando gli operatori hanno bussato alla porta, l’arrestato ha cercato di sbarazzarsi di un involucro lanciandolo dalla finestra. I poliziotti, appostati nei dintorni, hanno recuperato l’oggetto, scoprendo che conteneva cocaina, un bilancino di precisione e una notevole somma di denaro, frutto dello spaccio.

Proseguendo la perquisizione all’interno dell’abitazione, gli agenti hanno rinvenuto ulteriori quantità di cocaina già suddivisa in dosi, ulteriore denaro e attrezzature per il confezionamento. In totale, sono stati sequestrati 178 grammi di cocaina e quasi 8.500 euro.

In un’altra operazione nel medesimo quartiere, un secondo soggetto è stato trovato in possesso di marijuana. Dopo una perquisizione nel suo scantinato, gli agenti hanno recuperato uno zaino contenente 128 grammi di sostanza stupefacente e un altro bilancino di precisione.

Questi interventi evidenziano l’impegno della Polizia di Stato nel contrastare il traffico di droga e garantire la sicurezza pubblica nella comunità. Gli indagati sono presunti innocenti fino a un eventuale accertamento di colpevolezza in sede giudiziaria.

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Calabria

Tropea | Prodotti surgelati nocivi: sequestro di 108 kg tra prodotti ittici e ortofrutticoli

La polizia ha recentemente sequestrato un carico di 108 chili di prodotti ittici e ortofrutticoli surgelati, trasportati in violazione delle normative igienico-sanitarie. L’operazione è avvenuta a Tropea, una delle località turistiche più rinomate della Calabria, dove il carico era destinato ad alcune attività commerciali.

Il controllo è stato effettuato dagli agenti del Posto Fisso di Tropea, che hanno notato un veicolo con comportamenti sospetti. A supporto delle operazioni, è intervenuto personale specializzato dell’Azienda sanitaria provinciale di Vibo Valentia, per valutare la situazione dal punto di vista alimentare.

Gli alimenti sono stati considerati non idonei al consumo umano e sono stati posti sotto sequestro, in attesa di un decreto di distruzione. Questa azione si inserisce in un più ampio impegno delle autorità locali per garantire la sicurezza alimentare e prevenire potenziali rischi sanitari per i consumatori. La polizia invita a mantenere alta l’attenzione riguardo alla provenienza e alla conservazione dei prodotti alimentari, soprattutto in aree turistiche dove la qualità è fondamentale.

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Calabria

Reggio Calabria | Bottiglia di benzina lasciata come messaggio intimidatorio all’ingresso di un esercizio commerciale

Una bottiglia di benzina è stata trovata all’ingresso di un ristorante nella zona di Spirito Santo a Reggio Calabria, in quello che sembra essere un atto intimidatorio. Il titolare dell’esercizio, Tommaso Marzullo, ha scoperto il messaggio minaccioso, che appare collegato a Davide Bilardi, un nuovo collaboratore di giustizia. La rosticceria, che si appresta ad aprire, si trova vicino agli uffici delle forze dell’ordine.

Gli agenti delle Volanti e della Scientifica sono intervenuti sul posto per raccogliere prove e hanno sequestrato la bottiglia. La squadra mobile ha già avviato indagini e ha informato la Direzione distrettuale antimafia, poiché l’area è controllata dalla cosca Libri, che sta vivendo momenti di tensione a seguito delle dichiarazioni di Bilardi.

Il collaboratore di giustizia ha già menzionato la rosticceria nei suoi verbali, sottolineando un episodio in cui un esponente della cosca si era presentato lamentando di non essere stato avvisato dell’apertura dell’attività commerciale. Questo potrebbe ora essere interpretato come un avvertimento o una ritorsione da parte della cosca nei confronti di Bilardi, che ha scelto di collaborare con le autorità. Le indagini continuano per chiarire la natura di questo gesto intimidatorio e il suo possibile significato per la comunità locale e per le dinamiche mafiose in atto.

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