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Calabria

Gioia Tauro (RC) | Fotografa scheda elettorale, intervento della Polizia

Un grave episodio si è verificato intorno alle 22:15 di questa sera a Gioia Tauro, dove si vota per il secondo turno delle elezioni comunali, presso il seggio n.4 di rione Gagliano, nelle scuole elementari “Montale”.

Secondo quanto appreso, una donna di mezza età, residente nel quartiere Stazione, è stata colta in flagrante subito dopo aver scattato una fotografia alla scheda elettorale appena compilata con la propria preferenza. Non è chiaro se i membri del seggio siano stati allertati da un clic della fotocamera o da movimenti o rumori anomali, ma una volta accertato il reato, il responsabile del seggio ha immediatamente coperto la fessura dell’urna per impedire alla donna di inserire la scheda contestata. La donna, tuttavia, ha spostato con veemenza le mani dell’operatore e ha comunque inserito la scheda nell’urna.

Il presidente del seggio ha quindi allertato i finanzieri presenti per le opportune determinazioni. Sul posto sono intervenuti gli agenti della Digos del commissariato di Gioia Tauro, coordinati dal vicequestore Luciano Rindone, che hanno interrogato a lungo la donna e il presidente del seggio per ricostruire l’accaduto e procedere ai provvedimenti del caso. Il seggio n.4 ha subito un’interruzione di qualche minuto, ma le operazioni di voto sono poi riprese regolarmente.

È importante ricordare che fotografare la scheda elettorale è un reato, punibile con il carcere e una multa salata. La legge vieta espressamente l’introduzione di telefoni e altri dispositivi atti a scattare foto o video all’interno della cabina elettorale, poiché il voto è personale e segreto e non può essere divulgato. Questo divieto mira a prevenire il voto di scambio e i brogli elettorali di qualsiasi genere. A tal proposito, alcuni presidenti di seggio più rigidi hanno invitato gli elettori a depositare i telefoni fuori dalla cabina. La scheda fotografata sarà annullata durante lo spoglio domani.

Calabria

Soveria Mannelli | Grave incidente sul lavoro: operaio di 61 anni ferito gravemente da una motosega

Un tragico incidente si è verificato a Soveria Mannelli, nella provincia di Catanzaro, dove un operaio di 61 anni è stato gravemente ferito mentre tentava di abbattere un albero con una motosega. Secondo una prima ricostruzione dei fatti, l’uomo avrebbe perso il controllo dell’attrezzo, causando il colpo della lama alla base del collo e recidendo la vena giugulare.

I carabinieri hanno avviato immediati accertamenti per comprendere la dinamica precisa dell’incidente. L’uomo è stato prontamente soccorso e trasportato in ospedale a Soveria Mannelli, da dove è stato poi trasferito in elisoccorso al nosocomio di Catanzaro. Qui è stato sottoposto a un intervento chirurgico delicato, durante il quale i medici sono riusciti a fermare l’emorragia grave e a riparare i vasi sanguigni danneggiati.

Attualmente l’operaio è ricoverato in prognosi riservata e sotto stretta osservazione nel reparto di rianimazione dell’ospedale. La situazione rimane critica mentre i sanitari continuano a monitorare attentamente le sue condizioni.

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Calabria

‘Ndrangheta Limbadi | Pentito rivela informazioni su Diego Mancuso e il mistero di Maria Chindamo

Diego Mancuso, il capo della ‘ndrangheta di Limbadi (Vv), avrebbe utilizzato un telefono cellulare mentre era in carcere per informarsi sugli affari del clan al di fuori della prigione. Tra questi affari rientrava l’interesse del suo clan per l’acquisizione dei terreni agricoli di Maria Chindamo, imprenditrice di Laureana di Borrello (Rc), la quale scomparve nel maggio del 2016 davanti al cancello della sua proprietà a Limbadi, il cui corpo non è mai stato trovato.

Queste informazioni sono state rivelate oggi da Andrea Mantella, un collaboratore di giustizia, durante il suo testimonio al Tribunale collegiale di Vibo Valentia nel contesto del maxiprocesso derivante dalle operazioni antimafia Maestrale-Carthago, Olimpo e Imperium. Mantella ha dichiarato di aver appreso dell’uso del telefono cellulare in carcere da parte di Diego Mancuso durante il loro periodo di detenzione comune nel carcere di Viterbo.

Inoltre, ha aggiunto che il clan di Mancuso stava cercando di acquisire i terreni di Maria Chindamo e che erano riusciti a convincere il marito della donna, deceduto per suicidio nel maggio 2015. I Mancuso, per facilitare la cessione dei terreni, avevano cercato anche il supporto del clan Pesce di Rosarno, città di provenienza del marito di Maria Chindamo. Tuttavia, la donna si era opposta alla cessione dei terreni, il che avrebbe portato al suo rapimento e alla sua scomparsa.

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Calabria

Locri | 34enne muore dopo essere stato dimesso dal Pronto Soccorso, indagini in corso

Un giovane di 34 anni, Christian Guarnieri, è morto domenica a Locri dopo essere stato dimesso dal Pronto Soccorso dell’ospedale di Locri. Il giovane si era recato in ospedale per un malessere, ma dopo i controlli è stato rimandato a casa. Secondo i familiari, Guarnieri avrebbe atteso diverse ore al Pronto Soccorso e, nonostante i continui dolori, è stato dimesso. Una volta a casa, le sue condizioni sono precipitate e purtroppo è deceduto.

I familiari della vittima hanno denunciato l’accaduto ai Carabinieri di Locri, che hanno avviato le indagini. La Procura ha disposto il sequestro della salma, che è stata trasferita all’ospedale di Reggio Calabria per l’autopsia. L’esame autoptico stabilirà le cause del decesso.

La morte di Guarnieri ha destato grande sconforto e rabbia nella comunità di Locri. Sui social, familiari e amici hanno ricordato il giovane con messaggi di cordoglio, sottolineando le sue doti umane e la sua gentilezza.

Con la morte di Guarnieri, sale a quattro il numero di casi di presunta malasanità avvenuti all’ospedale di Locri dall’inizio del 2024. A gennaio, un giovane indiano è deceduto nel reparto di Chirurgia dopo ore di attesa al Pronto Soccorso. A febbraio, un neonato è morto in sala parto. A maggio, un anziano è deceduto all’ospedale di Polistena dopo essere caduto in un reparto del nosocomio di Locri.

La Procura di Locri sta indagando su tutti e quattro i casi.

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