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Calabria

Vibo Valentia | Sequestrato e picchiato per estorcergli denaro, tre fermi.

Nel territorio di Vibo Valentia, i Carabinieri hanno proceduto all’arresto di due uomini e una donna accusati di sequestro di persona, porto d’armi, rapina e lesioni con l’aggravante della crudeltà. Questi individui avrebbero ingannato e brutalmente aggredito un giovane.

Tutto ha avuto inizio da un’amicizia che era nata sui social tra la vittima e la donna, che aveva portato a un incontro faccia a faccia. In seguito, la vittima è stata invitata a casa loro per continuare la serata, ma si è poi reso conto di essere caduto in una trappola. Il giovane si è trovato davanti al figlio della donna, il quale lo ha colpito violentemente alla nuca con un bastone. Successivamente, con la complicità della madre, è stato legato a una sedia, picchiato ripetutamente e torturato con un’arma da taglio, con l’obiettivo di costringerlo a rivelare la password del suo bancomat e la presenza di denaro contante nella sua abitazione. Il giovane, sotto la pressione, ha ceduto, e a questo punto è intervenuto un altro individuo che ha accompagnato la donna prima a casa della vittima, dove sono stati prelevati 2.500 euro in contanti, e successivamente in una filiale bancaria di Vibo Valentia per effettuare un prelievo. Solo dopo queste azioni il giovane è stato liberato dal trio malvagio, ma minacciato affinché non raccontasse nulla dell’orrore subito per evitare ritorsioni.

Una volta liberato, il giovane ha avuto la fortuna di incrociare una pattuglia dei Carabinieri, ai quali ha raccontato in dettaglio l’orrore subito. I militari, sotto la guida del Procuratore di Vibo Camillo Falvo e del magistrato responsabile dell’inchiesta, hanno avviato un’approfondita indagine, confermando i fatti sia attraverso le registrazioni delle telecamere di videosorveglianza che tramite l’analisi dei profili social dei presunti autori di questo sequestro e dell’aggressione. Alla luce della gravità straordinaria degli elementi raccolti, la Procura ha emesso un decreto di fermo, che è stato poi eseguito dai Carabinieri della Compagnia di Vibo.

I sospettati coinvolti nelle violenze sono stati quindi portati in carcere. La vittima ha riportato diverse lesioni, tra cui la frattura del setto nasale, ma queste sono state valutate guaribili in un periodo di 45 giorni.

Calabria

Cutro (KR) | Accusato di aggressione sessuale era ricercato in Inghilterra, arrestato iracheno

Un cittadino iracheno di 49 anni, residente a Cutro, è stato arrestato dalla Squadra Mobile della Questura di Crotone, poiché ricercato a livello internazionale per reati di aggressione e violenza sessuale. Le accuse risalgono a episodi avvenuti nel 2018 e nel 2019 in Inghilterra, in particolare a Liverpool e Loughborough, dove l’uomo sarebbe stato responsabile di aggressioni nei confronti di due donne.

La cattura è avvenuta a seguito di una segnalazione da parte del Servizio per la Cooperazione Internazionale di Polizia, che ha attivato le indagini necessarie. Grazie a un’attenta attività investigativa, gli agenti sono riusciti a rintracciare l’individuo, che aveva recentemente fatto ingresso in Italia viaggiando in autobus. L’arresto rappresenta un’importante operazione per la sicurezza e il contrasto alla criminalità internazionale, dimostrando l’efficacia della cooperazione tra le forze di polizia nazionali e internazionali.

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Calabria

Calabria | ‘Ndrangheta: Operazione nel crotonese, 31 misure

I Carabinieri del Comando provinciale di Crotone, supportati da unità provenienti da altre province calabresi, hanno eseguito un’operazione di vasta portata che ha portato all’arresto di 31 individui legati a cosche mafiose del territorio. Il provvedimento, richiesto dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro e convalidato dal Gip, prevede 15 custodie in carcere, 7 arresti domiciliari e 9 obblighi di dimora.

Le indagini sono iniziate dopo un episodio estorsivo ai danni di un imprenditore di Cutro, rivelando una rete complessa di attività illegali tra cui estorsione, usura e traffico di stupefacenti. Questo scenario si è delineato dopo l’arresto del boss Nicolino Grande Aracri e ha messo in luce la rivalità tra la famiglia Martino, già legata a Grande Aracri, e un’altra cosca locale.

L’inchiesta, condotta attraverso intercettazioni e attività di osservazione, ha fatto emergere la capacità della famiglia Martino di esercitare il controllo sul territorio mediante intimidazioni, estorsioni e traffico di droga. Inoltre, i militari hanno documentato la disponibilità di armi da parte degli indagati, confermando l’operatività dell’associazione mafiosa in questione.

La scoperta di danneggiamenti a veicoli appartenenti a membri di spicco della famiglia Martino ha fornito ulteriori elementi per comprendere le dinamiche interne e le relazioni tra le varie cosche della provincia. Questo intervento dei Carabinieri rappresenta un importante passo avanti nella lotta contro la criminalità organizzata nella regione.

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Reggio Calabria | Confiscati beni a soggetto contiguo alla cosca Bellocco di Rosarno

Le forze della Guardia di Finanza dei comandi provinciali di Reggio Calabria e Firenze, insieme al personale dello S.C.I.C.O. (Servizio Centrale Investigazione Criminalità Organizzata), hanno portato a termine un’importante operazione volta a contrastare le attività illecite della criminalità organizzata, con particolare riferimento alla cosca “Bellocco” di Rosarno. L’operazione, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia (DDA) di Reggio Calabria, ha condotto all’applicazione di misure di prevenzione sia personali che patrimoniali nei confronti di un soggetto ritenuto vicino a questo gruppo criminale.

L’intervento ha comportato la sorveglianza speciale con obbligo di soggiorno nel comune di residenza per l’indagato, nonché la confisca di beni del valore complessivo di circa 200 mila euro. I beni confiscati comprendono un’attività commerciale, un’imbarcazione da pesca, diversi veicoli e un fabbricato, tutti ritenuti sproporzionati rispetto alle entrate legittime dichiarate dal soggetto.

Le indagini che hanno portato a questo risultato sono state condotte nell’ambito di diverse operazioni di contrasto alla criminalità, tra cui “Magma”, “Erba di Grace” e “Buenaventura”. In particolare, il soggetto coinvolto era già stato condannato per traffico internazionale di stupefacenti e per estorsioni aggravate dal metodo mafioso. L’operazione “Magma”, conclusa nel 2019, aveva visto l’emissione di numerosi provvedimenti cautelari, mentre “Erba di Grace” e “Buenaventura” si erano concentrate su reati legati al traffico di droga e all’usura.

Il lavoro congiunto delle DDA di Reggio Calabria e Firenze, insieme ai reparti specializzati della Guardia di Finanza, ha permesso di ricostruire la situazione economica e patrimoniale del soggetto, dimostrando una netta sproporzione tra i beni posseduti e le entrate ufficialmente dichiarate. La successiva confisca del patrimonio ha rappresentato un duro colpo per le attività economiche legate alla cosca, confermando l’impegno costante delle istituzioni nel colpire non solo le persone coinvolte, ma anche le risorse finanziarie e materiali che alimentano le organizzazioni mafiose.

L’operazione evidenzia l’importanza delle indagini patrimoniali nel contrasto alla mafia, puntando a smantellare i network economici che sostengono le attività illecite. Grazie all’efficace collaborazione tra le varie Procure e le unità investigative, si continua a lavorare per garantire la legalità e proteggere il tessuto imprenditoriale sano dalla contaminazione mafiosa.

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