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Amici Animali

SAI QUAL E’…L’uccello più intelligente del mondo?

Immaginate un uccello che potrebbe tranquillamente conquistare una puntata di “Chi vuol essere milionario” grazie alla sua intelligenza fuori dal comune. Questa immagine potrebbe non essere così lontana dalla realtà quando si parla del Corvo Imperiale (Corvus corax), un vero e proprio genio tra gli uccelli.

Un Intelligente Nero Lucente

Il Corvo Imperiale non è solo riconoscibile per il suo piumaggio scuro e il suo aspetto imponente, ma è celebre anche per le sue straordinarie capacità cognitive. Questo uccello, ritenuto il più intelligente tra le specie di volatili, ha attirato l’attenzione degli studiosi per una serie di abilità che dimostrano una notevole intelligenza.

Il DJ della Foresta

Tra le sue abilità più affascinanti c’è la capacità di modulare e variare il proprio canto, una sorta di DJ naturale. Questo non solo cattura l’attenzione di altri animali, ma il Corvo Imperiale è anche un eccellente imitatore, capace persino di replicare la voce umana. Questa abilità non è solo una curiosità, ma un segno del suo sofisticato repertorio comunicativo.

Il Test dello Specchio: Autoconsapevolezza Alata

Una delle dimostrazioni più affascinanti dell’intelligenza di questo uccello è il “test dello specchio”. Questo test misura la capacità di un animale di riconoscersi in uno specchio, un indicatore di autoconsapevolezza. I Corvi Imperiali hanno superato questo test, dimostrando una consapevolezza di sé che è rara nel regno animale e rappresenta un aspetto avanzato della loro cognizione.

MacGyver con le Piume: Creatività e Ingegno

Il Corvo Imperiale si distingue anche per la sua straordinaria capacità di risolvere problemi. Utilizza ramoscelli, pietre e altri oggetti naturali come utensili per ottenere cibo, mostrando una creatività che lo accomuna ai più ingegnosi tra gli esseri viventi. Questo comportamento non solo riflette un’intelligenza notevole, ma dimostra anche la sua abilità di adattarsi e sfruttare l’ambiente circostante in modi ingegnosi.

Adattamento Urbano: Intelligenza Versatile

L’adattabilità del Corvo Imperiale non si limita ai contesti naturali; questi uccelli hanno saputo adattarsi anche alla vita urbana. In numerosi video virali, si possono osservare corvi che attendono ai semafori in città per approfittare del passaggio delle auto e aprire le noci. Questo comportamento non è solo una dimostrazione di intelligenza, ma anche della loro abilità nell’adattarsi ai cambiamenti ambientali.

Conclusione

Il Corvo Imperiale rappresenta una meraviglia del regno animale con la sua combinazione di intelligenza, creatività e adattabilità. Dalla sua capacità di comunicare in modi sofisticati all’uso innovativo degli strumenti, fino all’adattamento ai contesti urbani, questo uccello dimostra che l’intelligenza può manifestarsi in forme sorprendenti.

Quindi, la prossima volta che vedrete un Corvo Imperiale in azione, ricordatevi: non si tratta solo di trucchi affascinanti, ma di un vero e proprio cervellone piumato. E se mai vi trovate a competere con un Corvo Imperiale in un quiz, potreste voler tenere a mente che le probabilità non sono a vostro favore!

Amici Animali

Purina insieme a Fridàs Friends per la Pet Therapy al Fatebenefratelli

Purina, azienda leader in Europa nella cura dei pet, sostiene Fridàs Friends nello svolgimento delle attività di IAA (Interventi Assistiti con gli Animali), più comunemente conosciuti come Pet Therapy, presso l’Ospedale Fatebenefratelli di Milano, un polo di eccellenza nel panorama sanitario italiano e rinomato per la sua dedizione alla cura e al benessere dei pazienti.
Con l’obiettivo di concretizzare il suo impegno nel migliorare la vita delle persone in stato di vulnerabilità grazie ai benefici derivanti dal legame uomo-pet, Purina collabora al fianco di Fridàs Friends, che da quasi 10 anni offre supporto ai bambini in cura e alle loro famiglie, nello sviluppo del progetto “Quattro zampe in corsia” presso la Casa Pediatrica dell’Ospedale Fatebenefratelli di Milano.

Così Purina si affianca a due realtà che da anni si prendono cura delle persone fragili grazie agli Interventi Assistiti con gli Animali, con l’aiuto di cani, e ora anche gatti, in una città come Milano, che negli anni si è dimostrata particolarmente sensibile ai temi della promozione di spazi sempre più pet friendly e della valorizzazione del ruolo positivo che gli animali da compagnia hanno nella società.
A supporto degli Interventi Assistiti con gli Animali di Fridàs Friends, presso l’Ospedale Fatebenefratelli, per intrattenere i piccoli pazienti Purina ha sviluppato un opuscolo in cui i protagonisti sono proprio gli animali da compagnia. I contenuti si ricollegano alla campagna educativa A Scuola di Petcare di Purina e hanno un duplice obiettivo: fornire passatempi e attività divertenti che i bambini possono svolgere durante la degenza e al contempo informarli sul mondo degli animali da compagnia e su come essere un futuro pet owner responsabile.
La consapevolezza del ruolo positivo dei pet in situazioni di vulnerabilità e disagio psicofisico è ormai ampiamente diffusa.

Come emerso da un’indagine condotta da Bva Doxa per Purina, oltre 8 persone su 10 riconoscono l’importanza dei pet in queste situazioni, in quanto capaci di alleviare lo stress, di agire positivamente sull’umore, sulla capacità di sviluppare legami emotivi e di aiutare a superare traumi e situazioni difficili. Ma non è solo una percezione, perchè gli interventi assistiti con gli animali (IAA) sono una pratica sempre più riconosciuta anche a livello scientifico e per questo motivo regolamentate da Linee Guida Nazionali dal 2015.
Al fine di tutelare la salute dei pazienti e il benessere dei pet, le Linee Guida definiscono gli standard operativi per la corretta applicazione di questi interventi e danno indicazioni sui compiti e le responsabilità delle molteplici figure professionali e degli operatori coinvolti in questo tipo di iniziative, che devono avere una preparazione e una formazione specifiche.
Queste regole rispecchiano la necessità di costruire le attività su criteri scientifici e di applicare protocolli strutturati che verifichino la corretta somministrazione della pratica in tutte le sue fasi.

“Il supporto agli Interventi Assistiti con gli Animali per Purina – si legge nella nota – è un tassello naturale all’interno dei propri impegni, in particolare nell’ambito dei programmi di sensibilizzazione e miglioramento della vita delle persone grazie al rapporto uomo-pet. Attraverso gli “impegni oltre la ciotola”, volti a promuovere una vita migliore per i pet, le persone e la salute del Pianeta, l’azienda concretizza il proprio commitment per fornire un’educazione sul possesso responsabile dei pet che aiuti gli animali da compagnia e le persone a condurre una vita felice insieme. Tra i progetti di sostenibilità sociale, “A scuola di PetCare” insegna ai più giovani come imparare a relazionarsi in maniera consapevole con i pet, mentre il progetto “Pets at Work” ha l’obiettivo di sensibilizzare sull’impatto positivo della relazione uomo-pet anche sul posto di lavoro”.

“Noi di Purina crediamo fortemente nei benefici e nell’importanza del rapporto uomo-pet per arricchire e migliorare la nostra vita – dice Rafael Lopez, Regional Director Italia e Sud Europa di Purina -. Per questo motivo abbiamo deciso di sostenere un progetto concreto che prevede l’integrazione degli animali da compagnia a beneficio dei pazienti più giovani in situazioni vulnerabili. In questo percorso siamo affiancati da partner di valore e strutture di eccellenza, che come noi credono fortemente che insieme ai pet la vita è migliore. Il supporto all’Ospedale Fatebenefratelli e al progetto di Fridàs Friends è solo l’inizio di un percorso molto più ampio che desideriamo e abbiamo l’obiettivo di intraprendere anche in altre città”.

“Gli interventi assistiti con gli animali sono una modalità di cura e attenzione al paziente moderna, attuale e riconosciuta, della quale abbiamo avuto l’opportunità di toccare con mano il valore in questi anni – sostiene Luca Bernardo, Direttore Dipartimento Medicina dell’Infanzia dell’Età evolutiva e della Medicina di Genere dell’Ospedale Fatebenefratelli di Milano -. E’ un potentissimo mezzo per aiutare le persone in stato di vulnerabilità a superare momenti difficili e anche spesso dolorosi, che ci permette di strutturare una terapia che va oltre al farmaco e che punta a raggiungere un migliore benessere psicofisico per i nostri pazienti. Da 10 anni, con il prezioso supporto di Fridàs Friends, crediamo nel valore e nell’importanza di associare alle cure farmacologiche un supporto al paziente più psicologico ed emozionale ed è per noi un grande onore accogliere Purina in questo percorso”.

“Da ormai 9 anni siamo presenti presso Casa Pediatrica a Milano e abbiamo il privilegio di aiutare tantissimi bambini e ragazzi con patologie diverse grazie ai nostri amici a quattro zampe. Dopo anni di pet therapy con i cani, di recente abbiamo accolto anche i gatti così da poter supportare e aiutare sempre più bambini e ragazzi mostrando l’impatto positivo che gli animali da compagnia possono avere sulle persone grazie alla relazione che si instaura”, sottolinea Mario Colombo, presidente della Onlus Fridàs Friends.

– foto ufficio stampa Havas PR –

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Amici Animali

SAI CHE…1.500 anni fa la volpe era un animale da compagnia?

Sembra che 1.500 anni fa, in Argentina, la volpe potesse essere stata considerata un animale da compagnia tanto quanto il cane lo è oggi. Uno studio recente ha rianalizzato i resti di una volpe morta durante quel periodo, scoperta in una sepoltura vicino a resti umani in provincia di Buenos Aires. Questo suggerisce che le volpi potessero condividere la vita quotidiana con le società di cacciatori-raccoglitori locali.

La volpe in questione, una Dusicyon Avus, vissuta circa 600-800 anni prima che i cani domestici arrivassero in Patagonia, sembra non fosse un semplice predatore, ma un compagno per gli umani. Non ci sono segni che l’animale sia stato utilizzato come cibo; al contrario, il suo stato di conservazione indica che è stato sepolto volontariamente, forse insieme ai resti umani.

Analizzando gli isotopi nelle ossa della volpe, i ricercatori hanno scoperto che la sua dieta includeva cibi consumati dagli abitanti umani della zona, come il mais. Questo suggerisce che le volpi potessero essere state nutrite dagli umani o che si nutrissero dei loro rifiuti, indicando una convivenza ravvicinata.

Questo studio non è un caso isolato. In passato, sono stati trovati resti di volpi accanto a tombe di cacciatori-raccoglitori in altre parti della provincia di Buenos Aires, suggerendo che questa relazione tra uomo e volpe potesse essere una pratica comune in quei tempi antichi.

In un mondo in cui spesso consideriamo il cane come il miglior amico dell’uomo, questa ricerca ci offre uno sguardo affascinante su un’epoca in cui la volpe potrebbe aver svolto un ruolo simile nella vita delle persone.

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Amici Animali

Rakus: L’orango che si cura da solo, è il primo caso al mondo

Rakus, un esemplare maschio di orangutan di Sumatra (Pongo abelii), ha compiuto un gesto sorprendente: dopo essersi ferito al volto, ha utilizzato foglie masticate di una pianta dalle proprietà antibatteriche e antiinfiammatorie per curare la ferita. Questo comportamento di automedicazione, comune tra gli esseri umani ma fino ad ora non documentato tra gli animali, rappresenta il primo caso di questo tipo mai osservato.

Il team di scienziati che ha documentato questo eccezionale comportamento ha osservato Rakus nel giugno 2022 nell’area di ricerca Suaq Balimbing nel Parco nazionale di Gunung Leuser, in Indonesia. Rakus ha masticato le foglie e il gambo di una pianta chiamata Akar Kuning (Fibraurea tinctoria), nota per le sue proprietà medicinali, e ha applicato il liquido risultante sulla sua ferita alla guancia destra. Questo processo è stato ripetuto per oltre 7 minuti, con Rakus che ha continuato a nutrirsi della pianta per più di mezz’ora.

Le foglie masticate potrebbero aver contribuito a ridurre il dolore e l’infiammazione causati dalla ferita, favorendo così la guarigione. Gli scienziati hanno anche ipotizzato che Rakus abbia appreso questo comportamento da altri oranghi della sua zona natale, suggerendo che potrebbe avere origini in un antenato comune condiviso con gli umani e le grandi scimmie.

Questo comportamento non è stato casuale, come conferma Isabelle Laumer, una delle ricercatrici coinvolte nello studio: Rakus ha trattato selettivamente la sua ferita con il succo della pianta, suggerendo un’intenzionalità nel suo gesto. Nonostante non siano stati osservati altri oranghi nella zona che si automedicano, questo potrebbe essere dovuto al fatto che gli oranghi feriti sono raramente incontrati dai ricercatori.

Il comportamento di Rakus rappresenta una testimonianza affascinante delle capacità di automedicazione nel regno animale e suggerisce la presenza di un meccanismo sottostante comune per il riconoscimento e l’applicazione di sostanze con proprietà medicinali alle ferite. Questo studio apre nuove prospettive sulla comprensione del comportamento degli animali selvatici e delle possibili connessioni con le pratiche mediche umane.

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