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Curiosità

Lo “strano” punteggio nel Tennis: il conteggio e le radici medievali

Il sistema di punteggio del tennis, con la sua singolare sequenza 15-30-40-game, è uno degli aspetti più curiosi e discussi di questo sport. Sebbene il tennis moderno abbia preso forma ufficialmente in Inghilterra nel 1877 con il primo torneo di Wimbledon, le origini di questo particolare metodo di segnare i punti risalgono al Medioevo, quando giochi simili al tennis erano già diffusi in Europa.

L’Orologio Medievale e l’Influenza Francese

Una delle teorie più accreditate sull’origine del punteggio nel tennis trova le sue radici in Francia, dove si giocava a jeu de paume, un antenato del tennis moderno. In questo gioco, si utilizzava un orologio per segnare i punti. Le lancette, una per ogni giocatore, venivano spostate di un quarto d’ora (15 minuti) ogni volta che veniva segnato un punto. Giunti a 60 minuti, il giro dell’orologio era completo, e il giocatore aveva vinto il “gioco”, o “game”.

L’introduzione del “vantaggio” nel punteggio potrebbe aver portato alla modifica del terzo punto da 45 a 40, per mantenere una differenza di due punti necessaria per vincere il game. Questa scelta facilitava la gestione del vantaggio e garantiva che la vittoria fosse sempre raggiunta con un margine di sicurezza.

La Pallacorda e il Campo di Gioco

Un’altra spiegazione del sistema di punteggio si rifà alla pallacorda, un gioco italiano molto simile al tennis. Nel pallacorda, il campo di gioco misurava 45 piedi per lato. Quando un giocatore segnava un punto, si spostava in avanti di 15 piedi; con il secondo punto avanzava di altri 15 piedi, e con il terzo solo di 10 piedi, probabilmente per ragioni strategiche legate alla vicinanza della rete. Questo avanzamento progressivo potrebbe aver dato origine alla sequenza numerica di 15-30-40.

Monete e Pronuncia: Altre Ipotesi sul Conteggio

Ci sono anche teorie che collegano il punteggio del tennis a questioni economiche o linguistiche. Una di queste ipotesi suggerisce che ogni punto corrispondesse a una somma di denaro: i primi due punti valevano quindici centesimi ciascuno, mentre il terzo valeva solo dieci centesimi. Questa differenza potrebbe spiegare il passaggio da 30 a 40 anziché a 45.

Un’altra ipotesi, più pratica, è che la pronuncia di “quarantacinque” fosse semplicemente troppo lunga e scomoda durante il gioco, portando alla semplificazione a “quaranta”. Questo avrebbe reso la comunicazione del punteggio più rapida ed efficace, una necessità in un gioco dinamico come il tennis.

Le Cacce e i Segni sul Campo

Infine, c’è l’affascinante teoria delle “cacce”, basata su segni fatti sul campo ogni volta che la palla si fermava. Questi segni erano chiamati “cacce”, e si conteggiavano in quindici: quindici cacce formavano un punto. Così, il primo punto corrispondeva a quindici, il secondo a trenta e il terzo a quarantacinque. Anche se questo sistema non è più in uso, potrebbe aver influenzato il punteggio moderno.

Il conteggio dei punti nel tennis rimane un affascinante enigma storico, con molteplici teorie che tentano di spiegare le sue origini. Che si tratti di orologi medievali, avanzamenti strategici sul campo, influenze economiche o semplici questioni di pronuncia, ciò che è certo è che il punteggio del tennis è profondamente radicato nella storia e nelle tradizioni europee. Questo sistema unico, che ci appare tanto naturale oggi, è in realtà il risultato di secoli di evoluzione e adattamento, un esempio perfetto di come il passato continui a influenzare il presente, anche nei dettagli più piccoli.

Curiosità

SAI PERCHE’… si sente il mare nelle conchiglie?

Fin dall’infanzia ci è stato insegnato che se mettiamo una conchiglia vicino all’orecchio possiamo sentire il suono rilassante delle onde del mare che si infrangono sulla riva. Questa immagine romantica della natura ha catturato l’immaginazione di molti, ma è davvero accurata?

Quando avviciniamo una conchiglia all’orecchio, non stiamo realmente ascoltando il mare. In realtà, ciò che percepiamo è una combinazione di suoni ambientali circostanti che vengono amplificati e modificati dalla struttura della conchiglia stessa.

Il fenomeno è spiegato dalla risonanza di Helmholtz: le onde sonore dell’ambiente investono la cavità della conchiglia, creando onde di risonanza che rimbalzano tra le pareti interne. Alcune onde vengono silenziate, altre amplificate, a seconda della forma e delle dimensioni della conchiglia. Questo processo produce un suono ovattato che può ricordare il costante movimento delle onde marine.

Non è solo la conchiglia a potenziare questi suoni: oggetti cavi come bottiglie o bicchieri possono creare effetti simili. La conchiglia agisce come una sorta di cassa di risonanza che modifica e amplifica i suoni ambientali, creando l’illusione del mare.

Quindi, se ascoltiamo il suono delle onde mentre siamo al mare e usiamo una conchiglia, in realtà stiamo udendo la risonanza del suono delle onde stesse. Tuttavia, lo stesso effetto non si verifica altrove, come in città o a casa.

In definitiva, il “suono dell’oceano” che percepiamo con una conchiglia non è tanto legato alla conchiglia in sé, ma piuttosto alla sua capacità di amplificare e modificare i suoni circostanti. È un fenomeno affascinante che ci ricorda la complessità e la bellezza delle onde sonore e della percezione sensoriale.

Quindi, se volete veramente godervi il suono delle onde, niente batte l’esperienza di essere sulla costa e lasciarsi avvolgere dalla magia del mare.

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Curiosità

SAI QUANTA…Uva serve per fare una bottiglia di vino?

Una bottiglia di vino da 0,75 litri, la dimensione più comune, richiede in media 1,2 kg di uva. Ma perché proprio questa misura di bottiglia? Esistono varie teorie al riguardo. La prima spiega che tutto dipendeva dalla forza polmonare degli antichi soffiatori di vetro, che riuscivano a creare bottiglie di questa capacità con un singolo fiato.

La seconda teoria ha radici nel commercio. Gli inglesi, che utilizzavano i galloni come unità di misura del volume, consideravano che una cassa di vino potesse contenere al massimo 2 galloni. Poiché una cassa poteva ospitare 12 bottiglie, ciascuna da 0,75 litri, questa misura divenne standard per motivi di tasse portuali e costi di trasporto.

Un’altra teoria suggerisce che la misura di 0,75 litri fosse ideale perché una bottiglia contiene esattamente 6 bicchieri da 125 ml, comunemente utilizzati nelle osterie. Questo permetteva agli osti di calcolare facilmente quanti bicchieri sarebbero stati serviti ai clienti in base al numero di bottiglie. L’uso del vetro per la conservazione del vino risale al XVIII secolo, quando si comprese l’importanza di questo materiale per preservare il gusto del vino.

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Attualità

SAI CHE…Gli animali che uccidono più persone ogni anno sono le zanzare?

È una di quelle statistiche che fanno sempre colpo: gli animali che uccidono più persone ogni anno non sono squali, orsi o lupi, ma le zanzare. Non perché le loro punture siano pericolose di per sé (al massimo un po’ fastidiose), ma a causa delle gravi malattie che possono trasmettere.

Con il riscaldamento globale e i conseguenti cambiamenti climatici, le zanzare trovano sempre più spazio per espandersi. Un nuovo studio pubblicato sul Journal of Climate Change and Health ha cercato di prevedere l’espansione degli habitat di nove diverse specie di zanzare portatrici di malattie. Il risultato? Nei prossimi anni, molti Paesi finora “tranquilli” potrebbero trovarsi invasi da questi insetti e dalle patologie che trasmettono.

Il modello sviluppato dal team del Los Alamos National Laboratory, in New Mexico, prefigura una situazione potenzialmente esplosiva nei prossimi decenni: l’aumento delle temperature porterà le nove specie studiate a espandere il loro areale o, nella migliore delle ipotesi, a spostarlo altrove.

Le zanzare prosperano al caldo e stanno già migrando verso aree che fino a ora erano troppo fredde per loro. Questa espansione le sta portando verso i Poli, mentre le zone equatoriali potrebbero diventare troppo calde per loro (sembra una buona notizia, ma una zona troppo calda per una zanzara lo è anche per gli umani che ci vivono).

Lo studio sulle nove specie, appartenenti ai generi più diffusi e pericolosi per la salute umana, Culex e Aedes, indica che sei di queste specie allargheranno il loro habitat, colonizzando nuove aree senza abbandonare quelle attuali. Due specie dovrebbero invece traslocare, spostandosi verso nord o sud, mentre in un solo caso l’habitat rimarrà sostanzialmente invariato.

Le malattie gravi trasmesse dalle zanzare, come la dengue, la chikungunya, la febbre West Nile e la Zika, rendono cruciale sapere dove vivranno questi insetti nei prossimi decenni per poter attuare efficaci misure di prevenzione.

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