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Tv e Spettacolo

Il Cinema Italiano degli Anni ’80: Rinascita e Innovazione

Negli anni ’80, il cinema italiano ha vissuto un periodo di trasformazione e innovazione che ha lasciato un’impronta indelebile sulla storia del cinema. Questo decennio rappresenta una fase di riflessione e rinascita per l’industria cinematografica nazionale, che, dopo il declino dei grandi maestri del neorealismo e l’influenza delle crisi economiche e politiche degli anni ’70, ha cercato nuove strade artistiche e narrative.

L’Influenza dei Nuovi Autori e la Commedia All’Italiana

Il cinema italiano degli anni ’80 ha visto l’emergere di una nuova generazione di cineasti che ha saputo rispondere alle sfide del tempo con freschezza e originalità. Tra i nomi più significativi spicca quello di Giuseppe Tornatore, che con il suo film di debutto “Nuovo Cinema Paradiso” (1988) ha celebrato il potere evocativo del cinema e l’amore per il grande schermo, vincendo il Premio Oscar per il Miglior Film Straniero. Questo film, un inno alla memoria e alla passione per il cinema, rappresenta uno dei punti più alti del periodo.

La commedia all’italiana, pur se declinata rispetto agli anni d’oro, continua a essere una presenza preponderante. Carlo Verdone, con la sua comicità affilata e i suoi personaggi caratteristici, ha ottenuto grande successo con film come “Un sacco bello” (1980) e “Bianco, rosso e Verdone” (1981), che hanno analizzato con ironia la società italiana dell’epoca. Verdone è riuscito a catturare e interpretare le idiosincrasie della vita quotidiana, diventando una delle figure più amate del cinema italiano.

Il Ritorno dei Grandi Autori

Gli anni ’80 sono stati anche il periodo in cui alcuni dei grandi autori del cinema italiano sono tornati a farsi notare, spesso con opere che riflettevano una nuova sensibilità. Federico Fellini, pur essendo già un maestro affermato, ha continuato a influenzare la scena cinematografica con “E la nave va” (1983), un’opera che esplora il tema della decadenza attraverso il filtro della sua fantasia unica.

Anche Michelangelo Antonioni ha continuato a lavorare, sebbene le sue opere degli anni ’80, come “Il mistero di Oberwald” (1980), non abbiano raggiunto i livelli di successo dei suoi lavori precedenti, ma hanno comunque contribuito a mantenere viva la sua eredità di innovazione e introspezione.

La Nuova Onde: I Registi e le Tendenze Emergenti

Il decennio ha visto anche l’affermarsi di una nuova onda di registi che hanno portato innovazioni sia stilistiche che tematiche. Lina Wertmüller, pur avendo raggiunto il picco della sua carriera negli anni ’70, ha continuato a essere una figura influente, mentre Pupi Avati ha iniziato a guadagnare notorietà con il suo mix di horror e commedia, come in “La casa dalle finestre che ridono” (1976) e “Zeder” (1983).

Il Cinema di Genere e la Popolarità

Gli anni ’80 hanno visto una rinascita dei generi cinematografici che avevano subito un calo di popolarità nei decenni precedenti. Il cinema di genere, come il poliziesco e l’horror, ha avuto una rinnovata vitalità. Dario Argento, con film come “Tenebre” (1982) e “Phenomena” (1985), ha continuato a plasmare il panorama del giallo e dell’horror italiano, mentre Sergio Martino ha contribuito al revival del poliziesco con “I giorni dell’ira” (1981).

La Decadenza e la Nuova Direzione

Nonostante il fervore creativo, il cinema italiano degli anni ’80 ha affrontato anche sfide significative, tra cui la crescente concorrenza dei film americani e una crisi economica che ha colpito duramente l’industria cinematografica. La qualità e l’innovazione hanno spesso dovuto confrontarsi con difficoltà di produzione e distribuzione.

Gli anni ’80 sono stati un periodo di transizione e sperimentazione per il cinema italiano. Con l’emergere di nuove voci, la riconferma di maestri del passato e l’esplorazione di generi diversi, questo decennio ha preparato il terreno per le evoluzioni successive, contribuendo a definire il panorama cinematografico italiano negli anni a venire.

Tv e Spettacolo

Per i suoi 40 anni Belen si regala due programmi su Discovery

Belèn Rodriguez compie 40 anni (è nata a Buenos Aires il 20 settembre 1984) e, per l’occasione, si regala l’arrivo a nel gruppo Warner Bros e Discovery che le ha affidato due programmi: “Amore alla prova – La crisi del settimo anno” (su Real Time) e “Only Fun – Comico show” (sul Nove). “L’emozione è tanta” ha dichiarato la Rodriguez che aspettava di avere un programma tutto suo da quando, lo scorso anno, ha lasciato Mediaset. Del resto, la tv è la sua attività principale fin da quando, dopo avere lavorato come modella prima in Argentina e poi in Italia, nel 2006 esordisce come ospite nei programmi dell’emittente locale TeleBoario. L’anno dopo arriva su Rai3 con lo show comico “La tintoria” ma è solo grazie alla partecipazione alla 6° edizione de “L’isola dei famosi” che raggiunge la notorietà. Tanto che, nel 2009, Mediaset le affida la conduzione (con Claudio Amendola e Teo Mammucari) di “Scherzi a parte” e “Sarabanda” (con Mammucari).

Un passaggio in Rai per condurre con Gianni Morandi ed Elisabetta Canalis il Festival di Sanremo 2011 e Belèn torna a Mediaset dove conduce “Colorado”, “Italiàs Got Talent” e “Le Iene”. Fino, appunto, all’arrivo a Discovery.
Non solo conduttrice, però: nel 2010 la Rodriguez è nel cast di “Natale in Sudafrica” di Neri Parenti; recita, poi, in “Se sei così ti dico di sì” di Eugenio Cappuccio; e per la tv è coprotagonista dell’episodio “Il campo del vasaio” della serie “Il commissario Montalbano” e guest star della sit-com “Così fan tutte” e del primo episodio di “Don Matteo 10”. E’ anche stilista (costumi da bagno da donna), produttrice di profumi e cantante: ha pubblicato il singolo “Amarti è folle”. Sul fronte privato, Belèn è madre di due bambini: Santiago, avuto dall’ex marito Stefano De Martino, e Luna Marì, figlia dell’ex Antonino Spinalbese.

foto: IPA Agency

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Tv e Spettacolo

Iva Zanicchi “Cantare fa molto bene e mantiene giovani”

“Sembrerà banale, ma la curiosità mi ha sempre spinto. L’amore per la gente e per il mio lavoro, la serietà inculcata dai miei genitori. Soprattutto però sono sempre stata onesta nel mio lavoro, non ho mai barato. La curiosità è insita in me e questo mi ha spinto anche a fare cose che non avrei pensato di fare, ho sperimentato tante cose oltre al canto”. Lo ha detto Iva Zanicchi, leggenda della musica italiana, intervistata da Marco Klinger, per Medicina Top, format tv dell’agenzia di stampa Italpress. L’aquila di Ligonchio, con tre trionfi la cantante donna ad aver vinto più volte il Festival di Sanremo e, tra le altre cose, prima artista italiana ad aver tenuto un concerto al Madison Square Garden, ha raccontato i retroscena di una carriera lunga e ricca di soddisfazioni, nella quale non è mancato l’impegno verso la tecnica e la forma fisica, fondamentali per garantire successo e longevità.

“Sono stata magrissima, mi tenevo in forma. Dopo aver fatto un concerto di due ore si consuma tantissimo, come fossi un atleta ero 2 kg in meno – ha sottolineato – Un possibile suggerimento è di fare ginnastica un quarto d’ora prima di cantare. Quando cantavo molto, cantavo anche sotto la doccia, in macchina, a casa mentre preparavo da mangiare. Cantare fa molto bene e mantiene giovani”, ha aggiunto.
Sul rapporto col pubblico: “E’ di amore reciproco. Ho fatto ‘Ok il prezzo è giustò, una trasmissione semplice e popolare che mi ha fatto entrare nelle case delle famiglie – ha ricordato la Zanicchi – So di essere molto amata, ma io ricambio questo amore. Sono molto disponibile, al supermercato incontro le persone e chiedo con tanta curiosità cosa fanno nella vita”. “Tendenzialmente sono pigra, voglio sforzarmi di fare le cose – ha ammesso – Rimarrei a contemplare una foglia aspettando che cada anche per delle ore. Però mi piace leggere, ascoltare musica, in questo momento quella classica, perchè mi fa tanto bene al cuore”.

E sul futuro: “Il canto mi dà sempre le maggiori soddisfazioni. Ogni tanto mi coinvolgono come opinionista, mi fanno qualche domanda, ma io sono una cantante – ha rivendicato la Zanicchi – Non posso ancora rivelare tutto, ma l’autunno e la primavera per me saranno molto appaganti”. Infine, sul suo più grande rimpianto e su un sogno da realizzare dopo una carriera eccezionale: “Il mio unico grande rimpianto è stato un’occasione persa in America. Lo staff di Dean Martin mi aveva fatto una proposta molto allettante, però volevano che imparassi l’inglese e che restassi a lungo lì, ma io avevo la bambina piccola – ha raccontato – Volevano lanciarmi sul mercato americano, quello è un rimpianto. Un sogno da realizzare? Vorrei che da un mio libro, che credo sia carino e lo hanno detto anche i critici, si potesse fare una fiction”, ha concluso l’aquila di Ligonchio.

– foto tratta da video Medicina Top –

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Lombardia

Alla Cattolica lezione di vita di Amadeus ai futuri professionisti

“Ho voluto fare una conferenza stampa qui in Cattolica in un luogo storico, culturalmente importante e giovane. Una trasmissione televisiva di successo deve coinvolgere i giovani”. Così Amadeus presso l’Aula Magna della Cattolica, dove Warner Bros Discovery ha presentato la nuova stagione televisiva 2024 con la partecipazione dello showman in occasione della consegna dei diplomi agli studenti del master “Fare tv. Management del broadcasting e dello streaming”. Poi, ha aggiunto: “Ho ho appena compiuto 62 anni e ho ancora voglia di fare cose nuove. Sono felice, galvanizzato, esattamente come quando avevo trent’anni”. La giornata è stata un’occasione speciale per il grande gruppo mediale e per il master dell’ateneo, che oggi ha consegnato i diplomi agli studenti al termine del loro percorso.

“Per noi che la televisione la studiamo, la analizziamo, la insegniamo, questo è un momento di lezione, un’occasione per ribadire una stretta e proficua relazione tra formazione e mondo professionale – ha detto Massimo Scaglioni, direttore del master e del Centro di ricerca sulla televisione e gli audiovisivi della Cattolica -. In particolare, col gruppo WDB collaboriamo con grande profitto da tantissimi anni, alcuni professionisti del gruppo si sono formati qui, altri sono attualmente nostri docenti”. Quest’anno la collaborazione si avvale anche di una borsa di studio per merito che WBD mette a disposizione di uno studente del master. “Questa offerta editoriale – ha continuato Scaglioni – è quella che in termini di consumi e ascolti, è in maggiore crescita. E noi guardiamo al futuro consegnando oggi i diplomi del master Fare tv a giovanissimi professionisti che sono già ben inseriti nei meccanismi di reti, broadcaster e case di produzione”. Le ragioni del successo affondano in una capacità che WBD ha dimostrato di saper mettere in gioco. “Lo spirito innovatore pervade il nostro team in Italia – ha detto Alessandro Araimo, general manager del gruppo WBD -.

Bisogna essere disruptive e avere la capacità di cambiarsi da dentro. Per noi è una grande opportunità e dobbiamo approfittare del mercato sanissimo dell’Italia, dove il 90% degli ascolti è dato dai canali in chiaro – ha continuato Araimo -. Lo streaming prenderà forma ma oggi non sappiamo quale sarà il rapporto tra le due forme”. Due elementi caratterizzano l’attività del gruppo secondo la vice president WBD Laura Carafoli, “la grande indipendenza nel prendere le nostre scelte e le persone che hanno fatto questa impresa, oggi qui con noi. Molti dei ragazzi usciti da questa università fanno parte del nostro team. Così oggi siamo gli unici in Europa a crescere, è un momento di tempesta perfetta”. Gesualdo Vercio, vice president Programming WBD ha parlato dei programmi in prima serata e dei contenuti scripted su Real Time, citando le due serie tv turche che affrontano temi cruciali e amati dal pubblico, il mondo ospedaliero e l’amore.

La prima serata è segnata dalla “leggerezza che caratterizza programmi come e Only Fun e dall’improvvisazione usando la comicità femminile come nel caso di Comedy Match”, ha sottolineato il vice president Programming Aldo Romersa.
Con Amadeus WBD aggiunge un pezzo da novanta alla sua programmazione, e instaura con lui un rapporto di fiducia assoluta che si evince proprio dalle sue parole: “Da subito c’è stato uno scambio reciproco di esperienze dal punto di vista umano e affettivo. Da pochi giorni lavoro al Nove e mi sembra di essere qui da una vita”. Una sensazione condivisa dal Gruppo ed espressa da Araimo: “Entusiasmo e voglia di cambiare sono le due cose su cui ci siamo trovati con Amadeus, insieme alla sua professionalità. Così nulla è impossibile”.

Amadeus si è raccontato davanti agli studenti partendo dalla sua esperienza in radio, “una palestra quotidiana” come lui stesso l’ha definita. E poi “allora non si studiava per diventare professionisti della tv. Vedevi Mike Bongiorno e Pippo Baudo, sognavi di poter un giorno fare qualcosa di simile senza avere un piano B. Se hai un sogno, insisti e hai sete di imparare, magari questa cosa accade”. Si comincia domenica 22 settembre alle 20.30 con il game show “Chissà chi è” e a seguire in prima serata “Suzuki Music Party”. “Così posso unire i miei due amori – ha detto Amadeus che sul palco ha ricevuto la targa di Ambassador del master Fare tv -, il quiz e la musica. Abbiamo pensato di partire di domenica, il giorno di Fazio che arriverà il 6 ottobre, perchè è un giorno di festa, poi andremo in onda dal lunedì al sabato”. Ma come, si comincia proprio la domenica del derby di Milano? “Sì, proprio per quello – ha ammiccato Amadeus – andrebbe bene se la partita si chiudesse con un pareggio e io conquistassi la serata!”.

-Foto: ufficio stampa Università Cattolica-

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