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Cronaca

Trieste | Una banda di immigrati afgani ferisce alcuni ragazzi per rifiuto di prestazioni sessuali

Nella notte tra ieri e oggi, un grave episodio di violenza si è verificato al Molo Audace di Trieste, coinvolgendo un gruppo di quindici individui di origine afghana e quattro giovani pachistani, di cui uno minorenne. Gli aggressori hanno colpito le vittime con armi da taglio dopo che queste si erano rifiutate di accettare richieste di prestazioni sessuali e denaro.

L’incidente è avvenuto attorno alle 22, quando la banda si è avvicinata ai giovani pachistani, chiedendo loro prestazioni sessuali. Al rifiuto degli stessi, è scattata una brutale aggressione che ha visto gli uomini del gruppo afghano infierire con coltelli su quattro dei pachistani. Uno dei feriti ha riportato lesioni particolarmente gravi e ha perso i sensi poco dopo essere stato soccorso; è stato immediatamente trasportato d’urgenza all’ospedale di Cattinara, dove le sue condizioni sono state giudicate critiche.

Gli altri tre giovani feriti, di età compresa tra 16 e 19 anni, sono stati trasportati autonomamente in ospedale, accompagnati da un connazionale illeso. Uno di loro ha subito profonde ferite da taglio, mentre gli altri hanno riportato lesioni meno gravi.

Il ragazzo che è riuscito a raggiungere la Questura per chiedere aiuto ha fornito agli agenti una prima ricostruzione dell’accaduto. L’allerta è stata immediatamente lanciata, e la pattuglia della Squadra Volante è intervenuta rapidamente.

Le indagini sono in corso e sono gestite dalla Squadra Mobile, che collabora strettamente con i vertici della Questura e della Prefettura per risolvere il caso. La zona dell’aggressione, sebbene priva di telecamere di sorveglianza dirette, è coperta da un sistema di videosorveglianza che potrebbe fornire utili informazioni per identificare gli aggressori.

Le autorità stanno lavorando per ricostruire completamente l’accaduto e per garantire che i responsabili vengano portati davanti alla giustizia.

Cronaca

Santa Croce Camerina (RG) | Atti persecutori e violenza privata, denunciati padre e figlio

Nei giorni scorsi, la Polizia di Stato di Ragusa ha preso provvedimenti contro due uomini, un padre di 64 anni e suo figlio di 35, denunciati in stato di libertà per gravi reati. Entrambi sono accusati di atti persecutori, lesioni personali e violenza privata nei confronti di una parente.

L’intervento delle forze dell’ordine è scaturito da segnalazioni di comportamenti minacciosi e aggressivi nei confronti della vittima, che ha subito molestie e violenze da parte dei due uomini. Grazie all’attività di indagine condotta dall’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico, è stato possibile raccogliere prove e testimonianze che hanno portato alla denuncia.

Le autorità locali stanno ora lavorando per garantire la sicurezza della vittima e monitorare la situazione. Questo episodio evidenzia la necessità di interventi rapidi in casi di violenza domestica e atti persecutori, temi che continuano a suscitare preoccupazione nella società. La polizia ha invitato chiunque si trovi in situazioni simili a contattare le forze dell’ordine per ricevere assistenza.

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Basilicata

Marconia di Pisticci | Condotto in carcere albanese già agli arresti domiciliari

La Polizia di Stato di Matera ha arrestato un uomo di 42 anni, di origine albanese e residente a Marconia di Pisticci, in esecuzione di un’ordinanza emessa dall’Ufficio di Sorveglianza di Potenza. Il soggetto era già stato condannato a una pena complessiva di oltre un anno e mezzo per reati legati agli stupefacenti e stava scontando la condanna in detenzione domiciliare.

L’arresto è avvenuto a seguito di una perquisizione eseguita nel mese di agosto. Durante l’operazione, gli agenti della Polizia hanno trovato un individuo con precedenti penali all’interno dell’abitazione dell’albanese, oltre a diverse dosi di hashish e materiale per il confezionamento della sostanza. L’operazione è stata condotta congiuntamente dalla Squadra Mobile e dal Commissariato di P.S. di Pisticci.

Dopo l’arresto, il cittadino albanese è stato trasferito presso il carcere di Matera, dove rimarrà a disposizione dell’autorità giudiziaria. Le indagini sono ancora in fase di accertamento, e si sottolinea l’importanza di rispettare i diritti della persona coinvolta, inclusa la presunzione di innocenza fino a eventuali ulteriori sviluppi legali.

Questo episodio mette in luce la continua lotta delle forze dell’ordine contro il traffico di droga e le violazioni delle normative sulla detenzione, evidenziando l’impegno della Polizia nel mantenere la sicurezza della comunità.

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Calabria

Paola (CS) | Processo “Marlane Bis”: disposta l’archiviazione per gli imputati 

Il gip di Paola, Carla D’Acunzo, ha deciso di archiviare il procedimento riguardante il caso “Marlane Bis”, che coinvolgeva ex dirigenti e impiegati dell’industria tessile Marlane di Praia a Mare, accusati di omicidio colposo e lesioni colpose. Questa decisione implica che non si svolgerà alcun processo per sette individui, tra cui l’attuale proprietario del Gruppo Marzotto.

Le accuse originano da denunce presentate sette anni fa da ex operai e familiari di lavoratori deceduti, che sostenevano che le patologie tumorali riscontrate fossero conseguenti all’esposizione a sostanze chimiche utilizzate nella produzione tessile. Tuttavia, il giudice ha ritenuto che non ci fossero elementi sufficienti per stabilire un nesso diretto tra le malattie e le sostanze in questione, oltre a concludere che non fosse necessario condurre ulteriori indagini.

Il collegio difensivo degli imputati era composto da un gran numero di avvocati, che hanno sostenuto l’innocenza dei loro assistiti. Le accuse di questo secondo procedimento ricalcavano in gran parte quelle del primo, che si era già concluso con l’assoluzione di tutti gli imputati per reati simili, evidenziando una continuità nei risultati giudiziari.

La vicenda ha sollevato discussioni sul tema della responsabilità delle aziende in relazione alla salute dei lavoratori e sull’uso di sostanze chimiche nelle industrie. Sebbene il processo non si svolgerà, la questione resta di grande rilevanza sociale e giuridica, evidenziando la necessità di un continuo monitoraggio delle condizioni di lavoro e della salute degli operai nel settore tessile.

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