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Curiosità

Fuggire all’estero per godersi la pensione? Ecco le mete migliori

Trasferirsi all’estero per godersi la pensione può sembrare un’impresa ardua, richiedendo coraggio e un notevole cambiamento delle abitudini di vita. Tuttavia, sempre più persone, inclusi molti senior italiani, scelgono questa strada per migliorare la qualità della propria vita post-lavorativa. Quali sono le motivazioni che spingono gli anziani a lasciare il proprio Paese e adattarsi a una nuova cultura e lingua? Spesso, la risposta si trova in vantaggi economici e fiscali offerti da altri Paesi, ma non solo. Esaminiamo le destinazioni più popolari per i pensionati italiani e i motivi per cui vengono scelte.

Portogallo

Il Portogallo è una delle destinazioni preferite dai pensionati di tutto il mondo. Dal 2009, ha introdotto un regime fiscale vantaggioso (Codice Fiscale dell’Investimento) che consente ai nuovi residenti di godere di un’esenzione fiscale per dieci anni, a condizione di non essere stati tassati come residenti fiscali in Portogallo nei cinque anni precedenti e di soggiornare per almeno 183 giorni all’anno.

Oltre ai benefici fiscali, il Portogallo offre un costo della vita inferiore rispetto all’Italia, un mercato immobiliare agevolato, servizi sanitari di alta qualità e tassi di criminalità molto bassi. La lingua neolatina e le abitudini simili a quelle italiane rendono il processo di ambientamento più semplice.

Canarie

L’arcipelago delle Canarie è da tempo una meta prediletta dai pensionati, grazie al suo clima mite, sole e mare. Queste isole offrono un costo della vita inferiore, con l’IVA al 7%, spese alimentari ridotte del 30% rispetto all’Italia, e bollette di luce, acqua e gas molto contenute.

Bulgaria

La Bulgaria, in particolare Varna sul Mar Nero, sta attirando un numero crescente di pensionati italiani. Con un clima favorevole e un costo della vita significativamente più basso, una coppia di pensionati può vivere con meno di 500 euro al mese, mantenendo un buon tenore di vita. Il sistema sanitario bulgaro offre anche costi più bassi per farmaci e ticket sanitari rispetto all’Italia.

Romania

La Romania è un’altra destinazione popolare per i pensionati italiani, grazie alla facilità di trasferimento e ai costi inferiori degli immobili e della vita in generale. Il costo della vita è circa la metà rispetto all’Italia, con un potere d’acquisto doppio. Inoltre, molti romeni parlano italiano, rendendo l’adattamento culturale più facile.

Scegliere di trasferirsi all’estero per la pensione può offrire un modello di vita più elevato, accesso a migliori infrastrutture, servizi e nuove opportunità. Mentre risparmiare è una motivazione forte, molti pensionati trovano anche altri vantaggi come clima favorevole, sistema sanitario di qualità e una comunità accogliente. Queste destinazioni non solo migliorano la qualità della vita, ma offrono anche nuovi stimoli e esperienze che arricchiscono la vita post-lavorativa.

Curiosità

LO SAI CHE… i francesi inventarono il bidet?

Il bidet è un dispositivo sanitario originariamente inventato in Francia, probabilmente nel Medioevo, sebbene versioni primitive fossero già presenti nell’Antica Roma. Tuttavia, nonostante sia stato ideato in Francia, il bidet ha avuto una diffusione limitata nel Paese stesso, soprattutto dopo il suo primo utilizzo nelle case alto-borghesi e nobiliari tra il XVII e il XVIII secolo. Questa scarsa adozione si è accentuata nel corso del tempo per diversi motivi.

Uno dei motivi principali è legato a credenze culturali e sociali diffuse in quei tempi. In Francia, il bidet divenne associato inizialmente all’uso nelle case di tolleranza come strumento di igiene intima, legato a pratiche sessuali, e questo ha contribuito a una percezione negativa dell’apparecchio, specialmente dal punto di vista morale e religioso. Inoltre, durante il XVIII secolo, c’era la convinzione diffusa che l’acqua potesse trasmettere malattie, il che scoraggiava l’uso dell’acqua per scopi igienici.

Contrariamente alla Francia, in Italia il bidet ha trovato maggiore accoglienza e oggi è obbligatorio per legge avere almeno un bidet o un apparecchio igienico sostitutivo nelle abitazioni. Questo obbligo è stato istituito per motivi igienico-sanitari e riflette un’impostazione culturale diversa rispetto a quella francese.

Negli anni successivi alla Seconda Guerra Mondiale, con il boom economico e il miglioramento delle condizioni sanitarie, il bidet ha cominciato a diffondersi in modo più ampio anche in altri Paesi del Mediterraneo come Spagna, Grecia e Portogallo. Tuttavia, in Francia, l’uso del bidet ha continuato a diminuire, soprattutto nelle aree urbane dove lo spazio e le considerazioni economiche hanno giocato un ruolo determinante nella preferenza per soluzioni più compatte e funzionali.

Oggi, sebbene l’uso del bidet in Francia sia meno diffuso rispetto a Paesi come l’Italia, resta comunque più comune rispetto ad altre nazioni come Regno Unito, Germania e Stati Uniti, dove il bidet è ancora poco conosciuto o raramente utilizzato.

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Curiosità

LO SAI PERCHE’… i cani hanno il naso umido?

Il naso umido nei cani è dovuto alla presenza di un sottile strato di muco che riveste il tartufo, la parte nuda e umida del naso. Questo muco non è costituito solo da acqua, ma contiene anche sostanze che aiutano a catturare e amplificare gli odori nell’aria. Grazie a questo strato umido, i recettori olfattivi del cane possono operare in modo più efficace, consentendo loro di percepire odori con una precisione molto maggiore rispetto agli esseri umani.

Quando il naso di un cane è asciutto per un breve periodo, non è necessariamente un sintomo di malattia. Può essere causato da condizioni ambientali come un clima particolarmente caldo e secco o freddo. Tuttavia, se la secchezza persiste per un periodo prolungato, potrebbe indicare problemi come disidratazione o altre condizioni che richiedono attenzione veterinaria.

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Curiosità

SAI PERCHE’… si forma la schiuma sulle onde del mare?

La formazione della schiuma al mare è un fenomeno complesso influenzato da diversi fattori fisici e chimici. Ecco una spiegazione dettagliata su come si forma la schiuma:

  1. Bolle d’aria e tensione superficiale: Quando le onde del mare si agitano, inglobano aria formando piccole bolle. Queste bolle risalgono in superficie a causa della loro minore densità rispetto all’acqua circostante. La tensione superficiale dell’acqua, una proprietà dei liquidi che tende a minimizzare la superficie esposta all’aria, gioca un ruolo fondamentale nella formazione e nella stabilità delle bolle.
  2. Ruolo dei tensioattivi: Le bolle d’aria sono circondate da una sottile pellicola d’acqua che contiene tensioattivi naturali, come le proteine e altri composti organici rilasciati da organismi marini. Questi tensioattivi abbassano la tensione superficiale, rendendo più elastica la pellicola d’acqua che avvolge le bolle. Ciò impedisce alle bolle di rompersi facilmente, favorendo l’aggregazione delle bolle stesse in una schiuma.
  3. Condizioni climatiche e composizione dell’acqua: La formazione della schiuma può variare notevolmente a seconda delle condizioni ambientali e della composizione chimica dell’acqua di mare. La presenza di sostanze organiche come proteine, carboidrati e altri composti biologici influisce sulla persistenza e sulla densità della schiuma.
  4. Influenza delle onde e del vento: Onde alte e venti forti aumentano l’ingresso di aria nell’acqua, promuovendo la formazione di bolle e quindi di schiuma più abbondante. L’energia meccanica delle onde che si infrangono contribuisce anche a stabilizzare le bolle attraverso l’azione dei tensioattivi presenti.
  5. Fattori ambientali: Non sempre la schiuma è generata solo da processi naturali. L’inquinamento, come residui industriali o scarichi delle navi, può anche agire come tensioattivo, contribuendo alla formazione di una schiuma persistente ma non necessariamente naturale.

In conclusione, la schiuma marina è un fenomeno naturale complesso legato alla dinamica delle onde, alla presenza di tensioattivi naturali e alla composizione dell’acqua di mare. Una schiuma abbondante e persistente spesso è segno di una elevata attività oceanica, ma è importante considerare anche l’eventuale influenza dell’inquinamento nelle aree costiere.

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