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Attualità

Meloni “Il Piano Mattei è un progetto nell’interesse nazionale”

“Vi ringrazio per aver scelto di dedicare il 39mo convegno nazionale di Capri al contributo che il settore privato può dare al Piano Mattei per l’Africa. Io penso sia una conferma ulteriore di come il nostro tessuto economico e produttivo capisca l’importanza di questa sfida e sia sempre più consapevole di quanto questo piano sia un’iniziativa strategica di respiro nazionale e io spero anche capace di travalicare i singoli governi e diventare un’iniziativa strategica dell’Italia sul lungo periodo”. Così il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in un videomessaggio inviato in occasione dell’appuntamento dei giovani imprenditori di Confindustria a Capri. Il Piano Mattei “è un progetto che questo Governo ha lanciato ma che appartiene all’Italia nel suo complesso, perchè è un progetto nel nostro interesse nazionale, un nuovo modello di sviluppo che sia un modello di patenariato, di crescita condivisa, un modello da pari a pari”, ha sottolineato.

“Questo è un punto molto prezioso, perchè il successo del Piano Mattei dipenderà anche e soprattutto dallo sforzo che l’intero sistema Italia in tutte le sue articolazioni sarà capace di produrre”, ha spiegato Meloni. Secondo il presidente del Consiglio “dal tessuto produttivo ovviamente possono arrivare idee ma soprattutto soluzioni ai problemi concreti perchè non c’è nessuno più concreto di chi fa impresa”. Quindi “ciò che serve è puntare sulla formazione tramite le filiere dei diversi settori produttivi e io sono certa che il settore privato italiano possa fare la differenza soprattutto su questo. Insomma, è un grande lavoro che ha sostanzialmente un obiettivo di fondo, costruire insieme alle nazioni africane nuove occasioni di sviluppo e aiutare i popoli africani a esprimere il loro grande potenziale”, ha concluso.
(ITALPRESS).
-Foto: Palazzo Chigi-

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Open Arms, Salvini “Conto di essere assolto”

“Sarò in aula a Palermo venerdì prossimo, conto di essere assolto perchè ritengo di aver fatto il mio dovere”. Così il vice premier e ministro, Matteo Salvini, a proposito del processo Open Arms, a margine di un evento a Genova. “Dovrei avere più carcere di un pedofilo: è estremamente curioso. Se fossi condannato – ha aggiunto – sarebbe un disastro non per me, che ho le spalle larghe, ma per l’Italia, perchè sarebbe un segnale agli scafisti di mezzo mondo: andate in Italia perchè lì anzichè i trafficanti puniscono i ministri che hanno bloccato gli sbarchi. Non ritengo di aver commesso nessun reato – ha risposto poi a una domanda sul motivo per cui non patteggia a differenza dell’ex presidente ligure Giovanni Toti -. Non commento le strategie difensive di altri, ogni avvocato fa bene il suo mestiere. Io ho un avvocato di cui mi strafido, ma non ho alcuna intenzione di riconoscere nessun errore perchè contrastare l’immigrazione clandestina continuo a ritenere che fosse un mio dovere, non un mio diritto”.

– foto: Agenzia Fotogramma –

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Libano, Tajani “I soldati italiani non si toccano”

“I soldati italiani non si toccano. Abbiamo protestato vivacemente con il governo israeliano, l’ho fatto io, l’ha fatto il ministro Crosetto. E’ inaccettabile quello che è accaduto. I soldati italiani non sono terroristi, non sono Hezbollah, sono donne e uomini che lavorano per la pace in Medio Oriente”. Lo dice al Tg1 il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in merito alla missione Unifil in Libano.
A Israele “ha già risposto l’Onu”, ha chiarito Tajani, la missione “non si sposta da lì”.
“Noi abbiamo una soluzione – ha detto ancora il ministro -: un primo cuscinetto governato dall’Unifil che occupi con lo spazio tra il confine con Israele e il fiume, dietro al fiume l’esercito regolare libanese e poi gli Hezbollah. Questo è il modo migliore per impedire che ci siano scontri tra esercito israeliano e Hezbollah”.

– Foto Agenzia Fotogramma –

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Meloni “Confermiamo sostegno all’Ucraina fino a quando necessario”

“Vedersi con Zelensky ormai è una consuetudine, non si tratta di forma ma è per noi una continuità necessaria che non fa che confermare il sostegno all’Ucraina, una nazione che è stata brutalmente, ingiustificatamente aggredita”. Così il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, al termine dell’incontro con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
“L’Italia è stata al fianco dell’Ucraina fin dal primo momento del conflitto e siamo pronti a continuare a farlo fino a quando sarà necessario. Lo facciamo perchè siamo convinti che questa sia la parte giusta della storia, ma è anche nel nostro interesse difendere le regole della convivenza internazionale che garantiscono a tutti un futuro di pace, se noi derogassimo a queste regole vivremo in un mondo di caos che non è in grado di difendere i più fragili. L’Ucraina non è sola, saremo accanto per tutto il tempo necessario”, ha aggiunto.

“Il popolo ucraino continua a resistere in modo eroico perchè vuole scegliere il proprio futuro e la comunità internazionale ha il dovere di aiutarlo. L’obiettivo del nostro sostegno è mettere l’Ucraina nelle migliori condizioni possibili per costruire un tavolo di pace che non può significare una resa che in tanti, troppi suggeriscono vigliaccamente. Questo presuppone anche il sostegno militare così come il settore energetico”, ha spiegato.
Meloni ha infine annunciato che “la Ukraine recovery conference si terrà a Roma il 10 e 11 luglio 2025. Un evento a cui teniamo molto e a cui lavoriamo da tempo”.

-Foto: Palazzo Chigi-

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