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Scienza e Salute

Labiopalatoschisi, 65% bambini in Italia è curato da Smile House

Nel 2023, il 65% dei bambini nati in Italia con labiopalatoschisi è stato trattato in uno degli 8 Centri Smile House. Basta questo dato a descrivere il ruolo cruciale della Rete Smile House nel trattamento delle malformazioni cranio-maxillo-facciali, palesando il valore di un modello che, agendo a supporto del servizio sanitario nazionale, mette al centro il paziente e la sua famiglia, riducendo al minimo la migrazione sanitaria con la garanzia delle migliori cure possibili direttamente sul territorio.

Un’esperienza di successo costruita negli anni, ma che ha già permesso di assistere ben 1.698 pazienti, accompagnati nel loro percorso dalla diagnosi prenatale fino alla fine della crescita. I numeri parlano chiaro sull’importanza della rete Smile House: ad oggi, sono state effettuate oltre 45.582 visite per l’inserimento nel programma e sono state fornite 93.090 consulenze multidisciplinari, di cui 27.459 in ambito ortodontico. A questi si aggiungono i 3.226 pazienti già sottoposti a un totale di 4.775 procedure chirurgiche.

Questi i dati presentati a Roma in occasione della 1^ Conferenza Nazionale Smile House – svoltasi presso il Centro Congressi La Nuvola – EACMFS – che rendono merito al lavoro di eccellenza svolto da Smile House ETS, riconosciuto anche dai relatori di eccezionale rilievo presenti nell’occasione. Tra questi, la dott.ssa Velia Bruno dell’Istituto Superiore di Sanità, il dott. Giovanni Baglio, Direttore dell’Ufficio della Ricerca di AGENAS (Agenzia Nazionale per i servizi sanitari regionali), il prof. Stefano Mezzopera, Vicepresidente della Società Italiana dei Gestori del Rischio In Sanità (SIGeRIS) e il prof. Vittorio Cesarotti, Chairman dell’European Foundation for Quality Management (EFQM) Italia. Quest’ultimo, ha annunciato l’assegnazione della prima certificazione di Qualità (EFQM) alla Smile House Fondazione ETS, che ha ottenuto due stelle per l’eccellenza nell’organizzazione delle cure.

Un riconoscimento che spinge la Fondazione a porsi degli obiettivi ancora più ambiziosi per il futuro. “Vogliamo consolidare e ampliare il modello di assistenza integrato che abbiamo costruito negli anni”, spiega Domenico Scopelliti, Vicepresidente della Smile House Fondazione ETS. “Questo significa continuare a collaborare strettamente con istituzioni come il Ministero della Salute, l’Istituto Superiore di Sanità e AGENAS, affinchè ogni bambino nato con labiopalatoschisi in Italia possa ricevere le cure necessarie senza doversi spostare dal proprio territorio. Il nostro impegno è rivolto non solo a migliorare l’accessibilità alle cure, ma anche a garantire un supporto completo alle famiglie, che spesso devono affrontare sfide emotive e logistiche enormi. Continueremo a investire nella formazione specialistica del nostro personale e nella codifica delle Buone Pratiche, per garantire un miglioramento continuo della qualità delle cure, e continueremo la nostra lotta alla migrazione sanitaria, offrendo invece una rete sempre più efficiente e vicina alle esigenze delle famiglie.

Parallelamente, ci impegneremo a rafforzare l’integrazione tra i vari centri Smile House, migliorando la condivisione delle competenze e delle esperienze tra i nostri team multidisciplinari. Questa sinergia interna ci permetterà di offrire cure sempre più personalizzate e mirate, accompagnando i pazienti non solo nella fase chirurgica, ma in tutto il percorso di riabilitazione e reinserimento sociale”.

La singolarità di Smile House Fondazione ETS è data infatti dal suo approccio, con cui segue il paziente dall’individuazione della malformazione alla pianificazione del percorso di cura, anche preparando lui e la famiglia alle implicazioni connesse alla patologia, sia medico-chirurgiche che psicologiche ed economiche. Un punto di riferimento nel settore, come dimostrano i numeri delle operazioni e delle visite effettuate negli 8 Centri Smile House in Italia: 4 Centri Hub (Roma, Vicenza, Pisa e Monza), dove si svolgono attività chirurgiche primarie e trattamenti secondari e multispecialistici, e 4 Centri Spoke (Cagliari, Taranto, Ancona e Catania), dove si svolgono trattamenti secondari e multispecialistici. Una rete di eccellenza per la diagnosi e la cura delle malformazioni cranio-maxillo-facciali in Italia.

– Foto Smile House Fondazione ETS –

Attualità

Traumi del volto, le novità della chirurgia maxillo-facciale

Gli interventi di ricostruzione del volto sono diventati primari a causa degli incidenti legati ad alcune attività quotidiane in casa o sul lavoro. Le cause primarie sono incidenti domestici (38%); seguono i traumi sportivi (31%), incidenti stradali (12%) ed episodi di violenza (12%). Nel 60% si tratta di pazienti sotto i 30 anni. E’ quanto emerso nel 27° Congresso della European Association for Cranio Maxillo Facial Surgery – EACMFS, che si è recentemente tenuto a Roma alla presenza di tremila specialisti di oltre cento Paesi. A guidare i lavori due italiani, il professor Manlio Galiè, Presidente EACMFS, Direttore dell’Unità Operativa di Chirurgia Maxillo-Facciale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria di Ferrara e docente del Dipartimento di Neuroscienze e Riabilitazione dell’Università di Ferrara, e il professor Valentino Valentini, Presidente del Comitato Scientifico del Congresso e Professore Ordinario in Chirurgia Maxillo Facciale presso l’Università La Sapienza e direttore UOC Chirurgia Maxillo-Facciale Policlinico Umberto I di Roma.

“A provocare la maggior parte dei traumi maxillo-facciali sono attività considerate semplici e non a rischio – spiega il professor Galiè – Secondo una casistica di 9.543 interventi rilevati dalla letteratura internazionale, la più grande statistica sulla frequenza dei traumi, il 38% dei casi è legato a incidenti domestici, che coinvolgono soprattutto uomini. Le cause possono essere legate all’uso incosciente di motoseghe o a cadute da una scala o da un’altalena per i bambini”.
Vi sono poi i nuovi incidenti stradali. “Se negli ultimi decenni l’obbligo di cinture, caschi, airbag aveva contribuito a far diminuire le fratture di naso, zigomi, mandibole, mascelle, negli ultimi cinque anni a Roma e nelle grandi metropoli vi è stata un’inversione di tendenza – sottolinea il professor Valentini – Il casco integrale, che metterebbe a riparo quasi tutto l’impianto maxillo-facciale, è poco diffuso, a vantaggio di caschi più leggeri, talvolta neppure omologati. Inoltre, vi è stato un significativo aumento di scooter e monopattini, con questi ultimi particolarmente esposti agli incidenti: non prevedono l’obbligo di un casco e hanno una struttura leggera, con rotelle piccole e un semplice manubrio a governarli; le infrastrutture poi non sono sempre sicure. La conseguenza è che quando si cade si tende a sbattere il volto per terra con maggiore frequenza e intensità. In breve, questa nuova mobilità ha portato a uno stravolgimento dei traumi da strada che sta cambiando l’eziologia e i tipi di fratture, visto l’impatto violento che subisce il volto”.

In ambito sportivo ci sono alcuni casi noti di atleti che utilizzano le mascherine per proteggersi dopo importanti interventi, come il francese Kylian Mbappè agli scorsi europei o Victor Osimhen le ultime stagioni col Napoli. La chirurgia maxillo-facciale ha proprio in chi fa sport il 31% dei casi. “Spesso i traumi dovuti a scontri sportivi si verificano anche a livello giovanile, con fratture del naso, dello zigomo, dell’orbita, della mandibola – sottolinea Galiè – L’agonismo è diventato esasperato e i traumi sportivi aumentano, soprattutto in sport come calcio, basket, ciclismo, sci, in quanto sono previste meno protezioni e ci sono dinamiche che tendono a proiettare il volto in avanti. Per praticare sport bisogna essere allenati e capire quando possa essere opportuno fare un passo indietro”.

Le grandi città sono poi vittime di un aumento di episodi di violenza. “L’incremento della microcriminalità a scopo di rapina o la semplice diffusione di baby gang ha comportato un impatto anche nel campo chirurgico, dove tra i traumi da aggressione sono sempre più frequenti le ferite da armi da taglio, talvolta anche complesse da sanare – aggiunge Valentini – Il volto, infatti, oltre che dai vasi sanguigni è caratterizzato anche dalla presenza dei nervi, tra cui il nervo facciale che fa muovere la muscolatura del volto. Un centro di chirurgia maxillo-facciale deve dunque essere pronto per affrontare le lesioni nervose oltre che le fratture del volto”.

Per far fronte a questi nuovi tipi di traumi, la chirurgia maxillo-facciale si è attrezzata con novità tecnologiche: chirurgia mini-invasiva, endoscopia, intelligenza artificiale rappresentano le ultime frontiere in grado di minimizzare e in alcuni casi di eliminare gli effetti di traumi violenti, oltre che di malformazioni e delle conseguenze dei tumori della zona testa-collo. Il volto umano, infatti, è il nostro biglietto da visita, il riflesso delle nostre emozioni e la chiave per le nostre relazioni: per questo la chirurgia maxillo-facciale si rivela una risorsa vitale per restituire non solo la funzionalità, ma anche la dignità e l’autostima ai pazienti.

Al 27° Congresso EACMFS è giunto anche il contributo del professor Eduardo Rodriguez, direttore del dipartimento di chirurgia plastica del Nyu Langone a New York, che nel 2023 ha realizzato il primo trapianto al mondo di un occhio intero – e di parte del viso – eseguito su un uomo americano di 46 anni sopravvissuto a un gravissimo infortunio sul lavoro dovuto a una scossa dall’alto voltaggio elettrico. Ciò non significa che abbia recuperato la vista, ma la qualità del bulbo oculare e la retina sono tornate molto buone. D’altronde l’intento non era tornare a vedere, ma favorire la ricerca in vista di successivi progressi.
“Da questo caso si potrebbero aprire nuove frontiere per il recupero della vista in pazienti con traumi, malformazioni, neoplasie che hanno provocato la perdita di un occhio – afferma il professor Galiè – Tuttavia, il percorso è ancora da costruire e deve essere sempre improntato alla tutela del paziente. La tecnologia sta eliminando progressivamente ogni limite, ma bisogna fare considerazioni dal punto di vista etico, morale, psicosociale e di sostenibilità, tenendo al centro non la tecnologia ma il paziente stesso”.

– foto ufficio stampa Diessecom –

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Scienza e Salute

Ordine Professioni Sanitarie partecipa a “Milano4MentalHealth”

Per il secondo anno di fila e in vista della Giornata mondiale della Salute Mentale del 10 ottobre 2024, l’Ordine dei Tecnici Sanitari di Radiologia Medica e delle Professioni Sanitarie Tecniche, della Riabilitazione e della Prevenzione (TSRM e PSTRP) di Milano, Como, Lecco, Lodi, Monza Brianza e Sondrio partecipa a Milano4MentalHealth 2024, il palinsesto di iniziative del Comune di Milano dedicato alla sensibilizzazione sul tema del disagio psichico. “Abbiamo colto senza esitazione l’invito dell’Assessore al Welfare Lamberto Bertolè” dichiara Diego Catania, Presidente dell’Ordine. “Oggi l’emergenza della salute mentale appare ancora più preoccupante alla luce della ‘crisi di vocazionì delle Professioni Sanitarie in generale e di quelle di cura in particolare: penso, ad esempio, ai Corsi di Laurea in Educazione Professionale, Tecniche della Riabilitazione Psichiatrica e Terapia Occupazionale, che negli ultimi anni hanno registrato un forte calo di domande di iscrizione.

Parliamo di una conseguente carenza di Professionisti che rivestono un ruolo essenziale di ponte fra il soggetto vulnerabile e la comunità, lavorando nei servizi territoriali a supporto delle famiglie”. “La soluzione al problema non può essere univoca, ma deve prospettare azioni mirate su diversi piani” prosegue Catania. “Bisogna intervenire per promuovere le professioni di cura, da una parte, e per rendere più efficiente l’impianto organizzativo dei servizi territoriali, dall’altra. Nel cambio di paradigma che si prospetta si rivela fondamentale il passaggio a un approccio multi- e inter-professionale, in grado di favorire lo scambio e il supporto reciproco tra profili diversi”. Proprio in tale ottica l’Ordine promuove, per la sua partecipazione a Milano4MentalHealth di quest’anno, lo slogan “Salute mentale: un quadro dai mille colori”, che esprime la varietà di competenze e di profili professionali in gioco nella presa in carico del disagio psichico.

“La trasversalità del tema della salute mentale e la multidisciplinarietà come opportunità sono al centro del talk organizzato dall’Ordine e inserito nella rassegna di Milano4MentalHealth” afferma Maurizio Vergari, Consigliere dell’Ordine e coordinatore dell’iniziativa. “Se l’interazione tra Professionisti Sanitari della medesima area disciplinare è o dovrebbe essere già una realtà, infatti, le nuove frontiere della ricerca prospettano possibili sinergie anche fra aree disciplinari apparentemente molto distanti. Così nel convegno trovano spazio, accanto agli interventi di Professioni specificamente orientate all’accompagnamento e alla riabilitazione del disagio psichico, i contributi di Tecnici di Neurofisiopatologia (TNFP) e Tecnici di Radiologia (TSRM), che offrono un punto di vista tecnico-diagnostico alla presa in carico dei disturbi mentali e cognitivi. Per i TNFP si parla di metodiche non invasive di stimolazione transcranica, che possono contribuire ad alleviare i sintomi di ansia e depressione; per i TSRM, invece, delle innovative tecniche di imaging che permettono di individuare, ‘in vivò, i segni precoci di alterazione nell’attività cerebrale e quindi della possibile insorgenza di malattie neurodegenerative”.

Al convegno “Un approccio multidisciplinare alla salute mentale: le Professioni Sanitarie dell’Ordine TSRM e PSTRP di Milano, Como, Lecco, Lodi, Monza Brianza e Sondrio si raccontano”, presso la Casa dei Diritti del Comune di Milano, hanno partecipato anche gli Educatori Professionali, parlando di progetti di riabilitazione correlati all’attività fisica, come i gruppi di cammino; i Tecnici della Riabilitazione Psichiatrica (TeRP), che hanno approfondito gli interventi riabilitativi sui soggetti con disabilità psichica; i Terapisti Occupazionali, che hanno trattato la promozione dell’indipendenza e della qualità di vita a fronte delle difficoltà nella gestione delle attività quotidiane e i Logopedisti, che hanno analizzato le ricadute sociali dei Disturbi del Linguaggio e dell’Apprendimento nel corso della vita scolastica e professionale. La Commissione d’Albo Logopedisti curerà inoltre, nella giornata di sabato 12 ottobre e nella cornice del Teatro Franco Parenti, una lettura animata dedicata ai bambini dai 6 ai 36 mesi, per incoraggiare lo sviluppo linguistico e comunicativo dei più piccoli. Nelle iniziative dell’Ordine, insomma, si delinea l’èquipe ‘multicolorè per la salute mentale del futuro, senza tralasciare le criticità e le sfide del presente.

“Non bisogna dimenticare che il tema della salute mentale riguarda innanzitutto i Professionisti Sanitari stessi” conclude il Presidente Catania. “Spesso gli operatori della salute sono schiacciati da un forte stress dovuto alle responsabilità, ai turni faticosi, al rischio di aggressioni e violenze e allo scarso riconoscimento sociale, economico e professionale. Il passaggio a un approccio multidisciplinare e sinergico può aiutare a risolvere alcuni di questi aspetti, come il senso d’isolamento e il sovraccarico di lavoro. Per gli altri punti deboli del sistema, invece, occorre continuare a lavorare con i decisori politici e con la cittadinanza affinchè la salute fisica e psichica sia riconosciuta come una risorsa inestimabile per tutta la comunità: un patrimonio da custodire e da valorizzare, come i Professionisti chiamati a tutelarla”.

Foto: Ufficio Stampa e Comunicazione Ordine TSRM e PSTRP di Milano, Como, Lecco, Lodi, Monza Brianza e Sondrio

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Scienza e Salute

Prevenire e Trattare i Capillari

I capillari in evidenza, noti anche come teleangectasie, sono dilatazioni superficiali dei piccoli vasi sanguigni, che si manifestano sotto forma di arborescenze rosso-bluastre sulla pelle. Anche se spesso rappresentano un problema prevalentemente estetico, la loro comparsa può essere favorita da diversi fattori come gravidanza, predisposizione genetica, esposizione solare e alterazioni circolatorie. Questo fenomeno colpisce maggiormente le donne e tende a peggiorare con l’età o a causa di fluttuazioni ormonali.

Per prevenire l’aggravarsi del problema, è fondamentale adottare uno stile di vita equilibrato. Mantenere un peso corporeo adeguato, evitare di stare troppo a lungo in piedi, non indossare scarpe strette o tacchi alti e alzarsi regolarmente quando si è seduti sono accorgimenti importanti. Inoltre, è consigliabile ridurre l’esposizione al sole e alle fonti di calore, come bagni caldi o pediluvi, che possono indebolire i vasi sanguigni.

Dal punto di vista naturale, il medico consiglia l’assunzione di rimedi fitoterapici come l’estratto di Aesculus hippocastanum (ippocastano), utile per rafforzare i capillari fragili. La dose consigliata è di 40 gocce due volte al giorno. A questo si può abbinare il succo di mirtillo concentrato, che favorisce la microcircolazione, e l’applicazione locale di pomate a base di Hamamelis, una pianta nota per le sue proprietà astringenti e tonificanti.

Seguendo questi suggerimenti e integrando nella propria dieta frutti ricchi di flavonoidi, si possono ottenere miglioramenti nella salute dei capillari e prevenire l’aggravarsi del problema.

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