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Scienza e Salute

Cachi: Il Frutto dell’Autunno per il Benessere Visivo e Cardiovascolare

L’autunno porta con sé una varietà di frutti deliziosi e nutrienti, ma tra questi spicca il cachi, noto anche come diospiro o loto. Questo frutto, dal caratteristico colore arancione, non solo è un piacere per il palato, ma è anche un potente alleato per la salute. Il suo intenso color arancio è dovuto al betacarotene, un carotenoide che il nostro corpo trasforma in vitamina A, fondamentale per la protezione della vista, delle ossa, della pelle e del sistema immunitario.

I cachi, ricchi anche di vitamina C, contribuiscono al buon funzionamento delle difese naturali dell’organismo. Originari della Cina, questi frutti hanno trovato una diffusione significativa in Giappone e, più recentemente, in Italia, dove la loro coltivazione è particolarmente attiva in Emilia-Romagna e Campania. La raccolta avviene nei mesi di settembre, ottobre e novembre, periodo in cui il cachi raggiunge il suo massimo splendore e sapore.

Oltre alle vitamine, i cachi contengono importanti fitocomposti come la fisetina e le catechine. Questi composti fenolici sono oggetto di studi da parte dei ricercatori, in quanto sembrano avere effetti protettivi sul sistema cardiovascolare e potenzialmente nei confronti di alcuni tumori.

Un cachi grande circa 200 grammi fornisce circa 140 calorie, rendendolo un’alternativa dolce e sana a snack meno salutari. Ma non sono solo i frutti a essere benefici: le foglie del cachi, in infusione, possono contribuire alla prevenzione e al trattamento di condizioni come l’aterosclerosi cerebrale, il diabete e l’ipertensione, secondo recenti ricerche nella medicina tradizionale cinese.

Incorporare i cachi nella propria dieta non solo arricchisce i pasti con un sapore unico, ma offre anche una gamma di benefici nutrizionali che possono aiutare a mantenere il benessere durante i mesi autunnali.

Scienza e Salute

Palermo capitale della salute mentale, il 10 ottobre dibattiti ed eventi

Se il 10 ottobre, in occasione della celebrazione della Giornata Mondiale, in tutto il pianeta si parla di Salute Mentale, in Italia la centralità del tema da quest’anno spetterà a Palermo.
Per la prima volta in assoluto, infatti, la Fondazione Tommaso Dragotto realizzerà un’imponente manifestazione, destinata a ripetersi ogni 10 ottobre anche negli anni a venire, che pone all’attenzione pubblica e mediatica il tema del disagio mentale come uno dei grandi malesseri della società moderna.

A differenza di altre patologie persiste, purtroppo, nei confronti di tale malattia, una fortissima diffidenza che ghettizza ed allontana coloro che soffrono di problemi della psiche, relegandoli ai margini della società con gravi conseguenze non solo per il recupero dei soggetti stessi, ma anche per le famiglie che vivono nella quotidianità lo stigma al quale sono sottoposti.
Il tema, quanto mai attuale, abbraccia un ampio spettro di patologie sempre più frequenti: dalla depressione all’ansia, dal panico alle ossessioni, fino alle fobie, alle psicosi, senza tralasciare i disturbi alimentari, le dipendenze anche affettive, i problemi relazionali, quelli post traumatici e post oncologici, e non ultima, la solitudine nelle sue sfaccettature infinite.
Testimonianza della diffusione allargata del disagio il numero delle persone colpite da disturbi mentali, salito nel nostro Paese a quasi 12 milioni, e la loro discriminazione nell’inserimento sociale e lavorativo che si traduce in difficoltà di inclusione e di accesso alle cure adeguate, basti pensare che il 20% degli italiani soffre di almeno un disturbo psichico (dato che supera la media europea), ma solo 1 persona su 3 affetta da tali disturbi riceve un trattamento medico adeguato.

Alla difficile situazione italiana concorrono fattori contingenti, come la pandemia di COVID-19, le conseguenze della guerra in Ucraina e Israele e i flussi migratori, ma anche le precarie condizioni abitative per molti, o la mancanza di spazi verdi.
“Ciò che desideriamo sfatare innanzitutto è il tabù che colpisce, con cinismo e diffidenza, coloro che sono affetti da disturbo mentale. Fare emergere il problema, portando alla luce la complessità e la delicatezza della patologia, vuol dire aiutare la società intera a fare un passo in avanti verso la dignità ed il rispetto che meritano, doverosamente, tutti i malati di mente e le loro famiglie” dichiara Tommaso Dragotto, Presidente dell’omonima Fondazione e continua: “il 10 ottobre affronteremo l’argomento da più angolazioni: scienza, teatro, danza, cinema, convegni, reading, e tanto altro. Una grande kermesse, ad ingresso libero e gratuito, per sensibilizzare e coinvolgere l’intera città e l’opinione pubblica nazionale. A supportarci in questo progetto abbiamo chiamato Progetto Itaca la più grande associazione nazionale che da 25 anni si impegna con grandi risultati sul territorio italiano e attraverso le sue 17 Sedi Locali in Italia promuove programmi di informazione, formazione e supporto rivolti a persone affette da disturbi della salute mentale”.

Beppe Barresi, Presidente Progetto Itaca Palermo ODV, afferma: “Da 12 anni, Progetto Itaca Palermo Odv persegue la missione di dare alle persone con disagio mentale l’opportunità di ritrovare la vita relazionale, lavorativa e abitativa spesso negata dallo stigma che ancora si accompagna a tali condizioni. Grazie all’impegno degli associati, dello staff e dei tanti volontari, l’Associazione lavora anche all’informazione in ambito scolastico per intercettare l’insorgere di malesseri psichici fra i più giovani e fornisce alle famiglie il supporto e la formazione necessari a vivere con naturalezza una condizione che non deve essere più causa di esclusione. Per questo motivo abbiamo accettato con entusiasmo l’opportunità di collaborare con la Fondazione Tommaso Dragotto alla riuscita di questa importante iniziativa, che dà alla nostra città l’opportunità di essere in prima linea nell’affermare l’esistenza di una diversa normalità, simile a quella che in questi anni si è raggiunta nei confronti delle limitazioni fisiche. Ringraziamo pertanto la Fondazione Dragotto per l’impegno e la sensibilità dimostrati e ci auguriamo che questo sia l’inizio di una costruttiva sinergia”.

Il Sindaco di Palermo, Roberto Lagalla dichiara: “Nonostante coinvolga una grande fetta della popolazione del Paese, il tema della salute mentale viene spesso ignorato e non trattato come si dovrebbe. Per questa ragione, è doveroso accendere i riflettori sull’argomento e sulle sue diverse sfaccettature e il Comune di Palermo è lieto di affiancare la Fondazione Tommaso Dragotto nell’organizzazione di questo evento in città, in occasione della Giornata Mondiale dalla Salute Mentale. Un’opportunità per analizzare tutti gli aspetti che ruotano attorno ai disagi psichici per comprendere al meglio come aiutare i soggetti colpiti dalle varie patologie e come le istituzioni possano dare il loro contributo per fronteggiare malattie che spesso creano casi di marginalità”.
L’Italia riserva alla salute mentale il 3% della spesa sanitaria ed è 9° nella classifica della qualità dell’assistenza per i disordini mentali in Europa.

Alla presentazione hanno preso parte anche il direttore artistico della Giornata mondiale della salute mentale Casimiro Lieto e il docente ordinario di Psichiatria presso l’Università di Palermo Daniele La Barbera.
La giornata si articolerà in sette momenti diversi. Si comincia alle 10 con Scientificamente, un’occasione di confronto tra esperti al Policlinico di Palermo (aula Ascoli); alle 11:30, all’Ersu, tocca a Narrativamente, con la rappresentazione della salute mentale nelle sue sfaccettature teatrali e cinematografiche; alle 13:30 è la volta di Gustosamente, che vedrà Villa del Gattopardo fare da cornice a un’esperienza gastronomica incentrata sul tema: alle 16, con Inaspettatamente, alla scalinata del Teatro Massimo andrà in scena un flashmob ad opera di numerosi centri e accademie di danza della città; alle 17, al Teatro Bellini, è il momento di Introspettivamente, con la lettura collettiva nel ruolo di protagonista; si prosegue alle 18:30 con Visivamente, con la proiezione al cinema Rouge et Noir del film ‘Io sono un pò matto… E tu?’ alla presenza del regista Dario D’Ambrosi; in chiusura, alle 21, ci sarà Liricamente, con il Teatro Politeama Garibaldi che vedrà intrecciarsi musica, cinema e la consegna del premio Fondazione Tommaso Dragotto 2024.

Ideazione, regia ed esecuzione del progetto sono a cura di Big Mama Production, società di produzione grandi eventi alla quale la Fondazione Tommaso Dragotto ha affidato l’incarico.
La giornata ha ottenuto il Patrocinio della Presidenza della Regione Siciliana, dell’Assemblea Regionale Siciliana, dell’Assessorato della Salute Regione Siciliana, dell’Assessorato del Turismo dello Sport e dello Spettacolo della Regione Siciliana, del Comune di Palermo.
-foto xd8 Italpress-

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Scienza e Salute

Alito pesante: come riconoscerlo e combatterlo

L’alito pesante è un problema che affligge circa il 30% degli adulti, influenzando le interazioni sociali e potenzialmente rivelando condizioni di salute più serie. Ma come possiamo riconoscere se il nostro alito è sgradevole e, soprattutto, come possiamo affrontare il problema?

I segnali dell’alito cattivo

Spesso ci si può rendere conto dell’alito pesante attraverso alcuni semplici gesti, come annusare il filo interdentale dopo l’uso o soffiare nel palmo della mano. Questi metodi possono dare un’idea immediata della freschezza del nostro alito. È importante sapere che la causa principale dell’alito cattivo è legata alla proliferazione di batteri, specialmente nella parte posteriore della lingua.

Rimedi efficaci

La prima regola per combattere l’alitosi è mantenere una buona igiene orale. Spazzolare i denti regolarmente e utilizzare il filo interdentale sono pratiche fondamentali. Inoltre, pulire la lingua con uno spazzolino o un puliscilingua aiuta a rimuovere i batteri responsabili dell’odore sgradevole.

Tra i rimedi casalinghi, gli sciacqui con acqua tiepida e foglie di menta si rivelano efficaci grazie alle loro proprietà antinfiammatorie e rinfrescanti. È importante, tuttavia, prestare attenzione ai collutori: alcuni possono alterare la flora batterica della bocca, mentre altri, come quelli a base di clorexidina, possono risultare utili se usati con cautela e sotto consiglio di un dentista.

Quando rivolgersi a uno specialista

È fondamentale non sottovalutare il problema dell’alito cattivo. Se persiste nonostante le buone pratiche di igiene, potrebbe essere sintomo di patologie più serie, come malattie del cavo orale o problemi gastrointestinali. Una visita dal dentista o da un gastroenterologo può aiutare a individuare eventuali cause sottostanti.

In conclusione, il primo passo per affrontare l’alito pesante è la consapevolezza: capire come riconoscerlo e adottare misure preventive è essenziale per garantire non solo freschezza al nostro alito, ma anche il benessere della nostra salute orale.

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Mal d’Amore: Come i Medici dell’Antica Grecia Affrontavano la Sofferenza Emotiva

Nell’antichità, il mal d’amore non era un fenomeno sconosciuto, e i medici greci e romani avevano strategie per alleviare il dolore emotivo. Tra i più noti, il medico Galeno, attivo tra il II e il III secolo d.C., forniva ai suoi pazienti una serie di prescrizioni sorprendenti. Invece di limitarsi a prescrivere rimedi fisici, Galeno suggeriva attività come l’equitazione e i viaggi, per aiutare le persone a distogliere la mente dal dolore amoroso.

Queste pratiche rispecchiavano una visione olistica della salute, in cui il benessere emotivo e fisico era strettamente interconnesso. L’insonnia, spesso una conseguenza del cuore infranto, veniva affrontata attraverso l’immersione in nuove esperienze e interessi. Galeno raccontava di un caso particolare: una donna afflitta dall’amore per un ballerino, il cui stato d’animo influenzava la sua salute. Le sue emozioni la portavano a rifugiarsi nel letto, incapace di affrontare la realtà.

Ma non era solo Galeno a occuparsi di questo tema. Anche altri medici, come Caelius Aurelianus, riconoscevano la potenza dell’amore, sostenendo che poteva essere sia fonte di gioia che causa di follia. Le lettere d’amore di epoche passate testimoniano la passione e il dolore che accompagnavano le relazioni, con storie di persone che soffrivano per amori non corrisposti e conflitti coniugali simili a quelli dei giorni nostri.

Questi antichi approcci al mal d’amore ci ricordano che, sebbene il linguaggio e i contesti siano cambiati, le emozioni umane e le loro complessità rimangono costanti nel tempo. La storia dell’amore e del dolore ad esso associato è un capitolo fondamentale della nostra esistenza, un tema che ci unisce attraverso i secoli.

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