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Attualità

Ucciso dall’esercito israeliano il capo della Jihad islamica palestinese

Israele afferma di aver ucciso il capo del gruppo terroristico palestinese della Jihad islamica nel campo profughi di Nur Shams nella Cisgiordania centrale in un attacco aereo ieri. Muhammad Abdullah è stato nominato capo del gruppo terroristico sostenuto dall’Iran nel campo di Tulkarem dopo che il suo predecessore Muhhamad Jabber è stato ucciso in uno scontro a fuoco a fine agosto, affermano le Forze di difesa israeliane. Le IDF affermano che Abdullah è stato ucciso in un attacco aereo insieme a un secondo terrorista, senza nominare la seconda persona. L’esercito afferma che Abdullah era responsabile dell’organizzazione delle attività del gruppo, inclusi “molti attacchi”. Lo accusa di aver utilizzato esplosivi contro le truppe israeliane. Le truppe israeliane a terra hanno sequestrato fucili semiautomatici e giubbotti antiproiettile trovati sui due, afferma l’IDF.
L’agenzia di stampa ufficiale dell’Autorità Nazionale Palestinese Wafa afferma che le truppe hanno anche sequestrato i corpi dei due, indicando come seconda vittima Awad Omar, proveniente dalla vicina città di Bal’a.

– foto Ipa Agency –

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Open Arms, Salvini “Conto di essere assolto”

“Sarò in aula a Palermo venerdì prossimo, conto di essere assolto perchè ritengo di aver fatto il mio dovere”. Così il vice premier e ministro, Matteo Salvini, a proposito del processo Open Arms, a margine di un evento a Genova. “Dovrei avere più carcere di un pedofilo: è estremamente curioso. Se fossi condannato – ha aggiunto – sarebbe un disastro non per me, che ho le spalle larghe, ma per l’Italia, perchè sarebbe un segnale agli scafisti di mezzo mondo: andate in Italia perchè lì anzichè i trafficanti puniscono i ministri che hanno bloccato gli sbarchi. Non ritengo di aver commesso nessun reato – ha risposto poi a una domanda sul motivo per cui non patteggia a differenza dell’ex presidente ligure Giovanni Toti -. Non commento le strategie difensive di altri, ogni avvocato fa bene il suo mestiere. Io ho un avvocato di cui mi strafido, ma non ho alcuna intenzione di riconoscere nessun errore perchè contrastare l’immigrazione clandestina continuo a ritenere che fosse un mio dovere, non un mio diritto”.

– foto: Agenzia Fotogramma –

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Libano, Tajani “I soldati italiani non si toccano”

“I soldati italiani non si toccano. Abbiamo protestato vivacemente con il governo israeliano, l’ho fatto io, l’ha fatto il ministro Crosetto. E’ inaccettabile quello che è accaduto. I soldati italiani non sono terroristi, non sono Hezbollah, sono donne e uomini che lavorano per la pace in Medio Oriente”. Lo dice al Tg1 il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, in merito alla missione Unifil in Libano.
A Israele “ha già risposto l’Onu”, ha chiarito Tajani, la missione “non si sposta da lì”.
“Noi abbiamo una soluzione – ha detto ancora il ministro -: un primo cuscinetto governato dall’Unifil che occupi con lo spazio tra il confine con Israele e il fiume, dietro al fiume l’esercito regolare libanese e poi gli Hezbollah. Questo è il modo migliore per impedire che ci siano scontri tra esercito israeliano e Hezbollah”.

– Foto Agenzia Fotogramma –

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Attualità

Meloni “Confermiamo sostegno all’Ucraina fino a quando necessario”

“Vedersi con Zelensky ormai è una consuetudine, non si tratta di forma ma è per noi una continuità necessaria che non fa che confermare il sostegno all’Ucraina, una nazione che è stata brutalmente, ingiustificatamente aggredita”. Così il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, al termine dell’incontro con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
“L’Italia è stata al fianco dell’Ucraina fin dal primo momento del conflitto e siamo pronti a continuare a farlo fino a quando sarà necessario. Lo facciamo perchè siamo convinti che questa sia la parte giusta della storia, ma è anche nel nostro interesse difendere le regole della convivenza internazionale che garantiscono a tutti un futuro di pace, se noi derogassimo a queste regole vivremo in un mondo di caos che non è in grado di difendere i più fragili. L’Ucraina non è sola, saremo accanto per tutto il tempo necessario”, ha aggiunto.

“Il popolo ucraino continua a resistere in modo eroico perchè vuole scegliere il proprio futuro e la comunità internazionale ha il dovere di aiutarlo. L’obiettivo del nostro sostegno è mettere l’Ucraina nelle migliori condizioni possibili per costruire un tavolo di pace che non può significare una resa che in tanti, troppi suggeriscono vigliaccamente. Questo presuppone anche il sostegno militare così come il settore energetico”, ha spiegato.
Meloni ha infine annunciato che “la Ukraine recovery conference si terrà a Roma il 10 e 11 luglio 2025. Un evento a cui teniamo molto e a cui lavoriamo da tempo”.

-Foto: Palazzo Chigi-

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