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Economia

Nuove tendenze per la reputazione aziendale

Il modo in cui si forma la reputazione aziendale ha subìto profondi cambiamenti negli ultimi 10 anni, principalmente a causa della rapida evoluzione tecnologica, della crescente interconnessione globale e delle mutevoli aspettative della società nei confronti delle imprese. L’ascesa delle tecnologie digitali, la globalizzazione e una maggiore consapevolezza degli stakeholder hanno reso la gestione della reputazione più complessa e critica, garantendo un accesso senza precedenti alle informazioni e una capacità di condividere le proprie esperienze e opinioni in modo ampio e rapido. Maggiore trasparenza che implica però anche più vigilanza e reattività nella gestione della propria reputazione.

E’ quanto emerge dalla ricerca “Corporate reputation: tendenze emergenti e implicazioni strategiche”, realizzata da Icch e Università Iulm, presentata presso la sede del Centro Svizzero a Milano. “Crediamo che riflettere sulla gestione della propria corporate e brand reputation, in un contesto sempre più interconnesso, attento ai temi sociali e di sostenibilità e in rapido mutamento come quello odierno, in cui l’avvento dell’AI crea nuove opportunità ma pone anche sfide e interrogativi, sia fondamentale per il nostro network e siamo felici di ospitare questo dibattito”, ha sottolineato Pierangelo Fabiano, segretario generale di Icch.
“Negli ultimi 10 anni sono state pubblicate circa mille ricerche scientifiche l’anno sui processi sociali che sottendono la valutazione delle aziende e della loro reputazione. Stigma, status e prestigio organizzativi, legittimità e impatto sociale si intrecciano per formare un tessuto reputazionale complesso e dinamico”, ha dichiarato la professoressa Stefania Romenti, presentando le analisi elaborate dal Centro di ricerca per la comunicazione strategica dell’Università Iulm.

A seguire, due tavoli di lavoro con la presenza di importanti manager della comunicazione. Protagonisti del primo, sul tema della crisi della reputazione e di come proteggere il brand, Cristina Camilli, direttore Relazioni Istituzionali, Comunicazione e Sostenibilità di Coca-Cola Italia e Albania, Erika Mandraffino, direttrice Comunicazione Esterna di Eni, Stefano Tassone, Head of Group Communications di Mediobanca, e Fabio Ventoruzzo, Corporate Communications & Sustainability Director di Sisal. Al secondo invece, sull’attuale tema di come sviluppare una buona reputazione attraverso le nuove piattaforme digitali, hanno partecipato Alessandra Bianco, Corporate Communication Director di Lavazza Group & Lavazza Eventi Sole Director, Enrico Bocedi, Global Public Affairs, Communications & Sustainability Senior Director di Campari Group, Luca Di Persio, Managing Director Marketing, Innovation and Business Services dell’Agenzia ICE – Italian Trade & Investment Agency, e Alicia Lubrani, Chief Marketing Officer di Axpo Italia e amministratore delegato di Pulsee Luce e Gas.

-Foto: xm4/Italpress-

Economia

Manovra, Giorgetti “Nulla da temere per persone fisiche e imprese”

Nella prossima manovra economica “faremo dei tagli significativi, faremo fare dei sacrifici a ministeri ed enti pubblici, ci saranno dei ritocchi sulle entrate a chi, tra virgolette, se lo merita. Le persone fisiche e le imprese non hanno niente da temere. Sarà una manovra equa che metterà a tacere le polemiche”. Così il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti, intervenendo in video collegamento all’evento “Far crescere insieme l’Italia” organizzato da Fratelli d’Italia a Milano.

Parlando della manovra “davanti a una platea di banchieri e finanzieri, ho detto che i sacrifici li dovevano fare anche loro, non mi sembra una bestemmia, non vedo cosa ci sia di male. Lo ripeterei”, ha detto ancora Giorgetti.
“Il Piano strutturale di bilancio porterà l’Italia a a navigare in acque sicure, rafforzando la credibilità che in questi due anni abbiamo cercato di costruire. E’ un tipo di approccio che noi abbiamo definito prudente: annunciamo dei risultati e poi, a consuntivo, facciamo molto meglio. Succederà anche questa volta – ha sottolineato il ministro -. Abbiamo una crescita che non sarà fantastica ma sta molto meglio di colossi economici come la Germania che sta in recessione da due anni. Penso che andando avanti su questa strada riusciremo a mettere a terra esattamente quello che abbiamo cominciato a compiere”.

– Foto: Agenzia Fotogramma –

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Economia

Crisi nel Settore Automotive: Le Dure Critiche di Salvini e Orsini a Stellantis

Il settore automotive italiano è al centro di polemiche e controversie, in particolare per la gestione di Stellantis, il gruppo che ha preso forma dalla fusione tra FCA e PSA. Durante l’inaugurazione della M4 a Milano, il vicepremier e ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, ha espresso un forte malcontento nei confronti dell’amministratore delegato della società, sostenendo che dovrebbe sentirsi in dovere di scusarsi per la cattiva amministrazione dell’azienda.

Salvini ha sottolineato che la dirigenza di Stellantis non è più in grado di avanzare richieste o pretese, dati i problemi che hanno colpito l’azienda e, di riflesso, l’intero settore automotive in Italia. Secondo il ministro, le scuse dovrebbero essere rivolte non solo agli operai e ai tecnici, ma anche a tutti gli italiani e alla lunga storia dell’industria automobilistica nazionale.

Le critiche di Salvini trovano eco anche in altre voci autorevoli. Emanuele Orsini, presidente di Confindustria, ha espresso preoccupazione riguardo alla richiesta di ulteriori incentivi da parte di Stellantis per il mercato dell’auto. Orsini ha definito questa richiesta come una “pazzia” e ha ribadito l’importanza di mantenere le produzioni in Italia, evidenziando la necessità di una strategia più solida per il futuro del settore.

Queste dichiarazioni evidenziano un clima di crescente tensione e sfiducia nei confronti della leadership di Stellantis. La richiesta di incentivi, in un contesto di crisi, suscita interrogativi sulla sostenibilità e sul futuro dell’industria automobilistica italiana, tradizionalmente considerata un pilastro dell’economia nazionale. La situazione richiede una riflessione profonda e un’azione decisa per garantire la stabilità e la competitività del settore.

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Economia

Regione Lazio, al via a Viterbo il Festival dell’Economia della Cultura

Al via a Viterbo la prima edizione del Festival dell’Economia della Cultura, la manifestazione che promuove il ruolo centrale della produzione culturale e creativa come volàno di crescita economica e sociale dei territori, realizzata da Lazio Innova, con il patrocinio del Ministero della Cultura, del Comune di Viterbo, del Comune di Zagarolo e dell’Università degli Studi della Tuscia, con la media partnership di RAI e del Sole 24 Ore. “Abbiamo voluto realizzare questo Festival che unisce economia e cultura, due dimensioni strettamente interconnesse della nostra società che possono arricchirsi reciprocamente se gestite in modo sinergico e sostenibile. Per questo abbiamo voluto coinvolgere tutti gli attori che concorrono insieme alla crescita del settore culturale, una risorsa strategica in termini di crescita per occupazione, ricchezza diffusa, innovazione e competitività. E’ una sinergia che favorisce anche l’attrazione turistica e che valorizza l’identità regionale, contribuendo al rafforzamento del posizionamento del nostro territorio a livello nazionale e internazionale.

Il Festival dell’Economia della Cultura ci offre un’occasione straordinaria per promuovere nel Lazio la filiera delle imprese culturali, creando nuove professioni e nuovi posti di lavoro”, ha spiegato la vicepresidente della Regione Lazio e assessore allo Sviluppo economico, Roberta Angelilli. In videocollegamento, Angelini ha evidenziato che il Festival è “un evento davvero importante, nelle nostre intenzioni deve essere memorabile. L’economia della cultura nel Lazio parte proprio da Viterbo, una città straordinaria da valorizzare”, la cui scelta “non è stata casuale. E’ un segnale forte per l’industria culturale del Lazio, che vale 15 miliardi di euro, occupa oltre 200mila addetti e 35mile imprese”. “Obiettivo del Festival è sviluppare una nuova progettualità nel settore della cultura che deve agganciarsi alle strategie territoriali, che devono essere un volàno di sviluppo”.

Per il presidente di Lazio Innova, Francesco Marcolini, “cultura ed economia devono essere un binomio di successo. Se ne parla da anni, è stata fatta tanta strada, ma con questo Festival vogliamo fare un passo avanti, tutti insieme, in modo veloce. La cultura deve cominciare a creare più posti di lavoro, rivitalizzare territori storici oggi un pò dimenticati, creare turismo culturale di alto profilo e aiutare anche le persone a crescere nella loro preparazione”.
In videocollegamento l’assessora alla Cultura della Regione Lazio, Simona Renata Baldassarre, ha sottolineato che “la cultura è identità, ma anche lavoro, soprattutto per giovani e donne” e “il futuro del nostro Paese è nell’economia della conoscenza: la Regione Lazio è un gigante dell’economia della cultura, contribuisce per il 15% alla filiera nazionale, ma ci sono ampi margini di miglioramento”. Nell’anno del Giubileo, “la grande bellezza di Roma non deve offuscare il resto della Regione”: è necessario rilanciare “un turismo antropologico che valorizzi i nostri cammini, le dimore storiche, i saperi e le eccellenze enogastronomiche del nostro territorio”.

Il rettore dell’Università degli Studi della Tuscia, Stefano Ubertini, ha ricordato che “i territori come il nostro sono aree da valorizzare ed è proprio l’economia della cultura il mezzo per farlo. Come università parliamo di economia della cultura anche legata alla formazione. Non possiamo continuare a vivere basandoci soltanto sulla storia, dobbiamo valorizzarla e valorizzare i territori come i nostri”.
In conclusione la vicepresidente del Parlamento Europeo, Antonella Sberna, ha sottolineato l’importanza di aver organizzato “un festival di caratura nazionale che prende le mosse dalla città di Viterbo: già questo per noi è un orgoglio. L’ambizione di questo festival è dare uno spaccato di come economia e cultura siano un motore di sviluppo, specialmente in un Paese come l’Italia che della cultura e della storia ha fatto la sua più grande ricchezza: è il momento di raccontarla e di metterla a frutto”.

Nella giornata di apertura è stato presentato uno studio realizzato in collaborazione con l’Università della Tuscia sulle criticità e le potenzialità dell’Economia della Cultura. Nel corso del Festival saranno presentate nuove strategie di promozione e valorizzazione del patrimonio culturale, evidenziandone i casi di successo e le potenzialità ancora inespresse dalla rete italiana delle Città d’Arte. Con lo svolgimento delle tre giornate del Festival la Città di Viterbo si qualifica come centro del dibattito e del confronto sul futuro delle strategie culturali. La sindaca Chiara Frontini ha ricordato che “la città candidata a Capitale Europea della Cultura 2033, ha deciso di fare del turismo della cultura un perno del proprio sviluppo economico, della propria crescita e delle proprie fonti occupazionali, quindi questo festival ci dà una grande opportunità di poter raccontare tutto ciò”.

Dopo la tappa di Viterbo, il Festival proseguirà con le due giornate conclusive presso lo Spazio Attivo di Zagarolo, il 18 e 19 ottobre, che proporrà una serie di appuntamenti all’insegna delle tecnologie per la cultura, con la presentazione di prodotti multimediali e incontri B2B tra le imprese culturali e i potenziali buyer come le reti museali, le amministrazioni e le grandi aziende.

– foto ufficio stampa Lazio Innova –

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