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Curiosità

SAI CHE… E’ stata riscoperta la USS Stewart: la Nave Fantasma del Pacifico Riemerge Dopo 80 Anni?

Una straordinaria scoperta nel cuore del Pacifico ha riportato alla luce la USS Stewart, un cacciatorpediniere americano scomparso nel nulla dopo la Seconda guerra mondiale. Questo relitto, noto anche come “nave fantasma del Pacifico”, è stato rinvenuto a oltre 1.000 metri di profondità al largo della costa californiana, dopo un’attenta esplorazione condotta da un team di esperti e appassionati di storia marittima.

Costruita nel 1919, la USS Stewart non ha mai visto azioni durante la Prima guerra mondiale, ma ha giocato un ruolo cruciale nella lotta contro l’imperialismo giapponese nelle acque del Pacifico. Dopo essere stata danneggiata in combattimento nel 1942 e abbandonata dal suo equipaggio durante un’incursione nemica, la nave cadde nelle mani giapponesi, che la ripararono e la utilizzarono per i propri scopi militari. Alla fine della guerra, fu nuovamente ceduta alla Marina americana, ma il suo viaggio di ritorno si concluse tragicamente quando fu affondata a causa dei danni subiti.

La scoperta della USS Stewart rappresenta un’importante opportunità per lo studio di questo cacciatorpediniere e per la comprensione delle complessità della Guerra del Pacifico. Gli esperti hanno utilizzato droni subacquei avanzati per scandagliare il fondale oceanico, in un’impresa che ha richiesto tempo e precisione.

James Delgado, vicepresidente senior di SEARCH, ha sottolineato l’importanza di questo ritrovamento, evidenziando come la nave simboleggi la ricca e complessa storia navale di quel periodo. La USS Stewart si unisce così a un numero crescente di relitti, con oltre 8.000 navi affondate durante il secondo conflitto mondiale, un tema che solleva preoccupazioni per la salute degli oceani e la conservazione del patrimonio storico marittimo.

Curiosità

SAI CHE… Le persone schizofreniche sentono le voci e perchè?

Recenti ricerche hanno messo in luce un aspetto inedito delle allucinazioni uditive nei pazienti affetti da schizofrenia, suggerendo che la loro origine possa risiedere non solo nel sistema uditivo, ma anche nelle connessioni tra il sistema motorio e quello uditivo del cervello. Questi risultati potrebbero rivoluzionare l’approccio terapeutico attuale.

Tradizionalmente, si pensava che le allucinazioni uditive fossero principalmente legate a disfunzioni del sistema uditivo. Tuttavia, gli scienziati hanno scoperto che molti pazienti schizofrenici faticano a distinguere tra i loro pensieri e le voci esterne, il che suggerisce che la loro percezione delle voci possa essere influenzata da meccanismi più complessi.

Un aspetto chiave di questa ricerca è il concetto di “efference copy” (EC), un segnale generato dal sistema motorio che rappresenta l’intenzione comunicativa di una persona. In situazioni normali, questo segnale permette al cervello di sincronizzare i pensieri con i suoni emessi. Tuttavia, nei pazienti che sentono voci, questo segnale può diventare impreciso, creando disallineamenti che portano a percezioni errate.

Un team di ricercatori ha analizzato l’attività cerebrale di 40 pazienti, suddividendoli tra coloro che sentivano voci e quelli che non ne sperimentavano. I risultati hanno mostrato che, mentre il “corollary discharge” (CD) era compromesso in entrambi i gruppi, solo i pazienti con allucinazioni uditive presentavano un EC “rumoroso”. Questo indica che il segnale non si dirigeva correttamente verso le aree del cervello responsabili della percezione dei suoni, attivando aree non correlate.

Queste scoperte aprono nuove strade per il trattamento della schizofrenia, suggerendo che le terapie dovrebbero considerare anche la componente motoria oltre a quella uditiva. Con un cambio di paradigma nella comprensione della malattia mentale, ci si aspetta che approcci più mirati possano migliorare significativamente la qualità della vita di chi soffre di schizofrenia.

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Curiosità

SAI CHE… Un sottomarino nucleare cinese è affondato immediatamente dopo il primo viaggio?

In un episodio sorprendente che ha scosso l’opinione pubblica, la Cina si trova a fronteggiare un imbarazzo significativo dopo il naufragio del suo sottomarino nucleare all’avanguardia, il primo della nuova classe Zhou, poco dopo il varo. L’incidente, avvenuto nelle acque adiacenti a Wuhan tra maggio e giugno, è stato mantenuto sotto silenzio dalle autorità cinesi, generando preoccupazioni sia a livello nazionale che internazionale.

Costruito presso il cantiere navale di Wuchang, questo sottomarino rappresentava un passo avanti nella tecnologia militare cinese, grazie anche al suo innovativo design del timone. Tuttavia, la sua tragica fine ha messo in discussione la qualità delle attrezzature e i protocolli di formazione della marina del Paese. Esperti militari hanno evidenziato che il sottomarino potrebbe essere stato già carico di carburante nucleare al momento dell’affondamento, amplificando le inquietudini riguardanti la sicurezza.

Nonostante l’assenza di dichiarazioni ufficiali, il primo segnale dell’incidente è emerso da alcune osservazioni sui social media, che hanno rivelato la presenza di gru galleggianti nei pressi del cantiere navale. Questo ha portato a speculazioni sullo stato del nuovo sottomarino, confermando infine il timore che si stava diffondendo tra gli esperti. La mancanza di trasparenza da parte del governo cinese solleva interrogativi sull’effettiva sicurezza e affidabilità delle forze armate del Paese.

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SAI CHE… Esiste un Oceano Nascosto Sotto la Superficie della Terra?

Sotto i nostri piedi si cela un vasto oceano d’acqua, ben più profondo di quanto si potesse immaginare. Studi recenti hanno rivelato l’esistenza di una riserva sotterranea d’acqua che potrebbe contenere fino a tre volte la quantità presente negli oceani visibili sulla superficie terrestre. Questa sorprendente scoperta è stata frutto di una ricerca condotta nel 2014, durante la quale scienziati americani hanno utilizzato migliaia di sismometri per analizzare le onde sismiche generate da terremoti.

A una profondità di circa 700 chilometri, nella “zona di transizione” tra il mantello superiore e inferiore della Terra, è stato identificato un minerale chiamato ringwoodite. Questo minerale ha la straordinaria capacità di trattenere acqua all’interno della sua struttura cristallina, comportandosi quasi come una spugna. Grazie a questa peculiarità, la ringwoodite può accumulare ingenti quantità di acqua sotto le elevate pressioni e temperature del mantello terrestre.

Questa scoperta invita a riflessioni sul ciclo dell’acqua globale. L’acqua che osserviamo in superficie potrebbe rappresentare solo una frazione dell’intero ciclo, suggerendo che una grande quantità di acqua potrebbe trovarsi intrappolata a profondità inaccessibili. Inoltre, l’esistenza di questo oceano nascosto offre nuove prospettive su fenomeni geologici come i movimenti delle placche tettoniche e le eruzioni vulcaniche. L’acqua contenuta nella ringwoodite potrebbe agire come lubrificante, facilitando il movimento delle placche e influenzando le dinamiche interne del pianeta.

Inoltre, questa riserva sotterranea ci spinge a riconsiderare l’origine dell’acqua sulla Terra. Se una quantità così vasta è presente nel mantello, potrebbe suggerire che l’acqua non sia giunta soltanto da fonti esterne come comete o meteoriti, ma fosse già parte integrante della formazione del nostro pianeta. L’oceano segreto sotto la superficie terrestre rappresenta quindi un aspetto cruciale per comprendere non solo la storia primordiale della Terra, ma anche i processi che hanno reso possibile la vita così come la conosciamo.

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