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Europa

Unione Europea | Per Orban Meloni è fondamentale, “è la mia sorella cristiana”

Durante il forum Ambrosetti a Cernobbio, il primo ministro ungherese Viktor Orbán ha elogiato il premier italiano Giorgia Meloni, definendola “sorella cristiana” e sottolineando l’importanza delle relazioni basate su valori culturali e religiosi condivisi.

Orbán ha spiegato che, rispetto al passato, le affinità culturali e religiose stanno acquisendo un ruolo più rilevante nell’ambito dell’Unione Europea. Secondo Orbán, la connessione con Meloni va oltre il semplice rapporto professionale, riconoscendola come una figura chiave e fondamentale nel contesto politico attuale.

Europa

Gran Bretagna | Per i cittadini Ue visti a pagamento dal 2025

Il governo britannico ha annunciato che a partire dal 2 aprile 2025, i cittadini dell’Unione Europea, inclusi gli italiani, dovranno richiedere un’autorizzazione elettronica al viaggio per entrare nel Regno Unito. Questa nuova misura, chiamata Electronic Travel Authorisation (Eta), si applica a coloro che non possiedono un visto di lavoro o non sono residenti nel Regno Unito.

Il sistema Eta richiede ai viaggiatori di compilare un modulo online e di pagare una tariffa di 10 sterline. L’iniziativa mira a rendere gli ingressi più efficienti e sicuri, contribuendo al contempo a prevenire abusi del sistema di immigrazione britannico. Questo approccio è simile al sistema Esta degli Stati Uniti, che regola i viaggiatori per turismo e affari.

Il lancio dell’Eta per i cittadini dell’Unione Europea segue l’introduzione di misure simili per i viaggiatori provenienti da altre regioni. A partire dal 5 marzo 2025, gli europei potranno richiedere l’Eta utilizzando l’app dedicata, chiamata Uk Eta. I viaggiatori non europei, invece, dovranno ottenere l’autorizzazione a partire dall’8 gennaio 2024.

Questa misura rappresenta un ulteriore passo verso il rafforzamento dei controlli post-Brexit e la gestione più rigorosa dei flussi migratori nel Regno Unito.

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Europa

Corte di Giustizia Ue | Confermata la maxi multa da 2,4 miliardi a Google

La Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha recentemente confermato la maxi multa di 2,4 miliardi di euro inflitta a Google e Alphabet dalla Commissione Europea, respingendo il ricorso presentato dal colosso tecnologico. Questa decisione definitiva sancisce la conclusione di una lunga disputa legale riguardante l’abuso di posizione dominante da parte di Google nel mercato delle ricerche generiche su Internet. La Commissione Europea aveva accertato che Google avesse favorito il proprio comparatore di prodotti a discapito dei concorrenti, violando le normative antitrust dell’UE.

Oltre a questa decisione, la Corte di Giustizia ha anche confermato la sentenza riguardante l’aiuto di Stato concesso dall’Irlanda ad Apple. La Commissione Europea aveva stabilito nel 2016 che l’Irlanda aveva concesso vantaggi fiscali illegali al colosso tecnologico tra il 1991 e il 2014, ammontanti a circa 13 miliardi di euro. Questi vantaggi erano stati considerati aiuti di Stato, incompatibili con il mercato interno europeo. Nonostante una decisione contraria del Tribunale nel 2020, la Corte di Giustizia ha annullato questa sentenza e ha confermato l’ordine per l’Irlanda di recuperare gli importi concessi.

Nel contesto di questa sentenza, Google ha espresso delusione. Un portavoce dell’azienda ha sottolineato che la decisione si basa su un insieme di fatti specifici e ha ricordato come Google abbia modificato il proprio approccio già dal 2017, conformandosi alle disposizioni della Commissione Europea. Questo cambiamento ha portato a un significativo incremento dell’uso dei servizi di comparazione prezzi di Google.

La sentenza della Corte di Giustizia rappresenta un’importante affermazione delle normative antitrust e fiscali dell’UE, segnando una pietra miliare nelle battaglie legali contro le pratiche anticoncorrenziali e gli aiuti di Stato illegali.

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Attualità

Parigi | Sindaca non vuole smontare i 5 cerchi olimpici colorati, si oppongono gli eredi di Gustave Eiffel

Gli eredi di Gustave Eiffel hanno espresso la loro netta opposizione alla proposta della sindaca di Parigi, Anne Hidalgo, di mantenere i cinque cerchi olimpici sulla Torre Eiffel anche dopo la conclusione dei Giochi Olimpici e Paralimpici. La Hidalgo ha suggerito di lasciare i simboli olimpici sul celebre monumento almeno fino al 2028, in vista dei prossimi Giochi che si terranno a Los Angeles, ma questa idea ha incontrato resistenza da parte della famiglia Eiffel.

L’Associazione dei discendenti di Gustave Eiffel ha manifestato la sua contrarietà in un comunicato, sostenendo che i cerchi olimpici, installati in occasione dei Giochi di Parigi, alterano significativamente l’aspetto estetico e simbolico della Torre. Secondo loro, la struttura storica viene modificata visivamente dai cerchi colorati, posizionati proprio al centro del principale accesso alla Torre, creando un “disequilibrio” che va contro la purezza delle forme originarie del monumento.

I discendenti del celebre ingegnere hanno inoltre consultato uno studio legale per valutare i loro diritti in merito. Da queste consulenze è emerso che, in quanto eredi, essi potrebbero legalmente opporsi a qualsiasi modifica che vada a intaccare l’opera del loro antenato. La loro proposta alternativa è di rimuovere i cerchi olimpici e consegnarli simbolicamente alla città di Los Angeles entro la fine dell’anno, in segno di passaggio di consegne tra le due città ospitanti i Giochi.

La posizione degli eredi Eiffel si inserisce in un dibattito più ampio, che vede anche il coinvolgimento di altri gruppi e difensori del patrimonio architettonico parigino, molti dei quali condividono la preoccupazione per le modifiche permanenti alla Torre Eiffel. Nonostante l’iniziale entusiasmo della sindaca per mantenere un segno visibile del recente evento sportivo, la questione rimane aperta e potrebbe portare a ulteriori discussioni fra le parti coinvolte.

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