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Cronaca

Palermo | Arrestato ladro di elemosine, accusato di cinque furti

Un uomo di 35 anni è stato arrestato dai carabinieri di Partinico con l’accusa di furto aggravato, dopo essere stato identificato come il responsabile di una serie di crimini avvenuti negli ultimi quattro mesi. L’individuo è accusato di aver commesso cinque furti, che hanno preso di mira una chiesa e quattro attività commerciali.

Le indagini, facilitate dalle immagini dei sistemi di videosorveglianza, hanno dimostrato che i furti erano stati perpetrati dalla stessa persona. Tra gli oggetti rubati vi erano denaro dalle casse dei negozi, stecche di sigarette e, nella chiesa, le offerte dei fedeli conservate nella sacrestia.

Il 35enne è stato trasferito presso il carcere Lorusso di Pagliarelli a Palermo, dove attenderà ulteriori sviluppi del processo. L’operazione dei carabinieri ha permesso di mettere fine a una serie di crimini che avevano messo in allerta la comunità locale e le forze dell’ordine.

Cronaca

Scoperto a Palermo laboratorio per la produzione di droga, due arrestati

La Polizia di Stato ha scoperto a Palermo un vero e proprio laboratorio per la produzione ed il confezionamento di sostanza stupefacente. In manette sono finiti due cittadini di nazionalità nigeriana, O.U. 39enne e U.N.F. 49enne, responsabili del reato di produzione e spaccio di stupefacenti. La profonda conoscenza delle dinamiche criminali del territorio cittadino ha consentito ai “Falchi” della sezione “Contrasto al Crimine Diffuso” della Squadra Mobile, di individuare l’appartamento e sequestrare circa 4 chili e mezzo di eroina e cocaina purissime che, se immesse sul mercato delle piazze di spaccio, avrebbero fruttato, al dettaglio, cifre non distanti dai seicentomila euro. Gli agenti in “abiti civili” ed a bordo di motociclo, sempre attenti a mischiarsi ai numerosi frequentatori delle vie del centro città, hanno notato a Ballarò, la presenza a bordo di monopattino di un cittadino nigeriano in passato sottoposto a controllo e sospettato di spacciare droga. Con “discrezione”, i poliziotti lo hanno seguito e sono giunti fin sulle soglie di un edificio dove lo straniero ha fatto ingresso per poi riuscirne a breve distanza di tempo. I poliziotti hanno intimato l’”Alt Polizia” allo straniero che non ha aderito e si è lanciato in una disperata fuga sempre a bordo di monopattino. Prima di venire bloccato da altre pattuglie nel frattempo giunte in ausilio, lo straniero ha fatto in tempo ad ingoiare qualcosa, così come distintamente notato dal personale presente in zona. Addosso gli è stato rinvenuto un mazzo di chiavi una delle quali è risultata collegata allo stabile in questione. Con quella chiave, gli agenti, immaginando di trovare complici dell’uomo e ritenendo di sfruttare l’effetto sorpresa, hanno fatto accesso nell’appartamento, sorprendendo in effetti un connazionale del fermato, all’opera all’interno di un vero e proprio laboratorio per la lavorazione ed il confezionamento di cocaina ed eroina.
Sono stati rinvenuti e posti in sequestro circa 3,5 chilogrammi di eroina ed un chilogrammo di cocaina, purissimi. Parte dello stupefacente era già confezionato e racchiuso in centinaia di ovuli dal peso diversificato. Rinvenuto e sequestrato, inoltre, tutto l’occorrente per la lavorazione come sacchetti in cellophane, frullatori, coltelli, cucchiai piatti e bilancini di precisione, nonchè la somma di quasi sessantamila euro e ben 12 telefoni cellulari. Contestualmente all’accesso nell’appartamento, ritenendo probabile che uno dei due fermati, il nigeriano sorpreso, inseguito e bloccato su strada, avesse ingerito ovuli di stupefacente, si è ritenuto di sottoporlo ad opportuni esami diagnostici che hanno riscontrato il sospetto.
In regime di ricovero ospedaliero, l’uomo, nelle ore successive al fermo dei poliziotti, avrebbe espulso oltre 70 ovuli di eroina. In considerazione del cospicuo numero di ovuli espulsi, è poco probabile che lo straniero li avesse ingeriti tutti all’atto dell’inseguimento degli agenti e per paura di essere scoperto. Più plausibile che al “trasporto intracorporeo”, tecnica per altro già ampiamente sperimentata dalla criminalità straniera e modalità ad alto indice di rischio connesso alla potenziale perdita di impermeabilità degli involucri ed al loro conseguente assorbimento, avesse già fatto ricorso per effettuare il trasporto in sicurezza ed aggirare eventuali controlli di polizia. Gli arresti sono stati convalidati dall’Autorità Giudiziaria.

foto: ufficio stampa Polizia di Stato

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Abruzzo

Teramo | Arrestati un uomo di 74 anni e il figlio per violenza e maltrattamenti contro l’ex compagna

Nel pomeriggio del 12 settembre 2024, la Squadra Mobile della Questura di Teramo ha eseguito due misure cautelari nei confronti di un uomo di 74 anni e di suo figlio di 50 anni, disposte dal G.I.P. presso il Tribunale di Teramo. Il 74enne è stato posto agli arresti domiciliari con l’applicazione del braccialetto elettronico, mentre al figlio è stato imposto il divieto di avvicinamento, anche in questo caso con braccialetto elettronico. Le accuse comprendono reati gravi come maltrattamenti contro familiari, violenza sessuale, sequestro di persona e atti persecutori.

Le indagini, coordinate dalla Procura della Repubblica e condotte dalla Squadra Mobile di Teramo, hanno fatto luce su una serie di comportamenti violenti e persecutori perpetrati dal 74enne nei confronti della sua ex compagna negli ultimi due anni. Secondo l’accusa, l’uomo avrebbe inflitto alla donna violenze fisiche e psicologiche quasi quotidianamente, picchiandola con un bastone, insultandola e controllando ogni suo movimento. In più occasioni, avrebbe costretto la vittima a subire rapporti sessuali, legandola con corde o cinture, e l’avrebbe sequestrata in casa, sottraendole le chiavi e il cellulare. In un episodio particolarmente grave, avrebbe ustionato la donna, afferrandole le mani e ponendole sui fornelli accesi.

Dopo la fine della relazione, l’uomo e suo figlio avrebbero iniziato a perseguitare la donna, minacciandola e molestandola ripetutamente, appostandosi presso il suo luogo di lavoro e sommergendola di telefonate intimidatorie.

Le indagini proseguono, e le misure cautelari adottate sono mirate a tutelare la vittima dalle continue minacce e violenze.

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Cronaca

Roma | L’arma dei Carabinieri commemora l’80° anniversario del sacrificio dei “martiri di fiesole”

Questa mattina, 13 settembre 2024, si è svolta a Fiesole una cerimonia solenne per commemorare l’80° anniversario del sacrificio dei Carabinieri Alberto La Rocca, Vittorio Marandola e Fulvio Sbarretti, insigniti della Medaglia d’Oro al Valor Militare “alla memoria”. Alla cerimonia hanno partecipato il Ministro della Difesa, On. Guido Crosetto, e il Comandante Generale dell’Arma dei Carabinieri, Gen. C.A. Teo Luzi.

Dopo la Santa Messa celebrata da Mons. Stefano Manetti, Vescovo di Fiesole, la commemorazione si è spostata al Colle di San Francesco, presso il Parco della Rimembranza. Qui, un reparto in armi della Scuola Marescialli e Brigadieri di Firenze, accompagnato dalla Banda dell’Arma, ha reso gli onori militari. Il Vescovo ha poi benedetto la lapide dedicata ai tre Carabinieri, seguita da un momento di raccoglimento.

Durante la cerimonia, il Prof. Cosimo Ceccuti, Presidente della Fondazione Spadolini, ha ricostruito storicamente l’eroico sacrificio dei “Martiri di Fiesole”. Il gesto di La Rocca, Marandola e Sbarretti, che decisero di arrendersi ai nazisti per salvare la vita di dieci ostaggi, rappresenta un esempio di coraggio e dedizione ancora oggi ricordato con profonda ammirazione.

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Le autorità presenti, tra cui il Sindaco di Fiesole, Cristina Scaletti, il Presidente della Regione Toscana, Eugenio Giani, e il Generale Luzi, hanno sottolineato l’importanza di preservare la memoria di questi eroi. La Dott.ssa Scaletti ha affermato che celebrare i Martiri significa trasmettere alle giovani generazioni il valore delle scelte quotidiane che contribuiscono a costruire la storia. Il Presidente Giani ha elogiato il sacrificio dei tre Carabinieri come uno dei pilastri fondanti della Repubblica Italiana. Il Generale Luzi ha ricordato il coraggio dei giovani Carabinieri che scelsero l’azione più giusta, nonostante il pericolo.

Il Ministro Crosetto ha concluso la cerimonia, sottolineando il legame tra l’eredità morale dei “Martiri di Fiesole” e i valori incarnati dall’Arma dei Carabinieri. Ha inoltre consegnato targhe commemorative a tre giovani alunni del territorio, distintisi per il loro impegno nei progetti per la Legalità, uno dei quali è pronipote di uno degli ostaggi salvati dai tre eroi.

Alla commemorazione erano presenti le massime autorità militari e civili, i familiari dei caduti e numerosi studenti. A conclusione della cerimonia, presso la Caserma “Baldissera”, Pasquale Sbarretti, fratello del Carabiniere Fulvio Sbarretti, ha donato all’Arma la decorazione ricevuta dal fratello, che sarà custodita presso il Museo Storico dell’Arma dei Carabinieri a Roma.

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