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Attualità

La Differenza tra Transessualità e Intersessualità

Nel contesto della comunicazione politica e mediatica, è fondamentale utilizzare i termini con precisione, specialmente quando si trattano questioni delicate come l’identità di genere e le condizioni biologiche. Recentemente, la polemica su Imane Khelif, la pugile algerina erroneamente definita come “trans” da rappresentanti delle istituzioni italiane, ha messo in luce la necessità di chiarire le differenze tra transessualità e intersessualità.

Transessualità e intersessualità sono due concetti distinti, ma spesso confusi. La transessualità riguarda le persone la cui identità di genere non corrisponde al sesso assegnato alla nascita. Per esempio, una persona nata con un corpo maschile può identificarsi come donna e scegliere di intraprendere un percorso di transizione per allineare il proprio corpo con la propria identità di genere. Questo processo può includere trattamenti ormonali o interventi chirurgici, ma è una scelta personale e consapevole, basata sulla percezione di sé e sull’identità di genere.

L’intersessualità, invece, si riferisce a una condizione biologica in cui una persona nasce con caratteristiche sessuali che non rientrano nei tradizionali standard maschili o femminili. Questo può includere vari fattori genetici e ormonali, come la sindrome dell’ovaio policistico, l’iperplasia surrenalica congenita, o altre condizioni che influenzano la formazione degli organi sessuali. Le persone intersessuali possono avere un corredo genetico maschile e organi sessuali femminili, o viceversa, senza che questa condizione sia il risultato di una scelta personale.

Imane Khelif: Un Caso di Intersessualità

Nel caso di Imane Khelif, le dichiarazioni dei politici italiani che l’hanno definita erroneamente “trans” dimostrano una mancanza di comprensione delle specifiche terminologie. Imane Khelif, come riportato, è nata con un corredo genetico maschile ma senza organi sessuali maschili, una condizione che rientra nell’intersessualità. Non è stata una sua scelta identificarsi come donna, ma è la sua condizione biologica che ha determinato questa situazione.

Il Ruolo della Politica e della Comunicazione

È essenziale che i politici e i media trattino queste questioni con sensibilità e precisione. L’uso improprio dei termini non solo alimenta confusione, ma può anche perpetuare la stigmatizzazione e la discriminazione. La transessualità e l’intersessualità non sono ideologie o argomenti di propaganda, ma aspetti reali della diversità umana che meritano rispetto e comprensione.

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Trasporti, Di Martino “Sostenibilità e welfare per noi centrali”

“Noi come imprenditori cerchiamo di investire sempre più al Sud perchè cerchiamo di aiutare il territorio dove siamo nati, ma occorrono degli interventi politici perchè in Sicilia, ma in generale al Sud Italia, mancano le infrastrutture. Nel nostro caso, noi ci occupiamo di trasporti e logistica, abbiamo i porti saturi, non abbiamo le infrastrutture ferroviarie e per questo bisogna investire. Devo dire che adesso con il Pnrr qualcosa si sta facendo, vedo che ci sono molti lavori in corso”. Così Fabio Di Martino, consigliere delegato del Gruppo Di Martino, intervistato da Claudio Brachino per la rubrica Italpress €conomy, nel raccontare che l’azienda nasce già negli anni 30 con il nonno Mariano da un Paese in provincia di Catania, Riposto. “Oggi il Gruppo ha tre business principali: trasporto e logistica, automotive, magazzino per lo stoccaggio di merci, contiamo più di mille dipendenti e collaboratori diretti, altrettanto l’indotto – spiega -. Io sono figlio di quell’immigrazione che c’è sempre stata dal Sud al Nord, ritengo che fare business al Sud è molto difficile però devo dire che la Sicilia offre tante opportunità, il tessuto industriale non è mai stato presente, ma c’è un tessuto di agricoltura e pesca, artigianato, vini. Il Pil pro-capite si aggira intorno a 50 euro al giorno contro i 100 della media nazionale”.
Parlando di sostenibilità, Di Martino spiega che “già dagli anni Ottanta noi abbiamo adottato una nostra politica di sostenibilità perchè il nostro trasporto è multimodale, non è il classico ‘tutto stradà ma viene spezzato, ovvero l’unità di carico percorre un tragitto o via ferrovia o via mare e con importanti impatti sostenibili che è la nostra politica. Nel corso degli anni gli investimenti che il nostro Gruppo ha fatto e fa sono mirati proprio alla sostenibilità, noi partiamo dal famoso carretto e oggi nel nostro parco abbiamo sia i mezzi classici a diesel, ma anche lng fino ad arrivare ai mezzi elettrici”, aggiunge.
Infine, due iniziative: “Di Martino for you”, dove i dipendenti dedicano ore di lavoro al volontariato per sostenere le associazioni locali, e lo psicologo in azienda. “Il nostro Gruppo ha da sempre sostenuto associazioni di varie tipologie, ma sono associazioni che spesso vengono sostenute in maniera economica, con questa iniziativa abbiamo cercato di fare di più decidendo di far sì che i nostri collaboratori dedichino almeno una giornata al mese, pagata dall’azienda, nel volontariato in qualsiasi associazione. Ho notato che la maggior parte dei collaboratori faceva già questo tipo di attività per conto proprio, stiamo cercando adesso di dare una spinta per arrivare al 100% – assicura -. La scelta dello psicologo in azienda è dettata dal fatto che crediamo che oggi il benessere mentale delle persone che lavorano è diventato primario, abbiamo quindi fatto una convenzione online estendendola anche ai familiari dei nostri collaboratori perchè tutti noi abbiamo bisogno di un apporto in questo senso”, conclude.

– foto Italpress –
(ITALPRESS).

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Toti, accordo con la Procura per il patteggiamento

L’ex presidente della Liguria Giovanni Toti, imputato per corruzione e finanziamento illecito, ha chiesto il patteggiamento alla Procura di Genova. In questo modo, se il giudice accoglierà l’istanza, non si terrà il processo previsto per il 5 novembre. Secondo quanto emerso, in base all’accordo tra i pm e la difesa dell’ex governatore, la pena sarà di due anni e un mese che verranno convertiti in circa 1500 ore di lavori di pubblica utilità. Prevista la restituzione da parte del Comitato Toti delle somme direttamente contestate.

“Come tutte le transazioni suscitano sentimenti opposti: da un lato l’amarezza di non perseguire fino in fondo le nostre ragioni di innocenza, dall’altro il sollievo di vederne riconoscere una buona parte”, afferma Toti. “Resta quel reato ‘di contesto’ definito corruzione impropria, legato non ad atti ma ad atteggiamenti, una accusa diffide da provare per la sua evanescenza, ma altrettanto difficile da smontare per le stesse ragioni”, prosegue. “Detto ciò, di fronte a questo finale, credo appaia chiaro a tutti la reale proporzione dei fatti avvenuti e della loro conclusione, che pone fine alla tormentata vicenda che ha pagato una istituzione oltre alle persone coinvolte e che lascia alla politica il dovere di fare chiarezza sulle troppe norme ambigue di questo paese che regolano aspetti che dovrebbero essere appannaggio della sfera politica e non giudiziaria”, conclude Toti.

– Foto Agenzia Fotogramma –

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Diabete di tipo 1, l’Italia detta il passo sullo screening pediatrico

E’ passato un anno dall’approvazione in Parlamento della legge n.130/2023 che sancisce l’istituzione dello screening per l’individuazione di diabete di tipo 1 e celiachia nella popolazione pediatrica e molte cose sono cambiate. “L’approvazione della Legge – dice Nicola Zeni, Presidente di Fondazione Italiana Diabete – rappresenta un traguardo fondamentale nella lotta al diabete di tipo 1. Il Parlamento ha dimostrato, all’Italia e al mondo, che la salute dei cittadini non ha colore politico e che uniti si vince. Questi dodici mesi sono serviti per mettere le gambe alla legge, per dotarla della migliore organizzazione possibile, grazie allo straordinario lavoro dell’Istituto Superiore di Sanità e del Ministero della Salute. Dopo un periodo di test in 4 regioni italiane (Campania, Lombardia, Marche e Sardegna), servito a mettere a punto le procedure operative, fra poche settimane potrà iniziare lo screening nazionale e siamo orgogliosi del traguardo raggiunto dopo due lunghi anni di lavoro. Il mondo ci guarda e abbiamo la responsabilità di fare del nostro meglio per consentire a questa Legge di produrre i risultati attesi, ovvero diminuire drasticamente gli esordi drammatici di diabete di tipo 1 nei bambini e permettere di mettere in campo tutte le strategie farmacologiche per ritardare o, speriamo, bloccare la malattia prima dell’esordio clinico”.
L’obiettivo di FID è finanziare la ricerca per la cura definitiva al Diabete di tipo 1, una malattia autoimmune, la cui causa è parzialmente sconosciuta e che non ha una cura definitiva preventiva o successiva. L’insulina è una terapia che tiene in vita le persone con diabete di tipo 1, ma non guarisce. Una malattia, che nonostante i progressi delle terapie e delle tecnologie a supporto della gestione, compromette pesantemente la vita di chi ne è affetto. Una malattia silente e invisibile, che in Italia colpisce circa 300 mila persone in larga parte di giovane età. Ecco perchè l’introduzione dello screening nazionale pediatrico assume oggi ancora più valore.
“Abbiamo fatto tanto, ad esempio realizzando un software di analisi e definizione del rischio (“risk-scoring”) di sviluppare il diabete di tipo 1 molto utile per implementare corretti percorsi di assistenza e terapia, nonchè fornendo un ampio contributo al progetto propedeutico dell’Istituto Superiore di Sanità e alla stesura del White Paper per l’implementazione della Legge 130/2023 che verrà presentato martedì 17 settembre in Parlamento, ma c’è ancora tanto da fare – continua Zeni – e la Fondazione ha chiari gli obiettivi da raggiungere. Serve lo sforzo di ciascuno di noi per trovare la cura definitiva a questa patologia e siamo determinati, anche sinergicamente con gli altri attori del sistema, a continuare su questa strada. Lo screening dovrà essere utilizzato anche per implementare la ricerca sulla causa di questa malattia e dovremo capire come mettere a disposizione della miglior ricerca mondiale i campioni prelevati. Ci dovremo concentrare anche sull’assistenza psicologica per i bambini e le loro famiglie a rischio, sulla necessità di maggiori investimenti per la ricerca, sul portare questa discussione a Bruxelles e sulla continua informazione al Paese in merito a quali stravolgimenti porti nelle famiglie la presenza di un soggetto affetto dal diabete di tipo 1 e quanto sia importante fare in fretta”.

– foto ufficio stampa Esperia Advocacy –

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