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Curiosità

Perde il Lavoro e Diventa Milionario con i Mobili fatti in casa: La Storia di Liam Mchale-Smith

Nel 2020, durante il lockdown dovuto alla pandemia di Covid-19, molte aziende e lavoratori hanno lottato per sopravvivere. Tuttavia, per Liam Mchale-Smith, un inglese di 33 anni con due figli, la crisi ha rappresentato l’opportunità di trasformare la sua vita.

Dopo aver perso il lavoro presso un’azienda di costruzioni, Liam si è trovato a casa senza occupazione. Nonostante la delusione iniziale, ha deciso di mettere a frutto il tempo a disposizione e la sua passione per i mobili fatti a mano. Ciò che era iniziato come un semplice hobby si è rapidamente trasformato in un’attività redditizia, grazie all’iniziativa della moglie Ruth Brankin di condividere sui social le foto dei suoi lavori.

Recentemente Liam ha raccontato la sua incredibile trasformazione ai media britannici: da guadagnare circa 700 sterline a settimana come operaio, è passato a vendere mobili per oltre un milione di sterline dopo tre anni di duro lavoro da casa. “Non avrei mai pensato che sarebbe successo qualcosa del genere”, ha ammesso Liam. “Non avevo esperienza nell’impresa o nel management, ma ora non tornerei indietro. Sono felice di quello che faccio e mia moglie è bravissima con i social e i computer, supportandomi ogni giorno”.

La passione di Liam per i mobili risale ai suoi giorni da adolescente, quando ha iniziato a studiare falegnameria. Dopo aver lavorato nel settore edile, il suo ritorno al “primo amore” è stato segnato dalla vendita dei primi pezzi come un bar da giardino e una copertura per termosifoni. Grazie alla crescente domanda, il suo marchio “Unique Designs by Liam” ha guadagnato sempre più notorietà, permettendogli di aprire un laboratorio e di assumere personale, tra cui suo padre e due apprendisti.

Con la fine delle restrizioni dovute alla pandemia, Liam e Ruth hanno espanso la loro attività, spedendo mobili in tutto il Regno Unito, compresa una consegna fino ad Aberdeen, Scozia, a più di 350 miglia di distanza. Alla fine del 2022, Liam aveva venduto oltre 10.350 pezzi attraverso il suo sito web e la piattaforma Etsy, guadagnando un totale di 1,3 milioni di dollari (circa un milione di sterline).

“È un lavoro molto impegnativo”, ha sottolineato Liam. “Non posso permettermi di prendermi una settimana di ferie come una volta, e questo ha un grande impatto sulla nostra vita familiare”. Tuttavia, il duro lavoro ha premiato Liam con la possibilità di acquistare una nuova casa per la sua famiglia e di espandere ulteriormente la produzione. Ha investito in una nuova flotta di camion e ha ampliato il suo team per produrre e spedire fino a 40 pezzi al giorno, tutti realizzati a mano con materiali locali.

Il successo di Liam non è passato inosservato: sua moglie Ruth lo ha definito una fonte di ispirazione per tutti. “Non conosco nessuno che lavori così duramente come Liam”, ha dichiarato. “È un esempio di determinazione e impegno”.

In conclusione, la storia di Liam Mchale-Smith dimostra come dalla crisi sia possibile trarre opportunità, trasformando passioni in carriere di successo attraverso dedizione e lavoro sodo.

Curiosità

L’amore ai tempi dell’intelligenza artificiale: l’uomo che s’innamorò di un chatbot

Nel mondo frenetico di oggi, dove la tecnologia permea ogni aspetto della nostra vita, non sorprende che l’intelligenza artificiale stia facendo il suo ingresso anche nel regno delle relazioni intime. Sherry Turkle, ricercatrice del Massachusetts Institute of Technology (MIT), è una delle studiose più attente a questo fenomeno emergente.

Turkle è particolarmente interessata all’impatto dei chatbot, programmi di intelligenza artificiale in grado di simulare conversazioni con esseri umani, sulle relazioni umane. In particolare, la studiosa si focalizza sulle relazioni sentimentali parallele che si sviluppano online, anche all’interno di matrimoni consolidati.

Secondo Turkle, gli esseri umani hanno sempre avuto la tendenza a sviluppare legami intimi con oggetti inanimati. Già negli anni ’90, la studiosa aveva analizzato fenomeni simili, studiando l’interazione con giocattoli come Tamagotchi e Furby. Tuttavia, i recenti progressi tecnologici hanno portato le relazioni con l’IA a un livello completamente nuovo.

Turkle sostiene che i sentimenti che le persone provano per i loro compagni virtuali rappresentano un enigma psicosociale. L’intelligenza artificiale offre uno spazio privo delle frizioni tipiche delle relazioni umane. Fornisce l’illusione di intimità senza richiedere nulla in cambio. Ed è proprio questa caratteristica che rende la tecnologia così pericolosa.

La studiosa sottolinea che quando cerchiamo relazioni prive di vulnerabilità, dimentichiamo che proprio dalla vulnerabilità nasce l’empatia. “L’avatar è a metà strada tra una persona e una fantasia”, conclude Turkle.

Per illustrare il suo punto di vista, Turkle racconta la storia di un uomo sposato che ha trovato conforto in un chatbot. Nonostante amasse e rispettasse la moglie, l’uomo lamentava un allontanamento dovuto all’arrivo dei figli e alla conseguente attenzione della moglie verso di loro.

Dopo aver iniziato a chattare con un’intelligenza artificiale, confidando i suoi pensieri e le sue ansie, l’uomo si è sentito finalmente valorizzato, soprattutto per via del presunto interesse sessuale che il chatbot gli manifestava.

Il caso dell’uomo e della sua “fidanzata virtuale” solleva interrogativi complessi sulla natura delle relazioni umane e sul ruolo che la tecnologia sta assumendo nella nostra vita. Se da un lato i chatbot possono offrire supporto e compagnia, è importante ricordare che non sono persone reali e non possono sostituire l’empatia e la connessione emotiva che solo le relazioni umane possono offrire.

Come sottolinea Turkle, è fondamentale essere consapevoli dei rischi e dei limiti delle relazioni artificiali e non dimenticare che la vera intimità nasce dalla vulnerabilità e dalla connessione reciproca.

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LO SAI CHE… l’auto ti protegge dai fulmini?

Trovarsi all’interno di un’auto durante un temporale è uno dei modi più sicuri per ripararsi dai fulmini. Questo perché la struttura metallica dell’auto agisce come una gabbia di Faraday, isolando l’abitacolo dal campo elettrico esterno.

Come funziona la gabbia di Faraday?

Una gabbia di Faraday è un contenitore metallico in grado di bloccare i campi elettrici. Quando un campo elettrico colpisce la gabbia, la carica si distribuisce sulla sua superficie esterna, annullando il campo all’interno.

Nel caso di un’auto, la carrozzeria metallica funge da gabbia di Faraday. Quando un fulmine colpisce l’auto, la carica elettrica si distribuisce sulla carrozzeria, evitando che passi attraverso l’abitacolo.

La corrente elettrica viene quindi scaricata a terra attraverso la carrozzeria, proteggendo i passeggeri all’interno.

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Curiosità

Cosa succede se mettiamo benzina in un motore diesel e viceversa

Fare un errore di rifornimento, inserendo benzina in un motore diesel, può avere conseguenze gravissime e costose. In particolare, se si avvia il motore, i danni possono essere irreparabili.

  • La benzina, a differenza del gasolio, non ha potere lubrificante. Questo provoca un’usura accelerata e un surriscaldamento delle componenti del motore, come iniettori, valvole, pistoni e filtri.
  • Il motore inizia a fare rumori strani, come ticchettii e contraccolpi violenti.
  • In casi gravi, il motore può gripparsi, con danni irreparabili.

Cosa fare se si è commesso l’errore:

  • Non avviare il motore assolutamente.
  • Chiamare un carro attrezzi per portare l’auto in officina.
  • Un meccanico specializzato provvederà a svuotare e pulire il serbatoio, oltre a verificare eventuali danni al motore.

Il costo dell’intervento varia a seconda dell’entità dei danni, ma può essere molto elevato.

Prevenire è meglio che curare:

  • Prestare massima attenzione al momento del rifornimento, verificando di stare utilizzando la pompa giusta.
  • Molti distributori di benzina sono dotati di bocchettoni incompatibili con i serbatoi dei diesel, rendendo l’errore più difficile.
  • In caso di dubbio, non esitare a chiedere aiuto al personale del distributore.

Mettere gasolio in un motore a benzina: i rischi

Invertire l’errore, mettendo gasolio in un motore a benzina, è meno grave, ma non è comunque privo di rischi. Se si interviene tempestivamente, i danni possono essere contenuti.

Cosa succede:

  • Il gasolio può imbrattare le candele di accensione, causando difficoltà all’avviamento del motore.
  • Può anche danneggiare la marmitta catalitica e la sonda lambda.

Cosa fare se si è commesso l’errore:

  • Non avviare il motore.
  • Contattare un carro attrezzi per portare l’auto in officina.
  • Un meccanico provvederà a svuotare il serbatoio e a pulire le componenti del sistema di alimentazione.

Anche in questo caso, il costo dell’intervento può variare a seconda dei danni.

In ogni caso, è fondamentale evitare di fare errori di rifornimento. Prestare attenzione e seguire le precauzioni indicate può evitare danni seri al proprio veicolo.

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