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Abruzzo

L’Aquila | Uccisione Orsa Amarena: a processo l’indagato

L’orso Amarena è stato tragicamente ucciso con violenza secondo il procuratore della repubblica di Avezzano, Maurizio Maria Cerrato, al termine delle indagini. Andrea Leombruni, un commerciante di 57 anni di San Benedetto dei Marsi, è stato indagato per aver sparato e ucciso l’orso, uno dei simboli del Parco nazionale d’Abruzzo, la scorsa estate. Le accuse nei confronti di Leombruni comprendono l’uccisione di animali aggravata da crudeltà ed esplosioni pericolose in un luogo abitato.

L’evento tragico si è verificato nella notte del 31 agosto scorso, quando l’orso Amarena, che aveva appena partorito due cuccioli, è stato colpito da una fucilata a breve distanza, perforandole un polmone e causandone la morte. Secondo le perizie balistiche, il colpo è stato sparato intenzionalmente per uccidere l’orso, e non per errore o per scacciarlo.

Durante gli interrogatori, Leombruni ha ammesso di aver sparato per paura, ma ha anche dichiarato di essersi reso conto immediatamente dell’errore e di aver chiamato personalmente i carabinieri forestali. Ha descritto un clima di intimidazioni e minacce ricevute dalla sua famiglia dopo l’incidente, aggiungendo di non riuscire più a vivere normalmente.

L’Oipa ha sottolineato che Amarena non era mai stata aggressiva e ha criticato la pericolosità sociale di individui che detengono armi da fuoco, nonché il clima di ostilità verso i grandi carnivori promosso da alcuni settori politici in Italia. L’organizzazione ha annunciato di costituirsi parte civile nel processo, auspicando una condanna esemplare per l’inquisito.

Michela Vittoria Brambilla, presidente dell’Intergruppo parlamentare per i Diritti degli animali, ha espresso soddisfazione per il prosieguo delle indagini e ha confermato che la Lega italiana per la Difesa degli Animali e dell’Ambiente (Leidaa) si costituirà parte civile nel processo. Ha sottolineato l’importanza che chi ha commesso un atto così grave risponda legalmente, anche se nulla potrà ridare la vita ad Amarena.

L’episodio ha sollevato rinnovate preoccupazioni riguardo alla protezione degli animali e alla gestione dei conflitti tra fauna selvatica e popolazione umana nelle aree naturali italiane.

Abruzzo

Pescara |Bagnini eroi salvano due ragazzi in difficoltà

Davanti allo stabilimento balneare “Il Pirata” a Pescara, due ragazzi sono stati soccorsi in mare grazie all’intervento tempestivo di due assistenti bagnanti degli Angeli del Mare Fisa. Brian Esdra Britos Sosa e Ruslan Di Sabatino sono stati i protagonisti del salvataggio.

Carmen Padalino, vice presidente degli Angeli del Mare Fisa, ha raccontato che durante la loro giornata di servizio, Brian Esdra Britos Sosa, posizionato sulla torretta di controllo, ha immediatamente notato due ragazzi che si erano allontanati molto dalla riva per fare il bagno. Preoccupato per la loro sicurezza, ha fischiato per attirare la loro attenzione e li ha esortati a tornare sulla spiaggia. Nonostante l’avvertimento, i ragazzi hanno continuato a nuotare verso il largo. Poco dopo, uno dei ragazzi ha iniziato ad avere difficoltà e stava affogando. Senza esitare, Brian è intervenuto prontamente. Con l’aiuto di Ruslan Di Sabatino su un pattino di salvataggio, hanno raggiunto il ragazzo in difficoltà e lo hanno tirato in salvo con grande professionalità. Dopo aver assicurato che fosse al sicuro, hanno fatto ritorno a riva.

Marco Schiavone, presidente degli Angeli del Mare Fisa, ha sottolineato l’importanza della collaborazione con la Federazione Italiana Salvamento Acquatico (Fisa) per la formazione di soccorritori altamente professionisti. Ha ringraziato anche le capitanerie di porto per il loro sostegno nella salvaguardia umana.

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Abruzzo

Pescara | Oggi i funerali del giovane Thomas Luciani: il giovane ucciso nel parco

Una folla silenziosa ha accolto nel centro storico di Rosciano (Pe), in piazza XXIV Maggio, il feretro di Cristopher Thomas Luciani, il sedicenne ucciso domenica scorsa con 25 coltellate da due coetanei nel parco di via Raffaello Sanzio a Pescara, a causa di un debito di droga. La bara bianca, coperta da fiori chiari, è stata accompagnata dalle commosse parole di monsignor Tommaso Valentinetti, arcivescovo metropolita di Pescara-Penne.

“La droga è la nuova lebbra che sta attanagliando la gioventù. Bisogna non allontanarsi da chi vive il disagio, ma rispondere scendendo per strada, toccare questa realtà e affrontarla con il nostro impegno. Mi appello, dunque, a coloro che già tanto fanno, che hanno responsabilità di amministrazione, di controllo e di governo: bisogna fermare i mercanti di morte,” ha dichiarato nell’omelia monsignor Valentinetti.

A Rosciano e a Pescara oggi è lutto cittadino. “Questa terra dove Cristopher è morto è una terra che non ci appartiene, non ci può appartenere,” ha continuato l’arcivescovo. “Durante la mia vita sacerdotale ho vissuto tragedie come la morte di sette bambini nel terremoto di San Giuliano di Puglia, ma anche questo è molto difficile. Mi sono fatto un esame di coscienza… La responsabilità di un atto così violento, di una morte così precoce, a 17 anni… chi se la porta addosso? Chi ha compiuto i gesti che non doveva compiere, certo, ma credo sia il momento di riflettere per un’assunzione di responsabilità collettiva. Se avvengono questi fatti, se i ragazzi diventano incontrollabili, è una responsabilità che tutti dobbiamo assumerci, senza puntare il dito l’uno contro l’altro. La responsabilità non è solo di una persona o di una realtà… Non si abbandonano i ragazzi… non può essere così. Istituzioni, scuola, famiglia, Chiesa, tutti devono avere un sussulto di responsabilità. Queste cose non sono giustificabili, non sono comprensibili. La presenza di tanti ragazzi qui, i tanti fiori portati nel luogo dove è morto Cristopher, dimostrano che si può avere un sussulto di umanità e di verità, un sussulto che deve far cadere le armi dalle mani violente e allontanare la droga,” ha concluso l’arcivescovo.

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Abruzzo

Pescara | Manifestazione degli agricoltori per l’emergenza cinghiali

Questa mattina, centinaia di agricoltori e 150 trattori hanno marciato per le strade del centro di Pescara per difendere le campagne abruzzesi dall’invasione dei cinghiali e tutelare la sicurezza dei cittadini sulle strade.

La manifestazione, organizzata da Coldiretti Abruzzo, ha rappresentato la più grande mobilitazione regionale del settore agricolo nel capoluogo adriatico, con l’obiettivo di ottenere risposte certe e immediate dal governo nazionale e dalla Regione. “È necessario – ha spiegato Roberto Rampazzo, direttore regionale di Coldiretti Abruzzo – un cambio di passo nelle politiche relative ai piani di contenimento degli ungulati, che finora si sono dimostrate inefficaci”.

Il raduno degli agricoltori è iniziato alle 9 in piazza della Repubblica e alle 10 il corteo ha percorso corso Vittorio Emanuele II fino a piazza Unione, dove sono intervenuti i dirigenti di Coldiretti. Alla manifestazione hanno partecipato agricoltori provenienti da tutte le province abruzzesi, con un presidio di trattori guidati da giovani imprenditori agricoli. “L’obiettivo della mobilitazione – hanno spiegato gli organizzatori – è quello di far applicare immediatamente a livello regionale le misure previste dal decreto interministeriale varato lo scorso anno per l’adozione di un Piano straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica”.

Il lungo corteo ha causato alcuni disagi al traffico veicolare a causa della chiusura di Corso Vittorio Emanuele.

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