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Economia

Lavoro Italiano: Nel 2023 saldo positivo con 848mila contratti in più

Nel 2023, secondo il Rapporto annuale sulle Comunicazioni obbligatorie pubblicato dal ministero del Lavoro, sono stati attivati complessivamente oltre 13.072.000 rapporti di lavoro, registrando un aumento di 445.000 unità rispetto all’anno precedente, corrispondente a una crescita del 3,5%. Le cessazioni di contratti nel medesimo periodo sono state pari a 12.224.000, segnando un aumento dello 0,5% rispetto al 2022.

La differenza tra attivazioni e cessazioni di rapporti di lavoro nel 2023 è stata di 848.000 unità, in netto incremento rispetto all’anno precedente, quando era stata di 461.000 unità. Questo dato indica un aumento significativo nella creazione netta di nuovi posti di lavoro rispetto ai contratti che sono giunti al termine.

Inoltre, l’83,5% dei contratti che hanno cessato nel 2023 aveva una durata inferiore a un anno, evidenziando una tendenza verso contratti di lavoro più brevi nel panorama occupazionale italiano.

Economia

Occupazione in Italia a Maggio 2024: Calo Mensile, Crescita Annua

A maggio, l’occupazione in Italia ha registrato un calo dello 0,1% rispetto al mese precedente, corrispondente a una diminuzione di 17.000 unità. Questo calo segue tre mesi consecutivi di crescita nell’occupazione. Tuttavia, confrontando con maggio 2023, il numero di occupati è aumentato del 2,0%, con un incremento di 462.000 unità nel corso dell’anno. Lo ha riportato l’Istat, diffondendo le stime su occupati e disoccupati.

Il tasso di occupazione mensile è sceso al 62,2%. Nel dettaglio, il calo mensile dell’occupazione a maggio ha interessato principalmente i dipendenti a termine, scesi a 2.879.000 unità, e gli autonomi, pari a 5.089.000. Al contrario, i dipendenti permanenti hanno continuato a crescere, raggiungendo 15.986.000 unità.

Complessivamente, il numero degli occupati è stato di 23.954.000, superiore di 462.000 unità rispetto a maggio 2023. Questo incremento è stato trainato dall’aumento di 498.000 dipendenti permanenti e di 42.000 autonomi, nonostante una diminuzione di 77.000 dipendenti a termine.

Analizzando il dato per genere, su base mensile l’occupazione è diminuita per gli uomini (-0,2%, pari a -27.000 unità) e aumentata per le donne (+0,1%, pari a +11.000 unità). Su base annua, la crescita dell’occupazione è stata dell’1,2% per gli uomini (+167.000 unità) e del 3,0% per le donne (+295.000 unità).

Questi dati riflettono una dinamica complessa del mercato del lavoro italiano, con un aumento significativo degli occupati rispetto all’anno precedente nonostante il calo mensile registrato a maggio.

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Economia

Bonus Elettrodomestici 2024: Come Funziona e a Chi Spetta

Il bonus elettrodomestici, introdotto con un disegno di legge attualmente all’esame della Camera dei Deputati, prevede un contributo fino al 30% sulla spesa per l’acquisto di nuovi elettrodomestici di classe energetica non inferiore a:

  • A per lavatrici e lavasciugatrici
  • C per lavastoviglie
  • D per frigoriferi e congelatori

Requisiti:

  • Il bonus è rivolto a tutti i cittadini residenti in Italia.
  • Per le famiglie con ISEE inferiore ai 25.000 euro è previsto un bonus maggiorato.
  • È necessario rottamare un elettrodomestico dello stesso tipo di quello che si intende acquistare.

Importo del bonus:

  • Il bonus massimo è di 100 euro per ogni elettrodomestico.
  • Per le famiglie con ISEE inferiore ai 25.000 euro il bonus massimo è di 200 euro per ogni elettrodomestico.

Come richiedere il bonus:

  • Il bonus verrà erogato sotto forma di sconto sul prezzo di acquisto dell’elettrodomestico presso il rivenditore.
  • Sarà necessario presentare la documentazione che attesta l’acquisto dell’elettrodomestico e la rottamazione di quello vecchio.

Il bonus è previsto per gli acquisti effettuati tra il 1° gennaio 2023 e il 31 dicembre 2025.

Le coperture per il bonus sono ancora da definire, con un fondo richiesto di 400 milioni di euro per ciascuno degli anni 2023, 2024 e 2025.

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Economia

La Corte Costituzionale conferma: il riscatto degli anni di laurea non neutralizza il passaggio al sistema misto pensionistico

La Corte Costituzionale ha deciso che non è possibile “neutralizzare” i contributi derivanti dal riscatto degli anni di laurea per passare dal sistema retributivo al sistema misto nel computo della pensione. Questa decisione è stata presa con la sentenza n.122, respingendo le obiezioni di costituzionalità sollevate dal Tribunale di Roma.

Il Tribunale aveva ritenuto che le disposizioni in questione contraddicessero gli articoli 3 e 38 della Costituzione, perché non garantivano il diritto alla neutralizzazione dei contributi pagati attraverso il riscatto volontario degli anni di laurea. Questo diritto sarebbe stato necessario per permettere ai lavoratori di passare dal sistema retributivo al sistema misto, qualora quest’ultimo si rivelasse più vantaggioso al momento del pensionamento.

La Corte ha chiarito che il principio di neutralizzazione dei contributi può essere applicato solo all’interno del sistema retributivo, per escludere dalla base pensionabile quei contributi aggiuntivi che non influenzano il diritto alla pensione. Tuttavia, non può essere invocato per uscire dal sistema retributivo stesso, anche se questo si è rivelato meno conveniente di quanto previsto al momento del riscatto.

Secondo la Corte, non è possibile scegliere il sistema di computo della pensione in base a una valutazione fatta solo al momento del pensionamento, poiché ciò contrasterebbe con il principio di certezza del diritto che deve regolare il sistema previdenziale. Inoltre, la Corte ha sottolineato che il riscatto degli anni di laurea serve principalmente ad aumentare l’anzianità contributiva, senza influenzare la scelta tra i diversi sistemi pensionistici.

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