Connect with us

Liguria

Tangentopoli ligure | La memoria difensiva del governatore Toti punto per punto

Ad integrazione dell’interrogatorio che rendo in data odierna, deposito questo mio scritto con il quale è mia intenzione spiegare le linee politiche e morali che, da quanto ho assunto l’onore di guidare Regione Liguria, hanno sempre informato l’attività perseguita dalla Giunta regionale nella unica prospettiva di servire il bene e l’interesse comune dei cittadini liguri e delle loro istituzioni. Non è mia intenzione sottrarmi al Vostro esame, ma oggi, così come in futuro, vi è da parte mia la ferma volontà di collaborare, con trasparenza ed onestà, alla ricostruzione della Verità nel supremo interesse della Giustizia, per restituire alla mia figura di uomo e di servitore dello Stato la Dignità che ho costantemente cercato di preservare.
Nel mio percorso politico ho sempre perseguito l’interesse pubblico il quale è il fine unico ed ultimo della mia azione politica; tale fine è seguito, come costantemente rivendicato dal programma politico della maggioranza che mi sostiene, non già mediante la contrapposizione con le rivendicazioni dei privati, quanto piuttosto attraverso la veicolazione di queste verso l’interesse della collettività e del territorio, modalità con la quale si realizza la migliore essenza dell’interesse pubblico.
Il pensiero Liberale, che rappresenta il faro della nostra azione politica, vede, infatti, nell’attività privata non già un fattore egoistico da contrastare ma una risorsa che, lasciata crescere nel rispetto delle regole, rappresenta un valore aggiunto per la collettività quale primario elemento di sviluppo sociale ed economico.
Nell’ordinanza di custodia cautelare, così come nell’intero impianto accusatorio si analizza solo una limitatissima parte dei rapporti tra amministrazione, Presidente, e mondo del lavoro e delle imprese. E di tale limitatissima parte si fa paradigma per tutto il resto. Al contrario, l’atteggiamento e l’animus dei rapporti e dei contesti analizzati dovrebbe invece essere esaminato ed interpretato alla luce della generalità e molteplicità dei rapporti di un lunghissimo periodo.
È da una visione di ampio respiro, che abbracci tutto l’arco della mia presidenza, che si può apprezzare la nostra visione politica e comprendere appieno come tutte le mie azioni (anche quelle contestate) siano state ispirate, certamente dalla giusta attenzione verso le imprese operanti sul territorio, ma nell’unica prospettiva della tutela dell’interesse collettivo e del suo progresso. La politica di apertura verso il mondo della Impresa, la necessità di rendere più celeri e semplici gli investimenti, sia pubblici che privati, considerati interesse pubblico del territorio, l’importanza di modernizzare il Porto di Genova, anche in collaborazione e concorso con i grandi operatori della logistica (che in un mercato competitivo debbono essere invogliati ad utilizzare lo scalo ligure) l’attenzione con cui l’amministrazione monitora e ove necessario sollecita il disbrigo delle pratiche (ovviamente nel pieno e trasparente rispetto della legge e delle procedure), l’esigenza di aprire alla concorrenza il mercato, anche della grande distribuzione, insomma accelerare la crescita economica del territorio e il suo benessere anche attraverso specifiche politiche di attenzione ben volute e spesso reclamate dai cittadini e dal mondo delle imprese, sono questi tutti elementi del programma politico di amministrazione ritenuti di interesse pubblico e rivendicati in ogni sede, compresa quella legislativa e di controllo del Consiglio Regionale.
In tal senso, prendendo a riferimento il periodo stesso delle indagini, o un qualsiasi ambito temporale della amministrazione, sarebbe stato facile dimostrare che tutte le imprese, le associazioni di impresa e ogni altro soggetto portatore di istanze economiche sia stato trattato con la medesima attenzione, nel postulato assoluto per cui ogni iniziativa imprenditoriale, purché non in contrasto con le leggi o con regole di mercato codificate, si possa considerare di interesse pubblico, portando sul territorio ricchezza e lavoro, in forma diretta ed indiretta.
L’attenzione verso il mondo privato e dell’impresa è stata messa in campo con ogni genere di attività economica e quale che fosse la sua origine, senza alcuna discriminazione: aziende e persone fisiche sostenitrici della mia propria parte politica sono state ascoltate esattamente come soggetti notoriamente con orientamenti politici diversi o politicamente non esposti. Lo stesso dicasi per aziende e persone fisiche che nel tempo hanno contribuito ai comitati elettorali di Toti come aziende e persone fisiche che mai lo hanno fatto. Una rapida analisi della mia agenda quotidiana basterà a darne conferma. La medesima attenzione era riposta senza distinguere per dimensioni e tipologie di impresa, cercando, ove possibile, come si evince anche dalle indagini, di comporre per quanto possibile anche le divergenze da imprese dello stesso settore evitando conflitti e contenziosi, specie di tipo legale, che normalmente rallentano ogni investimento.
Non ho mai travalicato le specifiche competenze degli enti e degli uffici preposti, mai ho ingerito nelle libere scelte e decisioni dei soggetti coinvolti mai ho fatto pressioni verso alcun soggetto, mai ho servito un interesse particolare in danno di quello collettivo.
Mai tale attenzione si è estrinsecata nel superare o modificare il parere dei propri uffici o le istruttorie degli organismi terzi, vedi gli uffici di autorità portuale. Il mio intervento in sede politico/funzionale si è sempre limitato strettamente al percorso autorizzativo tracciato dagli uffici preposti in ogni campo, circoscrivendosi a chiedere una attenzione coerente con le esigenze di rapidità del mercato, o di realizzazione delle opere sollecitate dagli altri organi amministrativi e di Governo (Porto, strutture Commissariali del sindaco Bucci) ovvero a sollecitare, all’interno dei percorsi amministrativi e legislativi, la solerzia e l’attenzione dei Comuni Liguri nel realizzare i piani strategici regionali.
In tutti questi casi, ogni mio intervento è stato esclusivamente teso a realizzare un primario interesse pubblico tanto da essere contenuto in provvedimenti di Legge o nei piani strategici della Regione, nonché rivendicato come realizzazione del programma elettorale premiato dai cittadini nelle urne 
Come visto, la mia azione si è sempre limitata, quando la stessa fosse possibile e comunque nel rispetto della legge, a sollecitare analisi e risposte dai soggetti coinvolti nell’ambito e all’interno dei confini già tracciati dai percorsi amministrativi e autorizzativi in essere, vagliati e istruiti dai competenti uffici.
Queste sollecitazioni sono vitali per avere un’amministrazione efficiente che possa dare risposte in tempi ragionevolmente brevi ad istanze legittime.
Avere un’amministrazione efficiente è un requisito fondamentale per essere competitivi rispetto alle altre regioni ed attrattivi per le imprese che già investono o che intendono investire e portare di conseguenza ricchezza e sviluppo al territorio.

TRASPARENZA E INDIPENDENZA DELLA MIA AZIONE
La mia azione politica è sempre stata tesa alla tutela della dignità e del lustro della Regione e delle sue istituzioni. Ciò passa attraverso una gestione trasparente della cosa pubblica e della politica. Così come ogni intervento a favore delle iniziative economiche è stato pubblico, spesso attraverso specifiche comunicazioni (si vedano le innumerevoli esternazioni sugli equilibri portuali da raggiungere per interesse pubblico), anche ogni dazione di denaro è avventa nella massima trasparenza. Ciò è riconosciuto dagli stessi atti di accusa ove si fa riferimento a bonifici effettuali ai Comitati politici, gestiti nei principi legali della massima trasparenza, con obiettivi e organismi statutari e bilanci pubblicati a norma di legge. Ogni dazione di denaro è stata accreditata con metodi tracciabili e rendicontata. Del pari tutte le spese sostenute (sia a sostegno della mia attività politica come leader della Lista Toti presente in Consiglio Regionale e in molte amministrazioni municipali, sia per sostenere Sindaci, Liste e candidati collegati e coerenti alla linea politica della Lista Toti, sia per quanto riguarda le iniziative della Coalizione di Governo) sono stati rendicontati e pubblicizzati in termini di legge e anche oltre. I bilanci e i rendiconti sono stati (e sono ancora) pubblicati sui siti internet delle organizzazioni politiche a mio sostegno. Ogni euro incassato ha avuto una destinazione politica: nessun contributo ha prodotto arricchimento o utilità personale a me, agli altri appartenenti al mio partito o a terzi privati. E proprio per fugare ogni minimo possibile sospetto e garantire massima trasparenza e possibilità di controllo, particolare attenzione è stata posta nel separare ogni aspetto economico della mia vita privata da qualsiasi attività economica legata alla politica, tanto da separare anche i conti correnti personali ed utilizzare per l’attività politica esclusivamente conti dedicati e “trasparenti”, con strumenti di accredito e spesa tracciati, tracciabili e sempre rigorosamente documentabili. Negli atti di indagine si è parlato diffusamente delle cene organizzate per sostenere l’azione politica del mio partito. Questi incontri dimostrano esattamente quanto appena riferito: basti ricordare che alla citata cena tenutasi a Villa Zerbino nel marzo ultimo scorso, quando il contributo di partecipazione era sotto i 500 euro (soglia richiesta dalla legge per la pubblicazione del donatore), si è provveduto a garantire libero accesso agli organi di stampa all’evento, proprio per consentire all’opinione pubblica e ad ogni soggetto interessato la massima possibilità di trasparenza e pubblicità. Tale prassi si è ripetuta in ogni evento legato al finanziamento della attività politica. Gli articoli tratti da giornali e siti internet presenti in atti ne sono una chiara dimostrazione. Chi compie un delitto o ritiene che la sua azione possa configurarsi come tale non si prodiga esso stesso per darne visibilità ed anche prova documentale. La conciliazione tra il perseguimento dell’interesse collettivo e la trasparenza della mia azione politica si è manifestata negli anni, per limitarci ai soli temi portuali, nell’interlocuzione costante con le diverse realtà ivi presenti per comprenderne le esigenze ma garantendo al contempo un’azione amministrativa imparziale ed efficiente. Benché non agli atti della misura, per quanto concomitanti, sono gli incontri tra me, gli armatori Grimaldi e il Direttore Generale di Asso-armatori. Questi incontri avevano come fine quello di permettere l’ingresso del più importante armatore di bandiera italiana (Grimaldi, appunto) nel porto di Genova dopo che esso aveva pubblicamente lamentato, in vista dello spostamento dei depositi chimici al Ponte San Giorgio, una propria penalizzazione circa la possibilità di lavorare nello scalo. Poiché ritenni di interesse pubblico non perdere il traffico generato da Grimaldi nonostante l’intenzione del Comune di spostare i depositi chimici, mi attivai in una serie di incontri volti a incrociare le esigenze e i piani di sviluppo di vari soggetti del porto dal momento che la regione riteneva di pubblico interesse anche per il lavoro che i traffici di Grimaldi portavano alla Compagnia Unica. Potrei ricordare uguale attenzione e interessamento per l’area strategica del Porto di Voltri-Prà, interessato da un piano di espansione delle sue aree a terra caldeggiato dall’azionista, Singapore Port Authority, con cui molte volte nel corso dei mesi ci siamo confrontati, valutando gli interessi pubblici di quel progetto privato. È da sottolineare che tale mio interessamento, analogo a quello per la vicenda oggetto delle indagini, avveniva senza che i due soggetti (Singapore Port Authority e Grimaldi) fossero contributori del comitato Toti, ma, al contrario, sia Grimaldi, attraverso la partecipazione a manifestazioni politiche, sia l’azionista italiano di Psa, per storia, venissero attribuiti alla parte politica avversa. Quanto al confronto sul futuro Piano Regolatore portuale, rilevato che le competenze regionali non ineriscono alla fase programmatoria bensì alla successiva fase autorizzativa, ritengo opportuno specificare che l’attività di confronto è stata costantemente portata avanti con tutti i soggetti della Comunità Portuale, senza favoritismi e parzialità alcuna. Come potrebbe risultare dalla sola lettura degli atti, il dialogo non è mai stato prerogativa specifica né tanto meno esclusiva del Gruppo Spinelli. Per corroborare l’assenza di qualsiasi collegamento tra dazioni di denaro e la mia attenzione politica a temi di pubblico interesse sarebbe sufficiente incrociare la mia agenda con la rendicontazione dei versamenti denunciati. In questo modo apparirà evidente che l’attenzione e l’impegno da me profuso nelle politiche di ascolto e di lecita agevolazione degli investimenti privati è stato totalmente scollegato da ogni contributo ricevuto. Mi preme ribadire ancora una volta che l’attività di sostegno e ascolto alle iniziative private non aveva quale presupposto né fine quello della vicinanza politica o personale o, ancora, della presenza di una contribuzione (ancorché in tutto e per tutto legittima); l’unica ragione del mio agire è stata quella di aiutare l’iniziativa privata per far crescere la Liguria. Allo stesso modo, non mi sono mai sentito debitore nei confronti di chi aveva contribuito alla mia iniziativa politica: il fatto di essere contributore o comunque politicamente vicino non ha mai rappresentato un titolo per ricevere da parte mia favori o trattamenti preferenziali; del pari non vi è mai stato alcun mio atteggiamento che potesse in qualche modo dare adito a tale pensiero. Vi era semplicemente una visione ampia e diffusa da parte dei privati circa l’utilità, civica ed economica, di sostenere un’amministrazione che vedeva nell’investimento privato, all’interno delle regole, un mezzo per perseguire un interesse pubblico, oltreché privato. Visione corrisposta dal massimo impegno amministrativo nel sostenere e se possibile agevolare le attività di investimento e di impresa a prescindere dal colore politico delle imprese stesse.
Di seguito a titolo meramente esemplificativo e solo per citare gli ultimi episodi cronologicamente occorsi, una serie di casi in cui imprenditori hanno incontrato e sono stati incoraggiati e sostenuti a prescindere se facessero parte o meno dei donatori liberali alla attività politica di Toti:
– Fratelli Colaninno, ditta Intermarine, (On. Matteo ex Parlamentare PD) incontrati per risolvere pratica urbanistica del capannone sul fiume Magra per poter produrre, come da contratto, imbarcazioni per la Marina. Organizzata riunione con dirigenti e assessore al fine di disbrigare pratica in tempi celeri coerenti con l’appalto in questione. Azienda mai rientrante nell’elenco degli erogatori liberali.
– Società Agri Peq, Famiglia Luzzati, accompagnati da legale di Fiducia Dello Strologo, promotore e richiedente l’incontro. Per illustrare le proprie attività di sviluppo agricolo nell’area di Andora e chiedere il disbrigo più celere possibile per la trasformazione di un compendio immobiliare in albergo e attività turistica (Villa Isnardi). Azienda mai rientrante nell’elenco degli erogatori liberali.
– Vari incontri e visite in stabilimenti a Spezia del Gruppo Ferretti (amministratore Alberto Galassi) più volte sostenuto sia ai tempi del Covid con apposite norme per la consegna delle imbarcazioni sia per i lavori nello stabilimento. Azienda mai rientrante nell’elenco degli erogatori liberali.
– Gruppo Baglietto. Visita e riunioni per seguire la pratica del rinnovo del cantiere nautico. Azienda mai rientrante nell’elenco degli erogatori liberali
– Gruppo Italian Naval Group). Incontri per salutare l’arrivo del Gruppo a Spezia tramite l’acquisto di Perini yacht e illustrazione dei progetti di cambiamento dello stabilimento che richiedono pratiche ambientali e amministrative. Azienda mai rientrante nell’elenco degli erogatori liberali.
– Incontri con vertici italiani del Gruppo Contship principale terminalista spezino. Intensa attività svolta per agevolare l’inizio di un importante cantiere di ammodernamento del terminal indispensabile a lasciare spazio alla stazione crociere. Il cantiere prevede anche investimenti regionali di messa in sicurezza idraulica. Azienda mai rientrante nell’elenco degli erogatori liberali.
– Incontri con vertici italiani dei principali operatori di crociere mondiali (Costa, Royal Msc) per la realizzazione e la gestione della stazione marittima di Spezia e per dirimere con Stazione marittima di Genova le attività di utilizzo della stessa a loro dire penalizzata dal management di stazione marittima Genova. Aziende mai rientrante nell’elenco degli erogatori liberali.
– Webuild, Pizzarotti, Fincantieri: principali aziende di costruzione italiane con miliardi di appalti sul territorio. Decine e decine di incontri per agevolare il rapido disbrigo di ogni genere di pratica e accelerare la partenza di ogni cantiere. Azienda mai rientrante nell’elenco degli erogatori liberali.
– Incontro con i rappresentati della nuova proprietà dell’ ex Hotel Kulm di Portofino (ceduto da Unipol assicurazioni): Meeting organizzato per chiedere attenzione di Regione per la costruzione di una piscina e lo spostamento di antenne di emissione collocate nei paraggi, attività ritenute indispensabili all’investimento. Ci siamo attivati per garantire rapidamente un costruttivo dialogo con gli uffici di Regione e del Parco di Portofino, ritenendo la riqualificazione dello stabile ormai diroccato e la sua destinazione turistica un arricchimento del territorio. Azienda mai rientrante nell’elenco degli erogatori liberali
Questo elenco potrebbe durare a lungo visto il fitto lavoro svolto dalla Presidenza di Regione per agevolare ogni cantiere ed investimento pubblico e privato. Così come numerosissimo è l’elenco delle persone fisiche e giuridiche che hanno sostenuto l’attività politica del Movimento Politico e della coalizione di forze che governa la Liguria e molte amministrazioni civiche collegate.
Il breve elenco, meramente esemplificativo, tende a dimostrare che non vi è stata una “messa a disposizione” della carica differenziata tra datori di elargizioni liberali e non. E neppure alcun trattamento preferenziale su base politica.

TEMI PORTUALI
Prima di analizzare nello specifico il merito delle accuse a mio carico, mi preme sottolineare che nella ricostruzione di alcuni fatti l’impianto di indagine presenta carenze ed errori; in particolare, ciò attiene, per i motivi che cercherò di spiegare, alla specificità dei temi portuali, tra loro collegati, quali Carbonile, tombamento calata Concenter, Terminal Rinfuse.
Nessuno degli atti viene predisposto con la mia fattiva partecipazione né con quella dei miei uffici. Tutte le proposte arrivarono da soggetti terzi e furono elaborate e valutare dagli uffici secondo i termini di legge.
In particolare:
– la durata della concessione di Terminal Rinfuse fu determinata dagli uffici secondo criteri normativi ed operativi. Lo ricorda il Commissario Piacenza in una telefonata agli atti delle indagini, prevedendo, per altro, possibili ricorsi vincenti in sede di Tar ove il Comitato Portuale si fosse discostato dalle valutazioni tecnico-economiche dell’istruttoria.
– le esigenze di tombamento delle calate sono funzionali agli sviluppi del porto, programmate dalla Autorità Portuale, le esigenze di spazi per materiali di scavo (Tunnel sub-portuale e altri cantieri) dettate dalla struttura del Commissario Bucci, cosi come i tempi della loro realizzazione.
– le attività di trattativa per cessioni di quote del gruppo Spinelli furono più volte riportate nelle telefonate e nelle chiacchiere, senza tuttavia che le istituzioni e men che meno la Presidenza della Regione ne avesse ricevuto informazione, per altro non dovuta;
– tali informazioni non furono, peraltro mai ricercate.
– viene dato risalto al fatto che taluni incontri avvengono sullo yacht di Spinelli, quasi fosse un luogo nascosto e lussuoso di piacere. Basta conoscere le abitudini di vita e lavoro di Spinelli per sapere che la barca è da sempre utilizzata come succursale dell’ufficio, essendo essa più vicina fisicamente ai terminal del Gruppo della abitazione di Spinelli.
– la proposta di assegnazione del Carbonile Enel al Gruppo Spinelli fu predisposta dagli uffici di Autorità Portuale e non soggetta a valutazione né amministrativa né tecnica degli uffici della Regione. Che tale attribuzione fosse giusta e legittima, per altro, viene riconosciuto anche da uno dei legali di Aponte, incaricato di trattare con Gruppo Spinelli e Autorità Portuale una risistemazione delle aree portuali in cambio del ritiro di una istanza presentata dal gruppo Msc per quella stessa area portuale.
Alla luce di tutto questo, e anche dal quadro complessivo delle indagini, si evince che il mio intervento sulle vicende non inerì gli atti stessi e la loro qualità, ma fu una semplice opera di mediazione e sollecitazione alla realizzazione di un interesse squisitamente pubblico e segnatamente:
– consentire nelle more della realizzazione della Diga foranea e degli altri investimenti portuali di continuare a far lavorare il Terminal Rinfuse (per altro posseduto a metà tra Spinelli e Aponte) senza ricadute negative sulla forza lavoro e sugli investimenti. Si rilevi che, alle attività di istruttoria pubblica della Autorità portuale circa il rinnovo della concessione, nessun altro Gruppo aveva manifestato il proprio interesse alla gestione dello stesso.
– agevolare i lavori infrastrutturali necessari alla coesistenza di più cantieri (tunnel sub-portuale, diga, ecc) lavori sollecitati per tempistica e concatenazione dalla Autorità Portuale e dal Commissario Bucci.
– consentire ai principali operatori logistici del mondo di lavorare e investire nel porto di Genova al fine di aumentare i volumi di traffico e dunque lavoro, investimenti con un beneficio finale anche per l’Erario.
– Si tenga conto che il Porto di Genova risulta essere il primo contribuente italiano.
– Evitare che guerre commerciali o, peggio, il contenzioso legale tra gruppi (nello specifico Spinelli ed Msc) sfociando in contenziosi legali, amministrativi o civili (o addirittura penali) rallentassero o peggio bloccassero la vita del porto con grave nocumento alla economia ligure.
Alla luce di questo, la mia attività, e quella dei miei collaboratori, fu improntata alla sola opera di supervisione, mediazione e sollecitazione della attività in corso, per le quali i tempi di approvazione e realizzazione non erano fattore irrilevante. Senza parzialità, come si evince dalle alternative rimostranze e felicitazioni delle parti in causa verso l’attività stessa; questa appare dunque chiaramente priva di favoritismi, e senza alcuna connessione con i versamenti fatti (Aponte negli ultimi anni non ha versato nulla eppure molte delle sue richieste vengono tenute in conto anche maggiormente di quelle di Spinelli) e senza alcuna pressione esercitata anche solo a mero titolo di influenza politica come ammesso dallo stesso Commissario La Mattina.

LE ACCUSE A MIO CARICO
Venendo ad analizzare per sommi capi quanto mi viene contestato, osservo quanto segue.

LA CORRUZIONE IMPROPRIA
Nelle pagine che precedono ho cercato di rappresentare e spiegare che la mia volontà è sempre stata quella di servire esclusivamente il bene pubblico. Come emerge chiaramente dagli atti, nel rapportarmi con Aldo Spinelli, mi interessai alle questioni da lui sollevate in modo spesso disconnesso dal contesto e totalmente estraneo allo spirito della conversazione, attraverso un intervento sempre dettato dallo spirito di pubblica utilità e spesso addirittura in contrasto con gli interessi di Spinelli stesso ma a favore – di fatto – di altri operatori: per perseguire lo sviluppo economico del Porto nella sua complessità era necessario trovare un accordo tra le parti tale da evitare il contenzioso tra gli stessi; un’eventuale vertenza sarebbe stata assai pericolosa in un momento di grande trasformazione e investimenti per il porto.
In riprova di ciò mi sia permesso di citare alcuni aspetti:
– non vi è mai stato alcun mio intervento nel merito della durata della concessione, per altro elaborata dagli uffici tecnici di Autorità portuale senza alcuna intromissione della Regione.
– la durata di trenta anni viene ritenuta equa dagli uffici, ma viene ritenuta equa anche dall’ex Procuratore della Repubblica Cozzi (Corriere della Sera del 12 maggio U.S.)
– dalle intercettazioni appare chiaro che i maggiormente contrari in Comitato Portuale sono Carozzi e Canavese. Il secondo personaggio è notoriamente uomo vicino alla Famiglia Gavio, concorrente diretto in quanto terminalista, con forti interessi sul porto di Savona, Vado Ligure e sul terminal merci ferroviario di Rivolta Scrivia. Nelle stesse intercettazioni ( telefonata con Fratello) si riferisce ai responsabili di quelle infrastrutture in termini di dipendenza gerarchica così come appare particolarmente attento ad aggiornare sulla trattativa il Dott. Cornetto, all’epoca dei fatti amministratore dello scalo di Vado del Gruppo Apm terminal, diretto concorrente degli altri soggetti coinvolti nelle vicende. Dalle stesse indagini si può ricavare che Canavese muta la sua posizione complessiva rispetto al Gruppo Spinelli non appena contattato da Spinelli stesso per aprire una “trattativa”, sia sulle rinfuse, sia sulla possibilità di dirottare traffico merci del nuovo socio di Spinelli, il Gruppo Tedesco Hapag Loyd sullo scalo di Vado Ligure. Allo stesso modo, Carozzi, appare influenzato degli interessi e dalla posizione del Gruppo Aponte con il quale, per il tramite del dott. Lavarello, vi è un fitto scambio di informazioni e il costante allineamento delle strategie In particolare attraverso i dialoghi si apprende la fattiva collaborazione del Carozzi affinché Msc presenti addirittura una istanza concorrente per contrastare quella di Spinelli. Abbandonata questa ipotesi, Carozzi concorda con il dott. Lavarello stesso la clausola di garanzia che consentirà di trovare poi l’accordo all’interno del comitato portuale e allo stesso promette di inviare in anticipo la delibera che sarà portata in Comitato. In cambio il dott. Lavarello, nelle stesse conversazioni, lascia comprendere chiaramente la gratitudine del gruppo di Ginevra per il lavoro di interdizione svolto, tanto che la conversazione si chiude con la promessa di parlare di … “altro” davanti ad un caffè a quattrocchi e Carozzi rincara dicendo di aspettarsi almeno una “bottiglia di champagne”.
Ritengo importante sottolineare gli aspetti sopra ricordati per rilevare la necessità di un interessamento circa i lavori del Comitato Portuale e una attività di conciliazione di interessi tanto divergenti da risultare potenzialmente confliggenti con l’interesse pubblico di crescita del sistema portuale ligure.
In questo contesto vorrei inoltre specificare:
– non ho mai partecipato alle riunioni tecniche svolte, da un lato, per esaminare la concessione, dall’altro per concatenare le varie attività: rinfuse, Carbonile, tombamento. A tali riunioni partecipano Porto e Commissario Bucci, sole istituzioni direttamente coinvolte. L’unico intervento diretto con il commissario La Mattina si risolve, stando alle stesse intercettazioni di La Mattina, in una disamina sul futuro del Porto come eminente interesse pubblico della città. Senza alcuna pressione come dichiarato esplicitamente dallo stesso La Mattina.
– nel periodo oggetto delle indagini non ho mai incontrato né parlato o altrimenti contattato Carozzi. Allo stesso modo nessuno dei membri di prima linea del mio staff lo ha fatto per quanto a mia conoscenza. Non conosco personalmente Carozzi e credo di averlo incontrato in una sola occasione, peraltro conviviale, durante la mia legislatura 2015-2020.  Le presunte pressioni, gli asseriti interessi e rapporti riportati dalle parole intercettate del Carozzi, affermazioni per altro ondivaghe e spesso contraddittorie, sono evidentemente frutto di sentito dire o di opinioni riportate. 
– come peraltro confermato dagli atti di indagine, io non sono mai intervenuto direttamente nel merito degli atti in elaborazione né sulle valutazioni effettuate dagli organi competenti, non ho mai presenziato alle riunioni tra Commissario, Porto e parti in causa.
– anzi, proprio per mantenere un equilibrio istituzionale non sono mai intervenuto direttamente né alle riunioni tecniche né in alcun mondo diretto e indiretto sui due rappresentanti del comitato portuale nominati dai sindaci di Savona e Genova. Entrambi, non hanno mai parlato con me o con persone del mio staff. L’unico contattato fu con il prof La Mattina, perché nominato da Regione. L’incontro ebbe i contenuti del confronto e non della pressione politica, come ammesso dallo stesso La Mattina.
– il mio intervento si è limitato ad assumere informazioni circa lo stato della situazione, a caldeggiare un accordo il più possibile equo tra le parti in causa, al fine di evitare grave danno agli interessi della città. A riprova di ciò, è da ricordare, come emerge negli atti della inchiesta, la mia richiesta a Signorini di rallentare la pratica per l’attribuzione delle Concessioni a Spinelli. Tate intervento viene attribuito erroneamente alla presenza di una delegazione del Pd ad un incontro con Spinelli. Al contrario, tale intervento, come si evince dalla lettura complessiva degli atti, fu effettuato al solo fine di consentire alle delegazioni di Spinelli ed Aponte di raggiungere un accordo. Un eventuale contenzioso, una guerra commerciale o anche solo la maturazione in uno dei soggetti dell’idea di ostilità per la propria azienda da parte del porto, avrebbe potuto portare a dirottare altrove investimenti e traffici con danno per il lavoro portuale.
Una volta raggiunto l’accordo tutto fu poi approvato senza alcun tipo di intervento fattivo da parte mia. 
Ultima e fondamentale considerazione. Appare evidente dalla narrazione contenuta nella ordinanza di custodia cautelare e dalle carte delle indagini che sono intervenuto non solo nei confronti di Spinelli, ma anche di tutti gli altri operatori coinvolti. Ciò risulta dai colloqui intercorsi e, a maggior ragione, dai complimenti per l’impegno messo, da parte dell’uomo di Aponte, dott. Lavarello che riconosce il mio contributo per il buon esito del contenzioso.
Non può definirsi, per logica, diversamente il mio intervento nei confronti di Spinelli rispetto a quello verso Aponte.
In entrambe i casi la mia azione deve ritenersi nella sua realtà fattuale quale attività volta a perseguire il primario interesse del porto.

CONTESTUALITA’ DEL PAGAMENTO
Il tema dell’asserita contestualità tra il pagamento e il mio intervento, viene erroneamente elevato a paradigma dalla prospettiva accusatoria e interpretato del tutto fuori contesto. Tale contesto infatti è da considerarsi in un arco temporale lungo, dal 2015 in poi, nel quale si può facilmente ricavare l’assenza di qualsivoglia prassi di contestualità tra richieste di “attenzione” da parte di un donatore e sollecitazione di sostegno materiale per l’attività politica. Lo stesso discorso vale nel più ristretto ambito temporale delle indagini. La maggior parte delle attività liberali infatti si spalmano nel tempo in modo totalmente decontestualizzato rispetto ai colloqui presi i esame dalla accusa: in particolare la prima elargizione del Gruppo Spinelli alle campagne politiche del mio partito risale addirittura alla prima campagna elettorale (2015) quando io non ero ancora Governatore e si sono succedute nel tempo con cadenze semmai legate agli eventi politici della Regione (elezioni comunali, regionali o manifestazioni varie) e non legate a specifiche situazioni economiche o alla compresenza di vicende di interesse per Spinelli. Tale modalità di diffusione nel tempo delle donazioni, identica per ogni donatore, qualifica lo spirito liberale e di sostegno politico alle nostre iniziative in Regione e sul territorio. Sicuramente nella costruzione dell’animus con cui la donazione avviene incide la precisa politica di attenzione dell’amministrazione per le esigenze delle imprese e dei cittadini, intesa come politica generale di cui ogni soggetto per sua parte può beneficiare, ma certamente non incide la presunzione di specifiche utilità legate ad una singola e specifica situazione, men che meno di atti contra legem. Appare altresì chiaro che il fatto di sostenere la nostra attività politica non viene ritenuta da nessun imprenditore, neppure dallo stesso Spinelli, cosi come da altri (Amico), motivo ostativo per impedire che esso, in occasione di contatti personali e telefonici, possa utilizzare quel momento per sottolineare o informare il Governatore o un suo collaboratore di un problema, un progetto o una esigenza della sua attività, senza tuttavia un rapporto causa – effetto della sua donazione, come dimostra il fatto che lo stesso soggetto ha effettuato più donazioni in momenti e tempi diversi. A ciò si aggiunga anche in questo caso l’evidenza che, registrando ogni versamento, non solo da parte del Comitato Toti ricevente, ma anche della impresa o del soggetto donatore, appare chiaro che il donatore stesso non considera in alcun modo la sua dazione di denaro come merce di scambio o pagamento di un interesse illecito, attività che anche egli stesso con la pubblicità del versamento si incaricherebbe di denunciare. Si aggiunga, infine, e lo si è già visto che la disponibilità verso il mondo imprenditoriale e dei privati, in generale, è sempre stata data a prescindere anche dalla sola prospettiva di ottenere un contributo: l’ascolto e l’appoggio erano indistinti e funzionali a creare un beneficio di prospettiva per l’interesse pubblico.

SPINELLI E IL RUOLO DI ALTRE FORZE POLITICHE E DI ALTRI SOGGETTI
– occorre anche rilevare che, sempre all’interno delle intercettazioni, cosi come nelle dichiarazioni rese davanti al Gip lo stesso Spinelli sottolinea l’abitudine del Gruppo a contribuire alla vita politica della Regione attraverso elargizioni liberali destinate nel tempo a moltissimi soggetti.  
– anche in questa ottica e proprio per forzare la posizione attendista delle istituzioni, che evidentemente non si sentono portatrici di interessi privati del Gruppo Spinelli, nonostante esso sia tra i contributori dei Comitati Toti, che Spinelli stesso cerca una sponda nell’ex Governatore Burlando e in una delegazione da lui introdotta ad Aldo Spinelli, caso vuole proprio nei momenti più caldi della vicenda. La coincidenza di tempi può fare apparire il pranzo come elemento usato da Spinelli proprio per trovare un mezzo di pressione per i propri interessi, vista la carenza, a suo dire di attenzione, delle istituzioni, per le sue specifiche ragioni.
– non sfugge neppure che allo stesso pranzo partecipi Giulio Schenone, rappresentante del gruppo Psa in Italia e imprenditore in porto con diversi interessi. Lo stesso, considerato da sempre amico personale e politicamente contiguo all’ex Governatore Burlando, e rappresentante in Confindustria dei terminalisti, in quei giorni interveniva, anche a mezzo stampa, in funzione esplicitamente contraria agli accordi per la risistemazione delle banchine di Sampierdarena e in modo meno netto, ma comunque noto, contro gli investimenti della Diga e dello spostamento dei depositi chimici. E’ anche in questo caso evidente che Schenone, attraverso la mediazione di Burlando era interessato a conoscere gli sviluppi della situazione per trarne vantaggio per il proprio gruppo e (allargamento del terminal di Pra e destino del terminal Sech che sarebbe stato depotenziato dall’ accordo Spinelli Aponte e dagli altri investimenti). Altrettanto chiara l’intenzione di Spinelli di concordare tutti i passaggi con un potenziale rivale oppositore dei suoi piani di sviluppo del terminal, così come evidente appare la volontà di Burlando e della sua parte politica di mediare tali rapporti.

VOTO DI SCAMBIO
– per quanto riguarda il voto di scambio è da evidenziare che vinsi le elezioni con circa 380 mila voti. Il sostegno della comunità Riesina si sostanzia, nelle indagini, con una certa approssimazione, di 400 voti, giusto per proporzione e per capire che l’apporto non è tale da turbare l’equilibrio democratico del voto, per altro particolarmente irrilevanti nel caso del candidato, Ilaria Cavo, a cui viene attribuito il mio appoggio.
– i fratelli Testa venivano presentati come attivisti politici con incarichi in Regione Lombardia da due Onorevoli. Nel loro curriculum vi erano incarichi politici legati alla Giunta regionale lombarda. Entrambi gli Onorevoli (Sorte e Benigni) ne garantivano le qualità personali.
– gli stessi, sui social (e credo formalmente) erano rappresentanti ufficiali della Comunità Riesina nel Mondo: il fatto di essere riesini e loro rappresentanti non può equivalere ad essere considerati come persone di malaffare. Analoga attenzione a gruppi organizzati rappresentanti cittadini di comune estrazione (Lucani, calabresi nel mondo) è prestata dalla politica di ogni colore al fine di raccoglierne il consenso.
– ebbi occasione di incontrare i fratelli Testa al massimo due volte. Il loro interesse era rivolto all’ attenzione possibile per una comunità, quella Riesina, spesso soggetta a tutte le difficoltà legate ad immigrazione e integrazione in regioni diverse. Certamente ho dato mandato ai miei collaboratori di dare loro attenzione nei termini di legge. Ma mai di offrire utilità in cambio di voti. La mera generica promessa di una condizione personale e sociale migliore non può essere considerata quale merce di scambio ma consueto frutto dell’attività politica, specie in periodo elettorale;
– atteso che non ho saputo, se non ora, delle promesse fatte ad alcuni (limitatissimi) componenti della comunità, la segnalazione ad imprese private di taluni di loro in qualità di muratori o manovali (per altro mai assunti), tale attività se fosse stata da me conosciuta, e non lo era, senza essere stato io al corrente di eventuali accordi precedenti, sarebbe stata interpretata come sostegno a persone di difficoltà. E anche la richiesta di spostamento di residenza da una casa popolare all’ altra (per altro già assegnata) appare come mero sostegno informativo ad una persona dalle evidenti scarse capacità nel destreggiarsi nella pubblica amministrazione. Spostamento per altro non ci risulta mai avvenuto.
–  Alla fine di una lunga ricostruzione, nessuna utilità specifica è andata alla comunità Riesina, né in posti di lavoro né altro. Trattandosi come si evince dalle stesse indagini di persone insistenti per comportamenti ed espressioni, possibile che alcune battute anche tra me e lo staff siano state interpretate fuori dal contesto con cui il tema dei riesini veniva affrontato nelle riunioni.

IL RECUPERO DI EDIFICI
Il recupero di edifici abbandonati ad uso turistico corrisponde ad un eminente interesse pubblico legato da un lato alla riqualificazione urbanistica del litorale tramite il recupero di edifici spesso di pregio storico e architettonico, dall’altro a potenziare l’offerta turistica ed abitativa, soprattutto di altro livello, considerando il numero di occupati per metro quadro che fornisce quel tipo di alloggio turistico e l’indotto che irradia nelle strutture circostanti.
In tale senso la coalizione che mi ha sostenuto ha inserito tale obiettivo tra i piani di legislatura e la Giunta e il Consiglio lo hanno recepito più volte nei documenti programmatici.
Nella consapevolezza che per molti anni tali edifici non avevamo trovato acquirenti e sviluppatori immobiliari disponibili ad investire in simili operazioni ad alta concentrazione di capitali perché spesso intimoriti e dissuasi, in passato, da vincoli e pregiudizi, la Giunta Toti ha accompagnato nello stesso modo tutti i progetti di rigenerazione urbana delle ex colonie. In particolare, al fine di dimostrare che nessun trattamento di favore è stato rivolto al Progetto Spinelli mi preme citare alcuni esempi:
– recupero colonia Marinella. Gruppo Bulgarella immobiliare. Attenzione in ogni pratica edilizia ed anche nella contestuale messa in sicurezza del torrente Parmignola così da riclassificare con rischio idraulico minore l’intera area. Coordinamento nella trattativa per poter dotare la struttura di una piscina, indispensabile ad un hotel 5 stelle. Interlocuzione nei rapporti con gli uffici del Comune di Sarzana al fine di poter individuare lecitamente una porzione di spiaggia libera da dedicare alla struttura.
– investimento pubblico di recupero di Villa Zanelli a Savona. In questo caso l’edificio liberty di proprietà dell’ente regionale Arte è stato recuperato con fondi pubblici per poi metterlo a bando di gara per individuare un gestore per l’hotel di lusso realizzato. Anche in questo caso la Regione si è confrontata con il Comune di Savona al fine di verificare la possibilità di assegnare in concessione privata una porzione di spiaggia attualmente libera. Ciò nella consapevolezza che una spiaggia privata sarebbe stata indispensabile al buon esito della gara. Anche in questo caso la spiaggia è ancora pubblica e libera.
Come è evidente il progetto Spinelli, che prevedeva alloggi di lusso con pertinenti servizi di ristorazione e tempo libero e annesso hotel di lusso non ha avuto nessuno specifico trattamento di favore. Al contrario preme sottolineare che la spiaggia in questione è tutt’ora una spiaggia libera, segno che la mia attenzione si limitava al mero interessamento sulle possibilità esperibili per legge per aiutare l’investimento, nel pubblico interesse. Per altro, come si desume dai convergenti racconti di Roberto Spinelli (davanti al Gip, per come emerso dalla stampa) e del Consigliere Regionale Bozzano (intervista al Secolo XIX) l’elargizione liberale di Spinelli avviene molto tempo dopo (oltre due mesi) dalla verifica tecnico legislativa sulla impossibilità di trasformazione della spiaggia. Verifica, per altro, come sarebbe stato dichiarato da Roberto Spinelli, già effettuata rilevandone l’impossibilità, ben prima che il padre lamentasse con me la scarsa attenzione delle amministrazioni per il suo investimento.

INOLTRE
Quanto al riferimento di Spinelli al contributo del 2 per mille è una mera informazione (per altro relativa ad altro movimento politico nazionale e non alla lista Toti). La frase “un po’ di robe” (termine da me utilizzato gergalmente in maniera piuttosto lata con differenti significati e declinazioni, come risulta dalle stesse intercettazione) maliziosamente interpretata si riferisce ovviamente a tutti gli altri piani di impresa che per altro lo stesso Spinelli e Aponte avevano illustrato alle autorità e chiesto un fattivo supporto. La differenza tra “ufficiale e il resto dopo” nel linguaggio di Spinelli tende a diversificare le fonti e modalità di finanziamento entrambe ufficiali visto che ogni versamento appare registrato. Quando alla volontà riportata più volte di schermare i finanziamenti usando più società appare evidente che corrisponda ad una volontà di non rendersi troppo visibili alla stampa (Roberto Spinelli, “belin, danno tutti ma sui giornali finiamo solo noi”) e non certo ad eventuali controlli che facilmente sarebbero risaliti alle fonti registrate.
Quanto ai telefoni lasciati fuori dalla imbarcazione, nelle foto non si vede il mio telefono. Telefono che per altro era con me in molte occasioni anche sulla barca e a dispetto dell’atteggiamento altrui, visto che volevo essere sempre reperibile. D ’altra parte nel caso di Punta dell’Olmo, o, della prima chiamata a Signorini per informazioni sulla calendarizzazione del Terminal rinfuse, appare evidente che avessi con me il cellulare visto che chiama dalla stanza dove si trova con gli Spinelli. E’ possibile che in rare situazioni Spinelli abbia chiesto di lasciare il cellulare, perché, come si è poi saputo, temeva di essere spiato da concorrenti a cui evidentemente non voleva far conoscere il suoi piani di impresa che discuteva con le istituzioni.
Spinelli nel ringraziare Signorini del buon esito del Comitato sottolinea ancora una volta che la soluzione trovata è comunque penalizzante per lui (meno anni e clausola di salvaguardia) “nonostante quello che avete scritto”. Da ricordare simile soddisfazione espressa dal Gruppo Msc, segno che, attraverso l’equilibrio tra le parti, ha prevalso l’interesse pubblico.
Spinelli ricorda gli interessi specifici di Canavese che ha voluto e realizzato il terminal concorrente a Genova di Vado Ligure con 200 milioni pubblici e lavora direttamente e indirettamente per il Gruppo Gavio tra i principali concorrenti di Spinelli. Tanto da chiederne l’espulsione dal Comitato portuale per incompatibilità e conflitto di interessi.
Da una telefonata tra Spinelli e Cosulich appare evidente la conferma di ogni assenza di collegamento tra la vicenda terminal e i versamenti, tanto che Cosulich (che negli anni , tranne il caso di una nave trasportante barre di ferro sequestrata dai Russi non ha mai avuto temi aperti con le amministrazioni) ha fatto negli anni più versamenti registrati utilizzando anche lui varie società per non gravare evidentemente su un’unica azienda del gruppo. Non solo, Spinelli ribadisce di ritenere “regolari” in suoi versamenti.
Infine, lo stesso Spinelli in una intervista, allegata agli atti, spiega del perché della donazione: essa è destinata alla campagna di Bucci in primavera, “Perché Toti e Bucci stanno insieme”. (Bucci all’epoca dei fatti, essendo lontane le elezioni, non ha un contenitore giuridico in grado di ricevere donazioni). La riceverà dal Comitato Toti in occasione della successiva campagna in primavera per un ammontare simile alla donazione di Spinelli, quindi seguendo lo spirito annunciato da Spinelli nella intervista.

Liguria

Genova | Inaugurata ufficialmente la 64esima edizione del Salone Nautico Internazionale

Inaugurata ufficialmente la 64esima edizione del Salone Nautico Internazionale di Genova, organizzato da Confindustria Nautica, l’Associazione nazionale di settore che rappresenta tutta la filiera della nautica da diporto e dalla partecipata I Saloni Nautici. L’industria del diporto nautico, dai grandi yacht alle imbarcazioni più piccole, passando dall’accessoristica, i servizi e i porti, torna così, per sette giorni, a essere sotto i riflettori del palcoscenico dello yachting mondiale.

La cerimonia è iniziata con momento solenne dell’inno nazionale e dell’alzabandiera ed è poi proseguita con i saluti introduttivi del Sindaco di Genova, Marco Bucci, e gli interventi dell’Amm. Nicola Carlone, Comandante Generale delle Capitanerie di Porto, dell’Amm. Sq. Enrico Credendino, Capo di Stato Maggiore della Marina Militare, di Alessandro Piana, Presidente facente funzioni Regione Liguria, di Matteo Zoppas, Presidente Agenzia ICE e infine Saverio Cecchi, Presidente Confindustria Nautica.

A chiudere la cerimonia l’intervento e l’augurio del Presidente del Senato, Ignazio La Russa: “È un motivo di orgoglio per me essere qui, ho casa in Liguria da 60 anni quindi sento di appartenere a una storia antica. È dal 1099 che esiste la repubblica marinara di Genova. Il connubio tra città e mare costituisce la sintesi tra città, industria e capacità organizzativa. Qui è nato il ‘modello Bucci’, la capacità di mettere insieme pubblico e privato per realizzare celermente i progetti da prendere ad esempio. Il Salone Nautico è un appuntamento che si rinnova di anno in anno e il suo successo rappresenta il successo del Made in Italy. La Regione Liguria ha dimostrato di essere stata capace di fare un grande salto in avanti anche grazie al Salone Nautico, che attrae le attenzioni del mondo sul Made in Italy ed è un regalo a tutta l’Italia, alla sua credibilità nel mondo nel percorrere nuove rotte. Il buon vento Genova ce l’ha alle spalle: continui a soffiare in questa direzione”.

Subito dopo il cerimoniale si è tenuto il Convegno “Politiche del mare. Le nuove rotte per la competitività dell’Italia, le prospettive dell’industria nautica”, organizzato da Confindustria Nautica e moderato dal giornalista Antonio Macaluso, editorialista del Corriere della Sera. Il talk è stato un momento di confronto fondamentale per delineare le strategie future del settore. Sul tema sono intervenuti i rappresentanti della cantieristica italiana Andrea Razeto, amministratore delegato di F.lli Razeto e Casareto S.p.A. nonché Presidente I Saloni Nautici, Piero Formenti, AD Zar Formenti, Alberto Galassi, AD Gruppo Ferretti e Massimo Perotti, Presidente e AD Sanlorenzo Yacht.

Il talk ha visto la partecipazione di Mario Zanetti, Delegato del Presidente di Confindustria per l’Economia del Mare e di Matteo Salvini, Vice Presidente del Consiglio, mentre Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy, è intervenuto con un video messaggio.

Il Salone nautico ha reso omaggio alle stelle dello sport italiano che hanno brillato quest’estate alle Olimpiadi di Parigi 2024 rappresentati a Genova dalla velista della Guardia di Finanza Marta Magetti e il nuotatore Francesco Bocciardo, rispettivamente medaglia d’oro nell’iQFOiL e medaglia d’oro nei 200 metri stile libero categoria S5. Un emozionante video ha poi permesso di rievocare gli straordinari trionfi degli atleti italiani degli sport d’acqua.

INTERVENTI

Marco Bucci, Sindaco di Genova: “Per tutti noi è un momento di grande orgoglio, per la città stesa per la Liguria e per chiunque ci abbia lavorato. La città di Genova è sempre stata vicina al salone Il salone la città la regione sono riusciti in questi 64 anni a costruire una dinamica importante per l’industria nautica, quella di un Salone in crescita anno dopo anno. Quando le cose sono fatte bene, in armonia tra Amministrazione, imprenditori e cittadini il successo è garantito. “We are Made of Sea” non è semplicemente un motto ma una caratteristica di chi vive in Liguria ed è abituato a vivere con il mare. Vuol dire che siamo capaci di essere flessibili per affrontare situazioni difficili, sapendo che con calma arriveranno anche le situazioni più facili. Non siamo secondi a nessuno con questa forza andremo avanti con un business che sta crescendo a doppia cifra. È un segnale importante per tutta l’industria e il commercio italiano.

Il connubio tra Salone e città deve e continuare così: orgoglio, passione e visione sono i drive che ci hanno spinto e andremo avanti così. Il Salone Nautico continuerà ad aprire i battenti nei prossimi anni e Genova sarà sempre più il luogo migliore per accoglierlo. E sarà il Salone più bello del mondo”.

Matteo Salvini, Vice Presidente del Consiglio: “I numeri dicono che Genova e la Liguria – il Salone lo testimonia – negli anni passati erano nella seconda parte della classifica in tutti gli indicatori socio-economici, ma oggi sono nella parte alta, addirittura ai primi posti. Genova negli ultimi anni ha pianto, sofferto è caduta, ma si è sempre rialzata. Gli imprenditori che animano questo salone sono la dimostrazione del Risorgimento di Genova. La politica cerca non di tracciare delle strade ma di non intralciarle. Posso dire che sono felice e ringrazio Edoardo Rixi, custode di Genova e Liguria, per l’approvazione del Regolamento attuativo del Codice della nautica che è orientato verso la sburocratizzazione e la sicurezza.

Dieci anni fa eravamo settimi per l’export, oggi siamo quarti, non grazie alla politica, ma agli imprenditori. Invece di normare e complicare, meglio lasciare fare all’industria”.

Saverio Cecchi, Presidente Confindustria Nautica: Salone Nautico rappresenta un traguardo, sempre diverso, in questo caso anche personale, in quanto è il mio ultimo in qualità di Presidente di Confindustria Nautica. È finalmente notizia di ieri che ben 14 ministri hanno il Regolamento di attuazione del Codice della nautica – presentato dal Ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, cosa non riuscita ai 3 ministri che lo hanno preceduto. Grazie al Ministro Urso siamo entrati a pieno titolo nelle politiche del Made in Italy, insieme a Legno/arredo, Moda e Agroalimentare. Con lo stesso MIT, il MIMIT e il Ministro Musumeci, abbiamo lavorato a un ulteriore pacchetto di norme di semplificazione da inserire nel DDL Blue Economy, necessario a competere al meglio con i nostri Paesi concorrenti.

Questo percorso va rafforzato e tutti i progetti vanno messi a terra rapidamente, ma certamente registriamo una sensibilità complessiva del governo che prima non c’è stata

Al governo, alle istituzioni, alla politica, voglio ricordare che questo settore ha creato una filiera di oltre 200.000 posti di lavoro e ha essenzialmente bisogno di regole chiare e competitive per confrontarsi con la concorrenza internazionale e sviluppare il mercato interno. La nostra industria nautica ha quasi triplicato il proprio fatturato negli ultimi 8 anni, raggiungendo a fine 2023 il record storico di 8,33 miliardi di euro!”

Adolfo Urso, Ministro delle Imprese e del Made in Italy (intervenuto con un video messaggio): “La filiera italiana continua ad essere una colonna portante del Made in Italy nel mondo, grazie a una tradizione artigianale unica e alla capacità di innovare con tecnologie all’avanguardia.

In un momento storio di grandi trasformazioni, il Governo è impegnato a sostenere questa eccellenza, accompagnando il settore in una transizione verso modelli produttivi sempre più sostenibili, senza sacrificare la qualità e il design.

Voglio anche sottolineare che siamo consapevoli della necessità di una semplificazione amministrativa tesa a ridurre gli oneri burocratici. Un ringraziamento a tutti coloro che contribuiscono ogni giorno al successo della Nautica italiana”.


Alessandro Piana, Presidente facente funzioni Regione Liguria: “Per me è un grande onore portare i saluti di Regione Liguria in occasione di una giornata importante come l’inaugurazione della 64esima edizione del Salone Nautico di Genova. Un evento che si conferma anno dopo anno un grande appuntamento del settore nautico, perché unisce il passato con il presente e ci permette di proiettarci sul futuro. 

La Liguria è consapevole di questo secolare legame che ha con il mare, come è consapevole della grande importanza che il settore riveste sul territorio dal punto di vista economico. Siamo ai primi posti per quanto riguarda l’economia generata dalla nautica da diporto. Siamo al primo posto come numero di occupati nel settore. Questo ci permette di avere delle filiere altamente specializzate e avere uno dei migliori sistemi, tra i più efficienti al mondo, grazie a soluzioni innovative e sostenibili, con una sicurezza sul lavoro fondamentale ai giorni nostri”.

Matteo Zoppas, Presidente Agenzia ICE: “Che la Nautica da Diporto sia un fenomeno di eccellenza del made in Italy, prima al mondo nel segmento luxury, lo dicono i numeri: se le esportazioni italiane valgono 626 miliardi di euro totali nel 2023, mantenendo gli stessi livelli del 2022, l’export della Nautica da Diporto e Sportiva vale da solo 4 miliardi, con una crescita del 16% rispetto 2022. Se poi facciamo un paragone con il 2019, anno pre-pandemia e conflitti bellici, vediamo che le nostre esportazioni sono comunque aumentate del 30,4% e la Nautica da Diporto e Sportiva è cresciuta addirittura del 74%. Un risultato davvero eccezionale grazie al lavoro degli imprenditori che ogni giorno sviluppano nuovi prodotti e soluzioni tecnologiche che incontrano le attese e le richieste dei clienti esteri. La sfida è quello di saper innovare a una velocità maggiore rispetto a quella che i nostri competitor hanno nel copiarci. I trend su cui puntare sono quelli del design, della sostenibilità, dell’experience di comodità e silenzio, la digitalizzazione delle funzioni e degli accessori. ICE è vicina agli imprenditori che vogliono approcciare o aumentare il proprio percorso di internazionalizzazione, anche investendo nelle piattaforme fieristiche come, il Salone Nautico di Genova giunto alla sua 64° edizione”.

Mario Zanetti, Delegato del Presidente di Confindustria per l’Economia del Mare: “Il presidente Emanuele Orsini ha voluto dare centralità al tema del mare e quindi rinnovare la delega all’Economia del Mare. Mi ha chiesto presentare oggi un rinvigorimento e rinforzo di questa centralità. I numeri già ci supportano. L’Economia del Mare vale più del 10% del Pil. Parliamo di un milione di persone che in Italia lavorano per il mare e con il mare. È una centralità fatta di numeri, del futuro e della competitività del Paese. Abbiamo individuato tre driver di sviluppo principali. Se parliamo di economia del mare non possiamo non parlare di infrastrutture, di porti, di connessione dei porti, di flotte. Inevitabilmente parliamo di persone e capacità da sviluppare. Ieri abbiamo insediato il gruppo di lavoro dell’economia del mare, un gruppo a cui partecipano le associazioni di categoria. Il Governo ha dimostrato di essere centrale con il piano del mare.

Noi lavoreremo in modo attivo per portare sul tavolo proposte, idee e possibili soluzioni. Concentreremo gli sforzi economici per la semplificazione e transizione, che non è solo ecologica e tecnologica ma anche digitale”.

Andrea Razeto, Presidente I Saloni Nautici: “Il Salone Nautico, vorrei ricordarlo, è la seconda Fiera italiana in assoluto dopo quella del Mobile di Milano, è contemporaneamente una grande vetrina del made in Italy, un formidabile strumento di internazionalizzazione, un’opportunità di confronto con le istituzioni e la politica. Questi non sono tre aspetti separati, ma rappresentano essenzialmente i tre elementi che rendono unico il Salone Nautico Genova, anche rispetto al panorama internazionale. 

Parto dall’ultimo punto, per ringraziare il Presidente La Russa, il Vice Presidente Salvini e il Ministro Urso, oltre tutte le altre autorità presenti, per essere qui ad ascoltare l’Industria nautica. Dopo l’occhialeria, la Nautica da diporto è il settore in cui l’Italia ha la maggiore quota del mercato mondiale. Si è confermata leader assoluta nel segmento dei superyacht – con oltre la metà del global order book – e prima esportatrice mondiale di unità da diporto – impiega nella sua filiera oltre 200.000 addetti e continua ad assumere ininterrottamente dal 2016.  Al governo chiediamo di non dimenticare che si è sempre dimostrata capace e pronta a giocare un ruolo fondamentale nel sostegno alla crescita dell’Italia. Il lavoro congiunto con ICE per il sostegno all’internazionalizzazione è fondamentale, come importante è quello che facciamo con Simest. Aiutare le aziende ad andare all’estero è importante. Abbiamo bisogno di un confronto costante con le istituzioni e la politica”.

Piero Formenti, AD Zar Formenti: “La nautica più di altri settori industriali ha bisogno di attenzione. Complimenti e grazie al ministro Salvini per aver portato in porto, dopo tre suoi predecessori, il regolamento che aspettavamo. Ma l’industria non può aspettare 4 anni, sia per il Codice stesso che per i tempi dei decreti attuativi, perché il mercato ha regole molto già veloci spietate: chi aspetta, rimane indietro. 

Il tema dei tempi è fondamentale per la tenuta del sistema e per lo sviluppo per le grandi medie imprese. Per questo avanzato una proposta fondamentale per tutto il cluster del mare: prevede che, senza modificare competenze dei ministri e ministeri, quando è necessario si diano dei pareri congiunti sugli atti normativi, ma che lo si faccia con data e luogo certi, con tutte le amministrazioni interessate insieme come avviene nelle conferenze dei servizi. 

In un momento come questo, nel quale già fine del 2023 la piccola nautica ha mostrato segni di sofferenza se questo provvedimento fosse già stato operativo, sarebbe stato utilissimo per reagire agli impatti della congiuntura internazionale sul mercato interno. Ma come dicevamo, ci sono voluti 4 anni. Finalmente da domani è utilizzabile. Il tema della messa a terra di provvedimenti attuativi rimane centrale. Su questo chiedo al governo e a tutte le amministrazioni di spingere con maggiore forza in modo che tutte le nostre aziende possano continuare a essere quel potente motore di creazione di posti di lavoro e Pil che abbiamo già ampiamente dimostrato di saper essere.

Alberto Galassi, AD Gruppo FerrettiL’errore nella nautica l’ha fatto il governo Monti, che decise di punire un comparto con una normativa scellerata: “Fu una tentata strage”. Il bene mobile registrato si sposta, l’immobile no. La tassazione immobiliare può colpire in maniera vessatoria il cittadino, ma il bene mobile registrato cambia Paese. L’ultimo errore l’ha commesso la Francia, con una normativa del 2021 decidendo di restringere la possibilità di ormeggiare vicino alle proprie coste per le navi superiori di 24 metri. L’ultimo errore è quello che noi non dobbiamo ripetere. Nessuno di noi vuole evitare di tutelare il nostro bene più prezioso, il mare. Ma non possiamo permettere che vinca la demagogia e la follia – ogni tanto a Bruxelles vedo succedere cose scellerate, senza guardare l’effetto domino delle soluzioni che propongono, animati di ottimi propositi, soluzioni che hanno ricadute devastanti. La sostenibilità deve essere sociale economica e ambientale. Non voglio vedere un nuovo green deal che sta uccidendo l’industria nazionale e la sua filiera. Questa è un’Italia che vince. E ce l’ha sempre fatta da sola con il coraggio garibaldino”. 

Massimo Perotti, Presidente e AD Sanlorenzo Yacht: “Il futuro sarà sempre più riferito al cambiamento del clima e alla sostenibilità. L’intero shipping nel mondo produce il 3% delle emissioni in atmosfera: molto poco. All’interno dello shopping, lo yachting produce lo 0,2%. Se noi moltiplichiamo questi due numeri arriviamo a questo dato: il nostro settore produce lo 0,0006%, praticamente nulla. Però, riteniamo di avere una responsabilità sociale. I 4-5 più grandi costruttori di motori stanno investendo denaro e sforzi per costruzioni motori a bio fuel. Sono segnali molto importanti che la nautica deve cogliere. Il mio gruppo ha costruito il primo 50metri che utilizza il metanolo per essere trasformato in idrogeno e produrre 100 KW di energia elettrica per l’hôtellerie. È un primo tentativo…Ma non esiste una regolamentazione: a maggio dovevamo riempire il serbatoio ma non esiste una regolamentazione per cui nessuno è venuto a riempire la cassa di metanolo. Lo abbiamo fatto manualmente. Un messaggio alle autorità: fatevi portavoce, anche in Europa occorrono regolamenti di sicurezza per poter fare rifornimento della Marina, altrimenti l’esempio di questa nave sarà destinato fallire perché clienti non compreranno le barche a metanolo se non potranno rifornirsi. È un problema europeo, non italiano. Lo yachting ha la necessità di avere un codice. È una risposta che guarda al futuro e ci potrebbe aiutare rispetto ai rischi sul settore per la decarbonizzazione”.

Amm. Nicola Carlone, Comandante Generale delle Capitanerie di Porto: “È importante sempre più parlare di sicurezza soprattutto alla luce degli incidenti avvenuti quest’estate. Gli yacht sono mezzi assolutamente all’avanguardia, ma bisogna focalizzarci sulla gestione delle emergenze e degli equipaggi. Bisogna chiedersi, oggi, insieme cosa possiamo fare”. 


Amm. Sq. Enrico Credendino, Capo di Stato Maggiore della Marina Militare: “La marina militare è una costola fondamentale della marittima nazionale, da cui deriva il 10% del nostro Pil. Da tre anni a questa parte i mari non sono sicuri.  Nel Mediterraneo c’è un equilibrio stabile ma ci sono zone invece in guerra, come nel Mar Rosso. Parole che non dovremmo usare mai. La Marina Militare, di cui oggi porto i saluti, cerca di proteggere il traffico mercantile che transita nel canale di Suez (nonostante le difficoltà dovute agli Houthi). Noi oggi siamo con voi e auguro buon vento alla 64esima edizione del Salone Nautico”. 

Continua a leggere

Liguria

Truffa dello specchietto, scoperto e denunciato a Urbe nel Savonese un giovane calabrese

I carabinieri della stazione di Urbe hanno concluso un’indagine su una truffa che si era verificata lo scorso 22 agosto, quando una donna del posto, alla guida della propria autovettura sulla strada provinciale in direzione Sassello, era stata raggirata con il classico schema della “truffa dello specchietto”.

Secondo quanto denunciato dalla donna, una cinquantottenne della Val Bormida, il truffatore l’aveva avvicinata alla guida di un’auto Seat nera, affermando – come da copione – che l’auto della donna aveva danneggiato il suo specchietto retrovisore. Utilizzando raggiri e modi persuasivi, soprattutto facendo leva sulla fretta della vittima, il truffatore è riuscito a farsi consegnare 120 euro in contanti come presunto risarcimento per il danno subito. Le immediate indagini avviate dai Carabinieri e basate sulle informazioni fornite dalla vittima, hanno portato all’identificazione dell’indagato.

Si tratta di un giovane di 25 anni, originario di Catanzaro ma di fatto senza fissa dimora, già noto alle Forze dell’ordine per precedenti episodi simili e già denunciato nei mesi scorsi dai carabinieri di Cairo Montenotte, Carcare e Cengio per altre truffe identiche a questa, circostanza che fa temere possa ancora essere attivo in zona e a caccia di nuove vittime da raggirare. Il giovane è stato denunciato in stato di libertà per truffa all’Autorità Giudiziaria savonese.

Continua a leggere

Liguria

Genova | Regione Liguria protagonista al Salone Nautico

 Come da tradizione, Regione Liguria è presente alla 64° edizione del Salone nautico internazionale di Genova, inaugurata oggi alla Fiera di Genova e aperta fino 24 settembre, con uno stand, realizzato in collaborazione con Comune di Genova, Camera di Commercio di Genova e Blue District.

La missione principale dello stand è permettere alle piccole e medie imprese liguri che si occupano di componentistica di incontrare i principali produttori e cantieri liguri, offrendo così a queste aziende la possibilità di sviluppare opportunità commerciali e di crescita.

Lo spazio della Regione Liguria, oltre a ospitare un esempio delle produzioni più significative della nostra terra, promuove al pubblico del Salone Nautico l’installazione “Made in Liguria, vetrina delle eccellenze genovesi e liguri”. Si tratta di una installazione visitabile che ricorda un grande cassone da spedizioni, posizionata in piazza de Ferrari, che rimarrà aperta fino alla chiusura del Salone. L’installazione è nata dalla collaborazione fra Regione Liguria, Comune di Genova e Camere di Commercio di Genova e delle Riviere.

Al suo interno, una selezione delle eccellenze e delle produzioni più significative della Liguria, il meglio dell’offerta racchiusa dai marchi “Artigiani in Liguria”, “Botteghe storiche e locali di tradizione” di Genova e “Assaggia la Liguria”.

I visitatori troveranno infatti ad esempio basilico, sete, filigrana, ceramiche e tessuto jeans, olio e vino. L’installazione, che esordirà appunto a Genova fino al 24 settembre, si sposterà poi in altri luoghi della Liguria.

Continua a leggere

DI TENDENZA

Riproduzione Riservata - Copyright © ASS. RADIO DEL BOSCO - redazione@adn24.it - PRIVACY