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Liguria

Albenga (SV) | Agricoltura in rosa, la storia di tre sorelle e l’azienda Bio Vio

Il ruolo dell’imprenditoria femminile nelle filiere agricole è stato di recente evidenziato attraverso il viaggio-racconto nelle 3mila imprese rosa in Liguria promosso dall’associazione “Donne in Campo”: una delle testimonianze arriva proprio dal savonese, dall’azienda Bio Vio di Albenga che vede proprio le donne, da alcune generazioni, protagoniste alla guida dell’impresa.

Partiamo dal nome Biovio: l’azienda è certificata biologica dal 1989, quando il biologico non era ancora diffuso, quindi sicuramente l’idea non è nata per una moda del momento. Mentre Vio è il cognome di famiglia, quindi un’azienda familiare.

Una realtà che si è consolidata nella piana albenganese: “Noi abbiamo sempre vissuto grazie all’agricoltura e meno di turismo, il reddito familiare derivava principalmente dalla vendita di ortaggi, fiori, erbe aromatiche, mentre l’entroterra viveva molto bene grazie alla vendita di olio, olive che venivano venduti facilmente anche in Piemonte – raccontano -. Molte famiglie contadine che prima produceva vino solo per l’autoconsumo, hanno iniziato a vedere le proprie uve con un’ottica più attenta. Quindi, dal 2000 c’è stata questa svolta, alcuni hanno iniziato a investire nel settore vitivinicolo. Prima, avendo il Piemonte vicino il vino arrivava comunque e non si era mai pensato di poter produrre il vino per la vendita”.

Un contesto produttivo che riprende un po’ anche quella che è la storia di famiglia. Chiara, la mamma è originaria dell’entroterra, la valle Arroscia, con una tradizione olivicola; mentre il papà è nato e cresciuto a Bastia e produceva ortaggi. Nel 1985 ha poi convertito i terreni con coltivazioni da ortaggi in erbe aromatiche. Entrambi, quindi, provengono da famiglie di contadini, realtà familiari in cui la campagna è sempre stato cuore pulsante del loro sostentamento ed entrambi avevano vigneti storici per produrre vino per autoconsumo da condividere con amici e parenti. Quando Chiara e Aimone si sono sposati hanno deciso di investire i loro risparmi per realizzare il loro sogno: produrre i vitigni autoctoni quali Pigato, Vermentino, Rossese e Granaccia e farli conoscere al mondo. Così nasce la nostra storia, da questa piccola cantina nel borgo di Bastia dove il nonno Renato produceva qualche botte di vino per sé e dove successivamente Aimone e Chiara hanno dato vita alla cantina attrezzata che si può visitare oggi.

“Abbiamo 9 ettari di vigneti, tutti piccoli appezzamenti sparsi nell’entroterra. Abbiamo voluto mantenere la viticoltura nell’entroterra perché sono zone più idonee, soprattutto quando si produce biologico la base è piantare nelle zone vocate. Tutti questi prodotti che spesso vengono utilizzati per sopperire a condizioni non idonee per la coltivazione sono nati nel dopoguerra quando c’è stato il boom, il contadino doveva ingrandirsi e non guardava l’idoneità dei terreni” aggiungono.

“Noi, anche se negli anni abbiamo ingrandito la nostra produzione, abbiamo sempre cercato di rispettare questo fatto. L’albenganese è la zona vocata per il Pigato, noi ne produciamo diversi tipi (Marené, Essenza, Bon in da Bon, Grandperè).”

Con le radici ben piantate nel territorio e lo sguardo aperto verso nuove strade, questa è l’azienda Vio, ben rappresentata da Caterina, figlia di Chiara e Aimone e che, insieme alle sorelle Camilla e Carolina, tiene salda la guida dell’azienda di famiglia. Una storia di famiglia, appunto, che ha origini lontane e si fonda su passione e competenza.

Spiega Caterina Vio, esperta enologa: “Da generazioni la nostra famiglia ha preservato i terreni di proprietà coltivando da sempre i prodotti agricoli della zona. Partendo da Bastia sede dell’azienda, nella piana ingauna coltiviamo le erbe aromatiche e i carciofi spinosi, mentre risalendo lungo il corso dell’Arroscia si arriva a Ranzo e alle terre alte della provincia di Imperia, dove lavoriamo da sempre vigneti e uliveti di taggiasca.  Per quel che riguarda il vino produciamo Pigato, Granaccia, Vermentino e Rossese e siamo orgogliosi di essere stati i primi in zona a certificare l’azienda come biologica nel 1989 e a essere stati scelti come cantina pilota per istituire il Bio in Italia”.

“La decisione di intraprendere la via del biologico è stata parte di un percorso naturale, intrapreso da mio padre Aimone e da mia madre Chiara che hanno visto nella coltivazione biologica una scelta culturale; la coltivazione biologica, infatti, appartiene alla millenaria storia contadina e loro non hanno fatto altro che tornare un po’ alle origini. Crediamo molto nel rispetto della terra, della sua stagionalità e delle sue caratteristiche naturali, per questo non forziamo coltivazioni in aree poco adatte, le olive, per esempio, a Ranzo trovano il loro habitat naturale ed è più facile diano buoni raccolti”.

Nell’ottica di guardare sempre avantinel 2006 è nato l’agriturismo Pigato: “L’agriturismo Pigato è nato dall’amore per le nostre radici che da sempre ci contraddistingue – aggiunge ancora Caterina -. Mio padre è venuto alla luce proprio in una delle stanze che ora abbiamo ristrutturato e affittiamo ai clienti, per lo più stranieri, che vengono a trovarci. Alla base della decisione di creare un agriturismo c’era l’idea di recuperare molte case che si trovavano attorno all’azienda ed erano state abbandonate, abbiamo deciso, ancora una volta, di credere nella nostra terra e la nostra fiducia è stata ricambiata da un grande successo. Una curiosità: per omaggiare gli antichi proprietari di questi alloggi ciascuna camera porta il nome di chi la abitava in passato”.

Aggiunge Caterina Vio: “La Liguria è un territorio eterogeneo e per conformazione e tradizione non abbiamo le vigne attorno alle cantine che storicamente erano costruite sotto le abitazioni. Una realtà molto diversa da quella di altre zone come la Franciacorta o la Toscana. Capita quindi che i clienti dell’agriturismo siano un po’ spiazzati da questa novità ma devo dire che rimangono affascinati dal borgo di Bastia e dalle bellezze del nostro territorio. Proprio per far avvicinare al meglio turisti e residenti agli antichi sapori della tradizione, abbiamo deciso di proporre degustazioni in azienda e recentemente abbiamo aperto una “Ortosteria”. Si tratta di una trattoria che, come dice il nome, propone piatti realizzati con i prodotti dell’orto; in cucina e in sala ci sono mia sorella Carolina e nostra madre Chiara e il locale non poteva che chiamarsi Renè, in onore di nostro nonno, che, oltre a gestire la pizzeria del paese, si occupava con sapienza e pazienza dell’orto domestico”.

Ciascuna delle giovani Vio ha affinato le proprie competenze e conoscenze e le ha messe al servizio dell’azienda.

“Nessuna di noi si è sentita costretta a seguire le orme di famiglia, è stato normale per noi tutte, ciascuna a modo proprio ha ritenuto di voler dare un contributo: io ho studiato enologia ed ho trascinato in azienda anche mio marito Vincenzo, che avevo conosciuto in università ed è anch’esso enologo; mia sorella Camilla si dedica alla parte commerciale mentre Carolina si occupa dell’aspetto gastronomico” conclude.

E chissà che un giorno anche i piccoli figli di Caterina, Clelia ed Ettore, decidano di seguire le orme di famiglia e continuare questa lunga e appassionata tradizione, nel segno di una azienda agricola davvero a 360 gradi.

Liguria

Laigueglia (SV) | La Cucina del Benessere conquista la Fiera di San Matteo

Grande entusiasmo, di grandi e piccini, per il laboratorio della cucina del benessere, guidato dalla rinomata Chef Stefania Alberti e condotto da Franco Laureri.
Un’esperienza ludico-didattica unica, che ha coinvolto mamme e bambini in un viaggio alla scoperta di una sana e corretta alimentazione. L’evento si ispira al progetto “ComMENSAle” della Scuola Libero Badarò e fa parte delle tante iniziative dell’amministrazione comunale del “Borgo più bello d’Italia” dedicate all’educazione a 360 gradi.
Il laboratorio delle Antiche Vie del Sale ha visto protagonisti i giovani chef dell’Istituto alberghiero di Alassio, coordinati dalla docente di alimentazione, professoressa Ariana Zerbone, e dalla Chef Stefania Alberti. Insieme, hanno elaborato una serie di proposte incentrate su alimenti sani, sottolineando l’importanza di una dieta equilibrata per il benessere fisico e mentale.
Durante il laboratorio, i giovani chef hanno esplorato alimenti, ingredienti e ricette, creando soluzioni innovative per rendere il cibo sano più piacevole. Frutta e verdura di stagione hanno sostituito i prodotti confezionati, e il tutto è stato reso divertente attraverso il gioco, trasmettendo il messaggio fondamentale di una corretta alimentazione e dell’attività fisica. Particolare attenzione è stata data ai prodotti tipici del territorio e alla creatività in cucina come elemento fondamentale per abbinare i prodotti in modo non solo originale ma anche sano.
L’evento ha visto una grande partecipazione delle mamme, che hanno supportato i loro bambini impegnati nel ruolo di piccoli chef. La preparazione di una merenda per tutti i visitatori ha messo in evidenza come l’olio DOP della Riviera Ligure e il basilico genovese DOP possano essere protagonisti di una merenda del benessere tutta ligure.
L’educational ha messo in luce le doti della Chef Stefania Alberti: esperta in didattica dell’alimentazione, tiene corsi di cucina per bambini e adulti ed è chef di “Assaggia la Liguria” presso il ristorante La Sosta di Laigueglia. La sua passione per la cucina sana e il suo impegno nella formazione culinaria sono stati elementi chiave del successo del laboratorio.
L’evento rientra nel progetto “Strade del Mare”, sostenuto dalla Compagnia di San Paolo, che mira a educare le nuove generazioni alla conoscenza della cultura e delle tradizioni legate alle vie Marenche, i tracciati che portavano il sale al di là delle Alpi Liguri.

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Liguria

Ceriale (SV) | “Marino” amico dei cetacei, una tanica per il recupero degli oli alimentari

Non un nuovo gozzo ma una iniziativa per difendere il mare. È quella promossa dal Cantiere Sciallino che lunedì 23 settembre al 64° Salone Nautico Interazionale di Genova, in collaborazione con Nuova C. Plastica, distribuirà gratuitamente il contenitore Marino, realizzato con plastica riciclata certificata, da utilizzare per il recupero degli oli alimentari esausti. Con questa iniziativa Sciallino, che con il suo cantiere di Ceriale, in provincia di Savona, si affaccia sulla Riviera Ligure di Ponente, ed è all’interno di Pelagos e del Santuario dei Cetacei, intende invitare gli amanti del mare a proteggere questa zona di mare compresa tra Sardegna, Toscana, Liguria, Principato di Monaco e Francia.

Pelagos è l’unica area marina internazionale nel Mar Mediterraneo dedicata alla‎ ‎protezione dei mammiferi marini e dei loro habitat ed è stata istituita nel 1999. Un’area fondamentale per la conservazione di balene, delfini e altre specie marine dove però il traffico marittimo e quello diportistico sono molto intensi. Da qui l’iniziativa di Sciallino che si inserisce nel suo impegno a favore dell’ambiente concretizzata nel lancio nel 2023 dello Sciallino 23 Hybrid con propulsione diesel ed elettrica e con la realizzazione di un impianto fotovoltaico in grado di soddisfare gran parte del fabbisogno energetico del Cantiere. Il contenitore Marino, che verrà distribuito gratuitamente da Sciallino soltanto nella giornata di lunedì 23 settembre, è destinato alla raccolta dell’olio alimentare esausto che, se smaltito in modo improprio, può creare una pellicola superficiale che impedisce l’ossigenazione dell’acqua, danneggiando gravemente flora e fauna marine. Se, al contrario, raccolto e riciclato correttamente, l’olio esausto può essere trasformato in biodiesel, saponi, cosmetici e altre materie prime utili. L’invito di Sciallino a tutti gli amanti del mare è quindi di utilizzare Marino per difendere non solo le acque del Santuario dei Cetacei ma tutto il mare con il suo ecosistema sempre più minacciato.

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Liguria

Laigueglia (SV) | Strade del mare, gli studenti testimonial nel borgo marinaro

Grande successo per i percorsi “Strade del Mare” dedicati a storia, natura, cibo e cultura delle “Vie Marenche” con l’appuntamento “La Liguria in tutte le salse” con i giovani del “Giancardi” e gli alunni della scuola di primo grado “Libero Badarò” di Laigueglia.

Laigueglia, 20 settembre 2024 – In occasione della Fiera di San Matteo, “Strade del Mare” ha presentato una serie di attività che coinvolgono i paesi attraversati dalle antiche vie del commercio del sale. Attraverso storie di tradizione, cibo e cultura, la fiera di San Matteo di Laigueglia diventa portavoce di questi territori, accompagnando i visitatori in un viaggio di scoperta tra aziende, prodotti e paesaggi.

Protagonisti dell’evento sono stati i giovani chef dell’Istituto Alberghiero di Alassio, insieme al progetto “Ranzo Is Wine”, con i suoi vini presentati dal sindaco Giancarlo Cacció e dalla sommelier Francesca Vairo. Un percorso sensoriale ha permesso di scoprire uno dei 32 comuni, “città del vino”, appartenenti all’associazione Antiche Vie Del Sale.

Il progetto “Strade del Mare”, sostenuto dalla Fondazione Compagnia di San Paolo attraverso il bando “Territori in Luce 2024”, si inserisce nel piano di valorizzazione “Valore di Fare Rete” progettato da Agenzia In Liguria. Questo ambizioso progetto mira a valorizzare la rete di sentieri storici della Liguria, attraverso attività di manutenzione, promozione, trekking e incontri, per riscoprire i principali punti di interesse del territorio.

L’evento ha riscosso grande successo, coinvolgendo, in qualità di testimonial, anche gli alunni della scuola di primo grado “Libero Badarò” di Laigueglia. Il laboratorio, organizzato in collaborazione con il consorzio Olio Dop Riviera Ligure, il consorzio Basilico Genovese DOP, il comitato di tutela dell’Aglio di Vessalico e le cantine di Ranzo, è stato presentato da Franco Laureri, responsabile comunicazione e marketing delle Antiche Vie Del Sale. Ha condotto i tanti partecipanti all’esperienza attraverso la tecnica del food storytelling, con storie e leggende, tra i sentieri e le “strade Marenche” che trasportavano “oro bianco” dal mare oltre le Alpi liguri.

Una degustazione di salse tipiche ha reso unica l’esperienza, permettendo ai partecipanti di immergersi completamente nella cultura e nelle tradizioni della Liguria. Come ha evidenziato Alessandro Navone, Presidente dell’Associazione Antiche Vie Del Sale: “Questa iniziativa, inserita nel progetto ‘Strade del Mare’, non solo valorizza il nostro patrimonio storico e culturale, ma crea anche un legame profondo tra le nuove generazioni e le tradizioni del nostro territorio. Attraverso attività come queste, possiamo garantire che la storia e la cultura delle Vie Marenche continuino a vivere e a prosperare”.

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