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Cronaca

Trieste | Confermata condanna a don Piccoli per l’omicidio di mons. Rocco

La Corte d’Assise d’Appello di Venezia ha confermato oggi la condanna a 21 anni e 6 mesi per don Paolo Piccoli, accusato dell’omicidio di monsignor Giuseppe Rocco, l’ex parroco di Santa Teresa, trovato senza vita nella sua stanza alla Casa del Clero di Trieste il 25 aprile 2014. La notizia è stata riportata dal sito del quotidiano Il Piccolo.

La sentenza segna la conclusione del processo d’appello, che è seguito a una decisione della Corte Suprema che, nel marzo 2023, ha annullato la condanna a 21 anni e 6 mesi emessa dalla Corte d’Assise di Trieste e successivamente confermata dalla Corte d’Assise d’Appello. Il motivo principale dell’annullamento era la mancata ammissione dei consulenti di parte per una serie di accertamenti irripetibili; don Piccoli non era stato avvisato in quanto non era ancora formalmente iscritto nel registro degli indagati.

La Corte ha accolto la richiesta del sostituto procuratore generale della Corte d’Appello, Paola Tonini, di confermare la sentenza di primo e secondo grado, con la condanna a 21 anni e 6 mesi di reclusione. La difesa, rappresentata dagli avvocati Vincenzo Calderoni e Alessandro Filippi, ha invece sostenuto l’innocenza di don Piccoli, individuando una patologia broncopolmonare come causa della morte.

Secondo l’accusa, monsignor Rocco sarebbe stato ucciso con un’azione combinata di soffocamento e strangolamento con rottura dell’osso del collo. Durante l’ultima udienza, è stato discusso anche il possibile movente, facendo riferimento al caso di una catenina sottratta a monsignor Rocco e mai ritrovata.

Campania

Giugliano in Campania | 4 misure cautelari per associazione di tipo mafioso

I Carabinieri della Compagnia di Giugliano hanno arrestato quattro persone in un’operazione contro la criminalità organizzata, in particolare contro il clan Mallardo, attivo nel territorio di Giugliano in Campania. L’operazione è stata effettuata in seguito a un’ordinanza di custodia cautelare emessa dal GIP del Tribunale di Napoli, su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia.

I soggetti arrestati sono accusati di associazione di tipo mafioso e di tentate estorsioni aggravate, mirate a intimidire imprenditori per garantirsi pagamenti illeciti, consentendo loro di continuare a operare senza subire ritorsioni.

È importante notare che il provvedimento è una misura cautelare nell’ambito delle indagini preliminari. Gli arrestati sono considerati presunti innocenti fino a una eventuale condanna definitiva e hanno la possibilità di impugnare l’ordinanza.

Questa operazione sottolinea l’impegno delle forze dell’ordine nel contrastare le attività mafiose e tutelare la legalità e la sicurezza economica nella regione, sostenendo le imprese oneste e riducendo l’influenza delle organizzazioni criminali sul territorio.

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Cronaca

Padova | Scoperta frode sul Reddito di Cittadinanza

GdF Padova

Un’importante operazione della Guardia di Finanza di Padova ha portato alla luce un caso di indebita percezione del reddito di cittadinanza, con un ammontare di oltre 130.000 euro. I militari, in collaborazione con l’INPS, hanno avviato indagini su diversi residenti dell’Alta padovana che, tra il 2021 e il 2023, hanno usufruito di questo sostegno economico.

Le indagini hanno rivelato irregolarità significative, tra cui la mancata comunicazione di informazioni cruciali necessarie per la corretta erogazione del beneficio. In alcuni casi, è emerso il possesso di beni di valore, come autoveicoli di grossa cilindrata, che avrebbero dovuto essere dichiarati.

Di conseguenza, 17 individui sono stati segnalati alla Procura di Padova per possibili violazioni. L’operazione sottolinea l’impegno della Guardia di Finanza nel monitorare l’uso delle risorse pubbliche e combattere le frodi ai danni dei cittadini bisognosi. Si precisa che gli indagati sono presunti innocenti fino a eventuale condanna definitiva.

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Calabria

Calabria | ‘Ndrangheta: Operazione nel crotonese, 31 misure

I Carabinieri del Comando provinciale di Crotone, supportati da unità provenienti da altre province calabresi, hanno eseguito un’operazione di vasta portata che ha portato all’arresto di 31 individui legati a cosche mafiose del territorio. Il provvedimento, richiesto dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Catanzaro e convalidato dal Gip, prevede 15 custodie in carcere, 7 arresti domiciliari e 9 obblighi di dimora.

Le indagini sono iniziate dopo un episodio estorsivo ai danni di un imprenditore di Cutro, rivelando una rete complessa di attività illegali tra cui estorsione, usura e traffico di stupefacenti. Questo scenario si è delineato dopo l’arresto del boss Nicolino Grande Aracri e ha messo in luce la rivalità tra la famiglia Martino, già legata a Grande Aracri, e un’altra cosca locale.

L’inchiesta, condotta attraverso intercettazioni e attività di osservazione, ha fatto emergere la capacità della famiglia Martino di esercitare il controllo sul territorio mediante intimidazioni, estorsioni e traffico di droga. Inoltre, i militari hanno documentato la disponibilità di armi da parte degli indagati, confermando l’operatività dell’associazione mafiosa in questione.

La scoperta di danneggiamenti a veicoli appartenenti a membri di spicco della famiglia Martino ha fornito ulteriori elementi per comprendere le dinamiche interne e le relazioni tra le varie cosche della provincia. Questo intervento dei Carabinieri rappresenta un importante passo avanti nella lotta contro la criminalità organizzata nella regione.

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