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Attualità

Chiara Ferragni in copertina su L’Espresso, cresce la polemica

Chiara Ferragni torna ad essere al centro dell’attenzione e a dividere l’opinione pubblica. Questa volta, però, non per questioni legali legate all’inchiesta sul pandoro Balocco, che la vede coinvolta in un’indagine per truffa aggravata, né per la crisi con suo marito Fedez. Il motivo è la nuova copertina della rivista L’Espresso, che ritrae l’influencer come Joker. “Ferragni Spa: Il lato oscuro di Chiara”, questo è il titolo che accompagna la foto in primo piano di Chiara, con un trucco rosso e blu che cola, a ricordare il famoso nemico di Batman. Il settimanale sarà disponibile in edicola venerdì, insieme ad un’inchiesta giornalistica sulle aziende di Chiara, ma già dopo la pubblicazione della copertina, gli utenti sul web si sono divisi. “Una violenza inaudita”, “Questa copertina è davvero troppo violenta”, “È uno sfregio, non solo al volto di Chiara Ferragni. Come donna, mi sento offesa.

L’Espresso è una rivista di attualità e mi disgusta pensare che debba utilizzare il sarcasmo così ferocemente”. “Non mi piace, è un’esagerazione”, “Non mi aspetterei una foto del genere da un giornale, non è professionale, penso che la copertina superi il concetto di informazione”. Questi sono solo alcuni dei commenti critici sulla scelta della rivista. Tuttavia, sui social ci sono anche coloro che difendono il settimanale. “L’Espresso ha sempre fatto copertine irriverenti. Chiara Ferragni non è certo la prima a subirne una. Ma come sempre, preferirei che l’attenzione fosse rivolta al contenuto piuttosto che all’immagine”, “Una copertina perfetta”, “Bellissima copertina. La vera faccia dell’altra Ferragni”, “Qui stanno semplicemente trattando Chiara Ferragni come un’adulta di potere. So che la sua apparenza delicata confonde molti, ma è una donna di potere. Nel bene e nel male”.

Attualità

FEduF (ABI) promuove un incontro sull’educazione finanziaria a scuola

Dopo il lancio dell’Alleanza per l’educazione finanziaria, avvenuto a giugno a Palazzo Altieri durante la celebrazione del suo Decennale, la Fondazione per l’Educazione finanziaria e al Risparmio (FEduF) avvia l’azione di supporto ai docenti di tutti i gradi scolastici per portare in aula le competenze economiche di base richiamate dalle nuove linee guida per l’insegnamento dell’Educazione Civica.
L’appuntamento “Educare nel tempo della complessità: le competenze economiche nell’educazione civica”, al quale è prevista la partecipazione di oltre 500 insegnanti, offre un’occasione di approfondimento concreto delle indicazioni ministeriali e dei programmi messi a disposizione dei soggetti istituzionali già da tempo attivi in questo ambito: oltre alla stessa FEduF, Banca d’Italia, Consob e Museo del Risparmio.

Il focus sull’educazione finanziaria nell’ambito dell’Educazione Civica è affrontato da diversi punti di vista, portando al centro del dibattito numerose esperienze grazie ai contributi di Giovanna Boggio Robutti – FEduF, Luca Tucci – Ministero dell’Istruzione e del Merito, Anna Finocchiaro, Presidente Italiadecide, Sabrina Greco e Carlo di Chiacchio – Invalsi, Carlotta Rossi – Banca d’Italia, Paola Soccorso – Consob e Giovanna Paladino – Museo del Risparmio.
“Insieme ai tanti soggetti con cui collaboriamo, abbiamo da sempre sostenuto una visione dell’educazione finanziaria basata sui diritti costituzionali e sull’etica, tenendo ben presenti due aspetti fondamentali – commenta Giovanna Boggio Robutti, Dg FEduF – il primo è quello della corretta relazione con il denaro, strumento indispensabile per il benessere e la sostenibilità individuale e sociale; il secondo è un principio di democrazia economica per cui ogni individuo deve essere messo in condizione di effettuare scelte consapevoli e informate in ambito economico, a tutela del risparmio e della pianificazione finanziaria a lungo termine”.

Questa prospettiva assume un valore ancora maggiore alla luce dei principali risultati ottenuti dagli studenti italiani in “Financial Literacy” nel corso dell’indagine OCSE PISA 2022, realizzata con l’obiettivo di rilevare che cosa oggi i quindicenni sanno e sanno fare in questo ambito e quanto siano pronti ad affrontare il proprio futuro da un punto di vista finanziario: l’Italia ottiene un punteggio di 484 punti e si colloca al di sotto della media OCSE (498).
Da notare che, rispetto ai cicli precedenti, a livello medio internazionale, si è riscontrato invece un miglioramento di 11 punti rispetto al 2015: nella rilevazione del 2022, l’Italia ottiene un punteggio superiore a quello del 2012 di 17 punti, sebbene non si differenzi significativamente da quello raggiunto nel 2015 e nel 2018.

Al miglioramento dell’Italia rispetto a PISA 2012 nel punteggio medio corrisponde un aumento degli studenti che raggiungono il livello più alto di performance (+3 punti percentuali), passando dal 2% nel 2012 al 5% nel 2022.
L’offerta di FEduF alle scuole comprende programmi di educazione finanziaria di base e tematici (pagamenti elettronici e sicurezza, economia e sostenibilità; lotta agli stereotipi e alle differenze di genere in economia, solo per citare i più richiesti) e offre la possibilità di partecipare a lezioni in presenza e online e a grandi eventi divulgativi.

FEduF che dalla sua fondazione, dieci anni fa, ha raggiunto circa 250.000 studenti e organizzato più di 2.800 incontri in presenza e online, svolge la sua attività gratuitamente su tutto il territorio nazionale e propone agli insegnanti l’affiancamento di divulgatori esperti in base alle diverse età degli studenti. In questo anno scolastico viene potenziata la rete FEduFPeer che affida a giovanissimi studenti universitari, opportunamente formati, la conduzione di lezioni di educazione finanziaria. Tutte le informazioni su: www.economiascuola.it

– foto ufficio stampa FEduF –

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Attualità

Amazon abilita la donazione di prodotti per 10 mln a enti di beneficenza

Dall’inizio del 2023 a oggi, Amazon ha aiutato i suoi partner di vendita a donare prodotti per un valore di oltre 10 milioni di euro a organizzazioni benefiche in tutta Italia. Queste donazioni hanno dato una seconda vita agli articoli invenduti mantenendoli in uso, contribuendo a creare un’economia sempre più circolare e fornendo agli enti di beneficenza e ai loro assistiti prodotti di vario genere, dai beni di prima necessità agli articoli supplementari funzionali.
Amazon consente ai venditori terzi di donare i prodotti invenduti attraverso il programma Donazioni di Logistica di Amazon. Attraverso il programma, Amazon riesce ad eliminare le principali barriere che ostacolano la donazione da parte dei venditori, identificando gli enti di beneficenza in base ai differenti bisogni e gestendo i costi e la logistica della spedizione dei prodotti agli stessi enti.

Dal suo lancio nel 2021, Donazioni di Logistica di Amazon ha fornito supporto a 11 enti di beneficenza in Italia che aiutano persone bisognose e comunità locali in tutto il Paese. Nel 2023, Amazon ha perfezionato il programma automatizzandone ulteriormente i processi, rendendo quindi ancora più semplice e veloce per i venditori la gestione dell’inventario e la donazione su larga scala, nonchè per gli enti di beneficenza la ricezione di un maggior numero di articoli in base alla loro capacità logistica e distributiva.
“Le donazioni sono una parte fondamentale dell’impegno di Amazon a sostegno delle comunità in cui operiamo, e questo include anche la donazione di prodotti invenduti che possono essere essenziali per le persone in difficoltà”, ha commentato Mariangela Marseglia, VP e Country Manager di Amazon Italia e Amazon Spagna. “Negli ultimi anni, anche a causa dell’inflazione che ha ridotto il potere d’acquisto degli italiani, gli enti caritatevoli hanno ricevuto un numero crescente di richieste di beni di prima necessità. Siamo orgogliosi di contribuire a queste necessità promuovendo azioni che mantengono anche i prodotti in uso e riducono gli sprechi”.

Maria Chiara Gadda, Membro della Camera dei deputati della Repubblica Italiana, la cui campagna per il recupero e la donazione delle eccedenze è confluita nella legge 166/2016, nota come “Legge Gadda”, ha dichiarato: “Apprezzo molto l’impegno di Amazon sul fronte dell’attuazione della legge antispreco. La legge 166 è conosciuta per le donazioni alimentari, e l’esempio di Amazon è fondamentale per dimostrare che è invece applicabile ad un paniere molto più vasto di beni. Donare le eccedenze per una azienda così grande è tutt’altro che semplice, in termini di numero di referenze e di modello organizzativo. I primi risultati del programma dimostrano che ormai il percorso è avviato, grazie alla positiva rete di collaborazione che Amazon ha costruito con i suoi partner di vendita e con le associazioni benefiche”.

Il primo destinatario delle Donazioni di Logistica di Amazon è stata la sezione Monza e Brianza della LILT (Lega Italiana Lotta ai Tumori), alla quale i partner di vendita hanno donato prodotti per un valore di 295.000 euro tra il 2021 e il 2022 per sostenere il suo programma Child Care, che fornisce supporto alle famiglie colpite da tumori infantili.
Nel 2023, grazie all’introduzione di nuovi processi automatizzati che hanno permesso di scalare il programma, la lista dei beneficiari si è allargata a Progetto Arca, Fondazione ANT, ENPA, Hope for Ukraine, Centro Five e Banco Alimentare Piemonte. Nel 2024 si sono aggiunti anche Anteas, Cooperativa Mirafiori e Cooperativa Si Può Fare. Gli enti di beneficenza hanno ricevuto articoli che vanno da libri, giocattoli, mobili ed elettronica a prodotti tessili, abbigliamento, prodotti per l’igiene personale e integratori alimentari.

Grazie alle donazioni, gli enti di beneficenza hanno potuto rafforzare i loro progetti e sostenere meglio le persone bisognose nelle comunità locali in cui operano.
“La partecipazione al programma di donazione di Amazon ci ha permesso di ricevere articoli utili, che abbiamo accuratamente selezionato e messo a disposizione dei pazienti per l’assistenza domiciliare. E’ stato un grande aiuto per le iniziative di ANT legate alla prevenzione dei tumori e alla sensibilizzazione nelle scuole e nelle aziende. Come presidente della Fondazione ANT non posso che ringraziare Amazon, che ha scelto di essere vicino a noi e, attraverso noi, ai nostri pazienti. Peraltro evitando inutili sprechi e contribuendo all’avvio di una di quelle collaborazioni virtuose all’insegna dell’economia circolare che la nostra Fondazione si impegna da anni a promuovere nei territori in cui opera”, ha commentato Raffaella Pannuti, presidente Fondazione ANT Italia ONLUS.

“Gli articoli ricevuti hanno aiutato 293.900 beneficiari. I prodotti sono stati spediti nelle regioni più colpite dell’Ucraina – Kharkiv, Donetsk, Kherson e Mykolaiv – e sono stati utilizzati in ospedali, rifugi per sfollati, comunità locali e piccoli villaggi. La distribuzione è stata pianificata in modo strategico per raggiungere coloro che ne avevano più bisogno. Desideriamo esprimere la nostra profonda gratitudine per il sostegno ricevuto da Amazon Italia: le donazioni effettuate attraverso il programma Donazioni di Logistica di Amazon hanno avuto un impatto significativo sulle comunità colpite e stanno contribuendo a migliorare la situazione di chi si trova in condizioni difficili”, ha commentato Igor Kruglyk, referente per Hope for Ukraine del Club dei 600 sindaci ucraini.

Amazon, si legge in una nota, “ha progettato i suoi sistemi per massimizzare l’uso e il riutilizzo dei prodotti, compresi gli articoli resi e invenduti, e ridurre al minimo i rifiuti. Il principio guida è semplice e ha un impatto positivo sia dal punto di vista ambientale sia da quello economico: se un prodotto può avere uno scopo utile, Amazon mira a riutilizzarlo”.
Amazon “desidera che i suoi clienti siano completamente soddisfatti dei loro acquisti. Per questo motivo l’azienda fornisce informazioni complete sui prodotti, tra cui foto, video e recensioni dei clienti, per aiutare i clienti a prendere decisioni di acquisto più consapevoli. Tuttavia, se un cliente non è soddisfatto del suo acquisto, Amazon offre un processo di restituzione agile e veloce”.

Gli articoli restituiti vengono sottoposti a un processo di ispezione dettagliato e, se il prodotto soddisfa gli standard di alta qualità di Amazon, viene etichettato come “nuovo” e rimesso in vendita. La maggior parte dei prodotti restituiti soddisfa questo requisito e viene quindi riposizionata sugli scaffali digitali a disposizione degli altri clienti. Se un prodotto non soddisfa gli standard per essere etichettato come “nuovo”, viene sottoposto a ulteriori controlli e, a seconda delle sue condizioni, può essere rivenduto come usato attraverso Amazon Seconda Mano, oppure potrebbe essere venduto a liquidatori, restituito al fornitore o donato in beneficenza.

Le donazioni sono uno strumento importante per dare una seconda vita ai prodotti. Amazon collabora in tutta Europa con i banchi alimentari locali e altre organizzazioni no-profit che distribuiscono i prodotti donati a chi ne ha bisogno. Nel 2023 Amazon e i suoi partner di vendita hanno donato più di 160 milioni di articoli a livello globale, tra cui prodotti tecnologici, elettrodomestici e capi di abbigliamento, a enti di beneficenza in Europa e negli Stati Uniti con l’obiettivo di aiutare le persone in difficoltà.
– foto ufficio stampa Create PR –

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Attualità

Siccità, Utilitalia chiede lo stanziamento di 1 mld all’anno in manovra

Nell’ultimo anno idrologico (da maggio del 2023 a maggio del 2024) la capacità idrica degli invasi principali del distretto Appennino Meridionale ha subìto una contrazione compresa tra -17% e -45% a seconda delle zone. In Sicilia, la regione più colpita dalla siccità dell’estate appena trascorsa, il volume di acqua invasato è crollato del 40%. La siccità che nel 2022 aveva colpito il Nord Italia – con un calo del 24% delle precipitazioni, a livello nazionale, rispetto alla media 1991-2020 e una disponibilità idrica scesa del 50% rispetto alla media del lungo periodo 1951-2022 – negli ultimi mesi ha interessato in particolar modo il Sud, territorio nel quale le infrastrutture sono più vulnerabili, la percentuale media di perdite di rete è più alta e la frammentazione gestionale più marcata. Il tema è al centro del Festival dell’Acqua di Utilitalia, uno fra i principali appuntamenti nazionali incentrati sui temi del servizio idrico, che prende il via oggi a Firenze.

Dal 2012 al 2022 gli investimenti nel settore sono aumentati del 227%, raggiungendo i 4 miliardi annui e i 63 euro per abitante, dato che dovrebbe salire quest’anno fino a 70 euro.
Ma il gap con la media europea – pari a 82 euro annui per abitante, che incrementa fino a 100 euro nei Paesi più virtuosi – resta ampio, soprattutto in quei territori dove non operano soggetti industriali: nelle gestioni in economia, che interessano ancora 1.465 Comuni e 7,6 milioni di cittadini (di cui il 93% al Sud), si continuano a investire mediamente appena 11 euro l’anno.

Secondo le stime di Utilitalia, di fronte alle nuove sfide poste dagli effetti dei cambiamenti climatici gli investimenti dovrebbero crescere ancora rispetto ai 4 miliardi annui attuali, per colmare il fabbisogno complessivo di settore stimato in circa 6 miliardi di euro l’anno. Oggi gran parte di questo fabbisogno è coperto dalla tariffa e il PNRR ha certamente dato un impulso su una finestra temporale che termina nel 2026 stimabile in circa 1,1 miliardi di euro l’anno: sono quindi necessarie risorse ulteriori – pari a circa 0,9 miliardi di euro l’anno – per raggiungere la quota di fabbisogno prevista per il nostro Paese. “Una volta terminati i fondi del PNRR – spiega Filippo Brandolini, presidente di Utilitalia – sarà necessario un ulteriore sforzo da parte del Governo attraverso uno stanziamento strutturale in manovra di almeno 1 miliardo di euro l’anno per i prossimi 10 anni, perchè tutte le opere necessarie alla messa in sicurezza del sistema idrico nazionale non possono essere unicamente a carico delle tariffe. Parliamo di investimenti incentrati su serbatoi, invasi, riutilizzo delle acque reflue, interconnessioni tra acquedotti e riduzione delle dispersioni”.

“Sul fronte delle perdite di rete, sulle quali stiamo recuperando il lascito di tanti decenni di investimenti insufficienti, gli investimenti programmati si attestano al 27%, guidando le priorità nella pianificazione di settore rispetto a tutti gli altri indicatori monitorati da Arera. Ma ora, per uscire dalla logica emergenziale e rispondere alle sfide poste dal cambiamento climatico, serve un ulteriore cambio di passo”, aggiunge.

In questo quadro, Utilitalia si è fatta promotrice di una proposta di riforma del comparto idrico in quattro punti che punta alla riduzione della frammentazione, all’introduzione di parametri di verifica gestionale, al consolidamento industriale del settore e ad un approccio integrato tra i diversi usi dell’acqua. “Attraverso queste misure – continua Brandolini – siamo convinti di poter raggiungere ‘l’obiettivo 100’, arrivando a un centinaio di gestori industriali di media/grande dimensione rispetto ai circa 1.800 attuali e a un livello di investimenti di 100 euro l’anno per abitante, in linea con le migliori esperienze europee”. In definitiva “bisogna realizzare un piano straordinario di interventi volti ad assicurare la tutela della risorsa e a garantire l’approvvigionamento anche in periodi di stress climatici sempre più frequenti”.

– foto ufficio stampa Utilitalia –

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