Connect with us

Cronaca

Palermo | Agenda Rossa Borsellino, perquisite case familiari di La Barbera. FOTO

Le residenze della moglie e della figlia dell’ex capo della squadra mobile della Questura di Palermo, Arnaldo La Barbera, situate tra Roma e Verona, sono state oggetto di perquisizione su ordine della Procura di Caltanissetta nell’ambito dell’indagine sulla strage di via D’Amelio a Palermo e sulla scomparsa dell’agenda rossa di Paolo Borsellino. Questa informazione è riportata dal quotidiano La Repubblica.

Il decreto, eseguito nel settembre scorso, è stato emesso a seguito delle dichiarazioni di una persona molto vicina alla famiglia La Barbera. Questa fonte avrebbe riferito di aver appreso che l’agenda rossa sarebbe stata in possesso prima dell’ex capo della squadra mobile di Palermo e successivamente della sua famiglia. Il testimone, che ha deciso di parlare dopo 31 anni dalla strage, ha spiegato di aver preso questa decisione a causa dell’emozione suscitata dagli interventi sul tema. Ha precisato di non aver mai visto l’agenda rossa, la quale non è stata trovata durante le perquisizioni. Durante l’esecuzione del decreto, sono stati acquisiti documenti riferibili ad Arnaldo La Barbera, deceduto nel 2002 a causa di una grave malattia.

Cos’è l’agenda rossa di Paolo borsellino

La vicenda legata alla scomparsa dell’agenda rossa appartenente a Paolo Borsellino, utilizzata senza interruzioni dal magistrato nel periodo che va dalla strage di Capaci a quella di Via D’Amelio, rimane avvolta nel mistero. L’agenda, custodita nella borsa di cuoio posta sul sedile posteriore dell’auto che ha trasportato il magistrato nel suo ultimo viaggio, fu prelevata dal veicolo nei minuti successivi all’esplosione della bomba. Sappiamo che passò attraverso le mani di Rosario Farinella, carabiniere e membro della scorta dell’allora deputato Giuseppe Ayala (precedentemente pm al Maxiprocesso), che la estrasse dall’auto e la consegnò a una persona non meglio identificata. Successivamente, tra le 17.20 e le 17.30, la borsa fu nelle mani del capitano dei Carabinieri, Giovanni Arcangioli, che venne ripreso mentre la portava fuori da Via D’Amelio.

#image_title

La borsa ritornò poi nell’auto da cui era stata rimossa, per essere successivamente prelevata dall’agente Francesco Paolo Maggi, che la portò in Questura, nella stanza del capo della squadra mobile Arnaldo La Barbera. Quest’ultimo riveste un ruolo centrale nella vicenda, in quanto la Corte d’Assise di Caltanissetta, nella storica sentenza del Borsellino-Quater timbrata dalla Corte di Cassazione, lo collega al macroscopico depistaggio delle indagini sulla strage di Via D’Amelio. Tale depistaggio fu perpetrato attraverso le false dichiarazioni del finto pentito Vincenzo Scarantino e rappresentò il risultato di “un proposito criminoso determinato essenzialmente dall’attività degli investigatori, che esercitarono in modo distorto i loro poteri”.

La Corte di Caltanissetta ha stabilito un collegamento tra il depistaggio e l’occultamento dell’agenda rossa di Paolo Borsellino, identificando La Barbera come una figura “intensamente coinvolta nella sparizione dell’agenda rossa” e il cui ruolo fu “fondamentale nella costruzione delle false collaborazioni con la giustizia”. Tuttavia, gli uomini di fiducia di La Barbera, rinviati a giudizio con l’accusa di calunnia aggravata per aver favorito Cosa Nostra mediante minacce, pressioni psicologiche, maltrattamenti e manipolazioni di prove per indurre Scarantino a depistare le indagini, non hanno ricevuto condanne. Il 12 luglio scorso, due di loro, Mario Bo e Fabrizio Mattei, sono stati salvati dalla prescrizione poiché è caduta l’aggravante di aver favorito Cosa Nostra, mentre il terzo, Michele Ribaudo, è stato assolto perché il fatto non costituisce reato.

Cronaca

Rimini | Collaborazione tra Guardia di Finanza e AVIS per promuovere la donazione di sangue

GdF Rimini

La Guardia di Finanza di Rimini ha ufficializzato un accordo con la sezione provinciale dell’AVIS, volto a sostenere la diffusione della cultura della donazione di sangue e emocomponenti. Il protocollo d’intesa, siglato dal Comandante Provinciale della Guardia di Finanza, Col. Alessandro Coscarelli, e dal Presidente Provinciale dell’AVIS, Dott. Pietro Pazzaglini, rappresenta un passo importante per sensibilizzare la comunità sul tema della donazione volontaria.

Grazie a questa collaborazione, l’AVIS di Rimini si impegnerà a fornire supporto nelle attività di sensibilizzazione e nelle eventuali raccolte di sangue, con l’obiettivo di favorire una partecipazione sempre più ampia. Inoltre, le due organizzazioni si propongono di avviare iniziative formative comuni, che coinvolgeranno i rispettivi membri attraverso corsi e scambi di esperienze.

Il Dott. Pazzaglini ha espresso grande apprezzamento per l’impegno della Guardia di Finanza, sottolineando l’importanza di gesti altruistici come la donazione di sangue per salvare vite. Il Col. Coscarelli ha auspicato che questo esempio di solidarietà possa diffondersi, incoraggiando sempre più persone a diventare donatori abituali. Questa iniziativa, che si inserisce nel quadro dei valori solidaristici della Guardia di Finanza, mira a rendere la donazione di sangue una pratica sempre più comune e consapevole nella comunità.

Continua a leggere

Cronaca

Torino | Operazione “Sorriso Amaro”: scoperti falsi dentisti a Torino, sequestrati quattro studi per un milione di euro

Nell’ambito di un’indagine condotta dalla Guardia di Finanza di Torino, sono stati scoperti tre falsi dentisti che operavano senza alcuna qualificazione professionale in diversi studi odontoiatrici nel capoluogo piemontese. L’inchiesta, avviata autonomamente dalle Fiamme Gialle e coordinata dalla Procura della Repubblica di Torino, ha portato al sequestro di quattro cliniche, generando uno scandalo che coinvolge oltre un milione di euro di guadagni non dichiarati.

I presunti colpevoli avevano messo in piedi una rete di studi dentistici che, grazie a tariffe convenienti, riusciva ad attrarre un ampio numero di pazienti, ignari dell’assenza di competenze e autorizzazioni dei medici che li trattavano. Nonostante un primo intervento della Guardia di Finanza ad aprile, che aveva già portato alla chiusura di tre studi, uno dei soggetti aveva riorganizzato l’attività sotto una nuova veste societaria, mantenendo i pazienti e continuando l’esercizio illecito della professione. Anche questa nuova struttura è stata recentemente sequestrata.

L’indagine ha inoltre svelato che i falsi dentisti emettevano certificati medici, corredati di prescrizioni farmaceutiche, utilizzando in modo fraudolento il timbro di un professionista inconsapevole e totalmente estraneo ai fatti. Le agende sequestrate, con i nomi dei pazienti e le somme versate, hanno permesso di quantificare il profitto illecito accumulato dal 2023, aprendo la strada a ulteriori accertamenti fiscali.

Il procedimento penale è ancora in fase di indagine preliminare e la colpevolezza dei coinvolti sarà determinata solo con una sentenza definitiva.

Continua a leggere

Cronaca

Belluno | Operazione “Cuscus”: arrestato cittadino per circonvenzione di incapaci

GdF Belluno

Nell’ambito di un’indagine condotta dalla Guardia di Finanza di Belluno, un cittadino di origine marocchina è stato arrestato con l’accusa di circonvenzione di persone incapaci, reato che avrebbe commesso sfruttando la fragilità di soggetti anziani e vulnerabili. Il sospettato, un ambulante di 46 anni, è stato posto in custodia cautelare su richiesta della Procura di Pordenone.

Le indagini hanno rivelato che l’uomo avrebbe truffato almeno quattro vittime, sottraendo loro denaro e gioielli per un totale di oltre 360.000 euro. Tra le tecniche utilizzate, si ipotizza che l’arrestato abbia instaurato legami di fiducia con le vittime, inducendole a compiere atti a loro danno, come il prelievo di contante o la cessione di beni di valore. In un caso, una persona affetta da disturbi psichici avrebbe consegnato l’intero patrimonio all’indagato.

Anche la moglie dell’uomo, una casalinga di 34 anni, è stata coinvolta nelle indagini. Le intercettazioni ambientali indicano la sua partecipazione alle attività illecite, inclusi tentativi di occultare prove durante una perquisizione domiciliare.

La complessa operazione è stata portata avanti attraverso pedinamenti, intercettazioni telefoniche e l’analisi di movimenti bancari sospetti. Le autorità hanno evidenziato la pericolosità delle azioni commesse, richiedendo la misura cautelare per impedire il rischio di fuga e la reiterazione dei reati. L’inchiesta rientra nell’azione di contrasto a reati contro le fasce deboli promossa dalla Guardia di Finanza, in linea con le direttive nazionali.

Continua a leggere

DI TENDENZA

Riproduzione Riservata - Copyright © ASS. RADIO DEL BOSCO - redazione@adn24.it - PRIVACY