Connect with us

Curiosità

Gli Dei…Quali sono i principali della storia?

I principali dèi della storia appartengono alle religioni e mitologie più antiche e influenti del mondo. Ogni civiltà ha avuto le sue divinità, spesso legate alla natura, alla guerra, alla saggezza e agli aspetti fondamentali della vita umana. Ecco una panoramica dei principali dèi nelle principali mitologie e religioni:

1. Mitologia greca

La mitologia greca è una delle più ricche e influenti della storia, con un ampio pantheon di dèi che incarnano diverse forze della natura e aspetti della vita umana. Alcuni dei principali dèi sono:

  • Zeus: Re degli dèi e dio del cielo e del tuono. Governava il Monte Olimpo.
  • Era (Hera): Moglie di Zeus, dea del matrimonio e della famiglia.
  • Poseidone (Poseidon): Dio del mare, dei terremoti e dei cavalli.
  • Atena (Athena): Dea della saggezza, della guerra strategica e delle arti.
  • Apollo: Dio del sole, della musica, della poesia, della profezia e della medicina.
  • Artemide (Artemis): Dea della caccia, della natura selvaggia e della luna.
  • Ares: Dio della guerra, in particolare degli aspetti più violenti e brutali.
  • Afrodite (Aphrodite): Dea dell’amore, della bellezza e del desiderio.
  • Ade (Hades): Dio degli inferi e del mondo dei morti.

2. Mitologia romana

La mitologia romana era in gran parte derivata da quella greca, ma con nomi e attributi distinti per alcune divinità. Ecco alcune figure principali:

  • Giove (Jupiter): L’equivalente di Zeus, re degli dèi e dio del cielo.
  • Giunone (Juno): Moglie di Giove, dea del matrimonio e della protezione delle donne.
  • Nettuno (Neptune): Dio del mare, equivalente di Poseidone.
  • Minerva: Dea della saggezza e della guerra strategica, equivalente di Atena.
  • Venere (Venus): Dea dell’amore e della bellezza, equivalente di Afrodite.
  • Marte (Mars): Dio della guerra, più celebrato rispetto all’equivalente greco Ares.
  • Plutone (Pluto): Dio degli inferi, equivalente di Ade.

3. Mitologia egizia

Gli dèi egizi erano strettamente legati agli elementi della natura e della vita dopo la morte. Alcuni dei più importanti includono:

  • Ra: Dio del sole, creatore del mondo e capo del pantheon.
  • Osiride (Osiris): Dio della morte e della resurrezione, re dell’oltretomba.
  • Iside (Isis): Dea della magia, della maternità e della protezione. Moglie di Osiride.
  • Horus: Dio del cielo e della regalità, figlio di Osiride e Iside. Spesso rappresentato come un falco.
  • Anubi (Anubis): Dio dei morti e della mummificazione, protettore delle necropoli.
  • Set: Dio del caos, della tempesta e del deserto. Antagonista di Osiride.
  • Thot (Thoth): Dio della saggezza, della scrittura e della magia.
  • Hathor: Dea dell’amore, della musica, della danza e della gioia.

4. Mitologia norrena (scandinava)

La mitologia norrena, associata ai popoli germanici e vichinghi, è famosa per i suoi dèi guerrieri e legati alla natura selvaggia. Tra i più importanti ci sono:

  • Odino (Odin): Padre degli dèi, dio della saggezza, della guerra e della poesia. Governava Asgard e cercava costantemente la conoscenza.
  • Thor: Dio del tuono, delle tempeste e della protezione, famoso per il suo martello Mjölnir.
  • Loki: Dio del caos, dell’inganno e della trasformazione. Sebbene fosse un trickster, ha giocato un ruolo chiave in molti miti.
  • Freyja: Dea dell’amore, della fertilità e della guerra. È associata anche alla magia.
  • Týr: Dio del coraggio e della guerra giusta, famoso per aver perso una mano combattendo con il lupo Fenrir.
  • Hel: Dea del mondo dei morti, governava l’oltretomba norreno.

5. Induismo

L’induismo ha un vasto pantheon di dèi, molti dei quali rappresentano aspetti del divino assoluto, Brahman. Le tre principali divinità formano la Trimurti:

  • Brahma: Il creatore dell’universo. È parte della Trimurti ma raramente venerato attivamente.
  • Vishnu: Il preservatore e protettore dell’universo, venerato in molte forme, tra cui Krishna e Rama.
  • Shiva: Il distruttore e rigeneratore. Shiva è uno degli dèi più importanti e rappresenta la trasformazione.
  • Lakshmi: Dea della prosperità e della fortuna, consorte di Vishnu.
  • Parvati: Dea della fertilità, della forza e della devozione, consorte di Shiva.
  • Ganesha: Dio della saggezza e della rimozione degli ostacoli, con una testa di elefante.

6. Mitologia mesopotamica

Le antiche civiltà della Mesopotamia (Sumeri, Assiri, Babilonesi) veneravano un ampio pantheon di dèi. Alcuni tra i più importanti erano:

  • Anu: Dio del cielo e padre degli dèi, sovrano dell’universo.
  • Enlil: Dio dell’aria, della tempesta e della regalità. Uno degli dèi principali dei Sumeri.
  • Marduk: Dio della città di Babilonia e capo del pantheon babilonese. Fu il protagonista del mito della creazione babilonese.
  • Inanna/Ishtar: Dea dell’amore, della fertilità e della guerra. Uno degli dèi più venerati in Mesopotamia.
  • Enki (Ea): Dio della saggezza, dell’acqua e della creazione.

7. Mitologia azteca

Gli Aztechi, una delle civiltà più potenti dell’antico Messico, veneravano un pantheon di dèi spesso legati alla natura e alla guerra:

  • Huitzilopochtli: Dio della guerra e del sole, protettore della città di Tenochtitlán. Era al centro dei sacrifici umani aztechi.
  • Quetzalcoatl: Dio della conoscenza, del vento e della civilizzazione. È spesso raffigurato come un serpente piumato.
  • Tlaloc: Dio della pioggia e della fertilità.
  • Tezcatlipoca: Dio della notte, del caos e della magia.

8. Cristianesimo e Islam

Queste due religioni monoteiste venerano un unico Dio, considerato onnipotente e creatore dell’universo:

  • Dio (Yahweh/Geova) nel Cristianesimo: Il Dio unico, creatore del cielo e della Terra, che si rivela attraverso la Bibbia e la figura di Gesù Cristo.
  • Allah nell’Islam: Il Dio unico, misericordioso e onnipotente, che si è rivelato al profeta Maometto attraverso il Corano.

9. Mitologia cinese

La religione e mitologia cinese sono caratterizzate da un ampio pantheon di divinità legate al cielo, alla terra e agli antenati:

  • Yu Huang (l’Imperatore di Giada): Sovrano supremo del cielo e capo del pantheon taoista.
  • Guanyin: Dea della misericordia e della compassione, molto venerata nel Buddismo cinese e nel Taoismo.
  • Nuwa: Dea della creazione, associata alla leggenda della creazione dell’umanità.

Conclusione

Questi dèi e divinità rappresentano le credenze e i valori delle culture antiche e moderne, e hanno plasmato profondamente le tradizioni religiose e mitologiche di tutto il mondo. Le storie e le leggende che li circondano continuano a influenzare la cultura, l’arte e la filosofia moderne.

Curiosità

Cos’è il puntinismo?

Il puntinismo è una tecnica pittorica nata nell’ambito del post-impressionismo alla fine del XIX secolo, caratterizzata dall’uso di piccoli punti o macchie di colore puro applicati sulla tela in modo da creare un’immagine. Questa tecnica è stata sviluppata in particolare dai pittori Georges Seurat e Paul Signac, i principali esponenti del movimento.

1. Origine del Puntinismo

Il puntinismo nasce come evoluzione dell’impressionismo, che cercava di catturare l’effetto della luce e dell’atmosfera attraverso pennellate rapide e vibranti. Tuttavia, mentre gli impressionisti si concentravano su impressioni immediate e soggettive, i puntinisti si proponevano di applicare una tecnica più scientifica e sistematica al colore e alla composizione.

La nascita del puntinismo viene spesso attribuita a Georges Seurat, che, ispirato dagli studi scientifici sulla luce e sul colore, voleva sviluppare un metodo per rappresentare la realtà in modo più razionale e preciso. In particolare, Seurat era influenzato dalle teorie del divisionismo e della mescolanza ottica del colore.

2. Teorie Scientifiche sul Colore

Il puntinismo si basa su un principio scientifico di mescolanza ottica, che a sua volta si collega a studi sulla percezione visiva. Anziché mescolare i colori sulla tavolozza, i puntinisti applicavano piccoli punti di colori puri accostati sulla tela, in modo che fosse l’occhio dell’osservatore a mescolarli a distanza. Questo approccio si fondava sugli studi del chimico francese Michel Eugène Chevreul, che formulò la “legge dei contrasti simultanei”, e del fisico Ogden Rood, autore di un trattato sulla teoria dei colori.

In questo contesto, l’idea centrale era che accostando punti di colori complementari, come il blu e l’arancione, si potesse creare una luce e una vivacità superiori rispetto alla tradizionale mescolanza di colori sulla tavolozza.

3. Georges Seurat e il Puntinismo

Georges Seurat è considerato il fondatore del puntinismo. La sua opera più famosa, “Una domenica pomeriggio sull’isola della Grande Jatte” (1884–1886), è un esempio iconico di questa tecnica. Seurat trascorse due anni lavorando su questa grande tela, applicando metodicamente piccoli punti di colore per creare l’immagine.

Seurat credeva che l’arte dovesse essere governata da principi scientifici e matematici, tanto che sviluppò un sistema di composizione che combinava elementi di armonia visiva e di contrasto cromatico. Le sue opere puntiniste cercavano di evocare non solo la luce, ma anche una sorta di equilibrio e calma, attraverso una composizione rigorosa.

4. Paul Signac e lo Sviluppo del Puntinismo

Dopo la morte precoce di Seurat nel 1891, Paul Signac divenne il principale sostenitore e promotore del puntinismo, che egli preferiva chiamare “divisionismo”. Signac contribuì a diffondere la tecnica tra altri artisti e continuò a esplorarne le potenzialità nel corso della sua carriera, sebbene con uno stile più libero rispetto a quello di Seurat.

Signac utilizzava punti e tratti di pennello leggermente più ampi rispetto al metodo puntiforme preciso di Seurat, ottenendo effetti più spontanei e vivaci. Tra le sue opere più rappresentative c’è “Porto di Saint-Tropez” (1899), che mostra l’uso di colori brillanti e un’attenzione al paesaggio costiero.

5. Eredità e Influenza

Il puntinismo non ebbe una diffusione capillare come altri movimenti artistici, ma esercitò una forte influenza su artisti e movimenti successivi. Esso contribuì a consolidare l’idea che l’arte potesse essere legata a principi scientifici e tecnici, anticipando così aspetti del cubismo e dell’astrattismo.

  • Vincent van Gogh fu influenzato dal puntinismo per un breve periodo, come si può vedere in alcune sue opere come “La Ronda dei prigionieri” (1890), dove utilizza piccoli tratti di colore puro.
  • Henri Matisse, durante i primi anni della sua carriera, sperimentò con la tecnica puntinista, che influenzò il suo uso successivo del colore in maniera non realistica.
  • Il Divisionismo Italiano: In Italia, il puntinismo influenzò il divisionismo, un movimento parallelo che coinvolse artisti come Giovanni Segantini, Giuseppe Pellizza da Volpedo e Gaetano Previati. Questi artisti utilizzavano una tecnica simile, ma con una maggiore attenzione ai temi sociali e simbolici, come si può vedere nell’opera “Il Quarto Stato” di Pellizza da Volpedo.

6. Declino e Transizione

Con l’inizio del XX secolo, il puntinismo come tecnica pura iniziò a declinare. Gli artisti delle avanguardie si allontanarono da questa metodologia rigida, preferendo approcci più espressivi o astratti. Tuttavia, l’influenza del puntinismo si estese alle generazioni successive, specialmente per quanto riguarda la teoria del colore e la sua applicazione artistica.

Il puntinismo è stato una delle correnti più innovative del post-impressionismo, cercando di combinare scienza e arte in un nuovo metodo di pittura. Nonostante la sua breve durata come movimento centrale, la sua influenza si è estesa oltre i confini del XIX secolo, lasciando un segno duraturo nella storia dell’arte. Georges Seurat e Paul Signac hanno aperto la strada a una nuova comprensione del colore e della luce, influenzando profondamente le future esplorazioni artistiche del Novecento.

Continua a leggere

Curiosità

Antico Egitto: Chi erano gli scribi?

1. Chi erano gli scribi

Gli scribi nell’antico Egitto erano professionisti specializzati nella scrittura e nell’amministrazione. Erano generalmente maschi, anche se ci sono prove che alcune donne potessero svolgere questo ruolo. La loro posizione era di grande prestigio nella società egizia, e spesso provenivano da famiglie di ceto medio o alto, poiché l’istruzione e la formazione necessarie per diventare scribi erano costose.

2. Formazione degli scribi

  • Educazione: Gli scribi iniziavano la loro formazione fin da giovani, di solito intorno ai 5-10 anni. Frequentavano scuole specializzate, dove imparavano a scrivere in geroglifico e geratico, oltre a nozioni di matematica, geometria, religione e amministrazione.
  • Tecniche di scrittura: I ragazzi praticavano la scrittura su papiro (una forma primitiva di carta realizzata dalla pianta di papiro), utilizzando strumenti come il calamo (una sorta di penna) intinto in inchiostro. La scrittura era un’abilità complessa che richiedeva anni di pratica.

3. Tipi di scrittura

  • Geroglifici: Utilizzati per testi sacri, monumenti e documenti ufficiali. Era una forma di scrittura artistica, composta da simboli che rappresentano suoni e idee.
  • Geratico: Una forma corsiva dei geroglifici, usata per la scrittura quotidiana e documenti amministrativi. Era più veloce da scrivere e più pratica per l’uso quotidiano.
  • Demotico: Sviluppatosi più tardi, questa scrittura era ancora più semplificata e utilizzata per testi legali e commerciali.

4. Funzioni degli scribi

  • Documentazione amministrativa: Gli scribi redigevano documenti relativi a tasse, distribuzione di grano e proprietà terriere. Questa funzione era cruciale per il funzionamento dell’amministrazione centrale e locale.
  • Testi religiosi: Scrivevano e copiavano inni, preghiere e testi funerari, come il “Libro dei Morti”, che accompagnavano i defunti nel loro viaggio nell’aldilà.
  • Letteratura: Componendo opere di poesia e saggi, contribuivano alla cultura e alla tradizione letteraria egizia. Alcuni dei testi più celebri, come i racconti di “Sinuhé”, sono stati scritti o copiati da scribi.
  • Insegnamento: Alcuni scribi, più esperti, insegnavano in scuole e formavano nuove generazioni di scribi.

5. Strumenti e materiali

  • Papiro: Il materiale principale su cui scrivevano. Il papiro era ottenuto dalla pianta di papiro, che cresceva lungo il Nilo. Era leggero e relativamente facile da produrre.
  • Calamo e inchiostro: Usavano un calamo, spesso fatto di canna, per scrivere. L’inchiostro era fatto con sostanze naturali, come carbone e acqua.
  • Sigilli e contenitori: Gli scribi usavano anche sigilli per autenticare documenti e contenitori per conservare i papiri.

6. Status sociale e professionale

  • Prestigio: Gli scribi godevano di un buon status sociale. Erano considerati custodi della conoscenza e della cultura, e la loro abilità era fondamentale per l’amministrazione e la vita religiosa.
  • Compensazione: Spesso ricevevano stipendi, terreni o altri benefici in cambio dei loro servizi. Gli scribi più esperti potevano ottenere posizioni di alto rango nell’amministrazione.

7. Declino della professione

Con l’arrivo della dominazione greca e romana, e la successiva diffusione del cristianesimo, il sistema di scrittura geroglifica cominciò a declinare. La scrittura demotica e poi il greco divennero predominanti, portando a una diminuzione della necessità di scribi addestrati in geroglifici.

In sintesi, gli scribi erano figure centrali nella società egizia, responsabili non solo della scrittura, ma anche della registrazione della storia, della cultura e della vita quotidiana dell’antico Egitto. La loro eredità è testimoniata dai numerosi testi e iscrizioni che sono giunti fino a noi.

Continua a leggere

Curiosità

Quali sono le fasi di una rottura “amorosa”?

1. Negazione

In questa fase, è comune non accettare immediatamente la realtà della rottura. Si può sperare che sia solo un malinteso o una fase temporanea. I pensieri possono oscillare tra il voler ricostruire la relazione e la paura di affrontare la perdita. Spesso si evita di parlare della situazione con amici o familiari, per non dover affrontare la verità.

2. Rabbia

La rabbia è una reazione normale e può manifestarsi in vari modi. Si può provare risentimento verso il partner per come sono andate le cose, ma anche verso se stessi per le decisioni prese. Questa fase può portare a conflitti, sia interni che esterni, e ci si può sentire molto vulnerabili. È importante trovare modi sani per esprimere e gestire questa emozione.

3. Contrattazione

In questa fase, si cerca di trovare soluzioni per salvare la relazione. Potrebbero emergere pensieri del tipo “se solo avessi fatto questo” o “se potessimo tornare indietro”. Si potrebbe anche tentare di contattare l’ex partner per discutere la situazione, sperando che ci sia una possibilità di riconciliazione. Questa fase riflette il desiderio di riparare il dolore e riunirsi.

4. Depressione

Quando la realtà della rottura si fa più concreta, è normale provare un profondo senso di tristezza e perdita. In questa fase, si possono avere sintomi di depressione, come mancanza di energia, apatia, perdita di interesse in attività che prima erano piacevoli e isolamento sociale. È cruciale non trascurare questi sentimenti e, se necessario, cercare supporto.

5. Accettazione

La fase finale implica l’accettazione della situazione. Si inizia a elaborare la perdita e a comprendere che la vita deve andare avanti. Questa fase non significa necessariamente che si è completamente superata la relazione, ma si comincia a guardare al futuro con una nuova prospettiva. Ci si può sentire pronti a riconnettersi con gli amici, riprendere hobby o esplorare nuove relazioni.

Fattori Influenzanti

È importante notare che non tutti attraversano queste fasi in modo lineare o in sequenza. Alcune persone potrebbero saltare fasi, tornare indietro o vivere alcune di esse più intensamente di altre. La personalità, il contesto della relazione e il supporto sociale giocano un ruolo cruciale nel processo di elaborazione del dolore.

Durante tutto il processo, è fondamentale prendersi cura di sé. Attività come esercizio fisico, meditazione, journaling o parlare con amici fidati possono essere di grande aiuto. In alcuni casi, può essere utile anche il supporto di un professionista, come un terapeuta, per affrontare meglio le emozioni e la situazione.

Continua a leggere

DI TENDENZA

Riproduzione Riservata - Copyright © Gruppo ADN Italia srl - P.Iva 02265930798 - redazione@adn24.it - PRIVACY