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Curiosità

Chi è Saetta? Il primo cane robot in supporto dei Carabinieri Italiani

L’Italia si apre a una nuova era tecnologica nell’ambito della sicurezza pubblica con l’introduzione di “Saetta”, il primo cane robot dell’Arma dei Carabinieri. Ispirato ai colori e al simbolo tradizionale delle auto di pronto intervento, questo innovativo dispositivo rappresenta un passo significativo verso l’integrazione delle tecnologie avanzate nelle operazioni di sicurezza e gestione delle emergenze.

Una Rivoluzione Tecnologica al Servizio della Sicurezza

Realizzato dalla Boston Dynamics, Saetta è stato acquistato dai Carabinieri in previsione del Giubileo del 2025, un evento che richiederà misure di sicurezza eccezionali. Sebbene non sia destinato a sostituire i cani veri, Saetta è un complemento tecnologico che migliora le capacità operative del Nucleo Artificieri di Roma, offrendo un supporto essenziale nelle situazioni di rischio.

Caratteristiche Tecniche e Funzionalità di Saetta

Saetta, alto circa 50 centimetri, è controllato a distanza tramite un tablet e può operare fino a 150 metri dal suo operatore. Grazie alla sua struttura avanzata, è in grado di attraversare terreni difficili, superare ostacoli e salire scale, tutte funzioni che lo rendono estremamente versatile. Dotato di un braccio meccanico, può aprire porte, spostare oggetti pericolosi e mappare aree attraverso sensori laser e termici, offrendo un livello di precisione e sicurezza che finora era difficile da raggiungere.

Sicurezza e Preoccupazioni Etiche

L’introduzione di Saetta ha suscitato un dibattito sulle implicazioni etiche e sulla sicurezza. Sebbene al momento il cane robot non sia dotato di armi né di intelligenza artificiale autonoma, la sua presenza solleva questioni riguardanti la privacy, il potenziale per un aumento della sorveglianza e i rischi associati a eventuali attacchi informatici. La preoccupazione per una possibile militarizzazione delle forze dell’ordine è palpabile, anche se, per ora, l’utilizzo di Saetta è limitato al controllo remoto, richiedendo la supervisione di personale altamente addestrato.

Il Futuro della Sicurezza è Oggi

Nonostante le perplessità, l’Arma dei Carabinieri vede in Saetta un alleato prezioso per innalzare gli standard di sicurezza nelle operazioni più rischiose. Come dichiarato sul profilo ufficiale X dei Carabinieri, “Innovare vuol dire anche elevare gli standard di sicurezza per i militari impiegati nei contesti più rischiosi”. Saetta è quindi non solo un simbolo di innovazione, ma anche una testimonianza del fatto che il futuro della sicurezza è già qui, e l’Italia è pronta ad abbracciarlo.

Con Saetta, l’Arma dei Carabinieri si posiziona all’avanguardia nell’utilizzo di tecnologie robotiche per la protezione dei cittadini e la gestione delle emergenze, segnando l’inizio di una nuova era in cui il cyber amico si affianca ai metodi tradizionali, rendendo le operazioni più sicure ed efficienti.

Curiosità

SAI PERCHE…Il cioccolato si scioglie in bocca?

Vi siete mai chiesti come si produce il cioccolato? Qual è il processo che gli conferisce quella consistenza liscia, morbida e compatta? E perché si scioglie in bocca?

La consistenza del cioccolato è dovuta a una tecnica antica ma mai del tutto compresa: il conching, inventato in Svizzera alla fine dell’800. Il termine deriva dalla parola inglese per conchiglie, poiché la scodella utilizzata per il processo ricordava la loro forma. Il conching è una lunga lavorazione in cui cioccolato e burro di cacao vengono riscaldati, agitati e sfregati contro l’interno della ciotola, mentre si aggiungono ingredienti in un ordine preciso. Prima del conching, il cioccolato era granuloso e ruvido, più adatto a essere sgranocchiato che fatto sciogliere. Grazie a questo processo, è diventato quello che conosciamo oggi.

Ma cosa fa esattamente il conching? Elena Blanco e i suoi colleghi dell’Università di Edimburgo lo hanno spiegato in uno studio. Il processo trasforma una miscela disomogenea di particelle solide (zucchero, polvere di latte, frammenti di fave di cacao) e grassi (burro di cacao) in una sospensione liquida omogenea. Ci riesce ritardando il momento in cui nell’impasto si verifica un fenomeno detto jamming: quando si raggiunge una densità critica, il materiale diventa improvvisamente viscoso e non scorre più. Posticipando questo momento, il conching permette di ottenere una composizione altrimenti impossibile.

E perché il cioccolato si scioglie così facilmente sulla nostra lingua? La risposta è ancora una volta chimica: il cioccolato è una delle poche sostanze commestibili a fondere a circa 34 °C, appena sotto la temperatura del corpo umano. Questo rende il cioccolato una delizia che si scioglie perfettamente in bocca, regalando un’esperienza sensoriale unica.

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Curiosità

SAI PERCHE’… si sente il mare nelle conchiglie?

Fin dall’infanzia ci è stato insegnato che se mettiamo una conchiglia vicino all’orecchio possiamo sentire il suono rilassante delle onde del mare che si infrangono sulla riva. Questa immagine romantica della natura ha catturato l’immaginazione di molti, ma è davvero accurata?

Quando avviciniamo una conchiglia all’orecchio, non stiamo realmente ascoltando il mare. In realtà, ciò che percepiamo è una combinazione di suoni ambientali circostanti che vengono amplificati e modificati dalla struttura della conchiglia stessa.

Il fenomeno è spiegato dalla risonanza di Helmholtz: le onde sonore dell’ambiente investono la cavità della conchiglia, creando onde di risonanza che rimbalzano tra le pareti interne. Alcune onde vengono silenziate, altre amplificate, a seconda della forma e delle dimensioni della conchiglia. Questo processo produce un suono ovattato che può ricordare il costante movimento delle onde marine.

Non è solo la conchiglia a potenziare questi suoni: oggetti cavi come bottiglie o bicchieri possono creare effetti simili. La conchiglia agisce come una sorta di cassa di risonanza che modifica e amplifica i suoni ambientali, creando l’illusione del mare.

Quindi, se ascoltiamo il suono delle onde mentre siamo al mare e usiamo una conchiglia, in realtà stiamo udendo la risonanza del suono delle onde stesse. Tuttavia, lo stesso effetto non si verifica altrove, come in città o a casa.

In definitiva, il “suono dell’oceano” che percepiamo con una conchiglia non è tanto legato alla conchiglia in sé, ma piuttosto alla sua capacità di amplificare e modificare i suoni circostanti. È un fenomeno affascinante che ci ricorda la complessità e la bellezza delle onde sonore e della percezione sensoriale.

Quindi, se volete veramente godervi il suono delle onde, niente batte l’esperienza di essere sulla costa e lasciarsi avvolgere dalla magia del mare.

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Curiosità

SAI QUANTA…Uva serve per fare una bottiglia di vino?

Una bottiglia di vino da 0,75 litri, la dimensione più comune, richiede in media 1,2 kg di uva. Ma perché proprio questa misura di bottiglia? Esistono varie teorie al riguardo. La prima spiega che tutto dipendeva dalla forza polmonare degli antichi soffiatori di vetro, che riuscivano a creare bottiglie di questa capacità con un singolo fiato.

La seconda teoria ha radici nel commercio. Gli inglesi, che utilizzavano i galloni come unità di misura del volume, consideravano che una cassa di vino potesse contenere al massimo 2 galloni. Poiché una cassa poteva ospitare 12 bottiglie, ciascuna da 0,75 litri, questa misura divenne standard per motivi di tasse portuali e costi di trasporto.

Un’altra teoria suggerisce che la misura di 0,75 litri fosse ideale perché una bottiglia contiene esattamente 6 bicchieri da 125 ml, comunemente utilizzati nelle osterie. Questo permetteva agli osti di calcolare facilmente quanti bicchieri sarebbero stati serviti ai clienti in base al numero di bottiglie. L’uso del vetro per la conservazione del vino risale al XVIII secolo, quando si comprese l’importanza di questo materiale per preservare il gusto del vino.

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